Uno scrittore non anglosassone che raggiunga la notorietà internazionale nel fantastico non è frequentissimo anche se esempi non ne mancano: uno ormai appartenente al passato ma che fu assai famoso è il tedesco Michael Ende con la sua Storia Infinita, uno un po' più recente è il russo Sergej Luk'janenko coi Guardiani della Notte. Andrzej Sapkowski, polacco, sulla cresta dell'onda da alcuni anni, ha anche avuto la fortuna di un videogame che si ispira ai suoi racconti.
A dire il vero io l'ho guardato con una certa diffidenza e iniziare a leggerlo me l'ha fatta aumentare, inizialmente. Da una parte fortunatamente Sapkowski non è un "tolkieniano," ovvero non ripropone le solite storie del gruppetto di eroi contro il male assoluto, però il contorno di nani ed elfi c'è, e anche tutto il bestiario da manuale di D&D. Fortunatamente ho scoperto anche una sua originalità nel maneggiare certi elementi che potrebbero sembrare ritriti e soprattutto uno stile che mi ha fatto ricordare i bei tempi degli autori con cui mi ero avvicinato al genere.
Il protagonista è molto particolare: Geralt di Rivia è uno "strigo," ovvero un mutante creato apposta per il ruolo di cacciatore di mostri (varie creature magiche e non che minacciano la tranquilla vita dei campagnoli e delle città). Fisicamente e mentalmente modificato per questo compito, lo strigo è privo di sentimenti (in realtà li ha eccome ma è tutto sovrastato da un certo senso pratico e dalla sua etica) e non è considerato un essere umano dalla gente. Poiché ha i capelli bianchi e deve prendere delle particolari droghe per aumentare le proprie abilità di combattente, qualcuno ci ha visto una citazione un po' troppo ravvicinata di Elric di Melniboné, l'eroe albino di Moorcock, ma Geralt è un personaggio estremamente diverso e soprattutto è all'altro estremo della scala sociale.
Amico di Geralt è Ranuncolo, un bardo piuttosto godereccio che talvolta si mette nei guai. E nonostante sia un mutante Geralt ha i suoi interessi amorosi, soprattutto verso la maga Yennefer.
La comunità umana è fatta di nobili, sacerdoti, contadini in stile classicamente medievale, con l'aggiunta di un certo numero di maghi dai grandi poteri. L'aspetto da "medioevo fantasy del videogame" è un po' il limite dell'ambientazione di Sapkowski, tuttavia si colgono particolari interessanti che sono solo suoi: ad esempio il fatto che gli elfi di questo mondo abbiano subito un po' il destino degli indiani d'America, sono stati scacciati dalle loro terre, costretti nelle montagne e nel profondo delle lande più inospitali.
Mentre gli umani occupano le loro città con i pochi di loro e coi mezzosangue che hanno deciso di integrarsi nel nuovo ordine del mondo, gli elfi scoprono che tutto è a poco a poco cambiato e la natura non è più benigna, ciò che una volta era offerto spontaneamente per sostenerli ora va sudato lavorando il suolo, perciò gli elfi si consumano nella fame e nelle fatiche, oltre che in inutili contrattacchi contro gli uomini.
Tematiche serie come il razzismo e le ingiustizie fanno spesso capolino tra i momenti avventurosi e ridanciani dei racconti, e c'è anche una buona dose di violenza più qualche momento piccante, ma non nella maniera stucchevole di altri scrittori (mi scappa qui il nome di George Martin). Soprattutto, il fantasy di Sapkowski sa ritrovare nei momenti migliori il fascino del più classico sword and sorcery, e passa sulle sue tematiche con la leggerezza e l'ironia che era cara a scrittori come Vance e Leiber.
Pertanto ho trovato estremamente gradevoli da leggere le due raccolte di racconti pubblicate dalla Nord, Il Guardiano degli Innocenti e La Spada del Destino.
Mi sento assolutamente di consigliarli.
Nota finale: una mappa del mondo creato da Sapkowski non credo sia mai uscita coi suoi libri però il videogioco ne riporta una che è reperibile anche in rete.
Il Guardiano mi piacque molto quando lo lessi. Non fu così per La Spada, che ha i racconti centrali abbastanza legnosi. Aspetto sempre che esca un romanzo intero, anche se da quello che vedo, l'autore predilige i racconti.
RispondiEliminaIl romanzo intero c'è, ne parlerò prossimamente...
RispondiEliminaHo scoperto Sapkowski proprio per il videogame The Witcher e ho letto un libro di racconti davvero belli, The Last Wish, che di fatto rielabora molte fiabe. Adesso sto leggendo The Blood of Elves. Non conoscevo l'edizione della Nord dei suoi libri, grazie per la segnalazione.
RispondiEliminaLa serie dei guardiani della notte di Luk'janenko (e scriverlo giusto è come imbroccare un terno al lotto) mi è piaciuta molto. Questi, invece, nonostante ne senta parlare parecchio (soprattutto grazie ai videogiochi) non mi attirano. E' che il fantasy, quello di stampo classico, mi ha ormai stufato... Leggo giusto Terry Brooks per affezione, visto che seguo le sue saghe da quando ero un nanerottolo.
RispondiEliminaIl Moro
@ Abstract: il sangue degli elfi a una prossima puntata di Mondi Immaginari...
RispondiElimina@ Il Moro: questione di gusti, comunque Sapkowski ha uno stile suo e, almeno in una buona parte dei racconti, sa essere divertente.