Un film che, a ben pensarci, ben si adatta alla fantasia di Guillermo del Toro, il poliedrico regista e produttore messicano. Pinocchio è un personaggio fantasy ben conosciuto, forse il solo davvero famoso che tragga origine dall'Italia moderna, e ha dei lati drammatici e oscuri che Del Toro ha saputo enfatizzare. Inoltre spostando un po' l'ambientazione il regista ha potuto collocare il film nell'Italia fascista e quindi inserirvi le tematiche di critica al totalitarismo che gli sono care, anche se qui non mi sembra che abbia calcato particolarmente la mano, pur facendosi beffe di Mussolini in una scena satirica e mettendo il podestà del villaggio tra i "cattivi" della storia.
Una cosa che non mi era chiara quando ho cominciato a guardare il film è che si trattasse di animazione a passo uno (stop motion). In alcuni momenti è evidente, per via del modo di muoversi delle immagini in questo tipo di animazione, in altri m'era parso di avere a che fare con della banale computer grafica.
Il documentario relativo al film toglie ogni dubbio: ogni volta che è stato possibile, è stato fatto uso dell'animazione a passo uno, il che è un gesto d'amore da parte di Del Toro. La storia è un adattamento abbastanza vago del testo dell'autore di Pinocchio Carlo Collodi. Sopravvive il grillo parlante, con la voce di Ewan McGregor. Il gatto e la volpe si trasformano nel Conte Volpe, che ha una scimmia come assistente, di nome Spazzatura (cui dà la voce niente meno che Cate Blanchett). Mangiafuoco purtroppo diventa un personaggio secondario, appena accennato.
La fata turchina, una creatura piuttosto bizzarra nel film, con la voce di Tilda Swinton, ha dato vita al burattino di legno, ma non lo ha reso umano e gli errori che Pinocchio commette fanno disperare Mastro Geppetto. La Morte (sempre con la voce di Tilda Swinton) spiega a Pinocchio che non può morire, ogni volta che sarà ucciso tornerà indietro, cosa che non dispiacerebbe al burattino ma lo condannerà a perdere i suoi cari, col tempo. Questo stato di cose potrà cambiare?
Attraverso mille disavventure, compreso l'incontro con un gigantesco mostro marino che da solo vale il film, Mastro Geppetto e Pinocchio impareranno ad amarsi "così come sono," rinunciando alle aspettative reciproche.
Il tutto si trova su Netflix.
L'ho adorato dall'inizio alla fine. Doveva arrivare del Toro per dare, finalmente, una rilettura fresca e "magica" ad una storia che anni di belinate Disney avevano privato di ogni significato.
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RispondiEliminaPinocchio non sarà mai il mio personaggio preferito, sarà che me lo hanno letto in classe alle elementari, non mi dice molto.
Però questo è un bel film, e amo molto questo tipo di animazioni. Alcuni personaggi (il mostro marino, la Morte...) sono fatti veramente bene, e anche i paesaggi. C'è del bello in questo film.