Segnalavo un mesetto fa che alcuni racconti di Clark Ashton Smith venivano tradotti come ebook da Davide Mana in quanto il copyright era scaduto (a quanto affermato dallo stesso). Adesso l'operazione è ferma, bloccata da una contestazione presso Amazon.
Non essendo certo un esperto in materia di copyright m'ero astenuto dal fare alcuna valutazione sulla possibilità o meno di pubblicare le opere di Clark Ashton Smith, che, come qualcuno ricorderà, è morto nel 1961. Può benissimo darsi che in altri paesi o in quasi tutto il mondo le sue opere, o alcune di esse, non siano più coperte da copyright. Per quanto riguarda l'Italia però, se quello che in questi giorni sono andato a spulciare in giro è vero, il copyright non scade se non dopo 70 anni dalla morte dell'autore (o di tutti gli autori se opera scritta da più persone).
Pertanto ho l'impressione che chi voglia pubblicare liberamente C.A.S. tradotto nella nostra lingua dovrà aspettare ancora oltre dieci anni...
lunedì 27 febbraio 2017
domenica 26 febbraio 2017
Un omaggio a Carrie Fisher (1956 - 2016)
Star Wars, un grande successo pop rispetto al quale ho sempre avuto qualche riserva (sulla trama, anche se indubbiamente ha costruito tutta una mitologia che funziona), ha creato alcune figure iconiche che sembrano voler vivere di vita propria. Di una di queste, la Principessa Leila, abbiamo perso l'interprete qualche mese fa. Carrie Fisher ha ricevuto dichiarazioni di cordoglio e di affetto degne di una superstar, a dimostrazione della potenza del personaggio che ha interpretato: sebbene tornata sulle scene nella parte della Principessa Leila recentemente, si può dire che dopo il grande successo degli anni '70 e '80 con la prima serie di Star Wars non avesse mai avuto un importante ruolo da protagonista.
lunedì 20 febbraio 2017
Robottoni 30 anni dopo
Per quanto riguarda le mie passioni adolescenziali, una cosa è certa: la smania per i cartoni animati giapponesi con alieni e robot (mecha) che fanno a mazzate m'ha preso forte a suo tempo ma la trovo piuttosto imbarazante da adulto. E infatti per quanto l'animazione in stile nipponico vada bene un po' per tutte le età, i temi ora sono generalmente molto più adulti, di solito ad opera del buon Miyazaki e dei suoi seguaci.
Complice Netflix e Youtube, mi sono rivisto alcuni cartoni di un tempo. Non c'è niente di meglio per ammazzare la nostalgia e non pensarci più, direi. Con pochissime differenze fra l'una e l'altra serie, i robottoni giapponesi sono semplicemente ridicoli: la trama è praticamente la stessa puntata dopo puntata, l'esito finale scontato (al punto che i travagli dell'eroe per farcela suonano solo ridicoli), e la logica totalmente assente. Come già a 10 anni di età lo spettatore si potrebbe domandare: ma il cattivo di turno, che abbia la sua base sulla Luna o al centro della Terra, perché diavolo manda un "mostro" o un robot alla settimana, per affrontare l'unico difensore dell'umanità? Non potrebbe aspettare qualche mese e poi sommergere il difensore con una superiorità di dieci a uno o più, a piacere?
Complice Netflix e Youtube, mi sono rivisto alcuni cartoni di un tempo. Non c'è niente di meglio per ammazzare la nostalgia e non pensarci più, direi. Con pochissime differenze fra l'una e l'altra serie, i robottoni giapponesi sono semplicemente ridicoli: la trama è praticamente la stessa puntata dopo puntata, l'esito finale scontato (al punto che i travagli dell'eroe per farcela suonano solo ridicoli), e la logica totalmente assente. Come già a 10 anni di età lo spettatore si potrebbe domandare: ma il cattivo di turno, che abbia la sua base sulla Luna o al centro della Terra, perché diavolo manda un "mostro" o un robot alla settimana, per affrontare l'unico difensore dell'umanità? Non potrebbe aspettare qualche mese e poi sommergere il difensore con una superiorità di dieci a uno o più, a piacere?
giovedì 16 febbraio 2017
Sua Maestà
Vedere un film orribile perché lo si può vedere gratis grazie a Netflix non è un buon motivo per farlo. Ma è troppo tardi per questa riflessione, perché Sua Maestà, titolo originale Your Highness, l'ho ormai già visto. Il film, vecchio ormai già di qualche anno, è una parodia dei film fantasy, condita da una certa quantità di battute volgari e qualche scena spinta. La trama verte attorno alla rivalità tra due fratelli, uno dei quali è un vero e proprio paladino, coraggioso e senza macchia, mentre il più giovane si sollazza con bevute, droghe e donzelle di facili costumi. In effetti il fratello maggiore e il padre gli vogliono bene ma Thadeus (Danny McBride) è schiacciato dalla fama del fratello più in gamba e non ce la fa in alcun modo a migliorarsi.
Capita però che la promessa sposa del fratello in gamba (Zooey Deschanel) venga rapita dai cattivi e che i due fratelli debbano partire per salvarla, accompagnandosi a una fenomenale guerriera (Natalie Portman).
Seguono inevitabilmente avventure e botte da orbi e Thadeus riesce a ritrovare il rispetto per se stesso e la strada per il successo. Orripilante parodia che non riesce nemmeno a trovare una trama che ribalti le categorie del fantasy, questo film, per fortuna, è stato un terribile fiasco commerciale. Sua Maestà aveva un grosso budget (secondo Wikipedia 50 milioni di dollari, e in effetti si vedono dei costosi effetti speciali e alcune riscostruzioni di buon impatto visivo), roba che in Europa ci fanno una dozzina di film migliori di questo... e anche negli USA, ovviamente. Gli incassi sarebbero poco oltre la metà di quella somma.
Insomma, anche scherzare con parolacce e qualche volgarità è una operazione difficile, nello spettacolo sia cinematografico che televisivo. Può venire fuori qualcosa di divertente o può far schifo. Riesce bene per esempio in Ash vs Evil Dead, commedia horror paradossale. Riesce bene nel primo Kick-Ass, film parodia sui supereroi, ma a volte fa cilecca nel seguito. Riesce bene nel primo Deadpool, chissà nel secondo...
Non credo possa facilmente riuscire nel fantasy, anche se su carta stampata qualche volta funziona (Terry Pratchett...). Per ricordare qualche incursione nel fantasy satirica e un po' volgarotta che riesca a non essere un fallimento devo tornare con la memoria ai Monthy Python o a Brancaleone da Norcia (che se vogliamo pur avendo qualche elemento fantastico non può essere nemmeno definito un fantasy). Ovviamente sono solo opinioni personali.
Di Sua Maestà penso si salvi solo la scena in cui Natalie Portman si tuffa in tanga, ma a seconda dei vostri orientamenti potrebbe non interessarvi nemmeno quella.
Capita però che la promessa sposa del fratello in gamba (Zooey Deschanel) venga rapita dai cattivi e che i due fratelli debbano partire per salvarla, accompagnandosi a una fenomenale guerriera (Natalie Portman).
Seguono inevitabilmente avventure e botte da orbi e Thadeus riesce a ritrovare il rispetto per se stesso e la strada per il successo. Orripilante parodia che non riesce nemmeno a trovare una trama che ribalti le categorie del fantasy, questo film, per fortuna, è stato un terribile fiasco commerciale. Sua Maestà aveva un grosso budget (secondo Wikipedia 50 milioni di dollari, e in effetti si vedono dei costosi effetti speciali e alcune riscostruzioni di buon impatto visivo), roba che in Europa ci fanno una dozzina di film migliori di questo... e anche negli USA, ovviamente. Gli incassi sarebbero poco oltre la metà di quella somma.
Insomma, anche scherzare con parolacce e qualche volgarità è una operazione difficile, nello spettacolo sia cinematografico che televisivo. Può venire fuori qualcosa di divertente o può far schifo. Riesce bene per esempio in Ash vs Evil Dead, commedia horror paradossale. Riesce bene nel primo Kick-Ass, film parodia sui supereroi, ma a volte fa cilecca nel seguito. Riesce bene nel primo Deadpool, chissà nel secondo...
Non credo possa facilmente riuscire nel fantasy, anche se su carta stampata qualche volta funziona (Terry Pratchett...). Per ricordare qualche incursione nel fantasy satirica e un po' volgarotta che riesca a non essere un fallimento devo tornare con la memoria ai Monthy Python o a Brancaleone da Norcia (che se vogliamo pur avendo qualche elemento fantastico non può essere nemmeno definito un fantasy). Ovviamente sono solo opinioni personali.
Di Sua Maestà penso si salvi solo la scena in cui Natalie Portman si tuffa in tanga, ma a seconda dei vostri orientamenti potrebbe non interessarvi nemmeno quella.
domenica 12 febbraio 2017
Generazione perduta
Per un po' di giorni ho cercato di non scrivere niente sull'ultimo messaggio del giovane suicidatosi per non aver trovato lavoro e stabilità nella vita. Avevo pudore di affrontare un argomento così drammatico. Tuttavia, poiché il suo ultimo messaggio era (anche) un messaggio politico, e politico è il dibattito che ne è nato, ho vinto la ritrosia di entrare nel merito di una tragedia personale e deciso di parlarne, commentando alcune riflessioni trovate in rete e proponendo le mie.
Innazitutto una riflessione del Fatto Quotidiano su chi è responsabile per la situazione di tanti giovani disoccupati. Degna di essere letta, ma che non dice molto di nuovo e propone una soluzione, il reddito di cittadinanza, che però non avrebbe dato risposta al problema del giovane che si è suicidato e di tanti altri, che non sono necessariamente "alla fame" ma vorrebbero finalmente delle basi solide per vivere davvero e non limitarsi a sopravvivere. Credo si capisca chiaramente dal testo del messaggio di Michele, il trentenne che si è suicidato.
Testo che è stato anche, sorprendentemente, interpretato come il manifesto della debolezza di una generazione.
Innazitutto una riflessione del Fatto Quotidiano su chi è responsabile per la situazione di tanti giovani disoccupati. Degna di essere letta, ma che non dice molto di nuovo e propone una soluzione, il reddito di cittadinanza, che però non avrebbe dato risposta al problema del giovane che si è suicidato e di tanti altri, che non sono necessariamente "alla fame" ma vorrebbero finalmente delle basi solide per vivere davvero e non limitarsi a sopravvivere. Credo si capisca chiaramente dal testo del messaggio di Michele, il trentenne che si è suicidato.
Testo che è stato anche, sorprendentemente, interpretato come il manifesto della debolezza di una generazione.
venerdì 10 febbraio 2017
Crazyhead
Siamo in una brutta situazione. Perché un demone sta organizzando l'apertura di un portale e l'invasione della Terra da parte di quelli della sua razza, e le uniche veggenti che sembrano consapevoli del problema e disposte a combattere sono due giovani sciroccate che all'inizio non si conoscono nemmeno fra loro, e che non sembrano possedere eccezionali abilità. Una (Amy) lavora presso un bowling, l'altra (Raquel) è disoccupata, disadattata e seguita da uno psicologo che... è il capo stesso dei demoni, e ha delle mire su di lei. Questa la premessa di Crazyhead, una serie televisiva britannica che mescola humour nero, battute sceme e doppi sensi, situazioni paradossali e personaggi fuori di testa (alla Douglas Adams, per chi conosce la Guida Galattica) per creare una miscela ideale se si cerca un intrattenimento leggero.
In aiuto delle due donzelle intervengono vari spasimanti, fidanzati o aspiranti tali, amiche possedute dai demoni ma che ricompaiono dopo decesso ed esorcismi, ecc... mentre il capo-demone Callum è assistito da una squadra di collaboratori con vari gradi di incompetenza, tra cui Mercy, una demonessa che, avendo avuto la sfortuna di possedere una madre single, si ritrova anche un bambino di cui occuparsi.
Scettico all'inizio, ho finito per divorare questa breve serie distribuita da Netlifx (tanto per cambiare).
Curiosità: la trama mi ricorda abbastanza il mio Khaibit, solo che il libro da me autopubblicato non è comico, è... una cosa seria.
In aiuto delle due donzelle intervengono vari spasimanti, fidanzati o aspiranti tali, amiche possedute dai demoni ma che ricompaiono dopo decesso ed esorcismi, ecc... mentre il capo-demone Callum è assistito da una squadra di collaboratori con vari gradi di incompetenza, tra cui Mercy, una demonessa che, avendo avuto la sfortuna di possedere una madre single, si ritrova anche un bambino di cui occuparsi.
Scettico all'inizio, ho finito per divorare questa breve serie distribuita da Netlifx (tanto per cambiare).
Curiosità: la trama mi ricorda abbastanza il mio Khaibit, solo che il libro da me autopubblicato non è comico, è... una cosa seria.
lunedì 6 febbraio 2017
The Expanse
Una serie TV di fantascienza che, anni dopo Battlestar Galactica, prende e convince. Non sembra quasi vero. The Expanse, basata sui romanzi di James Corey (nome collettivo), è una narrazione corale che, in dieci puntate (prima serie, la seconda arriva adesso...), segue le vicende di un intrigo interplanetario talmente insidioso da rischiare la deflagrazione di un conflitto. Pregio e anche iniziale problema per chi deve affrontare questa serie è la vastità dei temi trattati e la relativa complessità della storia: avendo seguito i primi episodi senza regolarità, ammetto di avere fatto una certa fatica a inquadrare la vicenda, anche se non avevo dubbi sulla decisione di volerlo fare, fin dal primo episodio.
L'ambientazione di The Expanse è il sistema solare, con tre principali forze in gioco: i "Belters," ovvero gli abitanti della fascia degli asteroidi, Marte e la Terra.
Con la Terra che, a circa due secoli da oggi, resta il principale riferimento dell'umanità e gli altri a invidiarne l'habitat naturale. I Belters sono a corto di tutto, perfino dell'aria, e vivono in basi spaziali che hanno poco in materia di comfort; perfino il loro corpo si è modificato a causa della bassa gravità. Su Marte forse va un po' meglio (la storia non indugia ancora, ma offre qualche descrizione), comunque si tratta di un pianeta tutto da terraformare. Mentre i Belters sono un'accozzaglia di poveracci con uno strano slang e pericolose tendenze alla ribellione, i Marziani sono disciplinati e militaristi.
L'ambientazione di The Expanse è il sistema solare, con tre principali forze in gioco: i "Belters," ovvero gli abitanti della fascia degli asteroidi, Marte e la Terra.
Con la Terra che, a circa due secoli da oggi, resta il principale riferimento dell'umanità e gli altri a invidiarne l'habitat naturale. I Belters sono a corto di tutto, perfino dell'aria, e vivono in basi spaziali che hanno poco in materia di comfort; perfino il loro corpo si è modificato a causa della bassa gravità. Su Marte forse va un po' meglio (la storia non indugia ancora, ma offre qualche descrizione), comunque si tratta di un pianeta tutto da terraformare. Mentre i Belters sono un'accozzaglia di poveracci con uno strano slang e pericolose tendenze alla ribellione, i Marziani sono disciplinati e militaristi.
sabato 4 febbraio 2017
The Dice Man against Fight Club
[warning: there are SPOILERS here]
About Fight Club I made a discovery, if a discovery it really it is, by reading The Dice Man (by George Cockcroft). Probably only those who, like me, have read both The Dice Man that Fight Club by Chuck Palahniuk, can relate to this. There is a phrase that struck me in the Dice Man, when the main character, breaking the precautionary obligations which he should follow as a therapist, starts giving strange tasks to his own patients. At one point he tells bullies to provoke a fight with a weaker man, but with orders to lose. That's exactly, the order that Tyler Durden in Fight Club gives his loyalists, when he begins to form his strange army of followers. I've thought about that. Two books, both breaking usual patterns, where every page could be unpredictable... but was it just a similarity?