The Neon Demon è un inquietante film horror diretto da Nicolas Winding Refn (danese a me ignoto) e di produzione euro-statunitense. Dico subito che ha un inizio un po' tedioso e scontato, varie parti che si trascinano con dialoghi lenti in stile "film serio all'europea," e che non è andato un gran che bene al botteghino. Tuttavia questa pellicola ha saputo prendermi soprattutto con la parte centrale e il finale, quindi non posso che fare, tutto sommato, i miei complimenti al regista. Forse sono un po' meno da apprezzare gli sceneggiatori (un trio di cui comunque Refn fa parte) per la partenza scialba di questo film dove una ragazzina in fuga arriva a Los Angeles dalla provincia USA con la speranza di fare la modella. Quante volte ho già visto questa storia, una decina? Il regista "lo ha fatto apposta" per mostrare l'evoluzione della protagonista ma lo stratagemma per me non funziona.
La ragazza è Jesse (ovvero Elle Fanning, giovanissima ma con una carriera già corposa alle spalle) accompagnata e tutelata, inizialmente, da un giovanotto che è anche quello che le ha fatto il provino fotografico. Questo ragazzo, Dean (Karl Glusman, vedi foto), tutela Jesse da un insidioso manager del motel dove la ragazza ha trovato una sistemazione (il manager è un Keanu Reeves con barba); lui vorrebbe affermarsi come fotografo ma vedremo presto che "non ha la stoffa" per frequentare l'ambiente cui invece aspira la ragazza.
lunedì 28 novembre 2016
giovedì 24 novembre 2016
La Ballata di Beta-2
Di Samuel Delany so poco, salvo che è uno scrittore nero che ebbe successo in un'epoca assai favorevole per la fantascienza (anni '60). La Ballata di Beta-2 è un romanzo breve che vide la luce in quel periodo e fu candidato al premio Nebula: l'argomento è uno di quelli che mi affascinano, una lunghissima missione per colonizzare un mondo lontano. Una spedizione di diverse astronavi, "navi generazionali," dove i viaggiatori che pilotano e fanno funzionare le navi spaziali vivono e muoiono in un viaggio destinato a durare molto di più delle loro vite, e una "sala nascite" mette al mondo passeggeri più giovani perché il viaggio prosegua.
Ovviamente, niente va come avrebbe dovuto andare.
Pretesto per raccontare la storia è un lavoro di ricerca assegnato a uno studente, che avrebbe voluto fare qualcosa di più interessante e invece è inviato dal suo docente a studiare quel popolo di derelitti che è arrivato a destinazione quando c'era già una colonia umana ad attenderlo... già, perché mentre le astronavi generazionali viaggiavano, un nuovo sistema di propulsione (di cui in realtà Delany ci dice poco) ha permesso di spostarsi molto velocemente, e le mete raggiungibili in secoli sono diventate estremamente più accessibili.
Ovviamente, niente va come avrebbe dovuto andare.
Pretesto per raccontare la storia è un lavoro di ricerca assegnato a uno studente, che avrebbe voluto fare qualcosa di più interessante e invece è inviato dal suo docente a studiare quel popolo di derelitti che è arrivato a destinazione quando c'era già una colonia umana ad attenderlo... già, perché mentre le astronavi generazionali viaggiavano, un nuovo sistema di propulsione (di cui in realtà Delany ci dice poco) ha permesso di spostarsi molto velocemente, e le mete raggiungibili in secoli sono diventate estremamente più accessibili.
domenica 20 novembre 2016
Ekhö Monde Miroir: Hollywood Boulevard
Alla terza puntata, la coppia Arleston e Barbucci ci propone le avventure della bella Fourmille Gratule a Hollywood, patria del mondo dello spettacolo. In Ekhö Monde Miroir: Hollywood Boulevard andremo quindi a conoscere gli eventi che si verificano, in questo mondo alternativo, nella vita di una grande diva, e ovviamente quale diva è più grande di Norma Jean, ovvero Marilyn Monroe? La storia dell'attrice si incrocia con quella di Fourmille quando la nostra protagonista, con il fidato Yuri, si reca a Hollywood per farle firmare un contratto, impresa per nulla semplice poiché, ovviamente, Norma-Marilyn è desiderata da tutti i produttori.
Ovviamente, come nella realtà, la diva muore e Fourmille dovrà anche stavolta scoprire cosa è successo.
Ci sono alcune rivelazioni e un paio di cose non scontate all'inizio, tuttavia la storia procede secondo binari che già conosciamo. Fourmille si reca per un motivo o per l'altro in una grande città; c'è un omicidio e un "cadavere eccellente." Lo spirito del defunto (o della defunta) trova ospitalità temporanea nel corpo della nostra protagonista che, a volte agendo secondo la propria volontà, a volte guidata dalla vittima, svolge l'investigazione. Ovviamente ci sono bei disegni e bellissimi scenari ma, poiché con questo terzo volume termino di leggere quelli che avevo comprato inizialmente, e poiché a livello di trama questo Ekhö "mondo specchio" non sembra voler creare molto più di così, non penso che continuerò ulteriormente questa serie.
Ovviamente, come nella realtà, la diva muore e Fourmille dovrà anche stavolta scoprire cosa è successo.
Ci sono alcune rivelazioni e un paio di cose non scontate all'inizio, tuttavia la storia procede secondo binari che già conosciamo. Fourmille si reca per un motivo o per l'altro in una grande città; c'è un omicidio e un "cadavere eccellente." Lo spirito del defunto (o della defunta) trova ospitalità temporanea nel corpo della nostra protagonista che, a volte agendo secondo la propria volontà, a volte guidata dalla vittima, svolge l'investigazione. Ovviamente ci sono bei disegni e bellissimi scenari ma, poiché con questo terzo volume termino di leggere quelli che avevo comprato inizialmente, e poiché a livello di trama questo Ekhö "mondo specchio" non sembra voler creare molto più di così, non penso che continuerò ulteriormente questa serie.
giovedì 17 novembre 2016
Brak: the Sorceress
Quando mi sono interessato a John Jakes e al suo guerriero Brak, oltre a over comprato il suo primo libro ho preso anche questo Brak: the Sorceress, dando per scontato che avrei gradito un po' di barbarie e mazzate, se scritte bene. Così mi sono trovato a leggere uan storia, piuttosto breve, che non si distaccava molto da quelle del primo volume. Brak è ancora in viaggio verso sud, verso il mitico Khurdisan, dove non si sa bene cosa debba trovare di bello (in pratica non lo sa nemmeno lui). E i suoi nemici, tutto sommato, sono sempre gli stessi.
Questa volta il viaggio viene interrotto dall'incontro con una specie di anacoreta (appartenente alla religione pseudo cristiana già presentataci in passato) e poi dal salvataggio di una ragazza, cui segue la cattura da parte di una crudele strega (vedi il titolo) ovvero Nordica Fire-Hair.
Brak rischierà stavolta di finire vittima di un sacrificio umano; ovviamente fuggirà, se la vedrà con diversi nemici e con un mostro decisamente impressionante. Ma la situazione in cui è capitato non è quella che sembra inizialmente. Peccato che se il protagonista fa un po' fatica a ricomporre i pezzi del puzzle, il lettore capisca tutto subito. La donna malvagia che fronteggia il barbaro è in realtà posseduta dallo spirito di Ariane, figlia di Septegundus, discepolo di Yob-Haggoth, la divinità malvagia. Septegundus (e famiglia, a quanto pare) gliel'hanno giurata al barbaro e continuano a mettergli i bastoni fra le ruote. Vinceranno? Ovviamente no, tutto è rimandato a un'altra puntata.
Devo dire che, per quanto esista decisamente di peggio, questa seconda lettura di John Jakes mi ha piuttosto annoiato. In effetti era superflua e, sebbene il libro sia breve, in qualche momento mi sono un po' trascinato a fatica. Terribili i momenti in cui Brak si deve cimentare in qualche prestazione di forza e resistenza fisica: dita che si aggrappano al ciglio del burrone, sudore, muscoli che si tendono, scivolamenti che rischiano di essere fatali, pesi da sopportare, fatiche bestiali varie, tutto un armamentario descrittivo che ritorna varie volte nell'armamentario di Jakes e che mi fa venire voglia di saltare un paio di pagine. Tanto, dopo un po' di sbattimenti, sappiamo che il barbaro ce la farà.
Allo stesso modo, i nemici di Brak non mostrano niente di imprevedibile o di originale, cosa che invece a volte in Conan avviene. Pertanto confermo la mia impressione: Brak è proprio il Conan di serie B.
venerdì 11 novembre 2016
Capelli Arancioni alla Casa Bianca
Non me lo aspettavo. Avevo una pulce nell'orecchio (e lo avevo scritto in un precedente post) perché la Clinton mi sembrava fin troppo artificiale, odiosa e in-votabile, ma i dati erano di gran lunga a suo favore (per quanto i sondaggi siano sempre una approssimazione e quindi sia inutile stare a macerarsi il cervello sul "perché le proiezioni hanno fallito"). E quando me ne sono andato a dormire era in vantaggio lei e il capo della campagna elettorale di Trump stava dicendo che solo un miracolo poteva cambiare le cose. Il resto è storia... mi sono svegliato in un mondo che si chiedeva come mai uno zotico come Donald Trump abbia vinto. Per inciso, ha vinto prendendo qualche voto in meno della sua rivale, ma, con il sistema USA dei "grandi elettori" da conquistare stato per stato, questo è successo anche altre volte.
Non mi straccio le vesti, anche se questo signore mi sia parecchio antipatico per certe sue propensioni politiche e per una serie di somiglianze inquietanti con un personaggio di casa nostra che conoscete tutti. Dal momento che quello che sarebbe stato il mio "candidato statunitense ideale" era già stato impallinato dai giochi di potere del partito, con annessi trucchetti sleali contro di lui (parlo di Bernie Sanders), mi concedo magari un pizzico di schadenfreude(*) riguardo alla sconfitta di quella babbiona di Hillary Clinton e della sua politica, e dei democratici USA in generale.
Non mi straccio le vesti, anche se questo signore mi sia parecchio antipatico per certe sue propensioni politiche e per una serie di somiglianze inquietanti con un personaggio di casa nostra che conoscete tutti. Dal momento che quello che sarebbe stato il mio "candidato statunitense ideale" era già stato impallinato dai giochi di potere del partito, con annessi trucchetti sleali contro di lui (parlo di Bernie Sanders), mi concedo magari un pizzico di schadenfreude(*) riguardo alla sconfitta di quella babbiona di Hillary Clinton e della sua politica, e dei democratici USA in generale.
martedì 8 novembre 2016
Nostra Signora delle Tenebre
Non mi metto a fare un excursus sulla storia dell'Urban Fantasy perché... poco me ne cale di farlo. Se pensate però che sia faccenda di vampiri, lupi mannari e ragazzine vi sbagliate, perché nel genere si sono cimentati anche colossi come Fritz Leiber, autore di Nostra Signora delle Tenebre, libro che ho avuto il piacere di leggere in italiano nella versione della cara vecchia fantacollana Nord (non ho idea se qualcun altro si sia cimentato nella traduzione di questo libro). Il libro è degli anni '70 e per molti aspetti si sente (psicanalisi, elementi junghiani), è complesso e pieno di riferimenti, e certamente non una lettura semplicissima; il protagonista, uno scrittore che cerca di tornare a lavorare dopo un periodo di crisi, ha certamente un riferimento autobiografico per l'autore.
Quello che è strano di questo libro è che il "nemico" o il "mostro" non si vede quasi. Se vi aspettate draghi a spasso per la metropoli non li vedrete: tutto quello che il protagonista scorge, un giorno in cui guarda fuori dalla finestra a San Francisco, è una sagoma lontana che sembra intenta in una strana danza o rituale su una collina vicina, peraltro in pieno giorno e a due passi dai simboli della modernità, come ad esempio una torre televisiva.
Quello che è strano di questo libro è che il "nemico" o il "mostro" non si vede quasi. Se vi aspettate draghi a spasso per la metropoli non li vedrete: tutto quello che il protagonista scorge, un giorno in cui guarda fuori dalla finestra a San Francisco, è una sagoma lontana che sembra intenta in una strana danza o rituale su una collina vicina, peraltro in pieno giorno e a due passi dai simboli della modernità, come ad esempio una torre televisiva.
mercoledì 2 novembre 2016
Black Mirror
Improvvisamente, Netflix comincia a dirmi un po' dappertutto (ok, non esageriamo, c'è la pubblicità su Facebook) che devo vedere Black Mirror (serie prodotta da Charlie Brooker, un veterano della TV britannica), e sento dei commenti estasiati riguardo alla terza stagione. Dal momento che sono uno che cerca di fare le cose con ordine, ho cominciato dalla prima, che è di diversi anni fa, ma poi non ho resistito alla curiosità e sono passato alla terza, quella commissionata da Netflix, per vedere un po' di cosa si tratta.
Come contenuti potremmo dire che, spesso e volentieri, si tratta di fantascienza, anche se parliamo più spesso che no di innovazioni che sono appena dietro l'angolo. L'approccio è sempre orientato sull'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite (o avranno), sebbene come serie TV questa sia un po' un salto nel passato, perché è fatta di episodi a sé stanti con un tema comune (senza quindi il "meta-plot" che accompagna un cast più o meno costante di personaggi lungo tutta la storia).
Come contenuti potremmo dire che, spesso e volentieri, si tratta di fantascienza, anche se parliamo più spesso che no di innovazioni che sono appena dietro l'angolo. L'approccio è sempre orientato sull'impatto che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite (o avranno), sebbene come serie TV questa sia un po' un salto nel passato, perché è fatta di episodi a sé stanti con un tema comune (senza quindi il "meta-plot" che accompagna un cast più o meno costante di personaggi lungo tutta la storia).