lunedì 5 ottobre 2009
District 9
Un film di fantascienza, questo District 9, che si è presentato con una campagna promozionale bizzarra (un po' come era avvenuto tanti anni fa per l'Esercito delle Dodici Scimmie). Vedendo gli autobus andare in giro per le vie con i cartelli "vietato ai non umani" sicuramente una certa curiosità rimane impressa. Il fatto che fosse prodotto da Peter Jackson, che non sarà magari un artista geniale ma è comunque un ottimo regista, mi ha definitivamente spinto ad andare a vederlo (il regista comunque è un certo Neill Blomkamp).
Argomento del film è l'arrivo sulla terra di una razza aliena che è costretta a rimanere ospite dell'umanità per un lungo periodo (un po' come in Alien Nation). Solo che questi alieni sono numerosi, violenti e stupidi e anziché insegnare all'umanità qualcosa della loro prodigiosa tecnologia finiscono in un ghetto. Mi è sembrata una forzatura sciocca, ma per spingere il pedale a fondo sull'idea, come se non avessimo capito, la scelta per questo ghetto è caduta sul Sudafrica (che la segregazione razziale ce la ricorda da vicino, visto il tipo di regime che ha avuto fino a qualche tempo fa). Giocando con il paradosso vediamo nei primi minuti del film (che sono stile documentario) le critiche seccate di molti neri che gli alieni non li vogliono, chiedono che vadano via ecc... anche se i cattivoni nel seguito del film, i soliti mercenari assassini che fanno i lavori sporchi (proprio come in The Island che ho appena visto), sono tutti bianchi (con una eccezione o due, se ho visto bene).
Non si capisce peraltro se il film vuole fare della satira sul razzismo o saltare il fosso e praticarlo in maniera (poco) camuffata, visto che altri cattivoni del ghetto sono una grossa banda di mafiosi nigeriani con tanto di prostitute al seguito: classici stereotipi di "negracci da ghetto" che fanno coppia con i "gamberoni" (ovvero gli alieni) nel ruolo della spazzatura da rinchiudere e isolare. Per inciso, la Nigeria ha protestato.
Sempre riguardo al razzismo, al protagonista del film accadrà qualcosa che sarà la classica giustizia poetica per il suo atteggiamento verso i "gamberoni".
Ma il vero problema di District 9 è che calpesta la logica ripetutamente e spietatamente. Non ha coerenza interna. Mi si dirà che qualche vaccata per rendere un film più spettacolare ci può stare, ma qui si supera la soglia critica.
Se mi posso permettere qualche spoiler, abbiamo un funzionario evidentemente mediocre (Wikus, interpretato da un attore praticamente sconosciuto) che gestisce il trasferimento del ghetto verso un luogo maggiormente isolato, messo in un ruolo importante solo perché è un raccomandato. E' un fessacchiotto, ma poi chissà perché si comporterà come un soldato dei commando e recupererà un oggetto che tutte le nazioni del mondo si sarebbero svenate per avere. E scappa per tornare nel District 9 senza essere beccato dai mercenari paramilitari o fermato dalla sorveglianza.
Wikus, che è stato ormai abbandonato da tutti per un motivo che non vi dico, usa un cellulare nel tentativo disperato di ricevere assistenza da amici e parenti: ma i cattivi useranno questa traccia per individuare il fuggitivo solo quando farà comodo alla trama del film.
Gli alieni hanno con sé un sacco di armi ma gli umani non possono usarle perché attivate biologicamente. Motivo per cui la possibilità di impadronirsi di questa tecnologia giocherà un ruolo importante nel film. Ma se queste sono le premesse il fatto che sembrino dei semplici fucili mitragliatori, giusto un po' strani, mi ha fatto sorridere. E poi, vi prego, qualcuno mi spieghi perché i "gamberoni" subiscono tante prepotenze senza reagire, se è vero che sono impulsivi e stupidi e hanno tutte queste armi così potenti.
Dal momento che Wikus stava notificando lo sfratto ai "gamberoni" c'è anche da chiedersi come mai nel seguito del film non succede nulla (il termine era 24 ore) e ci si ricordi del trasferimento a un altro distretto solo nel finale. Ok, questo in fondo è un dettaglio da niente, soprattutto se confrontato con altre illogicità.
Molto bizzarro il fatto che la coppia formata da Wikus e Christopher, l'alieno che è diventato suo alleato, non venga aiutata dagli altri alieni nel corso di una lunga battaglia con i paramilitari: dopo tutto si trovano in un ghetto che è strapieno di "gamberoni" e Christopher sta lottando per salvare tutti (già, perché lo fa senza aver l'aiuto di nessuno dei suoi?). Forse c'era bisogno di una scena madre con loro due contro tutti? Il bello è che gli alieni alla fine ricompaiono, per far fuori il cattivo e salvare Wikus in extremis. Dulcis in fundo, se la tecnologia e la biologia aliena sono così interessanti da indurre gli scienziati a fare atroci esperimenti sui gamberoni e addirittura sul povero Wikus, come mai l'astronave se ne rimane sospesa sopra Johannesburg per 20 anni senza che nessuno vada a studiarsela un attimino più a fondo? Mi fermo qui per non sparare troppo sulla Croce Rossa.
Fine Spoiler
Sinceramente la presa di posizione moralistica del film non mi è sembrata né particolarmente ben riuscita, né originale. Espressa con intensità ma superficiale, direi (già che ci siamo mi metto a fare il razzista anch'io: forse può sembrar profonda a un americano?). E' chiaro che la fantascienza offre la possibilità di fare delle riflessioni sui "diversi," lo ha fatto in tante altre opere, non credo che questa diventerà una delle più memorabili. E la storia è molto povera quanto a verosimiglianza.
Rimane valido lo stile documentaristico della prima mezz'ora, e un look realistico e crudo cercato insistentemente dalla regia: l'ho trovato coinvolgente. Il seguito è un film d'azione per nulla entusiasmante, con una certa dose di sciocchezze, nello stile caro ai registi di oggi. Effetti speciali più che sufficienti, nonostante il film non sia costato tantissimo (per un film straniero di questo genere: ma si tratta comunque di una cifra che in Italia non si riuscirebbe a raccogliere tanto facilmente). Da Peter Jackson però mi aspettavo di meglio. Ho letto parecchi commenti entusiasti ma il mio giudizio verso questo film non è molto lusinghiero, anche se all'inizio mi aveva preso parecchio.
Io non sono andato a vederlo, alla fine i film di fantascienza che vanno al cinema sono sempre così stupidi da mettermi di cattivo umore e neanche mi viene più la voglia di andarci per passare una serata.
RispondiEliminaMolto meglio i cartoni animati! ^^
Simone
@ Simone: forse esageri, però le delusioni non mancano...
RispondiEliminaQuindi, Bruno, questo film non ti è piaciuto molto. ;)
RispondiEliminaIo invece l’ho apprezzato, soprattutto per il messaggio che porta avanti, forse banale per alcuni ma ‘alieno’, troppo alieno per molti, specialmente per coloro che non sanno mettersi nei panni degli altri fino a quando non succede di ritrovarcisi loro malgrado, come accade al protagonista.
Non potrò mai considerare scontato una tematica di questo genere, e sarò sempre contento di vederla portare avanti, infischiandomene del suo grado di ‘originalità’.
Vero, la fantascienza offre un ottimo aggancio al tema della diversità, lo ha sempre fatto, ma questo presuppone che ogni generazione conosca le opere del proprio passato e, in tutta onestà, dubito sia così. Ben vengano, per me, quelle opere che continuano a proporre ‘problemi spinosi’, a sottoporli all’attenzione di chi vive oggi trascurando ciò che è avvenuto prima.
Sono convinto che molti di coloro che guarderanno il film vedranno solo le situazioni ‘fantascientifiche’, non riuscendo neanche a intravedere quello che realmente passa loro davanti agli occhi esattamente come succede nella vita, ahimè.
Non sono così fiducioso, insomma, che ciò che chiami “… posizione moralistica” sia così lampante agli occhi di molti, e che continueranno ad avere ’schifo’ di ciò che è non è uguale a loro. Peggio ancora se avranno la possibilità di usare la forza: la useranno sicuramente per scopi più o meno egoistici; nel film questo potere è rappresentato dall'industria delle armi, non così distante dalla realtà.
In buona sostanza, Bruno, ho apprezzato l’intenzione più della resa — gli effetti speciali li ho notati poco, catturato da altro —, che comunque mi è piaciuta, mi ha catturato.
Sì, è pur sempre un film e si dovrebbe valutarlo per quello che è in termini di regia, recitazione e quant’altro. Be’, la mia valutazione è tutto tranne questo, senza ripensamenti.
Ah, credimi se ti dico che non avevo visto né pubblicità (non la guardo mai, in generale) né cartelloni vari su questo film. L’ho visto perché invitato da un amico, convinto di vedere un film d’azione e nulla più. Ho avuto una sorpresa.
Rispondo ad alcune delle obiezioni da te mosse ;)
RispondiElimina1) Perché Wikus si comporta come un supersoldato alla fine?
A me non sembra, anzi fa cavolate su cavolate (le armi le selezioni a caso). L'unico suo vantaggio è essere protetto dall'esoscheletro e usare armi molto potenti (tu il cannoncino che fa esplodere i corpi lo chiami un semplice fucile? O_o). Considera anche che la mutazione lo porta a mutare la sua psicologia (lo si vede quando, quasi senza accorgersene, comincia a rovistare nella spazzatura e a mangiare il cibo per gatti) e quindi ad avere una confidenza sempre maggiore con la tecnologia aliena (da cui il fatto che riesca a muovere l'astronave).
2) Il cellulare.
Il cellulare di Wikus è quello di un civile. I militari quindi, prima che lui chiamasse la moglie, non potevano immaginare la sua presenza. Non solo: Wikus ogni tanto lo spegne (infatti quando chiama gli amici usa una cabina telefonica). Lo riescono a tracciare solo quando, il giorno dopo, lo riaccende (bravo fesso ^_^).
3) Perché i gamberoni quando vedono Wikus e Christopher aggrediti dai soldati non intervengono in loro soccorso? O meglio: perché in generale sono così passivi?
Le ragioni sono varie. Innanzitutto a inizio film viene spiegato che i gamberoni che vediamo sono solo dei fuchi privi di una guida, praticamente dei cuccuilio, il che farebbe pensare che siano state trovate, magari all’interno dell’astronave, altre tipologie di alieno (magari i gamberoni senzienti?). Se davvero così fosse, il loro stato confusionale diverrebbe ancora più logico. Non solo: nella parte finale del film il Distretto 9 è stato quasi del tutto abbandonato dai gamberoni, per lo più trasferiti nel Distretto 10. Ne rimangono poche decine, privi di armi, spaesati, in astinenza (ricordiamoci che questi alieni sono dei tossicodipendenti e non mi stupirebbe se l'astronave su cui viaggiavano fosse una sorta di prigione). Certo è che i gamberoni non sono nelle condizioni migliori per organizzare una rivolta.
4) Perché l'astronave non viene studiata?
E su questo punto ti do pienamente ragione. Anche per me è una nota stonata. L’unica ipotesi che si può fare è che, visto che già le armi era utilizzabili dai soli alieni, così è anche per le altre loro tecnologie. Quindi, dopo vent’anni d’inutili tentativi, gli umani avranno preferito studiare per prime quelle tecnologie facilmente trasportabili, proprio come le armi.
Un ultima nota prima di concludere. E' vero che a livello di messaggio District 9 è un po' banalotto (anche se, come per by Ax, pure io temo che in molti non riusciranno a coglierlo), ma credo che la cosa sia voluta. District 9 non si rivolge al pubblico hard core, ma a quello pop, quindi tale semplicità di messaggio (e di sviluppo, vista la trama molto lineare) è perfettamente congeniale all'obiettivo. In questo senso, comunque, comprendo la delusione per i fan più sfegatati di questo genere. Pure io in alcuni punti avrei voluto ricevere maggiori spiegazioni, ma alla fine posso ritenermi più che soddisfatto :)
La questione dei fuchi proprio non mi va, è una spiegazione facilona e di comodo (ripeto quello che ho già scritto su Fantascienza.com: i gamberoni ottusi non sono, o almeno non lo sono tutti per default visto quello che uno di loro fa nel film. La spiegazione dei fuchi può essere al limite un preconcetto umano, comprensibile nell'uomo della strada, ma che non può reggere agli occhi degli scienziati, visto che la tecnologia, le armi, l'astronave ecc... gli interessano così tanto).
RispondiEliminaQuanto al messaggio riporto anche qui quello che ho già scritto nel forum:
Quanto alla "profondità" delle argomentazioni sul razzismo, lascio la parola al regista (tratto dall'intervista su Variety) [Se ve la volete leggere:
http://www.variety.com/article/VR1118007279.html?categoryid=13&cs=1&nid=2564]: DOMANDA: C'è un messaggio che volevi trasmettere con District 9? RISPOSTA: Sì e no, tutto sommato volevo creare un film che fosse appassionante per il pubblico e penso che se stai facendo un film politico, e prendi una posizione netta, allora corri il rischio di non piacere a un sacco di gente. così ho voluto rappresentare la struttura di questa società di apartheid ma soprattutto volevo semplicemente fare un film di fantascienza carino (cool).
Insomma, mi spiace ma il "messaggio" non solo lo ritengo banale (e alla fine potenzialmente controproducente, se espresso in maniera così stereotipata e banale) ma è anche un po' una furbata per solleticare l'interesse della gente di buona volontà riguardo a questo tipo di cause. Lo dico con tutto il rispetto per chi è stato attratto da questo aspetto del film.
Una parola di spiegazione su quel "controproducente" che ho usato prima: trattare il tema del razzismo in maniera banale penso che alla fine possa solo cadere nel vuoto, tra le genti (ormai quasi tutti noi) che vivono le difficoltà e le contraddizioni della convivenza giorno dopo giorno e sulla loro pelle.
Se poi questo film (io dubito) avrà una forza visiva tale da far effetto con argomenti così spuntati, tanto di cappello. Ma già immagino le sghignazzate dei "Padani"
Capisco quel controproducente, ma non ne riconosco il peso perché non mi è sembrato che il tema nel film fosse esposto in maniera così banale.
RispondiEliminaHo visto una situazione un po' estremizzata (be', in fondo i più miopi fanno parte di quella 'falange') per convogliare gli atti più significativi del razzismo, ma fortunatamente non ha puntato su scene strappalacrime che ti mettono 'per forza' dalla parte del più debole. Niente pietismo gratuito, insomma, solo un esposizione documentaristica (come stile) di ciò che accade intorno a noi o lontano da noi, ma sempre fra noi.
Il regista lo dice tra le righe (almeno da quanto hai riportato sopra): "è mancato il coraggio di prendere una posizione netta, così il giocattolo ha dovuto subire un restyling per gli occhi dello spettatore medio". Ma le idee di fondo, quelle da trasmettere, secondo me rimangono forti.
Hai ragione per quanto riguarda le risate dei 'Padani, ma un chissenefrega io ce lo metto. Immagino che anche dopo "Schindler's list" qualche nostalgico si sia fatto delle belle risate; un'altra volta chissenefrega. Non sono lo scherno di pochi a dover impedire l'espressione delle idee, anche se loro ci provano, a volte con la forza.
Aggiungo che, no, non credo che il film smuoverà le coscienze di chi deve, semplicemente perché una coscienza la si deve avere, ma sono comunque felice che ci si provi.
È un punto di vista — il mio, per l'appunto —, ma si mischia a quelle risate di cui sopra nella speranza di arrivare a zittirle, magari con l'aiuto di molti altri. ;)
@ by Ax: le risate dei Padani le capisco, invece, anche se non le approvo in certi modi beceri di espressione. Se fosse stata affrontata tutta una quantità di problematiche relative all'immigrazione e all'integrazione (non solo la famosa sicurezza, ma anche questioni relative al mondo del lavoro, alla disponibilità degli alloggi, all'istruzione ecc...) in maniera concreta, e non riducendo tutto alla demagogia del buonismo multietnico a occhi chiusi, a certi eccessi non ci saremmo arrivati.
RispondiEliminaIo non sono per i messaggi generici o banali proprio perché i problemi della convivenza richiedono ben altra capacità di pensiero e organizzazione, e c'è troppa gente nel ceto politico che usa il generico invito alla tolleranza come pretesto comodo per lavarsene le mani.
Poi, in linea di principio e nel mondo delle idee platoniche, posso essere d'accordo con te.
Bruno, dalle idee platoniche parte il viaggio verso la loro auspicabile realizzazione. Quando mancano anche quelle si rischia di sparare a zero e lasciare cadaveri sulla strada. Ritengo siano le fondamenta per costruire qualcosa che abbracci tutto, non solo la parte di propria appartenenza.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione quando dici che la convivenza mette in campo temi cui accennavi sopra, fuor di dubbio importanti e basilari.
Da questo punto di vista il film ha toppato e per questo motivo lo posso tacciare di superficialità, ma ancora non lo infilo nel mondo delle banalità. Forse l'idea espressa dal regista ha intaccato le potenzialità del film, soprattutto quando dice di aver 'alleggerito' il film per renderlo più fruibile al pubblico; andando a sforbiciare quelle parti che l'avrebbero reso più 'profondo'?
Mi domando: siamo sicuri che rendere questo film più 'reale' avrebbe portato più gente al cinema?
Credo di no e posso capirne l'impatto negativo (probabilmente) sugli incassi, dato che al cinema ci si va per tutto tranne che per riflettere (bah!).
In questo, lo riconosco, si vedono i limiti del film, ma sono limiti visibili da chi ha la capacità di riflettere. Per la moltitudine, mia opinione personale, mi accontento del fatto che abbia lanciato almeno uno spunto di riflessione e che se ne discuta.
Il mio 'chissenefrega' ai Padani (io lo sono di nascita) voleva significare che, anche qualora si regolarizzassero tutte le cose che a loro non vanno giù, continuerebbero a non accettare le differenze, quindi non riesco ad ascoltare quelle risate. Per me restano una copertura di qualcosa che è radicato più in profondità e che fa da scudo alle loro paure.
Mi spiace aver dilungato gli interventi scivolando su temi che riguardano altro e non 'direttamente' la pellicola in questione, ma anche questo è uno strascico cui ogni film dovrebbe anelare. ;)
@ by Ax: scusami ma preferirei non andare troppo off topic. Per me anzi doppiamente off topic perché nel film i temi razziali ci sono più per darsi delle arie che altro (e l'intervista mi pare un'indicazione abbastanza chiara).
RispondiEliminaQuanto agli stratagemmi commerciali per portare più gente in sala o per vendere più libri, io li capisco benissimo ma oltre certi limiti il prodotto rischia di non interessarmi più. E' uno dei problemi di questo film.
necessita di verificare:)
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