domenica 20 ottobre 2024

Megalopolis

 Parlando di un film destinato a un clamoroso flop preannunciato, devo dire che oggi al cinema m'ha stupito vedere la sala piuttosto affollata. Megalopolis, testamento di Francis Ford Coppola, non mi è parso un capolavoro ma certamente non è un film confuso, o ridondante, anche se avrebbe potuto essere più corto senza minimamente soffrirne. Le critiche perfide che sono state lanciate nei riguardi del film, le accuse (strumentali?) contro il regista per comportamento "inappropriato" verso le comparse, i giudizi secondo cui non ci sarebbe coerenza narrativa nel film che invece è così chiaro che più chiaro non si può, tutto mi fa pensare che tanti avessero dei malumori da sfogare contro Coppola.

Chi lo sa, forse il fatto che abbia creato una narrazione (metaforica, ma molto trasparente) in cui gli oligarchi, le loro ipocrisie e i loro vizi vengono smascherati ha dato fastidio in un mondo in cui il conformismo è d'obbligo.

La storia, come accennavo sopra, è piuttosto semplice. Abbiamo un conflitto tra due potenti (più altri personaggi di contorno) in una città che è praticamente la trasposizione moderna dell'antica Roma... ma si tratta di quel parallelo con l'Impero Romano che agli Statunitensi piace tanto fare. Insomma, è dell'America che qui si parla.

Il sindaco Cicero governa la città di New Rome assieme alla sua cricca di patrizi decadenti. È interpretato da Giancarlo Esposito, l'attore italoamericano noto per il ruolo in Breaking Bad e... tanto altro. Il suo oppositore è Caesar Catilina (Adam Driver), un architetto visionario che ha inventato un nuovo materiale dalle proprietà straordinarie e ha anche (non si sa perché) il dono di fermare il tempo. La polemica tra i due è accesa. In occasione della disponibilità di un terreno per nuovi progetti, Cicero vuole un casinò, e Catilina lo accusa di voler far spendere alla gente i soldi che non ha. Ma anche le visioni futuristiche di Catilina sono criticate come elitarie.

Il cugino di Catilina, Clodio, trama invece per sollevare il popolo, composto da diseredati e immigrati, come leva per guadagnare il potere, e anche a impadronirsi della banca dello zio Crasso. Clodio è ben interpretato da Shia LaBoeuf (visto in Constantine). Fra i tanti cospiratori, degna di nota Wow Platinum, personaggio televisivo che per sete di potere sposa l'anziano Crasso; è interpretata da Aubrey Plaza, vista in Safety not Guaranteed.

In tutto questo vediamo scene di spettacoli pacchiani e osceni in stile tardo impero, scene sguaiate e volgari, marciume e corruzione, e tutto quello che potreste immaginarvi per raffigurare un impero marcio e corrotto. E una lotta politica senza esclusione di colpi, tra accuse false, calunnie, populismo cinico e violenza. Il tutto mentre i veri problemi della città, ovvero la povertà della gente e il bilancio in bancarotta, non vengono affrontati.

Il finale è buonista e a me sembra un po' artificioso, smentendo l'impressione che questa casta di potenti sia irredimibile. E forse lanciando la stessa speranza anche per gli USA.

Il film a mio parere dura un po' troppo, e non aiuta il fatto che spesso il parlato sia composto da dotte citazioni letterarie. Il paragone tra gli USA e un tardo Impero Romano decadente intriga, comunque, e ci sono buone interpretazioni. Non dirò che questo film vada visto per forza, né che sia eccellente, ma le critiche velenose che gli sono arrivate mi paiono davvero ingiustificate.



2 commenti:

M.T. ha detto...

Ho sentito parlare del film, ma non ho seguito molto e non ho avuto modo di sentire le critiche che l'hanno accompagnato.

Bruno ha detto...

Tante belle cose. Critiche sullo stile, che possono essere a volte comprensibili; critiche sulla scelta narrativa poco comprensibile, sui dialoghi con citazioni colte, sulla volgarità e il pecoreccio (che però secondo me va benissimo nella creazione dell'ambientazione). E poi critiche a Coppola che avrebbe fatto cose inappropriate con le comparse... un'infinità. Qualcosa lo condivido, ad esempio il film è troppo lungo.
C'è stata un po' una gara a chi lo massacrava di più.