venerdì 29 agosto 2014
È venuto a mancare Gianfranco Viviani
Il fondatore dell'Editrice Nord (e in tempi più recenti socio fondatore della Delos Books) è venuto a mancare ieri. Con Gianfranco Viviani scompare una vera colonna portante del fantastico in Italia. Inutile aggiungere altro.
giovedì 28 agosto 2014
Underworld ricomincia da capo
Mostruosa notizia (da verificare: questo è comunque il link, in inglese): la serie di Underworld, che con molto sacrificio recensii negli anni su queste pagine, potrebbe ripartire da zero. Ci metteranno ancora Kate Beckinsale? Non so, e non so neanche se ce la farei a rivedermeli tutti nella nuova versione.
mercoledì 27 agosto 2014
Le Origini della Notte
Andrea Micalone, scrittore e studente universitario in quel degli Abruzzi, mi ha sottoposto il primo volume della sua saga fantasy, Le Origini della Notte (la serie ha titolo Il Tramonto della Luna). Nella pagina di Smashwords dedicata al libro sono menzionate le precedenti pubblicazioni dell'autore. Come spesso mi capita quando si parla di autori fantasy italiani, ero assai titubante ad accettare di scrivere una recensione, temendo di perdere tempo con un autore troppo acerbo.
Non è stato esattamente così, anche se si è rivelata una lettura a momenti piuttosto pesante. Micalone non segue certo le regole che vengono suggerite nei manuali e cede spesso alla voglia di esporre la sua ambientazione, il che ci porta a qualche infodump; ha una prosa scorrevole che permette un'agevole e veloce lettura ma servirebbe qualche appiglio stilistico in più per calamitare veramente l'attenzione. E soprattutto, e qui ognuno ha i suoi gusti ma io sono rimasto abbastanza deluso, usa parecchi elementi triti e ritriti del fantasy tolkieniano e delle storie col ragazzino che deve salvare il mondo.
Non è stato esattamente così, anche se si è rivelata una lettura a momenti piuttosto pesante. Micalone non segue certo le regole che vengono suggerite nei manuali e cede spesso alla voglia di esporre la sua ambientazione, il che ci porta a qualche infodump; ha una prosa scorrevole che permette un'agevole e veloce lettura ma servirebbe qualche appiglio stilistico in più per calamitare veramente l'attenzione. E soprattutto, e qui ognuno ha i suoi gusti ma io sono rimasto abbastanza deluso, usa parecchi elementi triti e ritriti del fantasy tolkieniano e delle storie col ragazzino che deve salvare il mondo.
lunedì 25 agosto 2014
Il seguito di Sin City fa flop?
Apertura debolissima (il link porta a un sito in inglese) nei cinema USA per Sin City: A Dame to Kill For ovvero il seguito del primo Sin City , trasposizione dei fumetti di Frank Miller. Noioso, stilizzato, privo della forza d'urto del primo film, dicono alcune critiche. Io ho sempre voglia di vederlo, però mi preparo a una cocente delusione. C'è anche da dire che dal primo Sin City sono passati tanti, troppi anni. E che ogni volta che Miller fa il regista (o l'aiuto regista, ecc...) succede un disastro.
domenica 24 agosto 2014
Under The Skin
Fantascienza? Horror? O un film semplicemente "strano?" In Under the Skin ci sono alcune scene dove l'essere "alieni" è stato reso in maniera un po' insolita ma assai ben riuscita, e alcune altre estremamente inquietanti: questi a mio parere i principali meriti del film. Ma andiamo con ordine e partiamo dal principio... Tratto dal libro omonimo di Michel Faber, il film (del 2013) è una coproduzione USA - UK con Jonathan Glazer alla regia e come interprete principale Scarlett Johansson che qui per la prima volta gira una scena di nudo integrale. Altre interpretazioni memorabili non ve ne sono e il film essenzialmente è basato su di lei.
La Johansson interpreta (ed è chiaro fin dall'inizio) un essere alieno dalle sembianze umane, che si impossessa dei vestiti e dell'apparenza di una ragazza uccisa e comincia a girare per le strade della Scozia con un veicolo, cercando di abbordare uomini che, se cedono alle lusinghe, vengono catturati in una strana trappola: un ambiente onirico in cui finiscono per sprofondare in un liquido scuro.
La Johansson interpreta (ed è chiaro fin dall'inizio) un essere alieno dalle sembianze umane, che si impossessa dei vestiti e dell'apparenza di una ragazza uccisa e comincia a girare per le strade della Scozia con un veicolo, cercando di abbordare uomini che, se cedono alle lusinghe, vengono catturati in una strana trappola: un ambiente onirico in cui finiscono per sprofondare in un liquido scuro.
mercoledì 20 agosto 2014
J.K. Rowling non ha mica finito con voi...
... dopo Harry Potter inizierà l'aventura di Celestina Warbeck, una strega un po' scalognata che era stata soltanto menzionata nella precedente saga della Rowling. Ci saranno cinque o sei libri a venire? Per ora solo un racconto sul sito Pottermore, ma anche una canzone.
Io confesso che dovrei togliermi questa lacuna e leggermi qualcosa della Rowling, ma non riesco mai... a trovare la voglia.
Link in inglese
Link in italiano
Io confesso che dovrei togliermi questa lacuna e leggermi qualcosa della Rowling, ma non riesco mai... a trovare la voglia.
Link in inglese
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lunedì 18 agosto 2014
La Fiaba Senza Nome
La Fiaba senza Nome di Silvana Fiderio è ambientata in un prossimo futuro. Per vivere, imparare, fare tutto, ci si serve del Network, una specie di internet direttamente collegata alla mente e tendente alla realtà virtuale.
Esiste però una bambina, Selena, che non ama fare uso del Network e preferisce correre nel parco e dar da mangiare ai cigni. Ma troverà uno sconosciuto in un libro, una favola senza titolo. Un giovane che conquista la sua simpatia, anche se è solo una specie di programma che impedisce ai visitatori del Network di immeesimarsi troppo con la scena che stanno vivendo. Selena gli darà un nome, ma poi lo perderà fortuitamente e... il resto ve lo potete scaricare dalla rete. Silvana Fiderio ha uno stile ancora da perfezionare in alcuni punti, ma l'idea è congegnata bene. Complimenti per questo esordio.
Esiste però una bambina, Selena, che non ama fare uso del Network e preferisce correre nel parco e dar da mangiare ai cigni. Ma troverà uno sconosciuto in un libro, una favola senza titolo. Un giovane che conquista la sua simpatia, anche se è solo una specie di programma che impedisce ai visitatori del Network di immeesimarsi troppo con la scena che stanno vivendo. Selena gli darà un nome, ma poi lo perderà fortuitamente e... il resto ve lo potete scaricare dalla rete. Silvana Fiderio ha uno stile ancora da perfezionare in alcuni punti, ma l'idea è congegnata bene. Complimenti per questo esordio.
domenica 10 agosto 2014
Se per caso vi servisse un'altra opinione su Lost...
Cosa fai se ti prendi la polmonite (fuori stagione...) e devi passare una cifra di tempo a casa, ma non ce la fai a concentrarti su nulla perché stai male? Andrà a finire facilmente che affronterai una maratona televisiva. Io, avendo la possibilità di prendere a prestito i DVD in massa, ho affrontato le sei stagioni di Lost per capire, già che c'ero, cosa c'è di così tanto speciale in questa serie TV che è stata osannata per l'originalità.
A dire il vero le serie televisive, così come le serie di libri che vanno avanti fino a che lo scrittore ci guadagna o riesce a farsi venire un'idea, mi hanno sempre insospettito. Spesso sono portate avanti con idee sempre più esagerate ed esasperate, proponendo ogni momento dei cliffhanger o gettando nuova carne al fuoco senza che nemmeno gli sceneggiatori sappiano dove si andrà a parare, tanto per tenere accesa l'attenzione del pubblico. Esempi di questa tendenza: il pessimo finale di Battlestar Galactica, o (passando ai libri) la serie piantata a metà di David Gerrold, La Guerra contro gli Chtorr.
Devo riconoscere che con Lost non è andata così. Ci sono momenti dove la logica e la coerenza scricchiolano un po' (anche perché nella serie non mancano le anomalie temporali, che sono sempre problematiche) ma alla fine, che sia stata prevista fin dall'inizio o no, la serie si chiude in maniera coerente (ovviamente coerente secondo la propria logica), anche se immagino che tra gli appassionati molti si saranno posti una marea di domande che non hanno trovato risposte soddisfacenti.
A dire il vero le serie televisive, così come le serie di libri che vanno avanti fino a che lo scrittore ci guadagna o riesce a farsi venire un'idea, mi hanno sempre insospettito. Spesso sono portate avanti con idee sempre più esagerate ed esasperate, proponendo ogni momento dei cliffhanger o gettando nuova carne al fuoco senza che nemmeno gli sceneggiatori sappiano dove si andrà a parare, tanto per tenere accesa l'attenzione del pubblico. Esempi di questa tendenza: il pessimo finale di Battlestar Galactica, o (passando ai libri) la serie piantata a metà di David Gerrold, La Guerra contro gli Chtorr.
Devo riconoscere che con Lost non è andata così. Ci sono momenti dove la logica e la coerenza scricchiolano un po' (anche perché nella serie non mancano le anomalie temporali, che sono sempre problematiche) ma alla fine, che sia stata prevista fin dall'inizio o no, la serie si chiude in maniera coerente (ovviamente coerente secondo la propria logica), anche se immagino che tra gli appassionati molti si saranno posti una marea di domande che non hanno trovato risposte soddisfacenti.
lunedì 4 agosto 2014
Nations
È uno dei generi più amati, quello dei giochi di civilizzazione, dove ti espandi per la gloria del tuo popolo (in un mondo simile o identico a quello reale, o in un mondo fantastico, nello spazio ecc...) accaparrando risorse, vincendo battaglie, spezzando la schiena agli avversari e via dicendo. Nations (gioco finnico, pubblicato in italiano dalla Asterion) si basa sullo stesso concetto ma impone una semplificazione e una razionalizzazione dei tempi di gioco facendo a meno di un elemento base: la mappa, che solitamente ha grandissima importanza in quanto è il "suolo" da conquistare e su cui misurare i propri problemi (ludici) economici o militari.
La simulazione si basa quindi sull'uso di carte (parecchie e con varie funzioni) e delle classiche pedine dei "lavoratori" oltre a una quantità di segnalini che indicano le risorse economiche. Ogni giocatore ha la sua brava plancia di gioco che riassume le carateristiche inziali della sua nazione. (sono diverse fra loro). Al posto del classico tabellone o mappa di gioco, ci sono delle altre plance dove si schierano le carte, si posizionano i classici tracciati che segnalano varie risorse e via dicendo. Il gioco ha una variante in solitario e permette di arrivare fino a cinque giocatori ma, a mio parere, rende meglio con tre o quattro.
La simulazione si basa quindi sull'uso di carte (parecchie e con varie funzioni) e delle classiche pedine dei "lavoratori" oltre a una quantità di segnalini che indicano le risorse economiche. Ogni giocatore ha la sua brava plancia di gioco che riassume le carateristiche inziali della sua nazione. (sono diverse fra loro). Al posto del classico tabellone o mappa di gioco, ci sono delle altre plance dove si schierano le carte, si posizionano i classici tracciati che segnalano varie risorse e via dicendo. Il gioco ha una variante in solitario e permette di arrivare fino a cinque giocatori ma, a mio parere, rende meglio con tre o quattro.