Squid Game è a mio parere un esempio di come sia praticamente impossibile prevedere l'affermazione di un film o una serie TV. Poteva essere la centesima brutta copia di altre idee simili già circolate da anni, anzi, in un certo senso lo è, eppure ha avuto un enorme successo, sebbene per molti anni non si sia trovato chi volesse produrla. Vediamo qualche confronto, tenendo conto che ci saranno delle anticipazioni sulla trama. Tutti abbiamo visto metafore della lotta di classe in film come Snowpiercer, gente costretta ad ammazzarsi a vicenda in Battle Royale; l'idea di un gioco crudele imposto dai potenti è esplicita in Hunger Games anche se declinata in altri modi. Il tavolo imbandito de Il Buco è qualcosa di molto simile con la metafora di chi sta sopra (e mangia) e chi sta sotto (e non mangia)... Non ho visto proprio tutti i film e le serie di questo tipo, ci sono senz'altro molti altri esempi (Parasite), ma tutti abbiamo visto e rivisto sullo schermo queste tematiche.
Squid Game, afferma il regista Hwang Dong-hyuk, è stato rifiutato dai produttori coreani per una decina d'anni, per i contenuti violenti e per l'ambientazione irreale. In verità la storia non è più assurda di quelle di altri successi di tipo simile, forse una differenza la fa il fatto che Squid Game è surreale ma non è una serie di fantascienza; non è Hunger Games, insomma, l'idea è che quello che accade nella serie avvenga al giorno d'oggi.
Uno dei motivi del successo di Squid Game potrebbe essere proprio che non si tuffa nella fantascienza. La serie ci dice che quella è la nostra realtà. Ci mostra gente che, per sfortuna o per irresponsabilità, è affogata nei debiti, ci fa vedere anche contratti in cui si accetta di cedere i propri organi se non si trovano i soldi; sarà legale, in Corea del Sud, o è solo un aspetto grottesco della serie? Per quello che ho potuto verificare no, non è legale, ma il commercio di organi esiste ugualmente. La serie afferma che quella disperazione sia diffusa e reale, e per un sacco di gente è così. Il mondo sta cambiando, il capitalismo è moribondo, dicono, anche se in realtà non lo è, solo che non funziona più per la massa, ma solo per pochi fortunati. Se sei già ricco forse lo rimarrai, ma se non lo sei... Lavorare sodo per il futuro, sperare che i meriti siano riconosciuti: questi pilastri del capitalismo stanno crollando. E la pandemia mostra, un po' dovunque, le crepe del sistema, con l'inaspettata carenza di persone disposte a impegnarsi nei lavori più ingrati, e un'economia globale che fatica a ripartire.
Ci sarà una rivoluzione sociale a breve? Penso di no, ma esiste un'agitazione che ha reso fertile il terreno per questa serie. Squid Game propone una satira politica di grana un po' grossa, con i poveri che si ammazzano per il piacere di un gruppo di ricchissimi stronzi (perdonate l'espressione) che mentre assistono al macello fanno battute sorseggiando buon liquore, e appoggiano i piedi sui corpi di schiavi nudi. Il vlogger Synergo (vedi https://www.youtube.com/watch?v=nCj5dGN9ZdQ) esprime la sua nausea per una scelta di cattivi così trita e modesta, e magari ha ragione, ma forse il giudizio artistico non è quello più importante. L'idea politica "dietro alla serie" è scema o grossolana o semplicistica, ma è ben comprensibile e diretta: i disperati vengono fregati dai ricchi, in un sistema sadico. Forse dieci anni fa non avrebbe funzionato, ma funziona adesso.
Consideriamo i meriti artistici della serie, che sono forse l'elemento che fa la differenza. Abbiamo un'ambientazione surreale, ben studiata: è parodistica, assurda, ci spinge a farci delle domande. Come nell'antichissima serie Il Prigioniero, vogliamo subito sapere chi ha organizzato tutto questo, e vogliamo capire se il protagonista ce la farà, chi sono le guardie, e cosa succederà ai personaggi che hanno una trama collaterale (il medico e il poliziotto). Abbiamo il contrasto straniante, surreale, tra i giochi infantili e il fatto che si muore davvero. Indicativo il panico che si sparge nel primo gioco, quando molti dei partecipanti credono che si possa semplicemente scappare e vengono uccisi in massa mentre si accalcano verso le porte, che sono chiuse. Restano vivi quelli che hanno mantenuto il sangue freddo mentre le armi sparano. Abbiamo lo strano palazzo, con il groviglio di scale alla Escher, i colori pastello, la musica, le uniformi spersonalizzanti delle guardie... Abbiamo il dormitorio con quel grosso contenitore in plexiglass contenente il monte premi, che solo uno toccherà: perché a mano a mano che la storia procede si capisce che ci sarà soltanto un vincitore.
E non solo. Abbiamo una storia corale con dei personaggi cui ci affezioniamo (e altri che odiamo). Il protagonista è molto bravo, e diversi altri attori e attrici hanno fato un lavoro fantastico. Non vediamo solo le storie degli eroi, ma anche quelle di chi sa che ben difficilmente potrà farcela. Lo spettatore ha molte possibilità per immedesimarsi, più che seguire le storie di un vincitore (o di una eroina, come Katniss in Hunger Games). Il vincitore in Squid Game, Gi-hun, è anzi un classico perdente, uno però che di fronte alle cose peggiori ritrova la spina dorsale.
Nonostante lo sguardo tutt'altro che benevolo sull'umanità, Hwang Dong-hyuk è riuscito a proporci una commedia (tragedia) umana. Con la sesta puntata la serie raggiunge il massimo del pathos, perché i giocatori hanno ormai formato delle alleanze o amicizie, e, all'ordine di formare le coppie, cercano la persona con cui si trovano meglio, o meno peggio. Ma il gioco consiste in una sfida all'interno della coppia, e uno solo può sopravvivere, quindi avremo una svolta terribile della storia.
Abbiamo inoltre la sottotrama del poliziotto che si infiltra tra le guardie sperando di trovare il fratello, e del medico che in collaborazione con alcune guardie estrae organi dai giocatori uccisi per venderli. In entrambi i casi avremo un finale tragico.
In definitiva Squid Game tiene lo spettatore con il fiato sospeso e gli pone molte domande a cui desidera una risposta (motivo per cui sarà complicato creare un degno seguito alla serie). Il sistema del gioco non è perfetto ma si rivela, nella prima serie, sostanzialmente inattaccabile. La serie usa il filone distopico senza grandi innovazioni ma lo propone con una formula che crea curiosità, e in un momento favorevole. E soprattutto è una serie che ha saputo creare storie, tante storie umane da seguire e a cui appassionarsi, e in questo non vi è, tra i titoli che ho citato sopra e altri simili, un possibile equivalente.
Il fatto che non sia propriamente di fantascienza credo lo faccia apparire "innovativo" per la massa. Comunque ho poco interesse a vederlo. Boh si vedrà
RispondiEliminaPer quanto vi siano delle premesse non realistiche, per esempio che la gente possa firmare un impegno a mettere i propri organi come garanzia sui debiti, Squid Game si presenta come surreale ma facente parte della realtà. Visto il contenuto, è come se dicesse allo spettatore: "guarda, questa non è una favola distopica, questo è il tuo mondo."
RispondiEliminaLa ritengo una mossa azzeccata. Poi può piacere o non piacere; se ti deciderai a vederlo potrebbe sorprenderti... io ero curioso ma non pensavo che mi sarebbe piaciuto.
Capirai confido molto nei coreani che col cinema ci sanno fare. Penso che mi piacerà, è che ho un po' staccato con le serie ultimamente.
EliminaCi pensavo proprio in questi giorni e per me c'è anche un altro fattore: a tanti spettatori piace vedere soffrire gli altri (e fare anche una brutta fine).
RispondiElimina
RispondiElimina@ M.T. non c'è dubbio, è l'altra faccia della medaglia degli spettacoli di questo tipo. Anche quando sei lì a trepidare sperando che il tuo "eroe" ce la faccia, una parte di te si gode il macello tutto intorno. Ad alcuni personaggi auguriamo la sopravvivenza, ad altri la morte. O forse non proprio la morte, ma il meccanismo di voler male al personaggio che ti viene presentato come odioso... be', esiste.
Meccanismo che comunque va in corto circuito (SPOILER! SPOILER!) quando scopri che il povero vecchio che sembra non aver speranze è in realtà (SPOILER!!!!) uno degli organizzatori.
Questo è vero, però avviene dopo la scoperta: prima c'è la fascinazione nel vedere le disgrazie altrui. Mettila insieme alla denuncia di un sistema ingiusto ed è fatta la miscela che ha fatto seguire così tanto Squind Game(spiegazione molto semplificata). Va aggiunto anche che le tante polemiche e le petizioni per bloccare la serie hanno ottenuto l'effetto di attirare ancora di più l'attenzione e spingere molti a seguirla.
RispondiElimina
RispondiEliminaNon so dirti né sì ne no. Squid Game va di pari passo tra cinismo e compassione umana, sappiamo che i concorrenti a volte sono cattivi e a volte sono stupidi (lo stesso protagonista inizia la storia descritto come un cretino).
Quanto alle petizioni e alle denunce credo che sia una delle tante storie di cretinismo mediatico. Netflix si può bloccare con la password. E oggi i bambini di 10 anni possono guardarsi qualsiasi tipo di pornografia, se i genitori non hanno un minimo skill tecnico (e non sono informati) non possono impedirlo. Poi magari se ne fregano e non lo farebbero lo stesso. Di fronte a questo, indignarsi per Squid Game...
Quanto alla notorietà, chi lo sa. Oggi tutto è consumato e sorpassato nel giro di qualche settimana. Probabilmente tutti quelli che dovevano vedere la serie l'hanno vita, su Netflix o piratata.