martedì 1 gennaio 2019

Bandersnatch

L'ultima novità di Netflix: le storie interattive. Bandersnatch, ambientato negli anni '80, è un telefilm (in realtà molto lungo) della serie Black Mirror, e si distingue per la possibilità di "cliccare" fra due alternative, a volte una sola (cosa ti fanno cliccare a fare?) in certi momenti topici della storia. Insomma il prodotto televisivo incontra il... librogame. È stato già fatto nel passato? Non so. Certamente richiama i giochi per computer più che i prodotti televisivi. La storia? Anche questa richiama i giochi per computer, perché si narra delle peripezie di un giovane programmatore [attenzione: da qui in avanti anticipazioni] con problemi psicologici, in buona parte derivati dal senso di colpa per la morte della madre, che ha preso un treno, poi deragliato, per via di un capriccio di lui da bambino.


Siamo negli anni '80. Stefan, il protagonista (attore Fionn Whitehead, protagonista in Dunkirk), lavora a un gioco ispirato a Bandersnatch, libro maledetto di uno scrittore paranoide e assassino.



Per quanto ne so io, il libro è fittizio, mentre il Bandersnatch è una creatura fantastica di Lewis Carrol, che ha già dato il nome a un (vero) videogame, il quale tuttavia per problemi di produzione non è mai stato commercializzato.

Stefan ha l'ok di un produttore per programmare il gioco, e i consigli di Colin, un giovane programmatore geniale. Una delle scelte del telefilm-gioco è se Stefan debba lavorare per conto proprio a casa o se debba installarsi presso il produttore. Le ho provate entrambe, nel secondo caso il gioco viene male e si ricomincia da capo (viene data la possibilità di esplorare la seconda scelta). Le decisioni che lo spettatore ha a disposizione? A me sono per certi aspetti sembrate simili a una delle tematiche paranoidi del telefilm (sostenuta da Colin, e presto ben installata nella mente di Stefan): siamo tutti controllati, esistono verità alternative a seconda delle scelte che facciamo, ma le scelte non sono veramente nostre.


In effetti, ci sono alcune decisioni che mi sembrano veramente irrilevanti (quale prodotto per la colazione usa Stefan? Cosa ascolta con gli auricolari?). Davvero cambia qualcosa di sostanziale nel suo destino a seconda della mia cliccata? E perché?

Altre scelte mi sembrano ovvie da un punto di vista prudenziale: quando i due giovani programmatori sono strafatti di acido (per allargare la mente, eccetera eccetera), Colin suggerisce di gettarsi dal balcone per esplorare l'esistenza della libera scelta e delle realtà alternative, e Stafan (su mia decisione) gli dice di buttarsi per primo. Colin lo fa, e si spiaccica di sotto, abbastanza prevedibilmente. Non mi è stato dato di esplorare l'alternativa (dovrei ricominciare il telefilm da capo).

Altre mie scelte (evitare di litigare col padre) non hanno avuto esito, che io lo volessi o no, il padre è veramente stato ucciso... Alla fine mi sono fatto una domanda che echeggia i dubbi del protagonista. Potevo veramente influire negli eventi con le mie scelte?

Forse per capirlo meglio dovrei rivedere diverse volte Bandersnatch e fare ogni volta scelte diverse. Ma preferisco passare. Se qualcuno vuole informarci nei commenti sui possibili diversi esiti, è benvenuto.

Quanto a me, non mi spiacerebbe giocare in una realtà virtuale immersiva con scelte interessanti da fare, ma Bandersnatch non è questo.

Giudizio finale, al di là del parlare che s'è fatto attorno a questo episodio di Black Mirror: boh?

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