Non so in effetti se sarà il mio ultimo post dell'anno, ma faccio adesso quattro conti con gli eventi di quest'anno. Il 2016 è stato un anno pieno di tragedie, scomparse di personaggi importanti, fatti storici e politici che potrebbero rivelarsi di grande portata.
In realtà, molti eventi influenzano la nostra esistenza ma con tutto il nostro agitarci non ci possiamo in realtà fare niente, e molti personaggi pubblici per la cui scomparsa ci si straccia le vesti avevano già dato quello che potevano dare ed erano molto anziani, perciò così tanta agitazione il 2016 forse nemmeno la merita.
Comunque nella mia vita hanno avuto più importanza alcuni fatti relativi al lavoro, ma di cui non parlerò in questa sede, e altri inerenti ai miei interessi e passioni.
Fra questi ultimi il più importante è che ho deciso di lasciare la redazione di Fantasy Magazine, rivista della Delos Books di cui facevo parte dal 2007, se ricordo bene. Se avessi tenuto duro ancora un po' sarebbe stato un decennio, guarda un po'. Ma il tempo passa e consuma. Sono un po' invecchiato, non ho più tutte le energie di una volta, né gli stessi interessi di anni fa. Anche la scena è cambiata. Il fantasy ha conosciuto il suo boom che poi, a poco a poco, si è sgonfiato, e anche quel periodo di frenesia in cui sono usciti tanti libri di fantasy italiano (belli e meno belli) è trascorso.
Ora il panorama è diverso e così anche l'orizzonte dell'informazione, e non è più così entusiasmante. Non mi metto a fare grandi analisi, ma una volta Fantasy Magazine era una presenza centrale (per quanto molti si compiacessero di odiarla), oggi siamo nell'era in cui qualsiasi cosa esiste solo se esiste su facebook. A parte questo, era da un po' che la mia collaborazione si stiracchiava con un articolo ogni tanto. Ho ritenuto che fosse il momento di darci un taglio. È stata una bella esperienza, me la ricorderò.
La seconda novità è un po' meno triste: dopo un paio di annate di progetti che... non si concretizzano, stavolta dovrei aver prodotto qualcosa che diventerà visibile: fra qualche mese (spero pochi). Un lavoro realizzato a quattro mani, cosa difficile per un carattere come il mio. Ne parlerò ancora più avanti.
Buon 2017 a tutti.
venerdì 23 dicembre 2016
lunedì 19 dicembre 2016
Ave, Cesare!
Film per nulla fantastico, ma divertentissimo, dei fratelli Joel ed Ethan Coen, che ne hanno anche scritto la sceneggiatura, Ave, Cesare! (Hail, Caesar!) è della prima parte del 2016 (uno dei tanti che "avrei dovuto" vedere al cinema).
La pellicola si avvale di una carriolata di attori famosi: George Clooney, Ralph Fiennes, Scarlett Johansson, Tilda Swinton, Channing Tatum, e altri... tra cui Josh Brolin (Non è un Paese per Vecchi), protagonista nei panni di Eddie Mannix, uomo che "risolve problemi" nella Hollywood degli anni '50. In pratica le stelle del cinema hanno comportamenti immorali, scandalosi o sopra le righe, ma siamo in epoca di conservatorismo e tutto questo va messo a tacere con ogni mezzo.
Così abbiamo un attore, che sta recitando in un film nella parte di Cesare (George Clooney) quando viene rapito da un gruppo di intellettuali comunisti da salotto, con l'aiuto di controfigure, e passa dalla più completa ignoranza di ogni tematica sociale a una ingenua e ridicola adesione alle trame dei congiurati; Scarlett Johansson, diva dei film alla Esther Williams (quelli con le coreografie di nuoto sincronizzato) rimasta incinta, pertanto bisogna rimediarle un marito, c'è poi un rozzo attore di film western che per una strana decisione dei produttori deve passare alle commedie sofisticate (sa a malapena esprimersi, quindi fa impazzire il regista), e così via. Poiché Mannix è disilluso e potrebbe decidere addirittura di lasciare il mestiere, affrontare e sistemare tutte queste catastrofi è una vessazione quotidiana per lui. Ma è in gamba e rimedia sempre a tutti i guai.
Omaggio scanzonato ai film di una certa epoca, e alle paranoie maccartiste (c'è addirittura un sommergibile russo che compare a un certo punto del film...), Ave Cesare! non è in effetti una pellicola con una storia definita o qualche contenuto serio da raccontare, ma solo una piacevole presa in giro del mondo del cinema (di quell'epoca). Non c'è la tragedia che sbuca inaspettatamente a rovinare la festa, ma solo umorismo e divertimento.
Giudizio finale: assolutamente godibile. Consigliato.
La pellicola si avvale di una carriolata di attori famosi: George Clooney, Ralph Fiennes, Scarlett Johansson, Tilda Swinton, Channing Tatum, e altri... tra cui Josh Brolin (Non è un Paese per Vecchi), protagonista nei panni di Eddie Mannix, uomo che "risolve problemi" nella Hollywood degli anni '50. In pratica le stelle del cinema hanno comportamenti immorali, scandalosi o sopra le righe, ma siamo in epoca di conservatorismo e tutto questo va messo a tacere con ogni mezzo.
Così abbiamo un attore, che sta recitando in un film nella parte di Cesare (George Clooney) quando viene rapito da un gruppo di intellettuali comunisti da salotto, con l'aiuto di controfigure, e passa dalla più completa ignoranza di ogni tematica sociale a una ingenua e ridicola adesione alle trame dei congiurati; Scarlett Johansson, diva dei film alla Esther Williams (quelli con le coreografie di nuoto sincronizzato) rimasta incinta, pertanto bisogna rimediarle un marito, c'è poi un rozzo attore di film western che per una strana decisione dei produttori deve passare alle commedie sofisticate (sa a malapena esprimersi, quindi fa impazzire il regista), e così via. Poiché Mannix è disilluso e potrebbe decidere addirittura di lasciare il mestiere, affrontare e sistemare tutte queste catastrofi è una vessazione quotidiana per lui. Ma è in gamba e rimedia sempre a tutti i guai.
Omaggio scanzonato ai film di una certa epoca, e alle paranoie maccartiste (c'è addirittura un sommergibile russo che compare a un certo punto del film...), Ave Cesare! non è in effetti una pellicola con una storia definita o qualche contenuto serio da raccontare, ma solo una piacevole presa in giro del mondo del cinema (di quell'epoca). Non c'è la tragedia che sbuca inaspettatamente a rovinare la festa, ma solo umorismo e divertimento.
Giudizio finale: assolutamente godibile. Consigliato.
martedì 13 dicembre 2016
Serie TV: Westworld e 3%
Con le serie TV non ti puoi distrarre un attimo... finisce l'esaltazione per Black Mirror e ce ne sono subito altre quattro o cinque da vedere assolutamente.
Parlerò (piuttosto rapidamente) di due di esse, che al momento non hanno particolarmente attecchito con il sottoscritto.
Westworld è una serie USA ambientata in un parco di divertimento tematico. Nomi famosi: Evan Rachel Wood e Jonathan Nolan, fratello del più famoso Cristopher, oltre a Ed Harris e Anthony Hopkins. Westworld è un parco tematico. Un vecchio West dove arrivi, ti ubriachi, vai a cavallo, fai il prepotente contro dei robot quasi indistinguibili dagli umani, fai stragi, compi soprusi sulle donne (robot) eccetera, tanto nessuno reagisce, o meglio, reagiscono solo per farsi ammazzare. Impossibile soffocare l'impressione di "già visto" perché la tematica è la stessa de Il Mondo dei Robot, film anni '70 con Yul Brinner (attore pelato a zero famoso all'epoca) nei panni del robot che si ribella. C'è poco da stupirsi.
Parlerò (piuttosto rapidamente) di due di esse, che al momento non hanno particolarmente attecchito con il sottoscritto.
Westworld è una serie USA ambientata in un parco di divertimento tematico. Nomi famosi: Evan Rachel Wood e Jonathan Nolan, fratello del più famoso Cristopher, oltre a Ed Harris e Anthony Hopkins. Westworld è un parco tematico. Un vecchio West dove arrivi, ti ubriachi, vai a cavallo, fai il prepotente contro dei robot quasi indistinguibili dagli umani, fai stragi, compi soprusi sulle donne (robot) eccetera, tanto nessuno reagisce, o meglio, reagiscono solo per farsi ammazzare. Impossibile soffocare l'impressione di "già visto" perché la tematica è la stessa de Il Mondo dei Robot, film anni '70 con Yul Brinner (attore pelato a zero famoso all'epoca) nei panni del robot che si ribella. C'è poco da stupirsi.
venerdì 9 dicembre 2016
Come Pubblicare su Amazon e Sopravvivere agli Stronzi
Guida all'autopubblicazione di Alessandro Girola, autore "indie," con riferimento alle difficoltà che nel fangoso stagno del mondo editoriale italiano un autore può incontrare... Ovvero come difendersi dagli invidiosi che fanno "killeraggio" con le recensioni negative agli ebook altrui, agli odiatori professionali che trollano, alle persone che spiano quello che gli altri dicono sui social network, e via dicendo.
Come Pubblicare su Amazon e Sopravvivere agli Stronzi non è una guida tecnica, né una via maestra al successo, che per seguire i consigli indicati (certamente validi) occorre una dedizione, un tempo da sacrificare, una capacità relazionale col prossimo che non tutti gli scrittori e aspiranti tali possiedono.
Però è garantita qualche risata, magari un po' amara, perché l'impietosa immagine dell'ambiente fornita da questo breve manuale è purtroppo corrispondente al vero.
Come Pubblicare su Amazon e Sopravvivere agli Stronzi non è una guida tecnica, né una via maestra al successo, che per seguire i consigli indicati (certamente validi) occorre una dedizione, un tempo da sacrificare, una capacità relazionale col prossimo che non tutti gli scrittori e aspiranti tali possiedono.
Però è garantita qualche risata, magari un po' amara, perché l'impietosa immagine dell'ambiente fornita da questo breve manuale è purtroppo corrispondente al vero.
lunedì 5 dicembre 2016
Breve Storia del Futuro
Strano libro che mi è stato regalato e che ho letto con interesse nonostante un certo iniziale scetticismo, Breve Storia del Futuro è stato scritto da un economista, Jacques Attali: non quindi da uno scrittore di fantascienza che si diverte a fare delle ipotesi, per quanto Attali vanti di aver previsto esattamente molti fatti poi verificatisi... ma non mi è dato di verificare le sue affermazioni. Di lui so che è un francese di religione ebraica e origine pied-noir (ovvero: faceva parte della comunità residente in Algeria, spazzata via dal paese quando è diventato indipendente), ed è stato l'eminenza (economica) grigia dello stato francese per parecchio tempo, ricoprendo importanti incarichi sotto Mitterand e Sarkozy, nonché un banchiere di primo piano. Il libro è già un po' vecchiotto ma è stato aggiornato, quella che ho letto è la versione più recente.
Con tanto curriculum, mi sarei aspettato che questo autore sia un altro cantore delle gioie della globalizzazione, ma non è così: nonostante il libro di Attali abbia una specie di lieto fine appiccicato un po' a forza (vedremo dopo) il ritratto del mondo che verrà non è affatto roseo. La globalizzazione la dà per scontata e inevitabile, non per una bella cosa. Un lettore di romanzi cyberpunk vi vedrà molte delle premesse di quel genere fantascientifico.
Con tanto curriculum, mi sarei aspettato che questo autore sia un altro cantore delle gioie della globalizzazione, ma non è così: nonostante il libro di Attali abbia una specie di lieto fine appiccicato un po' a forza (vedremo dopo) il ritratto del mondo che verrà non è affatto roseo. La globalizzazione la dà per scontata e inevitabile, non per una bella cosa. Un lettore di romanzi cyberpunk vi vedrà molte delle premesse di quel genere fantascientifico.
lunedì 28 novembre 2016
The Neon Demon... quando la bellezza è tutto.
The Neon Demon è un inquietante film horror diretto da Nicolas Winding Refn (danese a me ignoto) e di produzione euro-statunitense. Dico subito che ha un inizio un po' tedioso e scontato, varie parti che si trascinano con dialoghi lenti in stile "film serio all'europea," e che non è andato un gran che bene al botteghino. Tuttavia questa pellicola ha saputo prendermi soprattutto con la parte centrale e il finale, quindi non posso che fare, tutto sommato, i miei complimenti al regista. Forse sono un po' meno da apprezzare gli sceneggiatori (un trio di cui comunque Refn fa parte) per la partenza scialba di questo film dove una ragazzina in fuga arriva a Los Angeles dalla provincia USA con la speranza di fare la modella. Quante volte ho già visto questa storia, una decina? Il regista "lo ha fatto apposta" per mostrare l'evoluzione della protagonista ma lo stratagemma per me non funziona.
La ragazza è Jesse (ovvero Elle Fanning, giovanissima ma con una carriera già corposa alle spalle) accompagnata e tutelata, inizialmente, da un giovanotto che è anche quello che le ha fatto il provino fotografico. Questo ragazzo, Dean (Karl Glusman, vedi foto), tutela Jesse da un insidioso manager del motel dove la ragazza ha trovato una sistemazione (il manager è un Keanu Reeves con barba); lui vorrebbe affermarsi come fotografo ma vedremo presto che "non ha la stoffa" per frequentare l'ambiente cui invece aspira la ragazza.
La ragazza è Jesse (ovvero Elle Fanning, giovanissima ma con una carriera già corposa alle spalle) accompagnata e tutelata, inizialmente, da un giovanotto che è anche quello che le ha fatto il provino fotografico. Questo ragazzo, Dean (Karl Glusman, vedi foto), tutela Jesse da un insidioso manager del motel dove la ragazza ha trovato una sistemazione (il manager è un Keanu Reeves con barba); lui vorrebbe affermarsi come fotografo ma vedremo presto che "non ha la stoffa" per frequentare l'ambiente cui invece aspira la ragazza.
giovedì 24 novembre 2016
La Ballata di Beta-2
Di Samuel Delany so poco, salvo che è uno scrittore nero che ebbe successo in un'epoca assai favorevole per la fantascienza (anni '60). La Ballata di Beta-2 è un romanzo breve che vide la luce in quel periodo e fu candidato al premio Nebula: l'argomento è uno di quelli che mi affascinano, una lunghissima missione per colonizzare un mondo lontano. Una spedizione di diverse astronavi, "navi generazionali," dove i viaggiatori che pilotano e fanno funzionare le navi spaziali vivono e muoiono in un viaggio destinato a durare molto di più delle loro vite, e una "sala nascite" mette al mondo passeggeri più giovani perché il viaggio prosegua.
Ovviamente, niente va come avrebbe dovuto andare.
Pretesto per raccontare la storia è un lavoro di ricerca assegnato a uno studente, che avrebbe voluto fare qualcosa di più interessante e invece è inviato dal suo docente a studiare quel popolo di derelitti che è arrivato a destinazione quando c'era già una colonia umana ad attenderlo... già, perché mentre le astronavi generazionali viaggiavano, un nuovo sistema di propulsione (di cui in realtà Delany ci dice poco) ha permesso di spostarsi molto velocemente, e le mete raggiungibili in secoli sono diventate estremamente più accessibili.
Ovviamente, niente va come avrebbe dovuto andare.
Pretesto per raccontare la storia è un lavoro di ricerca assegnato a uno studente, che avrebbe voluto fare qualcosa di più interessante e invece è inviato dal suo docente a studiare quel popolo di derelitti che è arrivato a destinazione quando c'era già una colonia umana ad attenderlo... già, perché mentre le astronavi generazionali viaggiavano, un nuovo sistema di propulsione (di cui in realtà Delany ci dice poco) ha permesso di spostarsi molto velocemente, e le mete raggiungibili in secoli sono diventate estremamente più accessibili.
domenica 20 novembre 2016
Ekhö Monde Miroir: Hollywood Boulevard
Alla terza puntata, la coppia Arleston e Barbucci ci propone le avventure della bella Fourmille Gratule a Hollywood, patria del mondo dello spettacolo. In Ekhö Monde Miroir: Hollywood Boulevard andremo quindi a conoscere gli eventi che si verificano, in questo mondo alternativo, nella vita di una grande diva, e ovviamente quale diva è più grande di Norma Jean, ovvero Marilyn Monroe? La storia dell'attrice si incrocia con quella di Fourmille quando la nostra protagonista, con il fidato Yuri, si reca a Hollywood per farle firmare un contratto, impresa per nulla semplice poiché, ovviamente, Norma-Marilyn è desiderata da tutti i produttori.
Ovviamente, come nella realtà, la diva muore e Fourmille dovrà anche stavolta scoprire cosa è successo.
Ci sono alcune rivelazioni e un paio di cose non scontate all'inizio, tuttavia la storia procede secondo binari che già conosciamo. Fourmille si reca per un motivo o per l'altro in una grande città; c'è un omicidio e un "cadavere eccellente." Lo spirito del defunto (o della defunta) trova ospitalità temporanea nel corpo della nostra protagonista che, a volte agendo secondo la propria volontà, a volte guidata dalla vittima, svolge l'investigazione. Ovviamente ci sono bei disegni e bellissimi scenari ma, poiché con questo terzo volume termino di leggere quelli che avevo comprato inizialmente, e poiché a livello di trama questo Ekhö "mondo specchio" non sembra voler creare molto più di così, non penso che continuerò ulteriormente questa serie.
Ovviamente, come nella realtà, la diva muore e Fourmille dovrà anche stavolta scoprire cosa è successo.
Ci sono alcune rivelazioni e un paio di cose non scontate all'inizio, tuttavia la storia procede secondo binari che già conosciamo. Fourmille si reca per un motivo o per l'altro in una grande città; c'è un omicidio e un "cadavere eccellente." Lo spirito del defunto (o della defunta) trova ospitalità temporanea nel corpo della nostra protagonista che, a volte agendo secondo la propria volontà, a volte guidata dalla vittima, svolge l'investigazione. Ovviamente ci sono bei disegni e bellissimi scenari ma, poiché con questo terzo volume termino di leggere quelli che avevo comprato inizialmente, e poiché a livello di trama questo Ekhö "mondo specchio" non sembra voler creare molto più di così, non penso che continuerò ulteriormente questa serie.
giovedì 17 novembre 2016
Brak: the Sorceress
Quando mi sono interessato a John Jakes e al suo guerriero Brak, oltre a over comprato il suo primo libro ho preso anche questo Brak: the Sorceress, dando per scontato che avrei gradito un po' di barbarie e mazzate, se scritte bene. Così mi sono trovato a leggere uan storia, piuttosto breve, che non si distaccava molto da quelle del primo volume. Brak è ancora in viaggio verso sud, verso il mitico Khurdisan, dove non si sa bene cosa debba trovare di bello (in pratica non lo sa nemmeno lui). E i suoi nemici, tutto sommato, sono sempre gli stessi.
Questa volta il viaggio viene interrotto dall'incontro con una specie di anacoreta (appartenente alla religione pseudo cristiana già presentataci in passato) e poi dal salvataggio di una ragazza, cui segue la cattura da parte di una crudele strega (vedi il titolo) ovvero Nordica Fire-Hair.
Brak rischierà stavolta di finire vittima di un sacrificio umano; ovviamente fuggirà, se la vedrà con diversi nemici e con un mostro decisamente impressionante. Ma la situazione in cui è capitato non è quella che sembra inizialmente. Peccato che se il protagonista fa un po' fatica a ricomporre i pezzi del puzzle, il lettore capisca tutto subito. La donna malvagia che fronteggia il barbaro è in realtà posseduta dallo spirito di Ariane, figlia di Septegundus, discepolo di Yob-Haggoth, la divinità malvagia. Septegundus (e famiglia, a quanto pare) gliel'hanno giurata al barbaro e continuano a mettergli i bastoni fra le ruote. Vinceranno? Ovviamente no, tutto è rimandato a un'altra puntata.
Devo dire che, per quanto esista decisamente di peggio, questa seconda lettura di John Jakes mi ha piuttosto annoiato. In effetti era superflua e, sebbene il libro sia breve, in qualche momento mi sono un po' trascinato a fatica. Terribili i momenti in cui Brak si deve cimentare in qualche prestazione di forza e resistenza fisica: dita che si aggrappano al ciglio del burrone, sudore, muscoli che si tendono, scivolamenti che rischiano di essere fatali, pesi da sopportare, fatiche bestiali varie, tutto un armamentario descrittivo che ritorna varie volte nell'armamentario di Jakes e che mi fa venire voglia di saltare un paio di pagine. Tanto, dopo un po' di sbattimenti, sappiamo che il barbaro ce la farà.
Allo stesso modo, i nemici di Brak non mostrano niente di imprevedibile o di originale, cosa che invece a volte in Conan avviene. Pertanto confermo la mia impressione: Brak è proprio il Conan di serie B.
venerdì 11 novembre 2016
Capelli Arancioni alla Casa Bianca
Non me lo aspettavo. Avevo una pulce nell'orecchio (e lo avevo scritto in un precedente post) perché la Clinton mi sembrava fin troppo artificiale, odiosa e in-votabile, ma i dati erano di gran lunga a suo favore (per quanto i sondaggi siano sempre una approssimazione e quindi sia inutile stare a macerarsi il cervello sul "perché le proiezioni hanno fallito"). E quando me ne sono andato a dormire era in vantaggio lei e il capo della campagna elettorale di Trump stava dicendo che solo un miracolo poteva cambiare le cose. Il resto è storia... mi sono svegliato in un mondo che si chiedeva come mai uno zotico come Donald Trump abbia vinto. Per inciso, ha vinto prendendo qualche voto in meno della sua rivale, ma, con il sistema USA dei "grandi elettori" da conquistare stato per stato, questo è successo anche altre volte.
Non mi straccio le vesti, anche se questo signore mi sia parecchio antipatico per certe sue propensioni politiche e per una serie di somiglianze inquietanti con un personaggio di casa nostra che conoscete tutti. Dal momento che quello che sarebbe stato il mio "candidato statunitense ideale" era già stato impallinato dai giochi di potere del partito, con annessi trucchetti sleali contro di lui (parlo di Bernie Sanders), mi concedo magari un pizzico di schadenfreude(*) riguardo alla sconfitta di quella babbiona di Hillary Clinton e della sua politica, e dei democratici USA in generale.
Non mi straccio le vesti, anche se questo signore mi sia parecchio antipatico per certe sue propensioni politiche e per una serie di somiglianze inquietanti con un personaggio di casa nostra che conoscete tutti. Dal momento che quello che sarebbe stato il mio "candidato statunitense ideale" era già stato impallinato dai giochi di potere del partito, con annessi trucchetti sleali contro di lui (parlo di Bernie Sanders), mi concedo magari un pizzico di schadenfreude(*) riguardo alla sconfitta di quella babbiona di Hillary Clinton e della sua politica, e dei democratici USA in generale.
martedì 8 novembre 2016
Nostra Signora delle Tenebre
Non mi metto a fare un excursus sulla storia dell'Urban Fantasy perché... poco me ne cale di farlo. Se pensate però che sia faccenda di vampiri, lupi mannari e ragazzine vi sbagliate, perché nel genere si sono cimentati anche colossi come Fritz Leiber, autore di Nostra Signora delle Tenebre, libro che ho avuto il piacere di leggere in italiano nella versione della cara vecchia fantacollana Nord (non ho idea se qualcun altro si sia cimentato nella traduzione di questo libro). Il libro è degli anni '70 e per molti aspetti si sente (psicanalisi, elementi junghiani), è complesso e pieno di riferimenti, e certamente non una lettura semplicissima; il protagonista, uno scrittore che cerca di tornare a lavorare dopo un periodo di crisi, ha certamente un riferimento autobiografico per l'autore.
Quello che è strano di questo libro è che il "nemico" o il "mostro" non si vede quasi. Se vi aspettate draghi a spasso per la metropoli non li vedrete: tutto quello che il protagonista scorge, un giorno in cui guarda fuori dalla finestra a San Francisco, è una sagoma lontana che sembra intenta in una strana danza o rituale su una collina vicina, peraltro in pieno giorno e a due passi dai simboli della modernità, come ad esempio una torre televisiva.
Quello che è strano di questo libro è che il "nemico" o il "mostro" non si vede quasi. Se vi aspettate draghi a spasso per la metropoli non li vedrete: tutto quello che il protagonista scorge, un giorno in cui guarda fuori dalla finestra a San Francisco, è una sagoma lontana che sembra intenta in una strana danza o rituale su una collina vicina, peraltro in pieno giorno e a due passi dai simboli della modernità, come ad esempio una torre televisiva.
mercoledì 2 novembre 2016
Black Mirror
Improvvisamente, Netflix comincia a dirmi un po' dappertutto (ok, non esageriamo, c'è la pubblicità su Facebook) che devo vedere Black Mirror (serie prodotta da Charlie Brooker, un veterano della TV britannica), e sento dei commenti estasiati riguardo alla terza stagione. Dal momento che sono uno che cerca di fare le cose con ordine, ho cominciato dalla prima, che è di diversi anni fa, ma poi non ho resistito alla curiosità e sono passato alla terza, quella commissionata da Netflix, per vedere un po' di cosa si tratta.
Come contenuti potremmo dire che, spesso e volentieri, si tratta di fantascienza, anche se parliamo più spesso che no di innovazioni che sono appena dietro l'angolo. L'approccio è sempre orientato sull'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite (o avranno), sebbene come serie TV questa sia un po' un salto nel passato, perché è fatta di episodi a sé stanti con un tema comune (senza quindi il "meta-plot" che accompagna un cast più o meno costante di personaggi lungo tutta la storia).
Come contenuti potremmo dire che, spesso e volentieri, si tratta di fantascienza, anche se parliamo più spesso che no di innovazioni che sono appena dietro l'angolo. L'approccio è sempre orientato sull'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite (o avranno), sebbene come serie TV questa sia un po' un salto nel passato, perché è fatta di episodi a sé stanti con un tema comune (senza quindi il "meta-plot" che accompagna un cast più o meno costante di personaggi lungo tutta la storia).
lunedì 31 ottobre 2016
Elfes: Le Crystal des elfes bleus
Nel mio viaggio in Francia sono stato attratto dalla copertina, e dalla qualità dei disegni di Elfes, una corposa serie di fumetti fantasy che può vantare una qualità grafica superba. Gli autori del primo volume sono Jean Luc Istin (sceneggiatura), Kyko Duarte (disegni), Saito (colori) per conto della Soleil Productions. Nicolas Jarry e il già citato Istin sono le menti propulsive dell'intera serie. In effetti non si tratta di una sola serie ma di un complesso progetto dove compaiono anche gli Elfi Silvani e gli Elfi Bianchi, e anche le altre razze hanno la loro da dire: per quanto riguarda i Nani ho già visto diversi albi nelle fumetterie francesi. Per inciso qualcosa di tutto questo è anche comparsa in italiano ma, avendo la fortuna di poter leggere in francese (questa lingua, e non l'inglese, è in effetti quella che ho studiato a scuola), generalmente se si tratta di fumetto d'oltralpe non mi affido alle edizioni di casa nostra. Perché arrivano anche molto dopo, se pure arrivano, a completare una serie. Tornando a questo fumetto e all'intera serie di cui fa parte, basta pensare ai titoli per porsi ovviamente una domanda angosciante: cosa sarà, un fantasy alla Tolkien dipanato in un'infinità di volumi? In effetti non è così, e nel primo volume gli elfi blu ci mostrano una cultura variegata dove non mancano, tanto per fare un esempio, dei custodi marini (custodi del cristallo magico del titolo) che hanno delle forme decisamente inquietanti per non dire cthulhoidi.
venerdì 28 ottobre 2016
Lollipop
Lollipop, di Germano Greco, è uno spin-off di Due Minuti a Mezzanotte, l'universo di supereroi condiviso cui anche io ho dedicato un racconto (Gruppo 42, al momento non disponibile). L'eroina (supereroina), Marilyn, è una bionda che potrebbe essere all'aspetto una stella del cinema o della musica rock, lavora per un'agenzia di servizi segreti e fa tante, cattivissime, cose. È anche una ragazza sofferente, di una malattia micidiale che potrebbe ucciderla e influenza tutto quello che pensa e che fa. E per giunta Marilyn non ha un pieno controllo sui suoi stessi ricordi...
Ma poiché il racconto è abbastanza breve, se mi metto a raccontare anche quello che avviene anticipo tutto... e comunque quello che avviene non è essenziale, in questo caso è più importante come la storia è scritta.
Lo stile di Greco qui è visionario e viscerale, costringe il lettore a immedesimarsi e seguire la vicenda. Una storia d'azione con delle sfaccettature imprevedibili che vi consiglio di sperimentare.
Lollipop è adesso in una raccolta con il racconto successivo della serie.
Ma poiché il racconto è abbastanza breve, se mi metto a raccontare anche quello che avviene anticipo tutto... e comunque quello che avviene non è essenziale, in questo caso è più importante come la storia è scritta.
Lo stile di Greco qui è visionario e viscerale, costringe il lettore a immedesimarsi e seguire la vicenda. Una storia d'azione con delle sfaccettature imprevedibili che vi consiglio di sperimentare.
Lollipop è adesso in una raccolta con il racconto successivo della serie.
martedì 25 ottobre 2016
Ekhö Monde Miroir: Paris Empire
Torniamo sul mondo parallelo di Ekhö, il fumetto a cura di Alessandro Barbucci e Cristophe Arleston. Dopo aver risolto il mistero della scomparsa di sua zia a New York, Fourmille Gratule si reca nella gaia Parigi per sistemare i problemi contrattuali con il Poulain Rouge (che ovviamente in questo mondo parallelo è l'equivalente del Moulin Rouge) dove lo spettacolo delle spogliarelliste Yummy e Yumma è saltato, per un motivo abbastanza comprensibile: Yummy, per le vicende del primo volume della serie, è (spoiler!) finita in prigione. Per salvare il ricco contratto l'impresaria Fourmille impara il numero sperando di sostituire lei stessa la ballerina mancante, al fianco di Yumma, la sua contabile-spogliarellista di fiducia. A Parigi ovviamente deve portarsi anche Yuri, che per decreto dei Preshaun è diventato inseparabile, onde evitare uno squilibrio nelle forze che sostengono il mondo parallelo.
Dal momento che il fumetto è... francese, in Francia c'è un grande impero retto da un discendente di Napoleone. All'arrivo dei nostri protagonisti però il principe ereditario viene assassinato e si verificano degli attentati. C'è quindi un altro mistero da risolvere e anche stavolta, per via degli strani poteri acquisiti nel transitare fra i due mondi, Fourmille si trova a fare da ospite al personaggio assassinato mentre si cerca di scoprire i colpevoli. Verrà fatta giustizia? E come andrà a finire il numero al Poulain Rouge?
La storia procede con alcune minori novità sulla falsariga del precedente fumetto ambientato a New York, sempre ben disegnata e di piacevole lettura.
Dal momento che il fumetto è... francese, in Francia c'è un grande impero retto da un discendente di Napoleone. All'arrivo dei nostri protagonisti però il principe ereditario viene assassinato e si verificano degli attentati. C'è quindi un altro mistero da risolvere e anche stavolta, per via degli strani poteri acquisiti nel transitare fra i due mondi, Fourmille si trova a fare da ospite al personaggio assassinato mentre si cerca di scoprire i colpevoli. Verrà fatta giustizia? E come andrà a finire il numero al Poulain Rouge?
La storia procede con alcune minori novità sulla falsariga del precedente fumetto ambientato a New York, sempre ben disegnata e di piacevole lettura.
venerdì 21 ottobre 2016
Deadpool
Mi ero prefissato di vederlo anche se con i supereroi sono in fase un po' sì e un po' no, ma alla fine al cinema l'ho perso. Prodigi dei canali on-demand, ho recuperato la visione di questo film senza dovermi comprare il DVD o ricorrere a mezzucci illegali. Sto parlando di Deadpool, l'antieroe (e quindi anti-supereroe) della Marvel interpretato da Ryan Reynolds, che fa una discreta figura per quanto, la maggior parte del tempo, il suo volto sia coperto da un cappuccio rosso. Il regista, Tim Miller, è alla prima prova ma era già un esperto di effetti speciali... quindi proprio quello che ci vuole per questo genere di film.
Deadpool, il protagonista, ottiene i suoi poteri, rimanendo però sfigurato, quando usufruisce di una prodigiosa trasformazione che può permettergli di sopravvivere a un tumore. La cura non è stata data per spirito caritatevole né tutte le conseguenze erano spiegate, e ne consegue che tra Deadpool e Ajax (Ed Skrein) ovvero il suo "salvatore," non correrà buon sangue. Tutt'altro. Perciò Deadpool cerca vendetta e nel frattempo resiste ai tentativi degli X-Men di arruolarlo nel loro team di supereroi "buoni."
Deadpool, il protagonista, ottiene i suoi poteri, rimanendo però sfigurato, quando usufruisce di una prodigiosa trasformazione che può permettergli di sopravvivere a un tumore. La cura non è stata data per spirito caritatevole né tutte le conseguenze erano spiegate, e ne consegue che tra Deadpool e Ajax (Ed Skrein) ovvero il suo "salvatore," non correrà buon sangue. Tutt'altro. Perciò Deadpool cerca vendetta e nel frattempo resiste ai tentativi degli X-Men di arruolarlo nel loro team di supereroi "buoni."
martedì 18 ottobre 2016
Conquistador
Un fumetto eccezionale, ambientato ai tempi dei "conquistadores" spagnoli ma con una decisa sterzata verso il fantastico, con venature horror. Conquistador, di cui ho letto in italiano il primo volume, è sceneggiato da Jean Dufaux e disegnato da Philippe Xavier. Si tratta di una coppia di successo, reduce da altre creazioni di indubbio valore. La storia narra della famosa spedizione di Cortés alla conquista del Messico, e della debolezza di Montezuma, l'imperatore azteco, che tratta gli Spagnoli come se fossero divinità.
Il consigliere di Montezuma non perde tempo a mostrargli come invece stanno le cose, e dal governatore spagnolo parte una spedizione per fermare l'avventuriero Cortés, che ha fatto più di quello che era nei suoi compiti. Ma l'ambizioso condottiero non teme le difficoltà. Anzi. ha annusato i tesori degli aztechi e li vuole a tutti i costi. Pertanto incarica un gruppo eterogeneo di soldati e avventurieri di provvedere a impadronirsene. Hernando Royo, il protagonista della nostra storia, fa parte di questo gruppo che, nella sua missione, dovrà fare i conti con oscure divinità ancestrali, giungle sterminate, spietati inseguitori dalla pelle rossa, droghe dal potere strabiliante. E ovviamente tanta, tantissima morte.
Eccezionale la capacità artistica di questo fumetto (ovviamente siamo in territorio di disegno realistico, alla occidentale) anche se a mio parere in qualche occasione prevale la voglia di creare l'affresco sul dinamismo che sarebbe più appropriato al mezzo espressivo. Le tonalità di colori si alternano dai paesaggi luminosi delle spiagge e della metropoli azteca all'interno della foresta, il "cuore di tenebra" della giungla in cui le tonalità cupe, verde marcio e bluastre fanno da sfondo a questa terribile avventura.
Ben fatto, bella storia, atmosfera resa in maniera convincente. Val la pena di provare questo fumetto.
domenica 16 ottobre 2016
Luke Cage
Ho letto su Fantasy Magazine il giudizio, non proprio entusiasta, di Emanuele Manco su Luke Cage, nuova serie TV di Netflix, e ovviamente della Marvel, riguardante un supereroe. Questa volta si tratta di un nero, e molti dei protagonisti sono neri, il che sarebbe una novità. O meglio, diciamo che Luke Cage era ai suoi tempi, quando era un fumetto negli anni '70, una novità per come si inseriva nella cultura dell'epoca e faceva il verso alla "blaxploitation," ovvero a quel filone narrativo (mi ricordo un certo numero di film) con protagonisti neri. Luke Cage non è, comunque, il primo supereroe di colore.
venerdì 14 ottobre 2016
Nel Cuore dell'Europa (terza parte)
A settembre, come esposto in precedenti articoli, ho visitato alcune località tra Francia e Germania (per non parlare del Lussemburgo). La decisione di andare in auto non è stata così indolore, nel senso che di solito preferisco non cimentarmi nelle mie doti di pilota in situazioni sconosciute (all'estero, con carenza di parcheggi eccetera).
Ammetto quindi che prima dell'avvento dei navigatori satellitari non mi sarei mai cimentato in un'impresa del genere. Oggi è più facile, e se l'ho fatto io, lo possono fare tutti. Accertatevi però di avere le mappe aggiornate... non fate come me che, avendo acquistato prima del viaggio un nuovo navigatore Garmin, mi sono illuso che le mappe fossero per forza le ultime disponibili, pagandone poi le conseguenze.
Se si desidera toccare in un viaggio diverse località lungo un percorso di nostra scelta, esistono diverse opzioni, soprattutto in paesi moderni e bene organizzati; ma l'automobile offre un grado di flessibilità e libertà maggiore di altri, e costi che, alla fine, non sono così astronomici.
Ammetto quindi che prima dell'avvento dei navigatori satellitari non mi sarei mai cimentato in un'impresa del genere. Oggi è più facile, e se l'ho fatto io, lo possono fare tutti. Accertatevi però di avere le mappe aggiornate... non fate come me che, avendo acquistato prima del viaggio un nuovo navigatore Garmin, mi sono illuso che le mappe fossero per forza le ultime disponibili, pagandone poi le conseguenze.
Se si desidera toccare in un viaggio diverse località lungo un percorso di nostra scelta, esistono diverse opzioni, soprattutto in paesi moderni e bene organizzati; ma l'automobile offre un grado di flessibilità e libertà maggiore di altri, e costi che, alla fine, non sono così astronomici.
lunedì 10 ottobre 2016
Ekhö Monde Miroir
Nella mia capatina a Strasburgo ho, inevitabilmente, comprato un sacco di fumetti, perché la Francia ha per me, se non altro, il privilegio di essere (assieme al Belgio) la patria del fumetto che vale ancora la pena di leggere.
La serie di Alessandro Barbucci (disegnatore) e Christophe Arleston (testi), dal titolo Ekhö Monde Miroir, ovvero Ekhö Mondo Specchio, ha visto la luce anche in italiano ma mentre i transalpini hanno avuto il piacere di leggerne diversi episodi, nella nostra lingua ce ne sono solo tre (a quanto mi risulta).
Il fumetto narra delle fantastiche disavventure di una graziosa e prosperosa fanciulla, Fourmille Gratule (Formicola Grattuglia in italiano). Durante un volo verso New York, alla ragazza compare un misterioso essere, uno "scoiattolo vestito come un becchino," che in effetti appartiene alla razza dei Preshaun, proveniente da un mondo alternativo (Ekhö).
Fourmille è convocata per prendere possesso di un'eredità. Proprio mentre l'aereo comincia ad avere delle difficoltà lo strano dignitario in sembianze di animaletto racconta alla ragazza che la zia Odelalie è morta lasciandole qualcosa in eredità. Lei è ancora più stupita perché il decesso della zia risale a parecchi anni fa.
La serie di Alessandro Barbucci (disegnatore) e Christophe Arleston (testi), dal titolo Ekhö Monde Miroir, ovvero Ekhö Mondo Specchio, ha visto la luce anche in italiano ma mentre i transalpini hanno avuto il piacere di leggerne diversi episodi, nella nostra lingua ce ne sono solo tre (a quanto mi risulta).
Il fumetto narra delle fantastiche disavventure di una graziosa e prosperosa fanciulla, Fourmille Gratule (Formicola Grattuglia in italiano). Durante un volo verso New York, alla ragazza compare un misterioso essere, uno "scoiattolo vestito come un becchino," che in effetti appartiene alla razza dei Preshaun, proveniente da un mondo alternativo (Ekhö).
Fourmille è convocata per prendere possesso di un'eredità. Proprio mentre l'aereo comincia ad avere delle difficoltà lo strano dignitario in sembianze di animaletto racconta alla ragazza che la zia Odelalie è morta lasciandole qualcosa in eredità. Lei è ancora più stupita perché il decesso della zia risale a parecchi anni fa.
venerdì 7 ottobre 2016
Krampus
L'anno scorso verso Natale c'è stata una diatriba quando un film che alcuni aspettavano con curiosità è stato snobbato dalla distribuzione italiana, che ha preferito monopolizzare le sale per proporci certe pellicole nostrane su cui non vado a indagare. Il film è Krampus, diretto da Michael Dougherty, tradotto in italiano come Krampus - Natale non è sempre Natale.
La storia prende l'avvio da una leggenda su un mostriciattolo delle leggende germaniche ma anche italiane, una specie di Babbo Natale al contrario, che punisce i bambini cattivi. Nel film però il Krampus colpisce chi volta le spalle al Natale e al suo messaggio di speranza. È quello che succede a un ragazzino quando si riunisce la sua famiglia con il parentado (praticamente composto da "redneck" ovvero gli zotici statunitensi, il che crea una certa tensione). Tra litigate e contrasti fra i familiari lo spirito del Natale si perde, soprattutto quando questo ragazzino subisce una crudele presa in giro dalle cugine, e arriva una tempesta di neve con tanto di blackout e invasione di creature malvagie. La faccenda si fa drammatica quando, nonostante la collaborazione fra le due famiglie e il superamento delle rivalità precedenti, a uno a uno grandi e piccini cominciano a sparire o a essere rapiti.
Sorpresa (e anticipazione della trama per cui saltate al prossimo paragrafo se non la volete): è tutto un sogno del ragazzino protagonista, il giorno dopo si sveglia e non è successo niente! Insomma nonostante tutto c'è ancora tempo per fare un Natale come si deve.
Krampus mi ha lasciato perplesso per un motivo: non mi sembra certo uno di quei film (mi viene in mente Tim Burton, quello dei tempi migliori) che pur trattando di favole o temi "infantili" sono mirati agli adulti. A me non ha detto gran che. Però credo che i bambini piccoli ne potrebbero essere spaventati. Nonostante i miei dubbi, il film al botteghino ha avuto un certo successo. Giudizio: boh?
La storia prende l'avvio da una leggenda su un mostriciattolo delle leggende germaniche ma anche italiane, una specie di Babbo Natale al contrario, che punisce i bambini cattivi. Nel film però il Krampus colpisce chi volta le spalle al Natale e al suo messaggio di speranza. È quello che succede a un ragazzino quando si riunisce la sua famiglia con il parentado (praticamente composto da "redneck" ovvero gli zotici statunitensi, il che crea una certa tensione). Tra litigate e contrasti fra i familiari lo spirito del Natale si perde, soprattutto quando questo ragazzino subisce una crudele presa in giro dalle cugine, e arriva una tempesta di neve con tanto di blackout e invasione di creature malvagie. La faccenda si fa drammatica quando, nonostante la collaborazione fra le due famiglie e il superamento delle rivalità precedenti, a uno a uno grandi e piccini cominciano a sparire o a essere rapiti.
Sorpresa (e anticipazione della trama per cui saltate al prossimo paragrafo se non la volete): è tutto un sogno del ragazzino protagonista, il giorno dopo si sveglia e non è successo niente! Insomma nonostante tutto c'è ancora tempo per fare un Natale come si deve.
Krampus mi ha lasciato perplesso per un motivo: non mi sembra certo uno di quei film (mi viene in mente Tim Burton, quello dei tempi migliori) che pur trattando di favole o temi "infantili" sono mirati agli adulti. A me non ha detto gran che. Però credo che i bambini piccoli ne potrebbero essere spaventati. Nonostante i miei dubbi, il film al botteghino ha avuto un certo successo. Giudizio: boh?
lunedì 3 ottobre 2016
Nel Cuore dell'Europa (seconda parte)
Aggiungendo una meta non prevista al mio viaggio, ho fatto una visitina in Lussemburgo, ovvero nella capitale (Città di Lussemburgo). Ora, questo paese non è noto per molte cose oltre al fatto di essere un paradiso fiscale, e la mia illusione che il pomposo nome di Granducato implicasse la presenza di qualche castello fiabesco si è rivelata errata. La città ha qualche scorcio decisamente carino e una bella cattedrale (Notre Dame anche qui). Ma non è così interessante, a mio parere.
A questo punto altre due mete mi attendevano. Una è stata la città di Coblenza (Koblenz), alla confluenza del Reno con la Mosella.
A questo punto altre due mete mi attendevano. Una è stata la città di Coblenza (Koblenz), alla confluenza del Reno con la Mosella.
martedì 27 settembre 2016
Nel Cuore dell'Europa (prima parte)
Quest'anno le mie peregrinazioni turistiche mi hanno portato a visitare alcune città tedesche nella zona di confine con la Francia. Ero interessato alla zona del Reno, probabilmente la più piacevole del germanico paese, e alla città di Treviri, che vanta notevoli resti romani (ed è, in effetti, la più antica città della Germania, voluta da Augusto in persona). Ho perciò deciso che, dovendo viaggiare tra diverse località, sarei andato in automobile. Esistono delle alternative ovviamente, i treni o quelle compagnie di autobus a lunga percorrenza, ma in entrambi i casi la faccenda avrebbe comunque avuto dei costi non proprio minimi e mi sarei dovuto sciroppare dei lunghi percorsi (a piedi o in taxi, spendendo altro denaro) per collegare la stazione del treno o degli autobus agli hotel e a quello che dovevo fare.
Dall'altra parte, mi è stato necessario destreggiarmi con il veicolo, e non ho particolarmente brillato, del resto se sono qui a scriverne evidentemente sono comunque riuscito a sopravvivere e a tornare indietro. Magari delle difficoltà logistiche parlerò in un altro articolo, per ora basti dire che, dovendo fare l'ammazzata Milano-Treviri (località prossima al Lussemburgo) ho deciso di sostare in territorio francese e aggiungere quindi un'altra città al mio percorso.
Dall'altra parte, mi è stato necessario destreggiarmi con il veicolo, e non ho particolarmente brillato, del resto se sono qui a scriverne evidentemente sono comunque riuscito a sopravvivere e a tornare indietro. Magari delle difficoltà logistiche parlerò in un altro articolo, per ora basti dire che, dovendo fare l'ammazzata Milano-Treviri (località prossima al Lussemburgo) ho deciso di sostare in territorio francese e aggiungere quindi un'altra città al mio percorso.
sabato 24 settembre 2016
Japan Sundays
Sabato e domenica, 24 e 25 settembre, mostra sul Giappone presso WOW Spazio Fumetto in Viale Campania 12. Ovviamente a Milano.
L'iniziativa si compone di varie esposizioni e offerte con diversi stand. Oltre ai manga e dintorni, ci sono dei pannelli che parlano della cultura giapponese e in particolare delle ricorrenze festive e religiose, e del loro significato.
Non manca la possibilità di assaggiare il cibo giapponese.
Ci sono iniziative di vario genere presso il piccolo auditorio del museo...
Ed esposizioni di quadri e fumetti.
... e svariata altra oggettistica:
L'ingresso è gratuito.
L'iniziativa si compone di varie esposizioni e offerte con diversi stand. Oltre ai manga e dintorni, ci sono dei pannelli che parlano della cultura giapponese e in particolare delle ricorrenze festive e religiose, e del loro significato.
Non manca la possibilità di assaggiare il cibo giapponese.
Ci sono iniziative di vario genere presso il piccolo auditorio del museo...
Ed esposizioni di quadri e fumetti.
L'ingresso è gratuito.
mercoledì 21 settembre 2016
Breaking Bad
Una serie che non mi aspettavo mi piacesse particolarmente, Breaking Bad, lunga ben cinque stagioni, è diventata quella che metterei al numero uno se dovessi fare una classifica. Mi stupisco io stesso di questa preferenza per qualcosa di non attinente al fantastico ma in realtà la preferita sarebbe Battlestar Galactica, se non l'avessero terminata in maniera affrettata e orribile.
Cosa c'è di così speciale in Breaking Bad? Ho deciso di parlarne qui, in un post che inevitabilmente anticiperà qualcosa, ma le parti più "spoileranti" saranno nelle note, o segnalate in modo che chi le vuole evitare possa farlo.
Perché credo che parlandone sia inevitabile anticipare qualcosa? Perché uno dei fattori vincenti a mio parere è il modo in cui è stata gestita la trasformazione del principale protagonista (Walter White interpretato da Bryan Cranston). Parlo del famoso "arco di trasformazione del personaggio." Se lo dici anticipi un elemento importante, ma non puoi discutere di Breaking Bad senza parlare di questo.
Nel caso di White la scoperta che darà il via alla trasformazione è un tumore ai polmoni, che capita in un momento già assai difficile della sua vita. Ha un figlio invalido che richiede certe attenzioni e sta per nascergli una figlia non pianificata. La malattia gli imporrebbe di cercare cure costose, e presumibilmente solo per rallentare l'esito fatale. Ma queste cure White non se le può permettere con il modesto stipendio di insegnante di chimica in una scuola superiore.
Da qui parte la sua avventura nel mondo della... produzione su larga scala di metanfetamine. E scegliendo di diventare cattivo (che è poi il senso della locuzione inglese che fa da titolo alla serie) White scivola in una serie di compromessi e sceglie, per forza, soluzioni sempre peggiori. Poiché stiamo parlando di un vasto arco di trasformazione del personaggio non posso nascondervi che White arriverà molto lontano, ma lo farà in una maniera graduale e raccontata in una maniera abbastanza verosimile.
martedì 20 settembre 2016
Torna The Rocky Horror Picture Show
Notizia strana... ma tanto fanno il remake di tutto, quindi perché no? Sta per arrivare nelle sale un rifacimento (remake? reboot?) di The Rocky Horror Picture Show, il musical fantascientifico, anarchico, satirico, trasgressivo che ha fatto epoca negli anni '70 (senza mai smettere di essere un favorito per un sacco di gente). Il film viene "reimmaginato" dal regista Kenny Ortega partendo dalla sceneggiatura originale di Richard O'Brian; torna l'attore Tim Curry, protagonista del primo film, ma in un altro ruolo. Nei panni di Frank N Furter ci sarà Laverne Cox (da Orange is the New Black). Visto che i tempi cambiano ci vuole un trans, non basta più un gay per meravigliare il pubblico, e Cox, immagino, è proprio quello che fa al caso nostro. Ma, mi domando, nella nostra epoca un film così può ancora fare successo? O è un mito degli anni che furono, condannato a rimanere tale?
mercoledì 14 settembre 2016
Un Conan di serie B
Parlo di Brak the Barbarian, scritto da John Jakes, autore
statunitense ora decisamente anziano, ma che ha goduto di un discreto
successo di vendite nel passato (attivo dagli anni '50 in poi). Ho letto
Brak the Barbarian - Mark of the Demons, versione ebook del
primo successo di questo personaggio, datato 1968. È l'unione di due
diverse storie, una delle quali a sua volta è in realtà un collage di
racconti cuciti insieme da un debole filo conduttore.
Dico subito che non l'ho trovata una lettura di livello eccezionale, e questo lo avrete già compreso dal titolo del post, aggiungo però che tutto sommato si fa leggere. Oltre a questo ebook mi sono comprato anche Brak: The Sorceress sperando in una leggera e piacevole lettura estiva. Forse avrei dovuto aspettare di vedere se il primo libro mi appassionava...
Barbaro, nordico, biondo con treccia bionda e gonnellino in pelle di leone con tanto di coda, equipaggiato con il solito spadone, Brak è un "classico" personaggio sword and sorcery, nel senso che ricalca piuttosto fedelmente Conan il Barbaro, eroe che andava alla grande in quel periodo. Direi anzi che col capello biondo e il perizoma leopardato Brak sia stereotipato a un livello che l'eroe howardiano non raggiungeva. Peraltro, se non si può dire che lo ricalchi fedelmente al cento per cento, gli assomiglia veramente molto.
Brak è istintivo, coraggioso, leale, diffidente verso le insidie della civiltà e ostile ai tranelli della magia, che non può contrastare direttamente ma che, in un modo o nell'altro, riesce sempre a sconfiggere. Fa ovviamente breccia facilmente nel cuore delle donne, è di gusti semplici e poco sofisticati, non obbedisce a un codice etico ma ha una sua moralità istintiva (diciamo che è più cavalleresco di Conan). Insomma è "quasi" Conan.
Dico subito che non l'ho trovata una lettura di livello eccezionale, e questo lo avrete già compreso dal titolo del post, aggiungo però che tutto sommato si fa leggere. Oltre a questo ebook mi sono comprato anche Brak: The Sorceress sperando in una leggera e piacevole lettura estiva. Forse avrei dovuto aspettare di vedere se il primo libro mi appassionava...
Barbaro, nordico, biondo con treccia bionda e gonnellino in pelle di leone con tanto di coda, equipaggiato con il solito spadone, Brak è un "classico" personaggio sword and sorcery, nel senso che ricalca piuttosto fedelmente Conan il Barbaro, eroe che andava alla grande in quel periodo. Direi anzi che col capello biondo e il perizoma leopardato Brak sia stereotipato a un livello che l'eroe howardiano non raggiungeva. Peraltro, se non si può dire che lo ricalchi fedelmente al cento per cento, gli assomiglia veramente molto.
Brak è istintivo, coraggioso, leale, diffidente verso le insidie della civiltà e ostile ai tranelli della magia, che non può contrastare direttamente ma che, in un modo o nell'altro, riesce sempre a sconfiggere. Fa ovviamente breccia facilmente nel cuore delle donne, è di gusti semplici e poco sofisticati, non obbedisce a un codice etico ma ha una sua moralità istintiva (diciamo che è più cavalleresco di Conan). Insomma è "quasi" Conan.
giovedì 8 settembre 2016
Sons of Anarchy, The Get Down e altre serie TV
Torniamo al mondo delle serie televisive in cui mi sono immerso grazie all'illimitata offerta di Netflix. Dò qui alcune delle mie impressioni, che vi invito a prendere con le molle perché con questo tipo di spettacoli ho la tendenza di apprezzare molto o non apprezzare per niente. Ci sono serie che ho divorato rapidamente e altre che ho lasciato subito... qualcuna che per disperazione (non trovando altro da vedere o da fare) ho seguito per qualche episodio a fatica, ma che poi ho mollato senza nemmeno rendermene conto. Per me funziona così.
Detto questo, comincio la (breve) carrellata da una serie che è arrivata da poco e non mi ha convinto per niente. Parlo di The Get Down, viaggio alle origini dell'Hip Hop nella New York degli anni '70. Epoca in cui a quanto pare la città era molto pericolosa e nel Bronx si bruciavano i palazzi che era un piacere, per fare strani affari con le assicurazioni; insomma era quasi una zona di guerra, infestata da gangster.
Detto questo, comincio la (breve) carrellata da una serie che è arrivata da poco e non mi ha convinto per niente. Parlo di The Get Down, viaggio alle origini dell'Hip Hop nella New York degli anni '70. Epoca in cui a quanto pare la città era molto pericolosa e nel Bronx si bruciavano i palazzi che era un piacere, per fare strani affari con le assicurazioni; insomma era quasi una zona di guerra, infestata da gangster.
mercoledì 7 settembre 2016
UT 6
È terminata la serie Bonelli che ho seguito per la bellezza di 6 mesi. UT non ha avuto un finale col botto, e non ci sono state incredibili rivelazioni, semplicemente è terminato un viaggio onirico piuttosto strano e anche spiacevole: un viaggio in un mondo davvero inquietante.
Difficile per me valutare, in quanto non è una di quelle storie con un disvelamento che delinea per il lettore un'architettura precisa, ma è fatta di una serie di sensazioni e di stimoli per il lettore. Insomma comporta un'impressione molto individuale, può piacere come può sembrare una pretenziosa boiata (il dubbio ce l'ho avuto anche io). Certo, se sono arrivato in fondo direi che andava abbastanza bene per me.
Difficile per me valutare, in quanto non è una di quelle storie con un disvelamento che delinea per il lettore un'architettura precisa, ma è fatta di una serie di sensazioni e di stimoli per il lettore. Insomma comporta un'impressione molto individuale, può piacere come può sembrare una pretenziosa boiata (il dubbio ce l'ho avuto anche io). Certo, se sono arrivato in fondo direi che andava abbastanza bene per me.
lunedì 5 settembre 2016
Ma al cinema cosa ci andiamo a fare?
Qualche giorno fa su Chili (piattaforma che ti permette di noleggiare film e guardarteli su PC, tablet ecetera) vedevo l'offerta di Batman v Superman a 14,99 euro in versione integrale (mentre la versione vista al cinema si noleggia per quattro soldi). Insomma quello è il DVD e ci sono i contenuti veri, e quindi costa. Il film non l'ho visto ma so che è stato assai criticato, e che migliora molto con le scene tolte dalla versione che è stata mostrata sul grande schermo. Stessa cosa, sembra, per Suicide Squad. Ma era successo lo stesso con il Signore degli Anelli, più o meno tutti i film della serie.
Quando i produttori investono molto negli effetti speciali di un film, sembra che debbano per forza fare una versione breve e semplificata per il grande pubblico, e poi il vero film te lo vedi su home video. È necessario accettare il massimo comune denominatore della gente che non accetta un minimo di complessità o di profondità, non accetta contenuti controversi, vuole magari anche un po' di comicità di grana grossa per contorno e ha bisogno di farsi spiegare tutto. Ci sono in rete molte recensioni indignate che raccontano quanto sia mediocre un film come Suicide Squad (una l'ho scritta anche io), ho messo qua sotto un bel video trovato su YouTube che ha parecchio da dire in argomento.
Ma la realtà è che Suicide Squad ha venduto, il pubblico è corso a vederlo.
Allora se cerchi qualcosa di più evoluto devi farti la domanda: al cinema cosa ci vai a fare?
Quando i produttori investono molto negli effetti speciali di un film, sembra che debbano per forza fare una versione breve e semplificata per il grande pubblico, e poi il vero film te lo vedi su home video. È necessario accettare il massimo comune denominatore della gente che non accetta un minimo di complessità o di profondità, non accetta contenuti controversi, vuole magari anche un po' di comicità di grana grossa per contorno e ha bisogno di farsi spiegare tutto. Ci sono in rete molte recensioni indignate che raccontano quanto sia mediocre un film come Suicide Squad (una l'ho scritta anche io), ho messo qua sotto un bel video trovato su YouTube che ha parecchio da dire in argomento.
Ma la realtà è che Suicide Squad ha venduto, il pubblico è corso a vederlo.
Allora se cerchi qualcosa di più evoluto devi farti la domanda: al cinema cosa ci vai a fare?
venerdì 2 settembre 2016
Veloce come il Vento
I film sulle corse automobilistiche sono rari, e fatti in Italia ancora di più (diciamo che prima di questo non me ne ricordo nessuno). Di questo ho comprato il blu ray spinto dalla recensione di Lucia Patrizi, sperando in un altro piccolo miracolo per i produttori nostrani, ovvero riuscire a produrre un film che non faccia schifo (qualche volta ce la fanno, devo riconoscerglielo).
Veloce come il Vento, per la regia di Matteo Rovere alla terza prova, è una storia di motori, sfide, disagio e disperazione ma anche coraggio e lotta. È anche un bel film d'azione, cosa difficilissima nel nostro paese. Poi ha qualche difetto, ma è comunque un bel film tutto italiano (salvo purtroppo la colonna sonora), ben riuscito per quanto fatto con pochi soldi, povertà che in alcune scene si nota. Uso pesante del dialetto, ma quello è un difetto che i nostri produttori non riusciranno mai a togliersi, credo.
Veloce come il Vento, per la regia di Matteo Rovere alla terza prova, è una storia di motori, sfide, disagio e disperazione ma anche coraggio e lotta. È anche un bel film d'azione, cosa difficilissima nel nostro paese. Poi ha qualche difetto, ma è comunque un bel film tutto italiano (salvo purtroppo la colonna sonora), ben riuscito per quanto fatto con pochi soldi, povertà che in alcune scene si nota. Uso pesante del dialetto, ma quello è un difetto che i nostri produttori non riusciranno mai a togliersi, credo.
mercoledì 31 agosto 2016
Mostra su Escher a Milano
Questo straordinario artista è conosciuto un po' da tutti. Anche chi non riconosce il suo nome, quando gli si accenna a quegli strani disegni con le geometrie impossibili ricorda chi è M.C. (Maurits Cornelius) Escher. In effetti l'impronta che ha lasciato sull'arte e l'immaginario moderno è veramente incredibile, e penso che sia solo per la natura schiva di quest'uomo che non lo si ricordi ai livelli goduti da altri innovatori della grafica più bravi a far puntare il riflettore su di sé (il paragone con Andy Warhol è inevitabile). Forse il fatto che la maggior parte dei suoi lavori in effetti celino complesse elaborazioni matematiche e geometriche ha portato una parte dei critici a ritenere Escher un artista freddo e poco passionale.
In questo periodo (in verità durerà fino all'inizio dell'anno prossimo) è possibile visitare a Palazzo Reale (a due passi dal Duomo di Milano) una mostra dedicata a questo geniale personaggio.
In questo periodo (in verità durerà fino all'inizio dell'anno prossimo) è possibile visitare a Palazzo Reale (a due passi dal Duomo di Milano) una mostra dedicata a questo geniale personaggio.
martedì 30 agosto 2016
I Giorni del Parco Lambro
Segnalo una mostra fotografica (che ora è chiusa per ferie, ma che ritornerà per un breve periodo a settembre fino al giorno 8): I giorni del Parco Lambro (Milano, Fondazione Forma, Via Meravigli 5).
Non ritengo di entrare qui nel merito dell'argomento, che comunque ritengo abbia un suo interesse, per quanto oggi quello che è marchiato '68 e dintorni venga automaticamente catalogato come merda da quasi tutti coloro che sono venuti dopo.
La mostra è gratuita, ma non c'è tantissimo materiale fotografico. Si può seguire un video (immagini sgranate e audio bassissimo) ma credo che quello che potete trovare su Youtube sia anche di più.
Per i vecchi fricchettoni che c'erano, vi è la possibilità di "taggarsi..." a matita sulle foto.
Non ritengo di entrare qui nel merito dell'argomento, che comunque ritengo abbia un suo interesse, per quanto oggi quello che è marchiato '68 e dintorni venga automaticamente catalogato come merda da quasi tutti coloro che sono venuti dopo.
La mostra è gratuita, ma non c'è tantissimo materiale fotografico. Si può seguire un video (immagini sgranate e audio bassissimo) ma credo che quello che potete trovare su Youtube sia anche di più.
Per i vecchi fricchettoni che c'erano, vi è la possibilità di "taggarsi..." a matita sulle foto.
mercoledì 24 agosto 2016
The Witch
Un film estremamente naturalistico, a modo suo, e che trae la sua ispirazione dai racconti di stregoneria (e superstizione) dei tempi passati. The Witch è ambientato nel diciassettesimo secolo nelle colonie inglesi in America, in un'epoca di rigore religioso e isteria; ci mostra le peripezie di una famiglia che, proprio per questioni di dissidio religioso, deve lasciare la sicurezza di una comunità puritana e vedersela nei vasti spazi del New England. La pellicola è stata un successo per il regista emergente Robert Eggers e, come attori di grido, vanta Ralph Ineson (attore inglese con una discreta carriera alle spalle, qui nel ruolo del capofamiglia) e Kate Dickie, che ha interpretato un personaggio del Trono di Spade ed è stata nel cast di Prometheus. I due interpretano marito e moglie; la figlia più grande (di cinque bambini) è Thomasin, (Anya Taylor-Joy), a cui capiterà la prima delle grandi sventure, ovvero la scomparsa del bimbo più piccolo, proprio mentre lei lo sta custodendo.
sabato 20 agosto 2016
Mad Love
Avevo comprato questo fumetto per sapere qualcosa di più sul personagio di Harley Quinn che era previsto come uno dei maggiori protagonisti di Suicide Squad (il mediocre film che ho recensito qualche giorno fa) impersonato da Margot Robbie, assieme al Joker (comparso poco sullo schermo con grande irritazione di Jared Leto che lo rappresentava). A causa della mia invincibile pigrizia ho finito di leggerlo dopo aver visto il film.
Mad Love è una storia scritta e disegnata dal duo Paul Dini e Bruce Timm, gli originali creatori del personaggio, e vincitrice del premio Eisner nel 1994 (poco dopo la "nascita" di Harley Quinn che è del 1992). Ripercorre la genesi del personaggio
Tratto rétro (mi ha fatto ricordare The Spirit) e personaggi già apprezzati in passato portati in primo piano (il Joker, Batman, il commissario Gordon...); questo fumetto mostra il lato traumatizzato e folle di Harley, che viene (come ho accennato nel post sul film) malmenata e trattata come una pezza da piedi dal suo criminalissimo fidanzato. Il Joker addirittura, quando lei trova il modo di eliminare Batman, va in bestia e diventa manesco perché... Batman può eliminarlo solo lui.
Mad Love è una storia scritta e disegnata dal duo Paul Dini e Bruce Timm, gli originali creatori del personaggio, e vincitrice del premio Eisner nel 1994 (poco dopo la "nascita" di Harley Quinn che è del 1992). Ripercorre la genesi del personaggio
Tratto rétro (mi ha fatto ricordare The Spirit) e personaggi già apprezzati in passato portati in primo piano (il Joker, Batman, il commissario Gordon...); questo fumetto mostra il lato traumatizzato e folle di Harley, che viene (come ho accennato nel post sul film) malmenata e trattata come una pezza da piedi dal suo criminalissimo fidanzato. Il Joker addirittura, quando lei trova il modo di eliminare Batman, va in bestia e diventa manesco perché... Batman può eliminarlo solo lui.
sabato 13 agosto 2016
Suicide Squad
Si è parlato molto di questo film sui supereroi della DC (i rivali della Marvel, quelli che non sono altrettanto bravi a trasformare i loro personaggi in una miniera di quattrini) e così, nel terribile agosto milanese (in verità meno torrido del solito in questi giorni) me ne sono andato a vedere Suicide Squad. Giudizio breve, così se avete fretta vi risparmio tutto il resto del post: il film è bello se effetti speciali, esplosioni e botte da orbi è quello che chiedete a questo genere. Se siete come me, ovvero un po' stanchi di una certa ripetitività e disposti ad apprezzare veramente solo quando c'è qualche elemento di maggiore stimolo, non ci morirete dietro a Suicide Squad. Anche se indubbiamente a tratti offre stile e ironia.
Detto questo entriamo nel merito un po' di più, partendo dai nomi all'opera in questa produzione. Innanzitutto il Joker. Ovvero Jared Leto, attore che a me piace. Ruolo impegnativo, uno dei cattivi per eccellenza nella fantasia supereroistica, è reso bene però, senza anticipare la trama, posso dire che non compare tantissimo e non è al centro della storia. Deadshot, altro arcinemico di Batman, è interpretato da Will Smith che recita bene, forse il miglior attore di questo film tra quelli che hanno un ruolo che permetta loro di mettersi alla prova. Altro attore solido Jay Hernandez che interpreta El Diablo, un cattivo il cui superpotere è quello di... giocare col fuoco, ma a causa di un tragico effetto collaterale è pentito e in crisi d'identità all'inizio della storia. Il regista David Ayer posso dire di ricordarlo da un film che non mi è piaciuto, ovvero Fury, quello con Brad Pitt dentro il carro armato. Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn era un'altra delle stelle annunciate della pellicola. Strizzata in pantalonicini sexy per tutta la storia, inquadrata da tutte le angolature possibili per farli rendere al meglio, svolge anche la funzione di principale spalla comica (ma qualche battuta la dicono in tanti, soprattutto Will Smith) ed è indubbiamente capace di portare sullo schermo un personaggio accattivante e carismatico.
Detto questo entriamo nel merito un po' di più, partendo dai nomi all'opera in questa produzione. Innanzitutto il Joker. Ovvero Jared Leto, attore che a me piace. Ruolo impegnativo, uno dei cattivi per eccellenza nella fantasia supereroistica, è reso bene però, senza anticipare la trama, posso dire che non compare tantissimo e non è al centro della storia. Deadshot, altro arcinemico di Batman, è interpretato da Will Smith che recita bene, forse il miglior attore di questo film tra quelli che hanno un ruolo che permetta loro di mettersi alla prova. Altro attore solido Jay Hernandez che interpreta El Diablo, un cattivo il cui superpotere è quello di... giocare col fuoco, ma a causa di un tragico effetto collaterale è pentito e in crisi d'identità all'inizio della storia. Il regista David Ayer posso dire di ricordarlo da un film che non mi è piaciuto, ovvero Fury, quello con Brad Pitt dentro il carro armato. Margot Robbie nel ruolo di Harley Quinn era un'altra delle stelle annunciate della pellicola. Strizzata in pantalonicini sexy per tutta la storia, inquadrata da tutte le angolature possibili per farli rendere al meglio, svolge anche la funzione di principale spalla comica (ma qualche battuta la dicono in tanti, soprattutto Will Smith) ed è indubbiamente capace di portare sullo schermo un personaggio accattivante e carismatico.
sabato 6 agosto 2016
Ancora storie di censura?
I tentativi da parte delle forze politiche (più o meno tutte, direi) di mettere il bavaglio a blogger e a internet in generale, non si contano. Ogni tanto ho pubblicato dei link ad articoli che parlano delle leggi e leggine (o emendamenti) "ammazzablog," e sembra che ce ora ne sia un altro.
Con questo caldo non ho fatto verifiche o ulteriori indagini, mi limito a segnalare.
La norma si riferirebbe al "cyber bullismo," un fenomeno che sarebbe effettivamente da contrastare, ma il contenuto della proposta di legge si estende e potenzia in modo tale che qualsiasi contenuto ritenuto offensivo possa essere oggetto di cancellazione (e ovviamente ci sono pene terrificanti per chi non cancella alla svelta).
Ho l'impressione, inoltre, che spesso queste norme cerchino di arrivare alla chetichella con il solleone, ma forse sono troppo sospettoso.
Con questo caldo non ho fatto verifiche o ulteriori indagini, mi limito a segnalare.
La norma si riferirebbe al "cyber bullismo," un fenomeno che sarebbe effettivamente da contrastare, ma il contenuto della proposta di legge si estende e potenzia in modo tale che qualsiasi contenuto ritenuto offensivo possa essere oggetto di cancellazione (e ovviamente ci sono pene terrificanti per chi non cancella alla svelta).
Ho l'impressione, inoltre, che spesso queste norme cerchino di arrivare alla chetichella con il solleone, ma forse sono troppo sospettoso.
venerdì 5 agosto 2016
X-Men Le Origini: Wolverine
Certamente chi lo doveva vedere lo ha già visto da un pezzo. X-Men Le Origini: Wolverine fa parte della mitologia Marvel, e di quella complicata storia che è l'evolversi del gruppo degli X-Men. Questo spin-off d diversi anni fa (2009) ci dà la storia di Wolverine, eroe Marvel dal nome tragico (la traduzione italiana di wolverine - un mustelide - è ghiottone, e c'è chi, nei fumetti, ha cercato di rifilargli quel nome, che orrore!). Gli X-Men sono mutanti, il gene X è quello che dà loro i poteri; Wolverine è una specie di uomo-lupo e la sua storia prende origine addirittura dall'800, quando un trauma attiva il gene misterioso (si tratta dell'uccisione del padre... ma non è come potreste pensare). La storia va avanti velocemente in una rapida presentazione all'inizio del film, che fa vedere come Logan ovvero il nostro protagonista, interpretato da Hugh Jackman, si ritrova a fare il soldato nella guerra civile americana, nelle due guerre mondiali e infine in Vietnam. Insomma non sembra destinato a invecchiare, solo a menare le mani, il tutto in compagnia del fratellastro Victor, che però sembra essere più cattivo di lui. A un certo punto un ufficiale, Stryker, li salva dalla corte marziale e li prende in un gruppo di super-combattenti mutanti, il team X.
Non è una soluzione molto buona. Il gruppo di mutanti di cui Logan fa parte commette delle atrocità, alla fine lui se ne allontana schifato. Questo è praticamente il prologo della storia di Wolverine.
Non è una soluzione molto buona. Il gruppo di mutanti di cui Logan fa parte commette delle atrocità, alla fine lui se ne allontana schifato. Questo è praticamente il prologo della storia di Wolverine.
mercoledì 3 agosto 2016
UT 5
La storia di UT ci porta finalmente a esplorare le case e a capire le loro funzioni. E anche a quali progettisti era ispirato il loro funzionamento, a quali contrasti questi uomini sono arrivati.
Mentre Iranon si inoltra nelle case, tra speranze e delusioni, UT cerca di rintraciarlo per ordine di Decio, il quale ha una relazione con Iranon che in questo numero verrà spiegata.
Ci avviciniamo alla conclusione...
Mentre Iranon si inoltra nelle case, tra speranze e delusioni, UT cerca di rintraciarlo per ordine di Decio, il quale ha una relazione con Iranon che in questo numero verrà spiegata.
Ci avviciniamo alla conclusione...
giovedì 28 luglio 2016
Stranger Things
Stranger Things è una serie TV che ha attirato molto l'attenzione per una serie di motivi: la ricostruzione degli anni '80, l'ispirazione che sembra a metà tra una storia di Stephen King e una regia di Steven Spielberg... ma in effetti non c'è nessuno dei due nella produzione. Oserei dire che gli unici nomi già decisamente noti siano quelli di David Harbour (il poliziotto Hopper) e, ovviamente, Winona Ryder (Joyce, la madre di Will e Jonathan), va detto però che tutti sono stati selezionati con cura e ben diretti perché questa breve serie (8 episodi) scorre decisamente bene. La regia è dei fratelli Duffer, ma ahimé non so proprio niente di loro.
Quanto alla ricostruzione degli anni '80, non è che la cosa in sé mi interessi moltissimo comunque per quello che posso dire (c'ero anche io, ma da quest'altra parte dell'oceano) mi sembra fatta bene, comprese le biciclette dei ragazzini e... le partite a D&D.
Quanto alla ricostruzione degli anni '80, non è che la cosa in sé mi interessi moltissimo comunque per quello che posso dire (c'ero anche io, ma da quest'altra parte dell'oceano) mi sembra fatta bene, comprese le biciclette dei ragazzini e... le partite a D&D.
mercoledì 27 luglio 2016
Klon
Altro fumetto d'autore pubblicato da Bonelli, Klon ci porta in una Roma del prossimo futuro a seguire una storia di cyberpunk (e non solo). Tra fantapolitica, confusione mentale, dubbi sulla realtà, allucinazioni, perfidi camuffamenti, le solite grandi imprese onnipotenti e bastarde, si scatena un gioco di inganni e controinganni, e ovviamente una grandinata di pericoli mortali, in una storia che a tratti riesce ad essere veramente trascinante. Protagonista un tecnico informatico, Rocco Basile, un tipo piuttosto fragile per quanto in gamba, coinvolto suo malgrado in tutto questo intrigo. Storia e disegni di Corrado Mastantuono.
Mio giudizio: qualche elucubrazione di troppo, ma si fa leggere. Bel fumetto con ambientazione italiana, e completamente a colori.
Mio giudizio: qualche elucubrazione di troppo, ma si fa leggere. Bel fumetto con ambientazione italiana, e completamente a colori.
lunedì 25 luglio 2016
Lilith
Una storia lunga e articolata, non ce l'ho fatta a seguirla tutta: Lilith di Luca Enoch, uno dei più noti fumettisti italiani. Ho comprato Le Due Frontiere, un episodio che nella sua ambientazione da "ultimo dei Nohicani" mi ha interessato.
Chi è Lilith? Una cronoagente, che viene da una società del futuro. Una in cui la razza umana è stata messa sotto scacco da alieni che hanno a lungo vissuto mei corpi umani come un virus prima di colpire inaspettatamente. Questo germe, il Triacanto, può essere sradicato solo andando nel passato e cambiando la storia, eliminando delle persone ecc... una missione dura, pericolosa e probabilmente senza ritorno cui Lilith si sottopone, in compagnia dello Scuro, una specie di tigre dalla faccia quasi umana, in effetti un essere senziente a lei alleato.
Nell'episodio che ho letto l'America del Nord è stata colonizzata da Giapponesi, Coreani... e gli Inglesi hanno sconfitto i secessionisti americani, quindi niente Stati Uniti, quindi colonie britanniche e francesi continuano ad esistere.
Non sono molto amante del tratto di Enoch, a volte valido a volte un po' semplicistico (e il volto della belva alleata di Lilith è bruttissimo), ma la storia sembra assai interessante... Bisognerebbe però trovare il tempo per leggerla tutta.
Chi è Lilith? Una cronoagente, che viene da una società del futuro. Una in cui la razza umana è stata messa sotto scacco da alieni che hanno a lungo vissuto mei corpi umani come un virus prima di colpire inaspettatamente. Questo germe, il Triacanto, può essere sradicato solo andando nel passato e cambiando la storia, eliminando delle persone ecc... una missione dura, pericolosa e probabilmente senza ritorno cui Lilith si sottopone, in compagnia dello Scuro, una specie di tigre dalla faccia quasi umana, in effetti un essere senziente a lei alleato.
Nell'episodio che ho letto l'America del Nord è stata colonizzata da Giapponesi, Coreani... e gli Inglesi hanno sconfitto i secessionisti americani, quindi niente Stati Uniti, quindi colonie britanniche e francesi continuano ad esistere.
Non sono molto amante del tratto di Enoch, a volte valido a volte un po' semplicistico (e il volto della belva alleata di Lilith è bruttissimo), ma la storia sembra assai interessante... Bisognerebbe però trovare il tempo per leggerla tutta.
venerdì 22 luglio 2016
The 100
The 100 è una serie TV che mi è stata consigliata (offerta da Netflix), ispirata da un libro di Kass Morgan. Siamo in campo fantascientifico, e tanto per cambiare catastrofico. Solo che la tragedia è avvenuta un sacco di anni fa: la terra è stata flagellata dalle radiazioni, dopo una guerra atomica. In una grande base spaziale creata unendo varie basi orbitali di diverse nazioni, e chiamata Arca, vivono i discendenti dei sopravvissuti, gente che non ha mai messo piede al suolo poiché dalla fuga nello spazio ormai è quasi passato un secolo. Sull'Arca ce la si passa male, molto male. Nonostante le persone non siano nemmeno così numerose (duemila e qualcosa) il supporto vitale sta andando a ramengo, e si rende necessario eliminare delle persone.
Già in precedenza, la giustizia era diventata così draconiana che per qualsiasi infrazione c'era la pena di morte, a meno che il reo avesse meno di 18 anni (ma la pena era sospesa solo fino al compleanno!). Tra i reati punibili con la morte ci sono anche cose come mettere al mondo più di un figlio.
Già in precedenza, la giustizia era diventata così draconiana che per qualsiasi infrazione c'era la pena di morte, a meno che il reo avesse meno di 18 anni (ma la pena era sospesa solo fino al compleanno!). Tra i reati punibili con la morte ci sono anche cose come mettere al mondo più di un figlio.
sabato 16 luglio 2016
Sottigliezze dei colpi di stato
Nel mentre che si svolgevano molti altri tragici fatti (Dacca, Nizza...) l'esercito turco ha tentato un colpo di stato, che ormai si può dire certamente fallito, contro il presidente Erdogan. Brutta storia. Il presidente-califfo ha fatto strane manovre di politica estera (prima attaccando frontalmente i Russi e poi cercando di farseli amici di nuovo nei giorni recenti, tanto per dirne una), ma per un aspetto si è sempre comportato in modo costante: è l'uomo che ha definitivamente sganciato la Turchia dal razionalismo occidentale (io non dico dall'Europa, che i Turchi non hanno niente a che vedere) e l'ha riportata al medioevo islamico. Un medioevo tecnologico, in certi stati arabi comprato coi soldi del petrolio, gli stessi soldi che finanziano i terroristi che uccidono noi Europei, nel mentre che vengono spesi anche per comprare industrie, marchi, grattacieli nel nostro continente in svendita. A mio parere Erdogan ha fatto una cosa sgradevole (a me e a molti come me) ma democratica, apprezzata dal suo popolo. In effetti, sta facendo cessare una tendenza occidentalista che, in Turchia, doveva prima o poi conquistare nuova linfa o morire, e credo che muoia perché nuova linfa non ha trovato. Occorre qui una spiegazione sul ruolo dell'esercito in Turchia...