Una serie TV adattamento di un videogioco? Certo, perché no. The Last of Us prende la classica apocalisse zombie apportando qualche cambiamento, a volte ben riuscito e a volte no. Quanto la serie sia influenzata dal gioco non saprei (non ci ho giocato), di sicuro i produttori hanno puntato su una storia ben definita (che potrebbe avere conclusione soddisfacente anche alla prima serie, anche se c'è già la seconda in preparazione) e su un certo approfondimento dei personaggi, dei loro affetti e delle loro scelte etiche. A mio parere la voglia di mettere troppa carne al fuoco, condensando eventi che sono, immagino, ben spessi nella trama del gioco, in nove episodi sullo schermo, può aver creato qualche problema. Ne parleremo dopo.
Partiamo dall'inizio: The Last of Us è un'ucronia perché immagina che l'apocalisse prenda il via nel 2003 ai tempi della presidenza USA di Bush figlio: questa volta a scatenare il disastro è un fungo, il Cordyceps. Una specie (anzi, famiglia di specie) che si segnala per la capacità di infettare le formiche e altri insetti e trasformarle in "zombie," inducendo certi comportamenti che sono favorevoli al parassita uccidendo o svantaggiando l'organismo ospite. Certamente un caso di parassitismo particolarmente inquietante, bella idea. Ma , alla fine, la serie ci dà qualcosa di non molto diverso dai soliti zombie che aggrediscono e mordono. I morsi degli infetti portano il contagio nel giro di minuti o ore, e non sono le spore a trasmettere la malattia.
La serie ci offre una quantità di flashback e ricordi che tornano agli eventi della crisi inziale e ad altri eventi del passato, mentre l'arco temporale in cui si svolge la storia è riferito all'anno 2023. Una scelta che permette di mostrare alcuni aspetti interessanti di un mondo post apocalittico. Il mondo è andato a rotoli, ma non del tutto, per quanto sia difficile accedere a veicoli funzionanti, medicine, radio, carburante e via dicendo (però le munizioni non mancano. Sarà una forzatura?). I ragazzi vivono in un mondo povero sapendo che non sempre è stato così. Sanno che certe cose (gli aerei, ad esempio) sono esistite, ma non le vedono mai, e nella serie molti oggetti "moderni" (ad esempio le musicassette, che in effetti non si usano più nel mondo reale) sono assai desiderati.
Negli USA abbiamo un potere dominante, la FEDRA, che cerca di imporre le proprie regole ed eliminare gli infetti, e un contropotere, le Luci (sarebbe in realtà lucciole). La FEDRA è emanazione del governo federale (quel che ne resta) tuttavia non sembra essere veramente centralizzata a livello nazionale; agisce con il pugno di ferro e viene definita da molti come un'accozzaglia di "stronzi fascisti". Quelli delle Luci non sembrano però essere molto più virtuosi.
La trama vede una coppia di contrabbandieri un po' opportunisti, Joel e Tess, rispondere a una richiesta da parte delle Luci per scortare Ellie, una ragazzina, a una certa destinazione. I due sono interpretati dall'ormai famoso Pedro Pascal (da me visto in Narcos, e purtroppo in Wonder Woman 1984) e da Anna Torv (Mindhunter). Nella parte della classica ragazzina rompiscatole (ma non antipatica per fortuna) abbiamo Bella Ramsey (ha lavorato in Game of Thrones, serie che non ho visto). Alla sceneggiatura e regia l'uomo più in vista mi pare Craig Martin, che ha creato la serie Chernobyl.
Questa stagione della serie quindi ci propone di seguire un piccolo gruppo di persone in una missione avente uno scopo ben preciso, che non si limita alla sopravvivenza ma, come in tanti spettacoli del genere, riguarda la ricerca di una soluzione alla pandemia (qui non ho anticipato un gran che, è una informazione che arriva presto). La narrazione si prende delle ampie pause per indagare in vicende di altri personaggi o storie del passato, tra queste la tragica fine della figlia di Joel ai primi giorni dell'epidemia. Lui è diventato un uomo duro e dalla moralità discutibile, e non ha alcun sentimento verso Ellie. Tuttavia le cose potrebbero cambiare...
Anticiperò ora molto di più per discutere i pro e contro della serie, quindi non continuate se non volete gli "spoiler".
The Last of Us per molti si segnala grazie alla buona recitazione e alla introspezione nel carattere dei protagonisti... ma le cose stanno davvero così? Qualche volta sì, qualche volta no.
Il personaggio di Joel non ci dà molte sorprese quando scopriamo che ha compiuto cose molto discutibili in gioventù, anche se non ci si sofferma mai troppo su questi dettagli. La sua partner, Tess, a sua volta non è senza peccato ma si tratta di un personaggio appena abbozzato, perché al secondo episodio muore, facendosi però promettere da Joel che completerà la missione. Come prevedibile lui inizia a sviluppare un certo sentimento paterno verso la ragazzina, ma a un certo punto avrà degli attacchi di panico, per via dell'accumularsi di difficili esperienze. Per questo motivo, avendo raggiunto il proprio fratello in una comunità pacifica, sta per lasciare a lui il compito di scortare Ellie per l'ultima parte del viaggio, con grande disappunto di quest'ultima, che è sempre stata abbandonata da tutti. E ora anche da Joel.
Però Joel non lo farà, cambierà idea e anzi sarà estremamente determinato a portare a termine il viaggio. E questo è credibile, per carità. L'idea di scantonare il pericolo con una mossa da paraculo (se mi passate il termine) lo mette a confronto coi suoi sentimenti, e cambia idea all'ultimo momento, perché ha recuperato in Ellie l'affetto per la figlia perduta venti anni prima. Meno credibile il fatto che Joel diventi da quel momento in poi una specie di Rambo. Altro che crisi di panico! Mentre prima, salvo trovarsi in posizione per qualche motivo avvantaggiata, Joel non si era dimostrato affatto un guerriero invincibile, negli ultimi episodi farà una piccola strage in una comunità di cannibali e una vera e propria ecatombe in una base delle Luci, perché alla fine del viaggio scopre che, per scoprire la cura contro il fungo, Ellie dovrebbe essere sacrificata. Praticamente Joel affronta un reparto di soldati ben armati, e ammazza tutti, liberando la ragazza e fuggendo con lei.
Altre scene poco credibili... Dopo che Ellie ottiene della penicillina dalla suddetta comunità di cannibali, con un paio di iniezioni Joel passa da moribondo a feroce guerriero in grado di massacrare i nemici che gli danno la caccia. Mi sembra anche molto accelerata la rivelazione sulla comunità di cannibali (la maggior parte dei quali inconsapevoli) e sulla perversa natura del suo leader. Che mi sembra troppo diabolico nel suo essere riuscito a ingannare sempre i suoi seguaci, troppo poco credibile nel suo goffo tentativo di sedurre Ellie promettendo una posizione di leadership. In questi episodi mi sembra si sia voluto comprimere e condensare le trame per rispettare dei limiti di tempo o di budget.
Quindi The Last of Us è una fregatura? Non arrivo a sostenere una tesi del genere, l'ho trovata godibile e certamente è meglio di The Walking Dead, ma non mi pare il capolavoro decantato da alcuni. In alcuni momenti i personaggi vengono modificati a piacere per le esigenze di una certa scena, o si sfida la credibilità degli eventi e la coerenza interna, e questo è sempre un grosso difetto.
Nota: la foto dell'insetto con il fungo che cresce dal suo cadavere è tratta da Wikipedia.
Con storie tratte da videogiochi spesso finisce così. Tra quelle che ho visto, penso che solo Silent Hill sia stato qualcosa all'altezza dell'originale.
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RispondiEliminaGià. Mi immagino, nella scena dell'ospedale [SPOILER] il giocatore che si muove col punto di vista di Joel, vedi le sue braccia, il fucile ecc. clicchi sul pulsante, e vedi gli uomini delle Luci ammazzati uno per uno come nel classico spara spara. In un altro episodio c'è anche una specie di "mostro di fine livello," una specie di gigante mezzo fungo e mezzo uomo. Che ci vuoi fare?
La serie ha cercato di espunti di originalità, ma immagino che certe soddisfazioni al pubblico videoludico le dovessero dare.