Apprezzo i film imperniati sulla vita delle stelle della musica: un paio (The Doors, Sid & Nancy) mi sono piaciuti moltissimo. In questo caso, è il film ad avermi fatto conoscere un gruppo di cui non sapevo un gran che. Parlo di The Runaways, del 2010, titolo che in italiano suona un po' come "le scappate di casa." Il film ha la singolare caratteristica di riunire due attrici che sono, o sono state, idoli dei ragazzini, e che a me stanno piuttosto antipatiche: parlo di Kristen Stewart e Dakota Fanning. Non hanno bisogno di presentazioni. La regista è un'italiana (che però vive in Canada fin da tenera età): Floria Sigismondi. Ha diretto soprattutto video musicali, ma anche qualche film oltre a questo, e un episodio della serie TV American Gods.
Ovviamente, essendo un film basato su fatti veri, le anticipazioni sono tali solo per chi non conosce la storia di questo gruppo; qui la riassumo per sommi capi. Le Runaways sono state messe insieme da un impresario un po' squinternato e un po' furbacchione, tale Kim Fowley, che nel film è interpretato da Michael Shannon (visto in vari film tra cui 8 Mile, Revolutionary Road).
Fowley vuole sfondare scioccando il pubblico, vuole lanciare un gruppo tutto femminile per sfruttare il richiamo sessuale, proporre musica e concerti con un forte accento sulla provocazione, sul titillare le emozioni del pubblico. Vi ricordate Non è la Rai e Gianni Boncompagni? Peggio, molto peggio, ma in versione rock. Raduna quindi un gruppo di ragazze giovanissime, tra cui la minorenne Cherie Currie (la Fanning nel film), che ha dei seri problemi familiari, e una chitarrista decisa a sfondare, Joan Jett (la Stewart).
Con questa formula Fowley riesce ad avere successo e il gruppo di ragazzine di belle speranze si ritrova improvvisamente nell'atmosfera eccitante e ricca di eccessi del rock anni '70, tra tour all'estero, abbuffate di droga e di sesso, e via dicendo. Ne nascono però contrasti e crisi, con Fowley che non paga il dovuto compenso alle ragazze del gruppo, e Joan che vorrebbe tutte le componenti sullo stesso piano, ma vede invece una politica di marketing programmata da Fowley per lanciare la cantante Cherie come unica stella sexy. Cherie non è abbastanza furba e si fa manipolare, alla fine non riesce a gestire la situazione, va in crisi ed esce dal gruppo, che continuerà per un po' senza di lei. Come presumibilmente sapete già, Joan Jett è poi diventata una stella di prima grandezza del rock, un'altra componente della band, Lita Ford, ha avuto un discreto successo come solista, mentre di Cherie Currie non si è più saputo un gran che. Per completezza: la batterista è deceduta a causa di un tumore, e la bassista è diventata... un avvocato. Ma il "dopo" ha una parte minore nel film, e comunque è il "dopo" di Cherie e di Joan.
Ascesa e caduta, temi classici dei film di questo genere. Apprezzo la produzione e la regia per aver creato in maniera credibile l'atmosfera anni '70 che permea The Runaways, ma ci sono alcuni problemi. Innanzitutto, sebbene alla base del film ci sia un libro di Cherie Currie, pare che Joan Jett abbia avuto un'influenza sproporzionata sulla ricostruzione della storia. Per cui in primo luogo il film parla dell'amicizia fra lei e Cherie, mentre le altre stanno in secondo piano, e parecchio. Inoltre, di questo punto di vista fa le spese Lita Ford (interpretata da Scout Taylor-Compton), descritta come una persona litigiosa e intrattabile.
In secondo luogo non viene affatto raccontato il fatto che Fowley, il manager, abusò di una delle ragazze, e così come la cosa venne "spazzata sotto il tappeto" ai tempi, nonostante tutti sapessero tutto, anche nel film non salta fuori.
The Runaways non ebbe grande successo, sia per problemi di distribuzione, sia perché l'argomento era troppo remoto per interessare i seguaci delle due attrici principali, la cui notorietà era legata a cose tipo i vampiri sberluccicanti. Senza ritenerlo un capolavoro, posso comunque dire che l'ho trovato godibile; lo consiglio agli appassionati del genere.
Foto da Wikipedia
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