Questo è un libro più complesso, meno ridanciano, per nulla improntato all'avventura, insomma del tutto diverso dagli altri che ho letto di Roger Zelazny, salvo per una certa introspezione psicologica che lo pervade, ma qui non ci sono protagonisti divini oppure onnipotenti, abbiamo soltanto un personaggio che, per via del ruolo nel lavoro che svolge, può "giocare" a fare il dio in ambienti molto limitati, e infatti dà lo spunto per il titolo: Signore dei Sogni.
Il titolo si riferisce a Render, uno psicanalista che si serve di un potente apparato, il ricetrasmettitore neurale, per creare mondi fantastici dove i pazienti possano agire le proprie nevrosi, in modo da dar modo a lui, come terapeuta, di affrontarle in questi ambienti che manipola a piacere, portando quindi il paziente ad abbandonarle e a dirigersi verso la guarigione. Il lavoro di Render s'intende essere molto specializzato e ottima fonte di guadagni, nonché certamente una base possente per costruire il prestigio sociale e la propria immagine di sé. Questo perché del protagonista vedremo molto spesso la capacità di agire "in controllo della situazione," da perfetto individualista che pure in mezzo agli altri tende a manovrare le cose in modo che si svolgano per il meglio dal suo punto di vista, molto di meno una reale capacità di interagire con le altre persone.
martedì 26 aprile 2016
sabato 23 aprile 2016
I talenti che se ne vanno
Le litanie e pianti greci che sui social seguono la dipartita di un personaggio celebre mi hanno un po' stancato, per cui se non devo dire qualcosa di particolare non dico niente, ma bisogna riconoscere che il 2016 sta veramente facendo strage di artisti famosi...
mercoledì 20 aprile 2016
Un Ricordo Troppo Lontano
Non è che capiti spesso... ho composto il testo per una canzone. L'autore è l'amico Simone (questo il suo blog), che suona anche la chitarra, le tastiere e (grazie al sintetizzatore elettronico) la batteria, oltre a cantare: insomma una specie di one-man-band. Il suo primo (credo) prodotto in vendita è un mini-album, sempre che in epoca digitale la definizione abbia ancora significato: lo trovate qui a un prezzo decisamente contenuto; è possibile ascoltare una breve anteprima di ciascun pezzo. La canzone per cui ho scritto le parole è Un Ricordo Troppo Lontano (si può anche acquistare separatamente per meno di un euro), è dedicata alla prima guerra mondiale, che si svolgeva cento anni or sono, e in particolar modo a quelli che sono caduti durante il conflitto, di cui ho scritto qualcosa in un articolo precedente di questo blog.
Per quanto riguarda la musica non ho molto da dire nel senso che me ne intendo poco e quindi poco posso dire, salvo che trovo più familiare lo stile "cantautore" che quello "cantante pop" per cui avevo immaginato una cosa più minimale dal punto di vista della musica. Peraltro occuparmi della musica non era compito mio.
Per quanto riguarda la musica non ho molto da dire nel senso che me ne intendo poco e quindi poco posso dire, salvo che trovo più familiare lo stile "cantautore" che quello "cantante pop" per cui avevo immaginato una cosa più minimale dal punto di vista della musica. Peraltro occuparmi della musica non era compito mio.
lunedì 18 aprile 2016
Io, Nomikos, l'Immortale
Questo nuovo incontro con Roger Zelazny non è stato altrettanto fortunato rispetto a quello con Signore della Luce, che ho letto di recente. Io, l'Immortale (oppure Io, Nomikos, l'Immortale, a seconda dell'edizione che leggete) è un libro più breve, se vogliamo molto più semplice, ma che ci mette un po' a ingranare, e senza la stessa capacità di trascinare il lettore. non sto dicendo comunque che sia un brutto libro, solo non regge il confronto con il precedente.
L'elemento in comune con Signore della Luce, e in effetti con parecchia della produzione di Zelazny, è la presenza di individui speciali, con poteri o capacità tecniche che li elevano molto al di sopra dei comuni mortali (sebbene questa volta la questione sia più sfumata, ma il protagonista è comunque una specie di essere leggendario e immortale), e il ritorno o la rinascita del mito, della leggenda, della creatura fantastica a fianco dell'invenzione tecnologica o della macchina. La Terra sfregiata dalla guerra atomica, e il mondo mutante che ha preso piede quasi dappertutto, salvo alcune località costiere e alcune isole, porta a un mondo di creature talvolta deformi e immonde, quasi sempre pericolose, ma che richiamano talvolta le forme dei mostri e delle creature mitologiche dell'antichità (abbiamo dei satiri in questo libro, per esempio, o meglio qualsiasi cosa siano, Zelazny li chiama satiri). A queste tematiche misteriose l'autore come al solito accoppia una vena ironica e una concreta semplicità nel descrivere le cose, e i modi di fare di protagonisti che, a qualsiasi mondo tecnologico o magico appartengano, qualsiasi maschera utilizzino per muoversi tra i comuni mortali, non dimenticano di usare sempre una buona dose di pragmatismo e senso pratico.
L'elemento in comune con Signore della Luce, e in effetti con parecchia della produzione di Zelazny, è la presenza di individui speciali, con poteri o capacità tecniche che li elevano molto al di sopra dei comuni mortali (sebbene questa volta la questione sia più sfumata, ma il protagonista è comunque una specie di essere leggendario e immortale), e il ritorno o la rinascita del mito, della leggenda, della creatura fantastica a fianco dell'invenzione tecnologica o della macchina. La Terra sfregiata dalla guerra atomica, e il mondo mutante che ha preso piede quasi dappertutto, salvo alcune località costiere e alcune isole, porta a un mondo di creature talvolta deformi e immonde, quasi sempre pericolose, ma che richiamano talvolta le forme dei mostri e delle creature mitologiche dell'antichità (abbiamo dei satiri in questo libro, per esempio, o meglio qualsiasi cosa siano, Zelazny li chiama satiri). A queste tematiche misteriose l'autore come al solito accoppia una vena ironica e una concreta semplicità nel descrivere le cose, e i modi di fare di protagonisti che, a qualsiasi mondo tecnologico o magico appartengano, qualsiasi maschera utilizzino per muoversi tra i comuni mortali, non dimenticano di usare sempre una buona dose di pragmatismo e senso pratico.
venerdì 15 aprile 2016
Canone Rai, tutto da rifare?
Mentre mi stavo interessando per la presentazione dell'esenzione al canone RAI, salta fuori la notizia della bocciatura da parte del Consiglio di Stato. A quanto pare "manca una precisa definizione" di cosa è un televisore... manca anche il formale via libera del ministero dell'Economia. Insomma si finisce in pagliacciata prima ancora di cominciare.
Sembra che ci sarà una proroga dei termini per dichiarare di essere esenti dal pagamento. Be', io questa tassa non la voglio pagare e con tutto il casino che sta nascendo intorno a questo problema, comunque non demordo.
Sembra che ci sarà una proroga dei termini per dichiarare di essere esenti dal pagamento. Be', io questa tassa non la voglio pagare e con tutto il casino che sta nascendo intorno a questo problema, comunque non demordo.
mercoledì 13 aprile 2016
On Killing
Questo libro richiama gli argomenti di On Combat, di cui ho parlato qualche tempo fa. In effetti è stato scritto prima. Il titolo è On Killing e l'autore uno dei due che hanno scritto On Combat, Dave Grossman, e mentre ci sono in embrione tutti gli argomenti di cui il secondo libro parla, si concentra più sul fatto base dell'uccidere, com'è, come ci si riesce, quali sono i pensieri che si accompagnano all'azione e le conseguenze. Una questione piuttosto delicata perché, se è vero che ci sono ancora, pure in Italia, dei posti e delle situazioni dove è molto naturale "doversi battere" ed eventualmente farlo fino alle estreme conseguenze, la maggior parte della gente che è in grado di tenere in mano un libro e leggerlo è molto lontana da esigenze di questo tipo: ne siamo rimossi psicologicmanete e culturalmente.
D'altra parte, esiste una reticenza naturale, un istinto animale che spinge a non fare del male al proprio simile. E anche una tendenza a non prendere per buone le pretese dei comandanti militari che ti dicono di fare una cosa o l'altra. E così, prendendo il via dagli studi di un ufficiale statunitense, S.L.A. Marshall (le lettere stanno per Samuel Lyman Atwood), Grossman ci rivela che i soldati hanno sempre, in buona parte, evitato di ammazzare altri uomini, se potevano evitarlo. Gli studi di Marshall hanno rivelato che durante la Seconda Guerra Mondiale solo il 15 o 20 per cento dei soldati cercava di uccidere dei nemici. Si parla qui del soldato di fanteria col fucile in mano, che a quanto pare è spesso passivo, anche quando in pericolo di essere a sua volta ucciso. L'equipaggio di un bombardiere o quello di un carro armato esegue generalmente i propri compiti, le armi pesanti (cannoni) e le armi di squadra (mitragliatrici) di solito sparano, ma il soldato da solo con la sua arma individuale, a quanto sembra, spesso si limitava a sparare in aria o non sparava per niente, a meno che non ci fosse nelle vicinanze un ufficiale che lo esortava e controllava.
D'altra parte, esiste una reticenza naturale, un istinto animale che spinge a non fare del male al proprio simile. E anche una tendenza a non prendere per buone le pretese dei comandanti militari che ti dicono di fare una cosa o l'altra. E così, prendendo il via dagli studi di un ufficiale statunitense, S.L.A. Marshall (le lettere stanno per Samuel Lyman Atwood), Grossman ci rivela che i soldati hanno sempre, in buona parte, evitato di ammazzare altri uomini, se potevano evitarlo. Gli studi di Marshall hanno rivelato che durante la Seconda Guerra Mondiale solo il 15 o 20 per cento dei soldati cercava di uccidere dei nemici. Si parla qui del soldato di fanteria col fucile in mano, che a quanto pare è spesso passivo, anche quando in pericolo di essere a sua volta ucciso. L'equipaggio di un bombardiere o quello di un carro armato esegue generalmente i propri compiti, le armi pesanti (cannoni) e le armi di squadra (mitragliatrici) di solito sparano, ma il soldato da solo con la sua arma individuale, a quanto sembra, spesso si limitava a sparare in aria o non sparava per niente, a meno che non ci fosse nelle vicinanze un ufficiale che lo esortava e controllava.
mercoledì 6 aprile 2016
Signore della Luce
Ce n'è voluto, per convincermi a leggere questo libro, per quanto fossi sicuro che fosse molto bello. Alla fine mi sono stancato di rimandare, e mi sono gustato questo Signore della Luce scritto oltre 40 anni fa da Roger Zelazny (e vincitore del Premio Hugo).
Zelazny, scrittore affascinato da temi quali la vita eterna e i poteri che possono rendere un uomo quasi divino, ha scritto in questa occasione un libro con una spiegazione fantascientifica alla base, che echeggia nei comportamenti dei personaggi, e un sapore estremamente fantasy nello svolgimento e nelle immagini che evoca. I principali protagonisti della storia sono i primi colonizzatori di un pianeta dove hanno trovato varie culture e creature ostili, tra cui temibili esseri con una predisposizione a manipolare l'energia, che chiameranno demoni; questi primi uomini sono riusciti a imporsi sull'ambiente e a perfezionare un sistema per trasferire la loro mente a dei corpi ospite, in modo da portare la loro personalità, la loro esperienza e anche certi poteri acquisiti con la tecnologia da una incarnazione all'altra, diventando praticamente delle divinità immortali. Fin dall'inizio del libro scopriremo che è possibile, per uno almeno di questi super-uomini, esistere anche senza essere incorporato. Questi uomini-dei possono inoltre decidere di cambiare sesso semplicemente cambiando corpo ospite.
Zelazny, scrittore affascinato da temi quali la vita eterna e i poteri che possono rendere un uomo quasi divino, ha scritto in questa occasione un libro con una spiegazione fantascientifica alla base, che echeggia nei comportamenti dei personaggi, e un sapore estremamente fantasy nello svolgimento e nelle immagini che evoca. I principali protagonisti della storia sono i primi colonizzatori di un pianeta dove hanno trovato varie culture e creature ostili, tra cui temibili esseri con una predisposizione a manipolare l'energia, che chiameranno demoni; questi primi uomini sono riusciti a imporsi sull'ambiente e a perfezionare un sistema per trasferire la loro mente a dei corpi ospite, in modo da portare la loro personalità, la loro esperienza e anche certi poteri acquisiti con la tecnologia da una incarnazione all'altra, diventando praticamente delle divinità immortali. Fin dall'inizio del libro scopriremo che è possibile, per uno almeno di questi super-uomini, esistere anche senza essere incorporato. Questi uomini-dei possono inoltre decidere di cambiare sesso semplicemente cambiando corpo ospite.