L'ultimo grido di Netflix si chiama Annihilation, ovvero annientamento, nella nostra lingua. È un film di fantascienza con sfumature horror diretto da Alex Garland, che ha diretto Ex Machina e tra le altre cose è stato lo sceneggiatore di 28 Giorni Dopo, e ispirato al libro omonimo di Jeff VanderMeer, uscito nel 2014. L'aspetto più intrigante del film (che in effetti era uscito nelle sale prima che su Netflix, ma senza enorme successo) è il susseguirsi di trovate insolite e spiazzanti (pur non essendo necessariamente un fenomeno di originalità) accoppiate con un insolito uso di effetti speciali e immagini.
Siamo alle prese con un mistero da risolvere: la biologa (ed ex soldato) Lena (attrice: Natalie Portman) partecipa a una spedizione guidata dalla dottoressa Ventress (Jennifer Jason Leigh) verso un luogo nella costa meridionale degli Stati Uniti dove si è manifestata una "anomalia," finora confinata a una zona paludosa e semideserta, ma che si sta allargando lentamente e prima o poi arriverà a toccare luoghi densamente abitati. La faccenda dura da qualche anno: un "luccichìo" vicino ad un faro, con la successiva morte delle persone andate a investigarlo, è stato l'inizio. Adesso la zona è larga diversi chilometri, accompagnata da quello strano effetto visivo osservato dai primi testimoni, e nessuno vive all'interno, le poche case sono abbandonate, i segnali radio non passano, i droni non funzionano, i soldati inviati in ricognizione generalmente non ritornano.
Il gruppo di cui Lena fa parte è costituito da cinque donne (sembra finito il tempo degli eroi maschi nel cinema statunitense, comunque le protagoniste sono tutte donne anche nel libro), e si muove a piedi con armi, strumentazione e viveri. Il viaggio, sempre più allucinante, viene proposto in dei flshback, poiché il film si apre sull'interrogatorio di Lena, uscita viva dell'esperienza e rinchiusa in quarantena. Altri inserti di un periodo precedente servono a rivelare le motivazioni e il passato della donna, che è evidentemente l'unica che sia tornata indietro dalla missione.
Quello a cui arriveremo è l'incontro con un ambiente trasformato, dove la mutazione e gli incroci impossibili di forme del vivente sono la norma, mentre la causa di tutto resta un mistero sempre più difficile da scoprire fra esperienze sconcertanti e pericoli fin troppo concreti. Lo sconcerto parte da subito: dopo che le donne si inoltrano nella zona dell'anomalia, le vediamo svegliarsi una mattina prive di ricordi dei giorni precedenti, e dal consumo di razioni scoprono di essere state in viaggio da alcuni giorni, ma non sapranno (e non sapremo) mai cosa è successo. Poi iniziano anche i pericoli mortali...
[da qui in avanti: spoiler!]
Si svela a poco a poco la tristezza e il senso di responsabilità della protagonista per la sorte del marito Kane (Oscar Isaac, ovvero Poe Dameron in Star Wars), che sappiamo essere uscito da quella stessa area di anomalia dopo esser stato dato per disperso per mesi. E a poco a poco sapremo anche che Lena lo aveva tradito, che il loro matrimonio apparentemente felice in realtà era diventato incerto e freddo, e che lui aveva intrapreso la pericolosa missione in un gesto di autodistruzione causato dalla distanza che stava uccidendo la relazione. Lena parte mentre Kane è moribondo in terapia intensiva, e questo peso e senso di colpa la accompagna per tutto il viaggio.
Il finale rimane enigmatico. Il mondo dell'anomalia trasforma il vivente, più che essere apertamente ostile, e questo vale anche quando nell'epicentro (il famoso faro) si creano dei doppioni delle persone che vi giungono. Uno è stato Kane, che era ormai impazzito e che si è suicidato con una granata al fosforo, ed è stato sostituito dalla copia aliena. L'altra sarà Lena, che riuscirà a sopravvivere al suo doppio, ma esce dalla zona anomala avendo ormai dentro di sé le forme di vita mutate dell'anomalia.
All'interrogatorio Lena risponderà che non ha incontrato qualcosa di necessariamente nemico. Ma l'effetto non è molto diverso (per prendere spunto dal titolo del film, un "annientamento" da trasformazione, non da sterminio, ma non rimane comunque quello che c'era prima). Enigma finale: Kane (che non è veramente lui) e Lena (che sta mutando) si incontrano, in isolamento, e si possono riabbracciare perché Kane ora sta meglio, ma che cosa succederà dopo? Sono una minaccia per l'umanità? Potranno mai uscire? L'epicentro dell'anomalia, che poi è una forma di vita aliena, sembra morto per effetto dell'azione di Lena (che uccide la forma di vita dandole fuoco), ma l'infezione potrà ripartire da loro due?
Comunque si voglia interpretare questa storia, l'effetto è sconcertante. Musica, luci, creature, eventi si combinano per creare un "trip" in cui lo spettatore si perde, e questo è un punto di forza tale da rendere memorabile il film, che non è sempre al massimo come storia e recitazione.
Quanto alle idee, ci sono due fonti di ispirazione per me evidenti dalle mie letture (senza pretesa di affermare che VanderMeer o il regista abbiano per forza preso dai libri che citerò, ma la sensazione c'è). L'ecosistema alterato che sta cambiando la vita nella zona dell'anomalia mi ricorda l'invasione degli Cthorr, serie di libri di David Gerrold, dove un ecosistema alieno appariva a un tratto e cominciava a sostituirsi e ibridarsi con quello terrestre, prendendo a poco a poco il sopravvento, e dove non mancavano fenomeni ipnotici e allucinatori creati da queste forme di vita. Meno storie di DNA e più di lotta biologica, ma un risultato molto simile, e anche qui l'alieno non è apertamente ostile, ma ti spazza via lo stesso.
L'animale che uccide una delle donne e poi ne usa la voce (avendone in parte acquisito la mente) per ingannare le altre è esattamente uguale all'alzabo, creatura inventata da Gene Wolfe nella serie del Nuovo Sole.
Detto questo, non è l'originalità o meno degli ingredienti che è da discutere per valutare Annihilation, ma la miscela che il regista ha saputo creare. Nonostante il personaggio della Portman sia l'unico sviluppato veramente (e questo è in effetti un problema) il mio giudizio sul film è abbondantemente positivo.
2 commenti:
a me ispira solo per la Portman!
La Portman è triste e serissima...
Posta un commento