giovedì 19 luglio 2018

Sta cambiando il mondo?


Ciascuno di noi, se avesse provato a fare una riflessione sui tempi che stiamo vivendo, fino a poco fa avrebbe potuto dire che di grande mutamento politico nelle nostre vite ce n'era stato uno solo: la caduta del principale paese comunista, l'URSS, e la crisi della nuova Russia. A cui sono seguite parecchie altre novità, ma fino a poco tempo fa l'assetto sembrava sostanzialmente immutato: gli USA a capo del mondo occidentale, e comunque in grado di punire severamente chiunque sgarrasse troppo in qualsiasi punto del mondo; l'estremo oriente in perenne boom economico e tecnologico pur restando sempre in una posizione subalterna. Infine l'Europa con le sue politiche farraginose e la sua irrilevanza politica.


Improvvisamente nel giro di pochi anni stanno accadendo delle cose radicalmente nuove, che sembrano presagio di nuovi assetti mondiali. Da una parte sembra addirittura che possa saltare l'Unione Europea, ultimamente trasformatasi da fratellanza di popoli (insomma...) in una specie di gabbia di matti, con competizione feroce per l'economia più efficiente, e annientamento per gli sconfitti.
E nel frattempo sembrano scivolare nell'irrilevanza i partiti di sinistra (quanto meno in Italia), come i sindacati.


Dall'altra parte (dell'Atlantico) va al potere un personaggio improbabile come Donald Trump, con le sue sparate estreme e le minacce lanciate con indifferenza verso tutto e tutti. A mio parere non è andato al potere per caso, come una specie di pazzoide votato non si sa perché: è uno che rappresenta certi interessi e strategie. Il Presidente degli USA del resto non è mai un condottiero che decide tutto da solo, anche se ha una certa autonomia: è sempre al centro di scelte collegiali di vaste lobby politiche. Altrimenti non si spiegherebbe perché al governo degli USA si siano susseguiti negli ultimi tempi un ex ubriacone ignorante come George W. Bush, condottiero di guerre sciagurate, un intellettualoide come Barack Obama, che ha tentato di lanciare una nuova politica estera "smart" combinando un disastro dopo l'altro, e un arrogante palazzinaro come l'attuale presidente. Il presidente conta fino a un certo punto.

Cosa sta succedendo, allora? Senza essere in realtà molto originale, credo che ci troviamo nel bel mezzo di una crisi molto forte del mondo occidentale, squassato da certe proprie scelte suicide e dall'emergere di una nuova grande potenza, che ovviamente è la Cina. L'assetto che credevamo scontato e sostanzialmente immutabile, quello del libero mercato che più libero non si può,  e dell'America che stende una benevola copertura verso tutti (tutti quelli che non la minacciano), è stato conveniente per un certo periodo, ora non più.


Per chi era conveniente? Per gli USA, che al termine dell'ultimo conflitto mondiale si batterono per la libera circolazione delle merci e lo sviluppo di tutto il pianeta, chiamando "libertà" una serie di cambiamenti che facevano loro comodo. In primo luogo, l'unico gigante economico erano loro, nessuno e niente li minacciava veramente salvo l'URSS (peraltro ininfluente economicamente). In secondo luogo schierarsi per questa linea apparentemente apolitica permetteva loro di presentarsi con un volto amico verso tutti i popoli che si affacciavano sulla scena internazionale con nuove prospettive e una indipendenza nuova di zecca. In terzo luogo scavava la terra sotto i piedi agli imperi europei, in primis Francia e Gran Bretagna, in teoria vincitori della Seconda Guerra Mondiale, in realtà i più grandi sconfitti (Italia, Germania e Giappone avevano scatenato il gran casino per contestare la propria subalternità e se l'erano vista riconfermata, Britannici e Transalpini avevano lottato per restare i padroni di tutti i posti al sole e ora pur avendo vinto il conflitto scoprivano con orrore la propria nuova, inattesa subalternità).

Sotto l'ombra della Pax Americana hanno prosperato in tanti, perfino gli Europei, ora protettorato militare USA ben contento di esserlo, una volta digerita la realtà di aver perso ogni centralità nel mondo; salvo un mugugno ogni tanto. Hanno prosperato i Giapponesi, che hanno costruito il loro piccolo impero tecnologico, e similmente i Coreani (del sud). E i Cinesi, ammessi nel gran bazar mondiale del libero mercato nonostante delle vistosissime pecche (il continuo furto della proprietà intellettuale, il non concedere all'imprenditore straniero quelle libertà che loro si prendono in casa altrui, ecc...). Ovviamente i grandi vincitori di quest'epoca sono i tecnocrati della rete, i mogul della finanza, in genere il capitalismo apolide della globalizzazione. Se i Cinesi non offrivano reciprocità nei rapporti commerciali, se gli Europei non pagavano per la propria sicurezza, la leadership USA per molto tempo poteva permettersi di lasciare correre, e certamente non erano problemi per gli interessi finanziari ed economici.

Adesso è evidente che questa forma di capitalismo funziona solo per alcuni; ma per molti, per la maggioranza, non funziona affatto. Per i cittadini USA, che per parecchio tempo avevano creduto che un facile benessere fosse loro garantito, non funziona affatto: mantenere l'impero è enormemente costoso, e le formule del libero mercato oggi vanno a vantaggio di pochissimi, mentre nonostante le spese militari ci sono nuove potenze che sfidano gli USA con arroganza. A meno di una nuova fase di paradisiaca ripresa economica (non vedo come possa succedere) la rabbia dei delusi continuerà a montare, e i primi risultati si vedono già.

Adesso, quindi, è l'ora della reazione: protezionismo economico USA per avere almeno dei vantaggi a breve termine; paesi che scappano dall'Unione Europea, paesi che vorrebbero scapparne se potessero, governi che non vogliono più immigrati. In parte certe mosse a sorpresa di Trump sono evidentemente esagerate, come ad esempio quando adombrò che gli USA si sarebbero sbarazzati della NATO. Trump vuole in realtà soltanto che gli Europei paghino il conto continuando a non contare un accidente, se mi si permette il gioco di parole. Se si ritirasse unilateralmente dalla NATO il presidente dai capelli arancioni risparmierebbe un sacco di denaro per gli USA ma sosterrebbe una perdita di potere (andando gli Europei per i fatti loro o addirittura alleandosi con la Russia...) che al momento attuale non può permettersi.


Fonte: Economist

E nel frattempo vecchi nemici come la Russia, seppur sfiatati, rialzano la cresta... e la Cina si propone come nuova potenza, conquista l'Africa con un colonialismo strisciante (ma, va detto, meno arrogante di quello europeo dei tempi che furono). Una catena di isole, un po' già contese in passato, un po' sconosciute, un po' inventate con colate di cemento su qualche scoglio, disegna come una lunga collana nel mare il confine di una enorme zona marittima su cui la Cina vuole esercitare il totale sfruttamento economico (e i paesi vicini reagiscono timidamente, non sapendo se e come gli USA li appoggerebbero in questa disputa).

Inoltre, usando una specie di controllo orwelliano e ipertecnologico delle persone, delle aziende e delle loro opinioni, i Cinesi stanno influenzando anche il modo di rapportarsi verso di loro nei paesi stranieri (vedere questo articolo in inglese per ulteriori chiarimenti). Insomma, con buona pace di quanti ci dicevano anni fa che il capitalismo avrebbe senz'altro portato la Cina alla democrazia, sembra che sia la democrazia ad essere in cattiva salute, oggi come oggi. E la sfida cinese non è mai espressa chiaramente, ma è molto dura: o sei con me, o sei contro di me. Ma il loro modello si adatta a questo mondo globalizzato meglio di quello americano.


Una frase detta riguardo alle misure di Trump nelle varie dispute sui dazi commerciali mi ha fatto riflettere: è già troppo tardi per questa battaglia. Può darsi che abbiano ragione. Con i Cinesi che detengono una ingente quota del debito pubblico USA, e che hanno scalato sempre più posizioni di potere e influenza mentre Bush figlio e Obama facevano sanguinose fesserie in Medio Oriente o cercavano di mettere la Russia contro il muro (senza che ce ne fosse tutto quel gran bisogno, e  regalando un alleato alla Cina...). Ora, se l'occidente volesse fermare l'espansionismo cinese, non so quanto sia possibile farlo senza arrivare veramente ai ferri corti, perché dal punto di vista economico, dazio o non dazio, sembra una guerra già mezza persa.

Al di là delle banali (e secondo me stupide) accuse di fascismo che vengono riversate un po' su tutto e tutti, dai "Brexiters" ai vincitori delle elezioni italiane, a Trump eccetera, la mia impressione è che certe libertà globali di circolazione, di commercio ecc... non sembrano più convenire alle comunità nazionali dei paesi di questo occidente in crisi. I magnati che controllano la maggior parte dei mezzi di comunicazione non possono nasconderlo (e non hanno saputo offrire soluzioni). Questo, forse, spiega il successo che oggi stanno cogliendo personaggi magari anche sconcertanti.

Comunque sì, probabilmente siamo a un momento di svolta, di portata storica: dubito che tra qualche anno tornerà tutto come prima, e credo che avremo presto un mondo molto meno "user-friendly:" meno frontiere aperte, forse meno valute comuni, forse più pregiudizi contro chi non è nato a Km 0, meno ricchezza, più spese per le armi, più paranoia per la sicurezza. E forse qualche guerra, ma nell'era della bomba atomica gli scontri diretti sono improbabili.

Consiglio di leggere anche:
il mio commento sulla Breve Storia del Futuro di Attali.
il mio commento su La Scomparsa della Sinistra in Europa



7 commenti:

  1. Un futuro fatto di muri e di diffidenza: questo per me è quello che ci aspetta. Un futuro di piombo.
    Non so a cosa ti riferisci di preciso con le accuse di fascismo ai vincitori (che non sono stati poi vincitori, ma è un dettaglio tecnico che i più hanno già dimenticato) delle elezioni italiane, ma nonostante quello che tanti dicono, il fascismo sta tornando in Italia e non sono cose campate in aria. Purtroppo mi è capitato di sentire diverse volte discorsi tipo "Ora che è al governo Salvini, noi fascisti torneremo al potere". Qualcuno potrà dire che sono i deliri di pochi, ma si comincia sempre dal piccolo.

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  2. Proprio perché il potere lo hanno Di Maio e Salvini, l'Italia non prenderà quella strada.

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  3. Già, il problema però è che c'è gente che pensa che così avverrà: come reagirà quando scopriranno la realtà? Visti l'isteria e gli estremismi che si stanno raggiungendo, la cosa fa preoccupare. Perché è vero che i governanti possono essere dei poco di buono, ma se la gente non li segue, non se ne fa nulla. I guai cominciano quando la gente non pensa e segue idee deviate e purtroppo c'è chi cavalca queste idee per ottenere il suo tornaconto.

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  4. Le manovre sguaiate del governo nascono dal malumore di tantissima gente che si è stancata di politiche senza senso portate avanti nel passato. Dall'Europa si è ottenuto poco o niente, ma almeno l'ammissione che "l'Italia è stata lasciata sola" sul problema dell'immigrazione via mare, per esempio... da qui ad avere un aiuto concreto da Strasburgo ce ne corre ancora un bel pezzo ovviamente. E ancora più ovviamente, la maggior parte dell'immigrazione avviene via terra, se c'è ancora qualcuno che vuole stabilirsi in un paese conciato come il nostro.

    Certo, se non stanno molto attenti gli attuali conduttori della baracca rischiano di provocare una catastrofe, soprattutto se cercheranno di mantenere certe promesse economiche fatte quando stavano all'opposizione, ignorando lo scarso spazio di manovra che oggi ha disponibile l'Italia.

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  5. Appunto, le promesse. In questo, chiunque è bravo, ma alla resa dei conti? Il rischio è che, se non si riuscirà in quanto detto, il clima diventi ancora più aspro e la rabbia salga ancora di più.
    Non siamo messi bene in Italia, ma anche all'estero le cose non vanno bene: quello che vedo è che non si sa bene dove andare e non sapendolo, si alzano i toni per non far vedere questa mancanza di chiarezza.

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  6. La mia impressione è che si stia andando incontro a un mondo molto più duro e severo (il fascismo è comunque una ideologia con certe connotazioni, è differente). Forse sta davvero finendo un'epoca in cui ci si è potuti permettere molte libertà ed è stato facile e diffuso (da noi fino a un certo punto, lo so) il benessere.

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  7. Lo temo anch'io. La gente s'illude di tornare a qualche anno fa, quando ci si lamentava ma in fondo le cose non andavano malaccio; quando capirà davvero che questo non sarà possibile, s'incattivirà ancora di più. Vedremo quale sarà la reazione (per alcuni è un'esagerazione, ma forse una guerra civile non è qualcosa di così campato in aria, a me che la gente non si sia così assoggettata che ci troveremo davanti a un nuovo tipo di schiavitù).

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