La notizia è arrivata di sorpresa e gli Italiani come spesso accade ci hanno fatto la figura dei fessi perché, pur avendo truppe sul posto, non lo sapevano. È la decisione degli USA di ritirarsi dall'Afghanistan. Una trovata di Donald Trump, nella sua strategia di sottrarsi il più possibile agli onerosi impegni internazionali? Probabilmente sì. Ma non è una novità, da parte degli USA, cimentarsi in questi clamorosi disimpegni. L'esempio più lampante che s'impone alla memoria di chi conosce un minimo la storia è quello della guerra del Vietnam, quando Richard Nixon, che ereditava gli errori commessi da altri presidenti e ci aggiungeva i suoi, riusciva a stipulare una "pace con onore" ritirando (a inizio 1973, quando io andavo alle elementari...) le forze degli Stati Uniti dal paese, e dando una "garanzia personale" all'alleato sudvietnamita che, in caso di attacco da parte dei comunisti del nord, lo avrebbe appoggiato.
mercoledì 30 gennaio 2019
giovedì 24 gennaio 2019
Aterrados
Aterrados, per la regia di Demian Rugna, è un film horror del 2017 proveniente dall'Argentina. L'ho visto perché stuzzicato dal blog di Lucia Patrizi, con grandi aspettative, e devo dire di essere rimasto colpito. Lo spiegherò anticipando il meno possibile. Si tratta di una storia priva di nuove, spettacolari o astute idee per mettere paura (che dovrebbe essere l'obiettivo principale di ogni horror che si rispetti) ma con una grande capacità di creare atmosfera, e un buon uso dei "vecchi" sistemi compresi i jump scare, ovvero quelle cose orripilanti che compaiono all'improvviso per farti saltare sulla sedia.
Aterrados è un film che narra di presenze maligne, che si manifestano in un gruppo di case di un tranquillo quartiere di Buenos Aires. Incidenti gravissimi, strani rumori causati da non si sa cosa, e via dicendo, ma con un rapido crescendo. Un poliziotto interviene, e si rende conto di essere di fronte a cose che vanno al di là della sua comprensione: chiama quindi una specie di esperto di casi misteriosi e del paranormale. Le vicende terrificanti che si ripetono richiamano altri due specialisti, per cui si crea una contrapposizione tra persone distrutte e impazzite per quello che sta succedendo, e questi razionali personaggi, due uomini e una donna, che ritengono di avere una eccellente possibilità per studiare e capire i fenomeni. E che non sembrano affatto spaventati.
Aterrados è un film che narra di presenze maligne, che si manifestano in un gruppo di case di un tranquillo quartiere di Buenos Aires. Incidenti gravissimi, strani rumori causati da non si sa cosa, e via dicendo, ma con un rapido crescendo. Un poliziotto interviene, e si rende conto di essere di fronte a cose che vanno al di là della sua comprensione: chiama quindi una specie di esperto di casi misteriosi e del paranormale. Le vicende terrificanti che si ripetono richiamano altri due specialisti, per cui si crea una contrapposizione tra persone distrutte e impazzite per quello che sta succedendo, e questi razionali personaggi, due uomini e una donna, che ritengono di avere una eccellente possibilità per studiare e capire i fenomeni. E che non sembrano affatto spaventati.
martedì 22 gennaio 2019
Il cartoon di Celentano...
Io non ho la TV e non l'ho visto, ma pare che sia così orrendo da essere quasi una cosa cui assistere per crederci, almeno da quello che scopro in rete. Sto parlando del cartone animato a opera di Celentano-Manara. Che non posso commentare, perché dovrei vederlo per poterne parlare, ma una cosina mi viene da dirla... possibile che alla mia veneranda età debba esserci ancora questo personaggio che fa il profeta? (Sì, c'era già quando ero ragazzino). E serie televisive su preti e carabinieri?
Posso dire una cosa, che forse quando ero ragazzino la TV nostrana faceva meno schifo di quanto faccia adesso, ed è una cosa da non credere.
Ripeto il mio invito a tutti quanti: fate la dichiarazione per non farvi mettere il canone TV nella bolletta della corrente elettrica. Risparmiate 100 euro e mandate se non altro un segnale, che c'è qualcuno che non vuole pagare per quella porcheria che chiamano RAI, e per il resto della televisione in lingua italiana.
Posso dire una cosa, che forse quando ero ragazzino la TV nostrana faceva meno schifo di quanto faccia adesso, ed è una cosa da non credere.
Ripeto il mio invito a tutti quanti: fate la dichiarazione per non farvi mettere il canone TV nella bolletta della corrente elettrica. Risparmiate 100 euro e mandate se non altro un segnale, che c'è qualcuno che non vuole pagare per quella porcheria che chiamano RAI, e per il resto della televisione in lingua italiana.
sabato 19 gennaio 2019
Termini da usare con cura: Populismo
È una parola così tremenda? Il populismo oggi sembra un mostro venuto a sconvolgere il nostro destino, eppure è in mezzo a noi da molti anni. Sotto certi aspetti può perfino piacermi, darmi un brivido di soddisfazione, quando certi politici finiscono nel fango perché non hanno saputo dare soddisfazione o risposte al "popolo" che, per quanto bistrattato sia, è sempre il soggetto della sovranità in una democrazia (a almeno dovrebbe esserlo).
Ma certamente il populismo deteriora la competizione politica.
Ma certamente il populismo deteriora la competizione politica.
mercoledì 16 gennaio 2019
Serie TV, più e meno
In materia di serie televisive, cosa posso consigliare a uno spettatore? Ho da poco parlato di The Man in the High Castle (Amazon Prime Video), il mio giudizio è certamente positivo. Di altre serie esplorate da un annetto a questa parte, non sono necessariamente entusiasta. Vediamone alcune...
sabato 12 gennaio 2019
Bird Box
Una delle ultime trovate di Netflix, Bird Box è un film post-apocalittico basato su un romanzo di tale Josh Malerman. Si basa su un'idea un po' insolita che ha l'indubbio vantaggio di essere anche a basso costo per un film: l'apocalisse arriva per mezzo di una strane creature invisibili, o influenze demoniache, che si manifestano con soffi di vento e voci, e spingono le persone al suicidio e alla follia. Non si comprende pienamente la natura del "cattivo" di questa storia, ma ha l'aria di non essere semplicemente una malattia. È comunque un qualcosa di inspiegabile e invisibile, e quando s'impadronisce di qualcuno non vi è apparentemente scampo. Per quanto non visualizzato, questo male apocalittico si può tenere a bada soltanto... restando bendati, perché apparentemente infligge a chi ha gli occhi scoperti delle terribili visioni.
Abbiamo così espressioni drammatiche negli occhi, che si modificano in maniera visibile, e frasi sibilline pronunciate da persone che stanno per suicidarsi in vari modi (schiantarsi con l'auto, farsi investire da veicoli, spararsi, entrare nel fuoco, spaccarsi la testa contro una vetrata, e via dicendo). Questo ha portato anche alcuni buontemponi, del mondo reale, a praticare delle sfide tenendo gli occhi bendati, con l'ovvio risultato di farsi male.
Parlerò di questo film facendo anticipazioni sulla trama, non decisive ma nemmeno piccole.
Abbiamo così espressioni drammatiche negli occhi, che si modificano in maniera visibile, e frasi sibilline pronunciate da persone che stanno per suicidarsi in vari modi (schiantarsi con l'auto, farsi investire da veicoli, spararsi, entrare nel fuoco, spaccarsi la testa contro una vetrata, e via dicendo). Questo ha portato anche alcuni buontemponi, del mondo reale, a praticare delle sfide tenendo gli occhi bendati, con l'ovvio risultato di farsi male.
Parlerò di questo film facendo anticipazioni sulla trama, non decisive ma nemmeno piccole.
martedì 8 gennaio 2019
The Man in the High Castle, Serie TV
È difficile prendere posizione nei confronti di Philip Dick. Almeno per me. È stato un personaggio fin troppo sopra le righe, tra sostanze stimolanti, eccessi di psicofarmaci, droghe varie e fasi della sua vita allo sbando e sull'orlo della follia: pare proprio di avere di fronte il cliché fricchettone dello scrittore tormentato che "ampia la sua percezione" con l'uso delle droghe.
E poiché non mi era particolarmente piaciuto La Svastica sul Sole, traduzione italiana di The Man in the High Castle, non avevo sviluppato una grande simpatia nei suoi confronti. Anche altri libri, da cui magari sono stati tratti film famosi, mi sono parsi ingarbugliati e non mi hanno impressionato moltissimo.
E poiché non mi era particolarmente piaciuto La Svastica sul Sole, traduzione italiana di The Man in the High Castle, non avevo sviluppato una grande simpatia nei suoi confronti. Anche altri libri, da cui magari sono stati tratti film famosi, mi sono parsi ingarbugliati e non mi hanno impressionato moltissimo.
venerdì 4 gennaio 2019
The Sorrow of War
Dopo aver visto la lunga e dettagliata serie di documentari sulla guerra del Vietnam che è disponibile su Netflix, ho scelto di leggere qualcosa di scritto da una delle "voci narranti" scelte per quella narrazione storica (che vi consiglio di recuperare se avete un interesse in materia). La voce è quella di Bao Ninh, nato nel 1952 ad Hanoi e partecipante al conflitto. È stato una di quelle "formiche rosse" senza nome e senza volto, sacrificate a centinaia, a migliaia, a centinaia di migliaia per vincere il decennale conflitto di indipendenza (e comunismo) per il Vietnam.
Lui è diventato uno scrittore e, qualche tempo fa (anni '90), ha pubblicato un romanzo dal titolo The Sorrow of War, ovvero il dolore (o il rimpianto) della guerra. Il protagonista rappresenta per molti aspetti l'autore: infatti il libro narra di un reduce completamente devastato dal conflitto, per nulla differente dai suoi vecchi antagonisti d'oltre oceano, quei reduci che hanno avuto, spesso, problemi a riadattarsi alla vita civile. Quest'uomo, Kien, comincia a scrivere le sue memorie, spesso nel cuore della notte. Non va molto avanti nel manoscritto perché talvolta nel suo tormento distrugge le pagine che non gli piacciono più, o perde l'ordine cronologico degli eventi.
L'autore in una foto del New York Times
Lui è diventato uno scrittore e, qualche tempo fa (anni '90), ha pubblicato un romanzo dal titolo The Sorrow of War, ovvero il dolore (o il rimpianto) della guerra. Il protagonista rappresenta per molti aspetti l'autore: infatti il libro narra di un reduce completamente devastato dal conflitto, per nulla differente dai suoi vecchi antagonisti d'oltre oceano, quei reduci che hanno avuto, spesso, problemi a riadattarsi alla vita civile. Quest'uomo, Kien, comincia a scrivere le sue memorie, spesso nel cuore della notte. Non va molto avanti nel manoscritto perché talvolta nel suo tormento distrugge le pagine che non gli piacciono più, o perde l'ordine cronologico degli eventi.
martedì 1 gennaio 2019
Bandersnatch
L'ultima novità di Netflix: le storie interattive. Bandersnatch, ambientato negli anni '80, è un telefilm (in realtà molto lungo) della serie Black Mirror, e si distingue per la possibilità di "cliccare" fra due alternative, a volte una sola (cosa ti fanno cliccare a fare?) in certi momenti topici della storia. Insomma il prodotto televisivo incontra il... librogame. È stato già fatto nel passato? Non so. Certamente richiama i giochi per computer più che i prodotti televisivi. La storia? Anche questa richiama i giochi per computer, perché si narra delle peripezie di un giovane programmatore [attenzione: da qui in avanti anticipazioni] con problemi psicologici, in buona parte derivati dal senso di colpa per la morte della madre, che ha preso un treno, poi deragliato, per via di un capriccio di lui da bambino.
Siamo negli anni '80. Stefan, il protagonista (attore Fionn Whitehead, protagonista in Dunkirk), lavora a un gioco ispirato a Bandersnatch, libro maledetto di uno scrittore paranoide e assassino.
Siamo negli anni '80. Stefan, il protagonista (attore Fionn Whitehead, protagonista in Dunkirk), lavora a un gioco ispirato a Bandersnatch, libro maledetto di uno scrittore paranoide e assassino.