Salvo pochi appuntamenti fissi, raramente guardo la TV. Snobismo? No, è che per lo più trasmettono roba per me inguardabile, e non voglio pagare un fisso al mese per una TV via satellite, ammesso che sia meglio di quello che si ottiene su quella pubblica.
Quando la guardo comunque non mi soffermo sui reality show (non ne ho mai visto uno dall'inizio alla fine, in verità, non ho proprio capito che razza di roba sono e perché a uno dovrebbero piacere). Perciò ovviamente non ho guardato Masterpiece, il programma televisivo dove si confrontano gli aspiranti scrittori per contendersi il diritto a pubblicare con centomila copie garantite (c'è già chi garantisce di comprarsele? e di leggerle? forse non ho capito bene), e se non si fosse abbondantemente discusso in giro del programma, non saprei nemmeno che esiste.
Quindi non posso parlare di ciò che non ho visto, ma degli scrittori che, costretti o volonterosi, diventano fenomeni da baraccone, o vendono più se stessi che il proprio libro, avevo già scritto a sufficienza qui. Di guardare Masterpiece non sento il bisogno e sicuramente non ne avete bisogno neppure voi. Mandategli l'audience a zero, fate un favore a voi stessi.
Faccio esattamente come te. Trovo svilente tutto questo mettersi in piazza per ottenere visibilità, perché sei qualcuno solo se appari in tv: la scrittura è altra cosa e usarla solo per apparire e farsi sfruttare è qualcosa di degradante, non un'opportunità.
RispondiEliminaL'eccezione potrebbe essere quando uno venisse chiamato per parlare di quello che scrive o che vuole dire. Ma quando succede, oggi?
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