In questa situazione non idilliaca Sara vive in solitudine, anzi peggio, in continua oppressione familiare. Uno dei pochi svaghi della ragazza consiste nell'andare in piscina a nuotare per sfuggire al caldo, e lo fa durante l'orario del dopopranzo per evitare di essere vista in costume da bagno.
Precauzione saggia: ci sono tre ragazze che quando capita la riprendono e postano foto e video di lei sui social, con epiteti quali cicciona di merda. Un bel giorno però le tre "mean girls" sorprendono Sara mentre è in acqua, le rubano i vestiti, cercano di catturarla con un retino in testa e quasi la affogano. Mentre fugge verso casa vestita del solo costume, la protagonista si accorge però che un estraneo è capitato sulla scena e ha rapito le tre bulle.
La sua reazione sarà di non denunciare l'accaduto e in seguito di negare di essere andata in piscina. E in questa occasione vedremo come la comunità del piccolo paese reagisce di fronte alla scomparsa delle tre ragazze (nonché dell'uccisione del bagnino e della barista della piscina). Un giovane poliziotto che ha notato una incongruenza nell'atteggiamento di Sara viene zittito dal capo, che guarda caso è il padre. Un ragazzo innocente viene sospettato perché ha una cattiva fama. La madre di Sara litiga con la madre di una delle bulle per difendere l'onore familiare, ora che sa degli insulti verso la figlia, ma il suo atteggiamento verso Sara non migliora.
Nonostante sia riuscita a recuperare la propria roba e il telefono (sarebbe difficile spiegarne la mancanza senza collegarsi alla sparizione delle tre bulle) la ragazza si trova in una situazione insostenibile. E l'assassino sa tutto, anzi si instaura una specie di collaborazione fra i due. Non mancherà lo splatter, in questo Piggy, e diverse vite sono destinate a finire male. O malissimo. Consiglio di andare a vederlo, magari in un cinema decente (io sono stato costretto ad andare in una sala lontana da casa mia, con scarsa aria condizionata, in un orario impossibile).
(E adesso iniziano le anticipazioni. Se dovete ancora guardare il film, fuggite!)
Il serial killer comincia a provare qualcosa di simile all'affetto verso Sara. E dovrà collaborare con lei in alcune occasioni. Certo, le massacra anche i genitori, ma questo a Sara va bene, purché venga risparmiato il fratellino; e infatti il killer lo risparmia.
Sembra quindi che Sara, disprezzata da tutti, stringa un patto con questo assassino. Viste le premesse la cosa non mi sembra affatto illogica.
L'uomo cerca di portare Sara nel proprio mondo. Delle tre bulle due sono ancora vive, legate; lui mette a Sara il coltello in mano e vuole che sia lei ad ucciderle. Ma la ragazza a questo punto si ribella e riesce a uccidere lui. Poi sembra che voglia eliminare le due prigioniere col fucile del killer, il che ha poco senso, dopo aver eliminato l'uomo. E infatti è un inganno della regista (Carlota Pereda): Sara usa i proiettili per tagliare le corde e liberare le due. E tornando al villaggio tutta insanguinata, Sara incontra il ragazzo che era stato accusato di aver commesso i crimini. Sara chiede aiuto, lui la fa salire sulla moto, e mentre riparte dice "ora è tutto finito." Finito cosa, visto che non sa cosa sia successo? Boh. Il film termina in maniera incompleta e confusa, a mio parere.
Dopo aver lasciato uccidere i genitori Sara affronta il killer, e lo uccide, per salvare le sue tormentatrici. Perché? E perché, dopo aver inizialmente accettato di andar via con lui, cambia opinione al momento di uccidere di persona, quando è già corresponsabile di altre morti?
A mio parere sarebbe stato meglio approfondire il rapporto tra Sara e l'assassino. E motivare quello che succede.
Avrei capito di più un finale con loro che vanno via assieme, o Sara che elimina lui, ma diventa un'assassina a sua volta.
Giudizio finale: Piggy riesce a usare i temi dell'horror per parlare di un tema difficile (il bullismo verso chi non sta dentro i canoni accettati dell'aspetto fisico) ma senza cadere nella predica; nel finale però questo film non riesce a sviluppare pienamente le premesse.
A mio avviso, i finali che hai scritto tu (e che avrei scritto anche io) erano troppo legati alla visione di Sara come "mostro". Alla fine del film ti senti da schifo anche solo per averlo pensato e questo secondo me era l'obiettivo della regista, farti ragionare su come siamo guidati da un pregiudizio di cui magari non ci rendiamo nemmeno conto. Questa, ovviamente, è solo una mia idea, eh!
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RispondiEliminaIo non vedo la protagonista come mostro, comunque (se mai vittima di tante situazioni)... in ogni caso c'è da capire il perché quelle cose che vediamo succedono. E qui non ci siamo molto.
Lo sfogo aggressivo verso la madre che la tratta come una minorata fa capire che Sara voglia decidere della sua vita senza farsi più condizionare, finalmente.
Ma il finale in cui Sara fa una cosa "buona" salvando le due str**e superstiti viene dopo che ha assistito senza alcuna reazione all'uccisione della madre (e, poteva ben presumere, anche del padre, che con tutti i suoi difetti non era così negativo nei suoi confronti).
A quel punto Sara aveva fatto una scelta, ha anche seguito con apparente acquiescenza e collaborazione l'assassino. Manca una spiegazione del perché le cose cambino nel finale. C'è anche la frase assurda del ragazzo in moto quando accompagna Sara al villaggio, a farmi pensare che il finale sia piuttosto incerto o mal sceneggiato.
Sara ha comunque commesso, o lasciato fare cose tremende. Non si torna indietro così facilmente.