Hyeronimus Bosch è un pittore che probabilmente ha stuzzicato l'interesse della maggior parte degli appassionati del fantastico, pur avendo vissuto a cavallo tra il '400 e '500. Questo per il suo sfrenato immaginario fantastico e allegorico. La mostra attualmente aperta a Milano pone l'accento sul fatto che è esistito un altro rinascimento: meno spinto al recupero dello stile classico e dell'armonia delle forme, e più aperto al macabro, al fantastico e all'onirico.
Bosch ha avuto un grande successo ai suoi tempi e, come la mostra ci documenta, una innegabile influenza su altri artisti come Bruegel il Vecchio, ma anche su diversi italiani; tanto che elementi "allo stile di Bosch" o direttamente presi a prestito da lui compaiono frequentemente nell'opera di autori di gran parte d'Europa per un lungo periodo.
Bosch ha creato, o a sua volta raccolto e riutilizzato, tutto un bestiario di esseri buffi o mostruosi che compaiono ad affollare le sue opere, nonché creato scene con paesaggi evocativi e stranissimi, soffuse talvolta di ironia o elementi folkloristici. Ci sono, immancabilmente, allegorie religiose in quello che vediamo, ma anche un gusto per il fantastico in sé. In mancanza di scritti da parte sua, o di testimonianze, non abbiamo comunque una visione di quella che era la sua personale prospettiva sull'arte che creava.
Per noi, secoli dopo, l'arte di Bosch è misteriosa, talvolta insondabile, e non riusciamo a darne facili interpretazioni.
Invito tutti quelli che abitino a Milano e dintorni a visitare questa (affollata) mostra, aperta fino al 12 marzo.
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