Facebook è un servizio problematico, rivelatosi potenzialmente dannoso su vari livelli. Innanzitutto, attrae l'utente in un continuo curiosare, fa perdere tempo, distrae. Peggio ancora, sembra che, nel caso dei giovani, sia dannoso per la salute mentale (secondo alcuni studi). Di questo è sempre lecito dubitare, ma non bisogna sottovalutare l'eccesso di esposizione al controllo, al giudizio, al bullismo degli altri. Io durante l'adolescenza e la gioventù sono stato fin troppo solo e isolato, ma il tempo passato con se stessi non è sempre un male. Oggi un ragazzo (ragazza) rischia di trovarsi continuamente sotto il riflettore, in un gioco crudele e superficiale in cui si è sempre giudicati. Inoltre Facebook ha uno strapotere nel suo settore, come altri giganti del web in differenti campi.
Adesso, sotto i riflettori per le molte accuse rivolte alla sua piattaforma, Mark Zuckerberg annuncia una nuova rivoluzione dei social media. Il servizio, che dovrebbe chiamarsi Meta, prenderebbe (quando?) il posto di Facebook. Secondo il Financial Times, Zuckerberg intende muoversi subito per approfittare del prossimo nuovo, grande, mercato della rete. C'è la possibilità che gli apparecchi per la realtà virtuale raggiungano un livello qualitativo tale da diventare diffusi tra il pubblico, e in tal caso il miliardario statunitense vuole esser pronto fin da subito per questa opportunità.
Come l'articolo fa notare, l'annuncio arriva in un momento che lo rende sospetto. Come se Zuckerberg volesse "cambiare argomento" di fronte alle critiche che sta ricevendo. Possibilissimo, anche perché oggi l'annuncio di questa "realtà virtuale di massa" sembra prematuro. Quanto alle accuse: Zuckerberg è stato accusato di non aver fermato le cosiddette fake news e i messaggi di odio, soprattutto nel periodo della contesa elettorale Trump-Biden. Io credo che non siano Facebook o Twitter a dover decidere chi può parlare e chi deve essere sospeso, ed è solo uno dei motivi per cui penso che questi giganti della rete vadano nazionalizzati e tenuti molto più sotto controllo. Penso anche che sia la piattaforma, non (o non solo) chi la utilizza "male" a dover pagare per quello di illecito vi venga pubblicato, e chi se ne frega se questo potrebbe portare alla necessità di una moderazione umana (che è quel che io desidero, in effetti: umana e sotto verifica statale).
Quale che sia il motivo dell'annuncio, due riflessioni sono necessarie. Innanzitutto, un esperimento di realtà virtuale è stato già tentato con Second Life, un fallimento enorme, macroscopico, lanciato 18 anni fa e ormai in chiusura, a quanto riportato [precisazione: ho letto che chiudeva ad agosto 2021, non ho controllato]. Siamo sicuri che la gente abbia bisogno di qualcosa del genere?
Seconda riflessione: se dovesse riuscire ad attirare il pubblico e ad essere un ambiente realistico e attraente, questo "Meta," o come si chiamerà, non rischia di essere mille volte più dannoso di Facebook dal punto di vista della salute mentale?
Facebook, come altri social, mi ha sempre fatto essere diffidente per la poca chiarezza di come gestiva le cose e per questo ci sono sempre stato lontano. Sarà troppa la diffidenza, ma i riscontri che stanno venendo fuori adesso non fanno dubitare della scelta (neanche prima si dubitava, se è per questo). Come in tutti i casi, quando c'è troppo potere nella mani di qualcuno o di un gruppo, è sempre bene stare all'erta.
RispondiEliminaNon so come sarà questo Meta, non so se ce n'è davvero bisogno, ma di una cosa so che c'è bisogno: la gente deve cominciare a ritrovare se stessa e per farlo deve cominciare a stare un po' da sola. Come dici tu, la solitudine non sempre è un male. Purtroppo, la gente s'immerge in queste cose perché teme i conti che deve fare con se stessa e cosa può scoprire.
Il mezzo è potente, le conseguenze sulle persone importanti, mi sembra una pazzia che sia nelle mani non dico di una sola nazione, ma addirittura di una sola persona. E che faccia le regole per tutti, e tutti devono starci... ancora più sbagliato.
RispondiEliminaSecondo me Facebook è già sotto controllo statale, nel senso che qualunque cosa contraddica alle narrative ufficiali dei governi viene censurata. Perfino se si tratta di dati ufficiali dell'ISS o dell'Aifa. A un mio amico è successo di vedersi censurato un articolo del Sole 24 Ore, solo perché lasciava intendere, senza neanche esplicitarlo direttamente, la possibilità di una correlazione tra i vaccini e l'aumento di morti per malori improvvisi di questa estate.
RispondiEliminaIl comportamento di Facebook è stato ondivago. Per un certo tempo è intervenuto poco o niente, al punto di essere accusato di favorire i diffusori di "fake news." Poi ha cominciato a censurare contenuti controversi e il nudo (andando a bloccare i post di opere d'arte). Il guaio è che questa moderazione fatta da macchine è assolutamente fallimentare. Se Facebook ora segua alla lettera le linee politiche dei governi non lo so... immagino che abbia subito pressioni e abbia dovuto adeguarsi. Il risultato non è certamente ottimale, e vorrei vedere se tutti i governi sono trattati allo stesso modo. Sul Covid-19 esiste una narrazione ufficiale portata avanti con insolita energia (vedi in Italia recenti discussioni sul togliere il diritto a manifestare).
RispondiEliminaNon mi stupisce che Zuckerberg "debba starci." Ma comunque sia manca una regolamentazione che sia trasparente e che punti alla massima libertà possibile. Molto difficile visto che stati diversi hanno legislazioni diverse e che in alcuni casi gli interventi richiesti hanno lo scopo di schiacciare l'opposizione. Non a caso molti paesi a "libertà limitata" si sono "sganciati" dai social media e dai servizi di rete occidentali (vedi Cina).