Chissà se qualcuno ricorda il racconto che scrissi per l'antologia Sanctuary edita dalla Asengard. Certamente pochi, perché il racconto non venne scelto per la pubblicazione. Ebbe però il suo breve momento di gloria perché assieme ad altri "non selezionati" venne da me raccolto in una specie di "pagina degli esclusi" sulla Vetrina di Mondi Immaginari e lì rimase per un anno.
Il mio racconto, Khaibit, voleva indagare sui "super problemi" che possono angosciare una persona che percepisca sempre gli stati d'animo del prossimo, che fin dalla tenera età non sia schermata dalla beata ignoranza. Frasi come "il mondo è tutto uno schifo" le diciamo tutti, siamo tutti cinici e con poche speranze verso gli altri, ma non siamo tormentati dal vedere la falsità, la perfidia e l'aggressività che ci circondano (e anche, perché no, la semplice infelicità o l'occasionale bontà).
In realtà abbiamo bisogno di non sapere, soprattutto riguardo a quelli che ci sono più vicini. Il mio protagonista, Ivan, "vede" le anime e non ha mai avuto questa possibilità di ignorare. Ma il suo potere, pur avendolo trasformato in un disadattato, lo conduce sotto la protezione di un maestro. Che purtroppo viene ucciso da dei rivali: così si crea una situazione in cui il buon Ivan accetta di farsi ospite del suo mentore assassinato, accogliendo la sua anima.
E qui il racconto terminava. Sanctuary era un'ambientazione urban fantasy, un'immensa megalopoli di un futuro non ben definito, in cui esiste un potere piuttosto dispotico e impaziente e degli emarginati del tutto speciali: esseri mitici, persone o creature con poteri sovrannaturali, studiosi di magia e via discorrendo. Tutti costretti a nascondersi.
Pensando di espandere il mio racconto, ho deciso di calarlo in un'ambientazione realistica e ne ho fatto una storia apocalittica, un confronto mortale dove il povero Ivan e i suoi compagni dovranno affrontare una minaccia terribile senza contare sull'aiuto di nessuno, sullo sfondo della Milano di oggi: quasi completamente indifferente a loro, prona a cadere preda del male; talvolta ricca e corrotta, talvolta povera e devastata, a seconda dei luoghi e delle persone.
Ho mantenuto molti elementi accennati nel racconto, tra cui i vampiri. Però non sono quelli della "tradizione" e nemmeno quelli tanto cool alla Twilight. Diciamo che sono un elemento adattato alle esigenze della storia. Decisamente la mia trama ha poco glamour, ed è (ovvio) volutamente così.
E' una buona idea? C'è già chi mi ha detto che ci sono elementi scopiazzati da questo o quel manga, ma io i manga li leggo poco o niente, perciò fermo restando il fatto che l'originalità assoluta non è di questo mondo posso affermare di averne fatto un lavoro molto personale e con qualcosa di insolito. Se qualcuno ha un parere da darmi, può scrivere direttamente al mio indirizzo email o commentare qui.
Nota: per colmo di scalogna, sta per uscire The Demon Catchers of Milan, scritto Kat Beyer, un'autrice anglosassone che è stata ospite della città per motivi di studio, se ho capito bene. Quindi anche riuscendo a pubblicare arriverei secondo nello sfruttare l'ambientazione meneghina (e se mi si consente, dalla sinossi pare la storiella della famigliola di ammazzavampiri nella città della moda: non venderò un bottone ma spero di essere più originale di così).
Sto meditando l'autopubblicazione, comunque. Si accettano idee per un'immagine di copertina che incorpori il concetto di Khaibit, ovvero l'Ombra dell'anima nella mitologia e religione dell'antico Egitto.
Per prima cosa: buona fortuna. Mi sembra il minimo quando si affronta un progetto impegnativo come un romanzo. Per l'originalità onestamente non mi preoccuperei, credo sia dai tempi di Omero che il problema è diventato un'ombra per chiunque scriva.
RispondiEliminaTi aspetto, nel senso che spero di leggerti presto.
Grazie! Siamo già a buon punto...
RispondiEliminaDi certo ti leggerò anch'io.
RispondiEliminaPer la copertina... potresti andare giù di grafica, rielaborando la silhouette della Milano contemporanea, magari facendo diventare i grattacieli dei denti, o giocando su un tramonto che diventa sangue.
Fabrizio
Grazie Fabrizio spero che mi leggerai, e quanto alla copertina... io delle idee, forse un po' meno scintillanti o appariscenti delle tue, le avrei, ma dovrò, credo, affidarmi a qualcuno del mestiere.
RispondiEliminaCiao sono Giovanni un lettore silente del tuo blog. Mi hai incuriositoo il mondo fantasy e jn una torrida sera agostana ho comprato quasi a cason libro di terry brooks La principessa di landover . Non conosco bene il genere fantasy , tu che impressione hai di questo autore?
RispondiEliminaCiao Giovanni, meno male che qualcuno mi legge anche ad agosto... Di Brooks mi hanno parlato male in tanti, ma non so. Dovrei provare per credere, e purtroppo non ho letto nulla di questo autore.
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