Tratto da un racconto di Stephen King, questo Secret Window è un thriller del 2004 che ho ripescato su Netflix per puro caso, incuriosito dal fatto che il protagonista è uno scrittore. Inoltre m'incuriosiva vedere Johnny Depp in un ruolo non d'azione, e anzi in uno dove interpreta un personaggio, diciamo così, intellettuale. Qui infatti è il protagonista, lo scrittore Mort Rainey, che è andato in crisi dopo uno spiacevole divorzio: la moglie lo ha lasciato per un altro uomo. Mort non riesce a scrivere, è tentato dal riprendere a fumare, beve. Non è riuscito a mettere una pietra sopra al rapporto con la moglie.
Quello che si aggiunge a mettere ancora più in crisi la sua tranquillità è l'arrivo di un estraneo che gli capita davanti a casa improvvisamente, accusandolo di aver plagiato un suo racconto.
Questo tizio, tale Shooter (interpretato dal famoso John Turturro) è improbabile come scrittore, essendo un tipo piuttosto rozzo e un classico "redneck." È aggressivo, e quando Mort gli dice di rivolgersi al suo agente, rifiuta perché vuole che la faccenda sia risolta fra di loro. Vistosi minacciato, Mort si informa sulla storia che sarebbe stata copiata, e saputa la data in cui Shooter afferma di averla scritta, gli può confermare d'averla pubblicata prima, su una rivista letteraria. Quindi se mai è Shooter ad aver copiato. Ma questo non convince l'accusatore, che vuole delle prove, e che comincia a ronzare intorno alla casa di Mort.
Fin qui ero piuttosto incerto sul film. Un uomo in crisi, uno stalker pericoloso. Insomma, il notissimo Stephen King non sa azzeccare qualcosa di un po' più avvincente e originale? E mi aspettavo qualcosa di meglio anche dal regista David Koepp, che ha lavorato come sceneggiatore in Jurassic Park, e in film delle serie di Spider-Man e Indiana Jones. In effetti la vicenda è più complessa, ma ci arriviamo con calma. Avviso che da qui in poi, anticiperò elementi essenziali della trama, che vi rovinerebbero la visione del film. Se quindi non volete procedere oltre, sappiate che il film non è eccezionale, ma la prestazione di Johnny Depp è valida.
Le contromisure di Mort, che ottiene poca collaborazione dal poliziotto della località rurale dove abita (apparentemente un vecchio un po' scemo), iniziano dal chiedere l'aiuto di un investigatore privato, interpretato da Charles Dutton, che ha avuto una parte in Alien 3. Ma le cose non migliorano e anzi la minaccia di Shooter si fa più seria. Il cane di Mort viene ammazzato, lui non trova meglio da fare che litigare con Ted, l'uomo che gli ha portato via la moglie, e sospettare di lui (Ted è interpretato da Timothy Hutton, che ricordo da Taps e Tutti i Soldi del Mondo). Non mi dilungo, diciamo che ancora altra gente (tra cui l'investigatore) ci rimette la pelle.
Alcuni elementi della trama, certi elementi degli omicidi, la vita disordinata di Mort, i suoi vizi e i suoi tic, fanno però pensare che la facciata che vediamo, quella di uno scrittore in vestaglia nevrotico e inoffensivo, possa nascondere qualcosa di diverso. Io ci sono arrivato tardi ma comunque un po' prima che il film giungesse al disvelamento, con una scena in cui Mort parla da solo e scopre la verità. Shooter è un parto della sua mente, e in realtà ha fatto tutto lui, compreso bruciare la casa alla ex moglie. E non è finita qui.
La vendetta del nostro scrittore colpirà sia la ex moglie che Ted, entrambi finiranno sepolti in giardino, in un finale che echeggia quello del famoso racconto plagiato. Alla fine del film Mort sembra di nuovo in forma, ma il poliziotto locale, che non è alla fine così scemo, va a trovarlo e gli dice che prima o poi si troveranno i corpi delle sue vittime, la loro morte sarà collegata a lui, e finirà in carcere. Nel frattempo, lo prega di non farsi vedere in paese e far la spesa da un'altra parte, perché la gente si sente minacciata da lui. Come andrà a finire? Chissà. Mort sembra convinto di farla franca.
Che dire? Secret Window si fa vedere ma non convince pienamente, non resta certo memorabile. Nonostante la presenza di un cast di tutto rispetto e di un regista di una certa professionalità, il film non mi è parso un gran capolavoro. L'idea della doppia personalità è stata realizzata meglio in altre pellicole (vedi The Fight Club) e il film, sebbene si risollevi da un inizio loffio e presenti in qualche scorcio dei begli scenari naturali, non decolla. Non avendo letto il racconto di King, posso solo dire che Secret Window non prende abbastanza e che si salva solo per la performance di un Johnny Depp all'apice del successo, abbastanza bravo da reggerne le sorti.
Film che ho visto tempo fa (penso quando uscì), quindi non mi ricordo tutti i dettagli, né posso fare raffronti col racconto visto che non l'ho letto, però devo dire che non mi dispiacque, né mi fece una cattiva impressione; niente di eccezionale, s'intende, però si faceva vedere. Magari il finale non mi ha convinto del tutto, ma c'è stato di peggio.
RispondiEliminaSì, praticamente la stessa impressione che in fin dei conti ha fatto a me. Oserei dire che la trama magari funzionava uscendo dalla penna di Stephen King, però a giudicare i fatti nudi e crudi, potremmo chiederci se ci fosse la "ciccia" da mettere al fuoco per farne un grande successo.
RispondiEliminaMagari ci voleva uno Scorsese o Ridley Scott, ma forse non ce l'avrebbero fatta nemmeno loro.
Ho riletto il racconto da poco, molto interessante e fonte di inquietudine, mentre il film l'avevo visto solo una volta, all'epoca della sua uscita cinematografica, e onestamente non lo ricordo per nulla.
RispondiEliminaSto cominciando a dimenticarlo pure io. Depp era bravo, ma il film non spicca sulla media.
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