In una grande consultazione popolare in cui la massima parte dei media era schierata per non uscire, la maggioranza del popolo britannico (ma se vogliamo scomporre, diciamo la maggioranza di Inglesi e Gallesi) ha scelto di abbandonare l'Unione Europea. Esito sorprendente, in quanto inaspettato nei sondaggi prima del voto. Quello che mi ha colpito di questa vicenda, oltre allo scossone tragico ricevuto dai miei titoli (devo dire che la Brexit mi ha offeso profondamente il portafogli), sono i toni usati nei commenti a quello che è successo.
sabato 25 giugno 2016
mercoledì 22 giugno 2016
Rivers of London
Premessa importante: questa non sarà una vera e propria recensione perché è riferita a un romanzo che ho smesso di leggere a meno della metà, anzi dal momento che il kindle permette di essere precisi in merito, al 35% della sua lunghezza. Ho comprato questo libro di Ben Aaronvitch (titolo: Rivers of London, il primo di una serie edita da Gollancz) direttamente in inglese come ogni tanto (anzi abbastanza spesso) faccio per assaggiare qualche novità in anteprima e vedere se c'è qualche gemma che a noi italiani è preclusa per mancanza di case editrici che ci scommettano il costo di una traduzione. Ogni tanto ho letto dei bellissimi libri, tirando a indovinare fra ciò che viaggia nel mercato anglofono: qualcuno di essi poi è stato anche tradotto in italiano.
Dell'autore Wikipedia ci dice che è figlio di un economista membro del Partito Comunista Britannico, un papà dalla carriera molto originale (come si fa a capire veramente qualcosa di economia ed essere comunisti? Ma forse io non sono capace di comprendere gli entusiasmi sessantottini...); ha scritto per la TV (serie Doctor Who) e parecchia narrativa, breve e non. Questo Rivers of London introduce una serie di romanzi polizieschi con il personaggio di Peter Grant, poliziotto londinese di belle speranze inizialmente assai poco stimato dai suoi capi; mentre la collega Lesley (verso cui il protagonista nutre un affetto misto a una certa invidia) sembra avviata a fare carriera in un ruolo interessante, Peter pare destinato a finire i suoi giorni come passacarte, spietatamente scartato dal capo. Tuttavia in un'investigazione si accorge di essere in grado di raccogliere una testimonianza molto particolare...
Dell'autore Wikipedia ci dice che è figlio di un economista membro del Partito Comunista Britannico, un papà dalla carriera molto originale (come si fa a capire veramente qualcosa di economia ed essere comunisti? Ma forse io non sono capace di comprendere gli entusiasmi sessantottini...); ha scritto per la TV (serie Doctor Who) e parecchia narrativa, breve e non. Questo Rivers of London introduce una serie di romanzi polizieschi con il personaggio di Peter Grant, poliziotto londinese di belle speranze inizialmente assai poco stimato dai suoi capi; mentre la collega Lesley (verso cui il protagonista nutre un affetto misto a una certa invidia) sembra avviata a fare carriera in un ruolo interessante, Peter pare destinato a finire i suoi giorni come passacarte, spietatamente scartato dal capo. Tuttavia in un'investigazione si accorge di essere in grado di raccogliere una testimonianza molto particolare...
giovedì 16 giugno 2016
E quella supereroina presa per il collo
Intervengo su una polemica in ritardo, dopo averla fatta sbollire un po'. Quale polemica? Rose McGowan che critica il manifesto sessista della Marvel, quello che pubblicizza il film X-Men: Apocalypse. Vediamo (ricordiamo) chi è la McGowan, attrice di 40 anni e qualcosa, non nuova a prese di posizione femministe. Ha avuto una carriera cinematografica eccellente, durata già oltre un ventennio (ci devo contare purtroppo anche lo schifoso remake di Conan di qualche anno fa); particolare che non conoscevo, è nata (da genitori statunitensi) in Italia, in una setta, i Bambini di Dio (che la famiglia poi ha abbandonato) e nel nostro paese ha iniziato la carriera di modella (vestiti per bambini). Ma queste sono solo curiosità: la critica poteva partire da chiunque altro, visto che è stata sostenuta da parecchie voci e alla fine la casa produttrice, 20th Century Fox, ha ritirato il poster e chiesto scusa.
Il manifesto incriminato mostra un tipaccio con un grugno cattivo e la pelle grigiastra, che piglia per il collo una donna dalla pelle blu (ci ho messo un attimo a capire che si tratta di una donna).
Il manifesto incriminato mostra un tipaccio con un grugno cattivo e la pelle grigiastra, che piglia per il collo una donna dalla pelle blu (ci ho messo un attimo a capire che si tratta di una donna).
lunedì 13 giugno 2016
UT 3
Il fumetto di Roi e Barbato arriva al terzo episodio, UT 3. Sottotitolo: Le Vie dei Pensieri. Il misterioso Iranon procede nella ricerca delle misteriose case senzienti del geniale inventore Hog, ha trovato le mappe, e questo crea preoccupazioni nei suoi avversari, che non vogliono nessuna scoperta tale da mettere in dubbio l'immobilismo del mondo in cui si svolge la storia. Mondo dove, salvo una sola comunità di "primitivi," nessuno mette più al mondo figli, ma le persone vivono per centinaia di anni, ed esiste una completa stasi, sia pure in un ambiente a volte violentissimo, strutturato in misteriose comunità e sette ciascuna con il proprio ruolo.
Un mondo dove, ci dicono gli autori, perfino il pensiero è scomparso. Nel senso che le persone sono decerebrate? No, nel senso che vanno su un binario scavato dal loro ruolo, dai loro preconcetti, come se fossero predestinati; le loro decisioni, di massima, sono prevedibili, non hanno immaginazione, non pensano al di là del momento presente.
UT sarebbe l'eccezione, anche se il suo pensiero è elementare e sempre distratto dagli elementi che colgono la sua attenzione.
Dotati del pensiero sono anche i filosofi, dei personaggi assai bizzarri che abitano in un bel palazzo, il Periekon, e che condividono in quindici un'unica mente (e vedremo che aiuto sapranno dare a UT e Iranon).
Un mondo dove, ci dicono gli autori, perfino il pensiero è scomparso. Nel senso che le persone sono decerebrate? No, nel senso che vanno su un binario scavato dal loro ruolo, dai loro preconcetti, come se fossero predestinati; le loro decisioni, di massima, sono prevedibili, non hanno immaginazione, non pensano al di là del momento presente.
UT sarebbe l'eccezione, anche se il suo pensiero è elementare e sempre distratto dagli elementi che colgono la sua attenzione.
Dotati del pensiero sono anche i filosofi, dei personaggi assai bizzarri che abitano in un bel palazzo, il Periekon, e che condividono in quindici un'unica mente (e vedremo che aiuto sapranno dare a UT e Iranon).
sabato 11 giugno 2016
La Lega dei Santi quinto capitolo...
... scritto da Lucia Patrizi. Dove veniamo a scoprire come va a finire il malaugurato incontro del giovane benestante Alighiero.
L'avventura continua!
L'avventura continua!
venerdì 10 giugno 2016
Asteroide Urlante
Un grande autore, un incarico: offrire una traccia a una serie di disegnatori, al tempo in buona parte giovani di belle speranze. L'autore delle storie è Alejandro Jodorowski, lo spunto narrativo quello di un asteroide urlante: ciò che resta di un sacro pianeta senziente saccheggiato, dilapidato e distrutto da una razza di saccheggiatori e devastatori molto simile alla razza umana.
Esplodendo dalla rabbia per essere divenuta la divinità adorata da questo popolo empio, l'entità schizza via per l'universo come un frammento infuocato, urlando la propria disperazione e il dolore. Nel suo viaggio incontra altri mondi, altre lotte e altra follia. A volte è testimone, a volte contagia i popoli che visita con la propria follia urlante.
Conoscendo la capacità dei vari disegnatori e affidando di conseguenza le varie storie da realizzare, Jodorowski ha raccolto tassello per tassello questa serie. Le strisce sono uscite su Metal Hurlant, rivista di fumetto d'autore e alternativo, poco dopo il volgere del millennio, e più avanti raccolte da Magic Press Edizioni per la pubblicazione italiana.
Esplodendo dalla rabbia per essere divenuta la divinità adorata da questo popolo empio, l'entità schizza via per l'universo come un frammento infuocato, urlando la propria disperazione e il dolore. Nel suo viaggio incontra altri mondi, altre lotte e altra follia. A volte è testimone, a volte contagia i popoli che visita con la propria follia urlante.
Conoscendo la capacità dei vari disegnatori e affidando di conseguenza le varie storie da realizzare, Jodorowski ha raccolto tassello per tassello questa serie. Le strisce sono uscite su Metal Hurlant, rivista di fumetto d'autore e alternativo, poco dopo il volgere del millennio, e più avanti raccolte da Magic Press Edizioni per la pubblicazione italiana.
domenica 5 giugno 2016
New Girl
Continua la mia incursione nelle serie TV proposte da Netflix, e stavolta tocca a New Girl (nessuna attinenza con il fantastico). Ero curioso perché Zooey Deschanel mi era piaciuta nel ruolo di Trillian nel film Guida Galattica per gli Autostoppisti, e perché sembrava giusta per il ruolo di una ragazza carina ma allo stesso tempo eccentrica (e magari un po' "nerd"). Avevo già visto la scena iniziale, in cui Jess (Deschanel) fa uno spogliarello per fare una sorpresa al ragazzo e salta fuori che lui era in camera... con un'altra donna, senz'altro divertente. Vediamoci il resto, mi sono detto. Ed è quello che ho fatto, ma il resto mi ha lasciato di stucco. Non mi aspettavo di essere folgorato dalla storia, è chiaro (una commedia con le disavventura di una ragazza che, causa separazione, si sposta a vivere in un appartamento dove ci sono tre uomini), ma dai commenti sembrava che fosse una serie piacevolissima, tanto è vero che sono uscite cinque stagioni e ne arriverà almeno un'altra, e la Deschanel è diventata una star della TV.
venerdì 3 giugno 2016
La Lega dei Santi
Sto partecipando a un progetto di scrittura condivisa di Moonbase Factory; il promotore è Massimo Mazzoni e la storia s'intitola La Lega dei Santi (nell'l'ambientazione italico-medievale che il Mazzoni usa per il suo eroe Sarranieri). Il quarto atto della storia tocca a me ed è appena uscito.
Se volete lo trovate qui.
Se volete lo trovate qui.
giovedì 2 giugno 2016
Z Nation, se non potete fare più a meno degli zombie
Continua la mia abbuffata "televisiva" con Netflix. Tra le serie TV cui volevo dare un'occhiata s'è intrufolata questa storia di lotta contro gli Zombie, Z Nation, e nonostante mi fossi abbondantemente stufato di una serie simile, ovvero The Walking Dead, non ho potuto trattenermi dal guardare il primo episodio. Lo dico subito, non mi ha entusiasmato, e come qualità della produzione, realismo delle scene ecc... mi è parso che questa serie sia addirittura inferiore.