Nonostante la presenza di un nome di richiamo come Brad Pitt, questo World War Z è l'ennesimo film inutile sugli zombie. Beninteso, oggi come oggi è difficile ricucinare l'idea del film sui morti viventi in maniera interessante... qui però si è fatto di peggio, prendendo i diritti di un libro che aveva esplorato la tematica in maniera meno banale e debole del solito (libro omonimo del film, purtroppo non l'ho letto quindi devo fidarmi di opinioni raccolte in giro) e traendone una pellicola d'azione senza capo né coda.
La regia è di Marc Foster (Quantum of Solace). Il protagonista di grido è Brad Pitt nei panni di Gerry, un operativo delle Nazioni Unite, uno che è sempre stato là dove c'erano i guai più grossi. Da qualche tempo si è ritirato a vita più tranquilla con la moglie (interpretata da Mireille Enos) e le due figlie. Una bella mattina uno strano ingorgo blocca Gerry e famiglia in macchina. Una motocicletta della polizia passa e gli spacca lo specchietto, lui scende piuttosto innervosito per il fatto e si guarda intorno. C'è un totale blocco del traffico. Arriva un'altra moto della polizia (le moto sono gli unici veicoli che si possono muovere in quella situazione): il poliziotto invita Gerry a rimanere a bordo del veicolo, quando un grosso camion passa a tutta velocità e spazza via moto e poliziotto in un batter d'occhio. Insomma un film dove non ci si preoccupa nemmeno di essere coerenti con la scena che fanno vedere un secondo prima (l'ingorgo).
giovedì 27 giugno 2013
martedì 25 giugno 2013
Addio a Matheson
Così, per caso, la notizia della scomparsa di questo importante scrittore viene a coincidere con la pubblicazione nel mio blog, fissata con un anticipo di settimane, della recensione del suo libro forse più importante. Il 2013 è veramente un anno triste.
Io Sono Leggenda (il libro)
Io Sono Leggenda è forse il più celebre libro moderno in
cui viene ipotizzata una strage della razza umana su grandi proporzioni, e si
segnala per un approccio piuttosto realistico ai problemi sperimentati
dall’ultimo sopravvissuto nel suo tentativo di portare avanti una futile
esistenza.
Questa opera di Matheson (un grande scrittore della vecchia
scuola) è stata incredibilmente fortunata in quanto ha precorso sia, in qualche
modo, le moderne storie di zombi e, sia delle trame catastrofiste con pandemie
apocalittiche, due generi che per me sono fin troppo sfruttati ma che non
sembrano voler smettere di avere successo.
Dalle avventure del protagonista Robert Neville è
scaturita poi una serie di produzioni cinematografiche: quelle con i maggiori
richiami al libro sono nell’ordine Io Sono Leggenda con Will Smith, di pochi
anni fa, 1975: Occhi Bianchi sul Pianeta Terra (con Charlton Heston) degli anni
’70, e L’Ultimo Uomo della Terra con Vincent Price negli anni ’60, in
quest’ultimo la località deserta e piena di cadaveri è nientemeno che Roma; di
questi film ho già parlato qui. Anche il celebre film La Notte dei Morti Viventi di Romero, colonna portante
del genere zombie, ha dei riferimenti a Matheson.
Sui motivi del successo del libro si potrebbe discutere a
lungo, per me valgono le considerazioni, sia pur scontate, sull’ansietà
dell’uomo moderno che ha bisogno di proiettare da qualche parte i suoi terrori
per sfuggire all’impressione che l’esistenza a livello individuale e collettivo
sia sfuggita dal suo controllo. Non è da trascurare il fatto che il libro è degli
anni ’50 ovvero del periodo in cui, per la prima volta da sempre, tutti erano
al corrente della possibilità che le potenze dotate di armi atomiche
scatenassero una guerra apocalittica. Non ho elementi per dire che questo possa
aver influenzato la penna di Matheson, tuttavia potrebbe aver creato il clima
per il suo successo.
mercoledì 19 giugno 2013
Il Prezzo della Disuguaglianza
Dell'economia, la "scienza triste," quasi tutti se ne fregano, ed è motivo per cui chi ha interesse a fregare tutti ha una grande facilità a farlo. Ne parla Joseph Stiglitz, premio Nobel per l'Economia nel 2011, quindi uno che, se prende punti di vista progressisti, non lo fa semplicemente urlando qualche slogan o per presa di posizione.
Stiglitz si preoccupa di dimostrare come sia effettivamente vera la questione della società divisa in un 1% che ha tutto e in un 99% che non ha quasi niente. Intendiamoci, per molti aspetti questo Il Prezzo della Disuguaglianza non sarà una grande rivelazione per il lettore europeo un minimo informato sui fatti, che sbadiglierà pensando di sapere queste cose da un pezzo, sia che si tratti di un lettore di sinistra (che sarà per
la massima parte d'accordo) sia di destra. E' notevole però che, grazie a un'informazione manipolata e a una propria ignoranza di fondo, lo statunitense medio cominci solo ora a comprendere di essere in un sistema che non gli dà quelle grandi possibilità di cui si è sempre parlato riguardo all'America, e nemmeno delle grandi tutele. Di fatto, le "grandi opportunità" e la mobilità sociale sono diventate un sogno, addirittura si sta meglio in certe parti d'Europa, almeno finché il welfare non sarà smantellato anche lì (in Italia ci stiamo attrezzando).
Stiglitz si preoccupa di dimostrare come sia effettivamente vera la questione della società divisa in un 1% che ha tutto e in un 99% che non ha quasi niente. Intendiamoci, per molti aspetti questo Il Prezzo della Disuguaglianza non sarà una grande rivelazione per il lettore europeo un minimo informato sui fatti, che sbadiglierà pensando di sapere queste cose da un pezzo, sia che si tratti di un lettore di sinistra (che sarà per
la massima parte d'accordo) sia di destra. E' notevole però che, grazie a un'informazione manipolata e a una propria ignoranza di fondo, lo statunitense medio cominci solo ora a comprendere di essere in un sistema che non gli dà quelle grandi possibilità di cui si è sempre parlato riguardo all'America, e nemmeno delle grandi tutele. Di fatto, le "grandi opportunità" e la mobilità sociale sono diventate un sogno, addirittura si sta meglio in certe parti d'Europa, almeno finché il welfare non sarà smantellato anche lì (in Italia ci stiamo attrezzando).
venerdì 14 giugno 2013
I contenuti morali dei libri e dei film
Questo post trae lo spunto da una discussione avuta in rete ma non vuole essere una polemica contro nessuno. Lo questione è:
La narrativa deve o non deve avere una dimensione morale?
Risposta mia istintiva: "Boh? Morale? Che noia! No, non deve!"
Forse non è però sempre così.
Per quanto riguarda il fantasy ho sempre pensato (contrariamente a molti italiani che ne scrivono) che non debba esistere nessun obbligo a introdurvi dei significati culturali o morali elevati. E allargo la mia opinione tranquillamente a qualsiasi genere e anche alla narrativa mainstream: creare semplice intrattenimento senza alcuna pretesa di infilarci un discorso o una morale è una cosa giustissima e va perfettamente bene. Allargando il discorso ai film, per me la valutazione resta la stessa. Tra l'altro per via di certi interventi clericali (contro Harry Potter, il Signore degli Anelli, The Hobbit ecc...) sono sempre un po' allarmato quando uno comincia a dire che lo spettacolo debba sempre essere anche educativo. Sarebbe bello, invece, se le televisioni dovessero bilanciare i loro contenuti anziché correre dietro al minimo comune denominatore degli interessi del pubblico, ma qui sto divagando. Se si parla di una singola opera (libro o spettacolo per lo schermo) penso che non ci sia il dovere di farne qualcosa di educativo o morale.
Però ho sentito alcune valutazioni su certi capolavori odierni che vanno per la maggiore: un famoso filmone di vampiri e il più recente The Hunger Games. Io sono svantaggiato perché in entrambi i casi ho visto il film ma non ho letto il libro, comunque procediamo.
La narrativa deve o non deve avere una dimensione morale?
Risposta mia istintiva: "Boh? Morale? Che noia! No, non deve!"
Forse non è però sempre così.
Per quanto riguarda il fantasy ho sempre pensato (contrariamente a molti italiani che ne scrivono) che non debba esistere nessun obbligo a introdurvi dei significati culturali o morali elevati. E allargo la mia opinione tranquillamente a qualsiasi genere e anche alla narrativa mainstream: creare semplice intrattenimento senza alcuna pretesa di infilarci un discorso o una morale è una cosa giustissima e va perfettamente bene. Allargando il discorso ai film, per me la valutazione resta la stessa. Tra l'altro per via di certi interventi clericali (contro Harry Potter, il Signore degli Anelli, The Hobbit ecc...) sono sempre un po' allarmato quando uno comincia a dire che lo spettacolo debba sempre essere anche educativo. Sarebbe bello, invece, se le televisioni dovessero bilanciare i loro contenuti anziché correre dietro al minimo comune denominatore degli interessi del pubblico, ma qui sto divagando. Se si parla di una singola opera (libro o spettacolo per lo schermo) penso che non ci sia il dovere di farne qualcosa di educativo o morale.
Però ho sentito alcune valutazioni su certi capolavori odierni che vanno per la maggiore: un famoso filmone di vampiri e il più recente The Hunger Games. Io sono svantaggiato perché in entrambi i casi ho visto il film ma non ho letto il libro, comunque procediamo.
lunedì 10 giugno 2013
Il Sangue degli Elfi
Come ho scritto di recente, sono rimasto impressionato favorevolmente dal lavoro di Andrzej Sapkowski con le raccolte di racconti (Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino). Nel mentre che affrontavo questi lavori iniziavo anche la lettura del Sangue degli Elfi, primo romanzo di una serie che avrebbe raggiunto già cinque titoli (nella Wikipipedia in inglese c'è una breve bibliografia) di cui due tradotti in italiano (Il Sangue degli Elfi, appunto, e Il Tempo della Guerra).
La storia prende il via dall'invasione Nilgaardiana contro il regno di Cintra. La regina Calanthe, come si è già visto nei racconti, è stata sconfitta in una grande battaglia, assediata nel suo castello e alla fine costretta al suicidio per non essere catturata. Un crudele invasore devasta il territorio di Cintra, e questa volta non è una guera come le altre, in cui il contadino corre a nascondersi mentre passano le truppe e poi riprende la propria vita. E' arrivato un nemico che devasta tutto e uccide indiscriminatamente.
La storia prende il via dall'invasione Nilgaardiana contro il regno di Cintra. La regina Calanthe, come si è già visto nei racconti, è stata sconfitta in una grande battaglia, assediata nel suo castello e alla fine costretta al suicidio per non essere catturata. Un crudele invasore devasta il territorio di Cintra, e questa volta non è una guera come le altre, in cui il contadino corre a nascondersi mentre passano le truppe e poi riprende la propria vita. E' arrivato un nemico che devasta tutto e uccide indiscriminatamente.
domenica 9 giugno 2013
Segnalazione
Sulla pirateria, sulla condivisione dei file, e su chi ci perde e chi ci guadagna, è disponibile (per fortuna in italiano) questa intervista a Scott Turow, autore di diversi bestseller.
Quando punta il dito sui colossi della rete, che ci guadagnano senza commettere loro il reato, mi sa che non ha tutti i torti.
Quando punta il dito sui colossi della rete, che ci guadagnano senza commettere loro il reato, mi sa che non ha tutti i torti.
sabato 8 giugno 2013
Gruppo 42
A parte qualche racconto già in circolazione non esiste molto di mio in giro per la rete. Per rimediare in parte a questa mancanza ho partecipato, da esterno con uno spin-off, a un esperimento di scrittura collettiva che ha riscosso un discreto interesse in rete di recente: l'universo supereroistico di Due Minuti a Mezzanotte.
Parlo di spin-off perché ho ambientato in quell'universo un mio racconto anziché cercare di intervenire nella narrazione cooperativa. Ne ho parlato in un precedente post. Considero molto difficile "far funzionare" un lavoro del genere e tanto di cappello ad Alessandro Girola e soci per esserci riusciti, io non me la sono sentita di ficcarmici dentro e provare a scriverne un capitolo, ho preferito la maggior libertà di scrivere qualcosa di ispirato alla stessa ambientazione.
Dal momento che già in passato mi ero gingillato con l'idea di supereroi italiani, ho immaginato una eccezionale scoperta che consentì, durante la Seconda Guerra Mondiale, di creare un limitato numero di combattenti dai formidabili poteri mentali. Il risultato è il Gruppo 42, le cui avventure potete scaricare qui.
Parlo di spin-off perché ho ambientato in quell'universo un mio racconto anziché cercare di intervenire nella narrazione cooperativa. Ne ho parlato in un precedente post. Considero molto difficile "far funzionare" un lavoro del genere e tanto di cappello ad Alessandro Girola e soci per esserci riusciti, io non me la sono sentita di ficcarmici dentro e provare a scriverne un capitolo, ho preferito la maggior libertà di scrivere qualcosa di ispirato alla stessa ambientazione.
Dal momento che già in passato mi ero gingillato con l'idea di supereroi italiani, ho immaginato una eccezionale scoperta che consentì, durante la Seconda Guerra Mondiale, di creare un limitato numero di combattenti dai formidabili poteri mentali. Il risultato è il Gruppo 42, le cui avventure potete scaricare qui.
mercoledì 5 giugno 2013
I Racconti di Terramare
Sapevo già che Ursula LeGuin, autrice del ciclo di Terramare (Earthsea) non aveva particolarmente apprezzato la trasformazione in anime da parte del regista Goro Miyazaki. Ho voluto provare a vedere lo stesso questo film, per rendermi conto, e sono stato accontentato.
I Racconti di Terramare è realizzato dal figlio... meno famoso del celebre regista Hayao Miyazaki, e sicuramente non c'è la stessa mano. Si tratta di un cartone animato fondamentalmente adatto a giovani e giovanissimi, con alcune situazioni molto liberamente ispirate alla saga della LeGuin, e molto di caratteristico dei cartoni animati giapponesi. Compreso Arren, il protagonista ragazzotto che deve crescere, che viene ogni tanto colto da crisi di rabbia durante le quali ne compie di tutti i colori (comprese bazzecole tipo assassinare il proprio padre) e la convinzione di non poter mai fare niente di buono di se stesso.
Cattivi classici da contrapposizione manichea, grandi mazzate finali in cui il nostro rampollo abbandona le insicurezze e diventa eroe, nulla dello spirito del ciclo di Earthsea. Consiglio personale: se siete maggiorenni lasciate perdere.
I Racconti di Terramare è realizzato dal figlio... meno famoso del celebre regista Hayao Miyazaki, e sicuramente non c'è la stessa mano. Si tratta di un cartone animato fondamentalmente adatto a giovani e giovanissimi, con alcune situazioni molto liberamente ispirate alla saga della LeGuin, e molto di caratteristico dei cartoni animati giapponesi. Compreso Arren, il protagonista ragazzotto che deve crescere, che viene ogni tanto colto da crisi di rabbia durante le quali ne compie di tutti i colori (comprese bazzecole tipo assassinare il proprio padre) e la convinzione di non poter mai fare niente di buono di se stesso.
Cattivi classici da contrapposizione manichea, grandi mazzate finali in cui il nostro rampollo abbandona le insicurezze e diventa eroe, nulla dello spirito del ciclo di Earthsea. Consiglio personale: se siete maggiorenni lasciate perdere.
martedì 4 giugno 2013
Segnalazione per gli anglofoni
Un bell'articolo riguardo alla carriera e alla vita di Jack Vance, il grande scrittore scomparso. E' in inglese.
http://www.nytimes.com/2009/07/19/magazine/19Vance-t.html?_r=3&
http://www.nytimes.com/2009/07/19/magazine/19Vance-t.html?_r=3&
L'Ultima Battaglia
Un fumetto che ci porta ai tempi in cui l'antica Roma conquistava la Gallia. Autori Tito Faraci e Daniel Brereton (un italiano e uno statunitense) per una creazione che ha riscosso buon successo. L'Ultima Battaglia presenta personaggi che vivono scelte difficili: Caio Rodio, generale romano ritiratosi dall'esercito, si trova a dover fronteggiare un pericoloso comandante gallo, Cammio.
Con Cammio vi è un profondo rapporto per via del passato di Rodio. Ma la
richiesta viene da Cesare in persona e Rodio ritiene di non poter rifiutare, sebbene egli stesso come fautore della Repubblica sia un potenziale rivale di Cesare.
Siamo al momento decisivo della campagna: la battaglia di Alesia. Il capo della rivolta dei Galli, Vercingetorige è assediato nella città da Cesare, che si attende il contrattacco dei rivoltosi in soccorso al loro leader. Per prepararsi all'eventualità, ha disposto una doppia circonvallazione, come i bravi studenti di storia e di latino forse ricorderanno. In pratica i legionari dovranno tenere un doppio anello, fatto di palizzate e fortini, per respingere la sortita degli assediati dall'interno e l'attacco dei guerrieri che verranno da fuori.
Un compito difficile che sarà forse impossibile se l'assalto dall'esterno verrà guidato da un comandante in gamba. Per questo Cammio va eliminato. Riuscirà Rodio con i suoi fedelissimi compagni a compiere l'impresa?
L'uso del colore in questo fumetto (pardon! graphic novel) è quello che mi ha maggiormente attratto. Magari avrei gradito maggior precisione nei disegni e soprattutto nella fisionomia dei volti. Ad ogni modo è una lettura che scorre via rapida e piacevole.
Siamo al momento decisivo della campagna: la battaglia di Alesia. Il capo della rivolta dei Galli, Vercingetorige è assediato nella città da Cesare, che si attende il contrattacco dei rivoltosi in soccorso al loro leader. Per prepararsi all'eventualità, ha disposto una doppia circonvallazione, come i bravi studenti di storia e di latino forse ricorderanno. In pratica i legionari dovranno tenere un doppio anello, fatto di palizzate e fortini, per respingere la sortita degli assediati dall'interno e l'attacco dei guerrieri che verranno da fuori.
Un compito difficile che sarà forse impossibile se l'assalto dall'esterno verrà guidato da un comandante in gamba. Per questo Cammio va eliminato. Riuscirà Rodio con i suoi fedelissimi compagni a compiere l'impresa?
L'uso del colore in questo fumetto (pardon! graphic novel) è quello che mi ha maggiormente attratto. Magari avrei gradito maggior precisione nei disegni e soprattutto nella fisionomia dei volti. Ad ogni modo è una lettura che scorre via rapida e piacevole.