Cercando le pellicole in cui Rutger Hauer ha recitato da giovane, ho trovato questo Keetje Tippel, altro film olandese. Il titolo italiano completo è Kitty Tippel... quelle notti passate sulla strada, decisamente orrendo. Il film è, come tanti del periodo, diretto da Paul Verhoeven, ma stavolta la protagonista, nei panni di Kitty, è Monique van de Ven, che avevamo già visto in Fiore di Carne, mentre Rutger Hauer compare a metà film in un ruolo importante ma non primario. Da notare che il personaggio di Kitty Tippel è ispirato a una scrittrice olandese realmente esistita.
L'inizio è una storia che abbiamo visto cento volte: una famiglia di poveracci, in cerca di fortuna, si sposta verso la metropoli. Nel dettaglio, dal paesino di Stavoren ad Amsterdam; siamo negli ultimi scorci dell'ottocento. I nostri proletari trovano alloggio in una topaia e Kitty va in cerca di lavoro.
Come ci si può aspettare, la ragazza trova posti allucinanti e velenosi, sfruttamento, ambienti odiosi. Alla fine, violentata da un datore di lavoro, non trova di meglio che fare la prostituta, carriera già scelta da una delle sorelle. È addirittura la madre che la accompagna per la prima volta in cerca di clienti.
Le cose si mettono inaspettatamente bene: un uomo paga Kitty soltanto per posare per un quadro, di tematica socialista. Tramite le conoscenze fatte, Kitty conosce Hugo (Rutger Hauer) un ricco borghese che lavora per una banca, e diventa la sua amante e mantenuta, con la promessa di rimanere insieme.
Kitty lascia la famiglia in malo modo e va a vivere con Hugo, che la ama alla follia... Almeno per un po'. Hugo non crede, o sceglie di non credere, a quelli che smascherano Kitty come ex prostituta, ma non terrà fede alla promessa di rimanere con lei. Sceglie un matrimonio tattico per la carriera ma promette a Kitty di tenerla come amante. Lei però sceglie di tornare dagli amici socialisti e, partecipando a un corteo, rimane coinvolta in un grosso scontro con la polizia...
Mi piacciono i film "in costume" e la ricostruzione della vecchia Amsterdam l'ho gradita, per il non molto che compare. Potente il personaggio della protagonista: vivace, indomita, sconfitta ma pronta a reagire e ribellarsi, e che alla file del film esprime il senso della sua vita con una battuta: "Il denaro trasforma gli uomini in bastardi." Meno incisivo Rutger Hauer, stavolta, un borghese che non si abbandona all'amore folle come in Fiore di Carne, ma resta ancorato al senso pratico e al soldo. Diverse scene di nudo, ma poiché il film è del 1975 un po' ce lo si deve aspettare, viste anche le tematiche.
Giudizio finale: ho trovato noiosissima la prima parte, che potrebbe esser tratta da I Malavoglia di Verga (peraltro non un brutto libro, ma troppo intriso di scalogna). Più vivace ed eccitante il resto. Val la pena di recuperarlo, a patto di riuscirci...
C'entra poco, ma pensa che I Malavoglia non è neanche male, Mastro Don Gesualdo è molto più pesante.
RispondiEliminaSono d'accordo, non è male in fondo. A scuola ho letto i Malavoglia e il racconto Rosso Malpelo. Per quanto riguarda i Malavoglia, odiatissimo dai miei compagni di classe, cercai di difendere il libro ma ottenni poca solidarietà.
RispondiEliminasì, è un bel racconto, e la brevità lo rende certamente più godibile.
RispondiEliminaArgh. Devo aver cancellato per sbaglio un commento di M.T.
RispondiEliminaChiedo scusa.....