Questo Birth/Rebirth, del 2023, è un film horror dove, anziché terrorizzare lo spettatore con qualche minaccia, lo si immerge in un'atmosfera malsana, non priva di immagini ospedaliere inquietanti, imperniata sul dubbio riguardo a quali barriere etiche si possano superare quando c'è in ballo qualcosa di importante. La produzione è USA. Ne parliamo ora anticipando la trama, ma solo quel tanto che basta per capire di cosa si tratta.
Per Celia, infermiera in un reparto di maternità, la cosa importante è la vita di sua figlia. Per la patologa Rose è il risultato di una vita di esperimenti con un obiettivo al limite dell'impossibile: resuscitare i morti. I destini delle due donne si incrociano quando Lila, la figlia di Celia, si ammala e muore nel giro di un giorno per una meningite fulminante.
Rose s'impadronisce prontamente del cadavere per i propri esperimenti e se lo porta via. Creando un apparente equivoco logistico, fa credere che la piccola Lila sia altrove... ma ovviamente Celia non accetta che in ospedale non si trovi più il corpo di sua figlia, e non ci mette molto a sospettare la dottoressa.
Finisce così che fa irruzione a casa di Rose e scopre che Lila è lì, attaccata a una macchina. Non del tutto viva e cosciente, ma nemmeno morta. Tra le due donne s'instaura un'immediata alleanza perché l'esperimento vada a buon fine, anche se non si sa se la bambina potrà recuperare la precedente personalità.
Però bisogna raccogliere materiale biologico per alimentare la "resurrezione" di Lila. La dottoressa usa il proprio corpo per produrre il tessuto fetale necessario: si mette incinta, abortisce, e ottiene ciò che le serve. Ma ad un certo punto si dovrà ricorrere a donatori involontari, sottoponendoli a procedure mediche a loro insaputa. Sarà possibile riportare veramente in vita la bambina? E quali rischi dovranno correre Celia e Rose? Chi ne farà le spese? La regista Laura Moss, che debutta con questo film, non dà alcun giudizio, lasciando lo spettatore sospeso tra una inevitabile (almeno per me) simpatia per le protagoniste e gli argomenti razionali che portano sempre più a condannare l'esperimento. Ma al di là dei problemi etici... durante il film quello che avviene sembra (quasi tutto) ovvio, comprensibile, come se fosse chiaro che non esiste alternativa, che è la cosa che qualsiasi essere umano farebbe. Questa la mia sensazione.
Per quanto riguarda il cast: Marin Ireland interpreta Rose, riuscendo a impersonare un donna apparentemente fredda, solitaria e calcolatrice. L'ho già vista in Hell or High Water, The Irishman, The Umbrella Academy. Judy Reyes, di origini dominicane, interpreta la passionale e compassionevole Celia. Vista in Smile e The Circle.
Film inquietante, da vedere.
Non ho trovato il film così univoco. Cioè, è vero che non da giudizi ma non mi è parso che vendesse le scelte delle protagoniste come le uniche possibili, tant'è vero che le connotazioni amorale/morale delle due cambiano con l'evolversi della trama. Comunque è un'opera interessantissima e angosciante.
RispondiEliminaDirei più che altro che le cose sono semplicemente mostrate allo spettatore, non c'è un giudizio, e lo spettatore è come se fosse invitato a formarsi il proprio. Per me personalmente (ma ovviamente un altro può vederla diversamente) sembra tutto consequenziale. E che, tu non faresti la stessa cosa? mi domandavo guardando il film. Ma in effetti non è sempre così, andando avanti la vicenda cambia ed è chiaro (SPOILER, SPOILER !!!) che dopo la fine della "prima reincarnazione" con la morte della piccola, la cosa scivola un po' in un accanimento malsano. Anche perché (altro SPOILER!) a questo punto pur di continuare Celia ammazza una persona. E questo ovviamente, pur essendo mostrato senza giudizio nel film, non può lasciare indifferenti.
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