giovedì 12 ottobre 2023

Trauma e Il Fantasma dell'Opera

 Doppio post in questa mia carrellata-recupero sui film di Dario Argento. Cominciamo con la prima pellicola in ordine cronologico. Nel 1993 Dario Argento diresse Trauma, in cui la figlia Asia Argento ebbe un ruolo da protagonista. Il film fu girato negli USA. Asia Argento, devo dire, non è la mia attrice preferita, e la sua recitazione qui non mi è parsa eccezionale. Trauma è, come molti dei gialli di Dario Argento, caratterizzato da una certa complessità nella storia e da qualche sorpresa che spiazza completamente lo spettatore, e soprattutto da tante scene violente.

Salvo la figlia di Dario Argento, gli attori sono statunitensi.

La trama segue le disavventure di David, un giovane che per caso salva dal suicidio Aura (la Argento), una giovane sofferente di anoressia, e cerca di scoprire il bandolo di una matassa di omicidi in cui Aura è coinvolta. David, interpretato da Christopher Rydell (Sul Lago Dorato), protegge Aura da se stessa e da uno psichiatra che, molto aggressivamente, pretende di riportarla in una clinica dopo che i suoi genitori sono caduti vittime di un misterioso assassino. Questo medico, il Dr. Judd (Frederic Forrest Jr., lo "Chef" di Apocalypse Now), è stato il mio sospetto preferito durante buona parte del film ma ad un certo punto ho dovuto cambiare bersaglio, e non ci ho più azzeccato perché il killer s'è rivelato essere una persona che sembrava fuori dai giochi. Non spiego ulteriormente, ma la cosa è stata un po' deludente.

Quanto alle uccisioni, stavolta non ci sono i laghi di sangue ma le vittime vengono decapitate con una garrota motorizzata (il collo tagliato con un fil di ferro). Qualche volta abbiamo teste che si muovono o parlano dopo esser state staccate dal corpo, quindi non temete, il granghignolesco non manca in questo film. Non sto a rivelare come si risolve Trauma, mi limito a dire che non è niente di speciale e, sebbene riproponga molte tematiche tipiche di Dario Argento, non è al livello dei suoi primi successi.

Passiamo al 1998. Dario Argento dirige Il Fantasma dell'Opera, ispirato all'omonimo romanzo francese. Il "fantasma" è cresciuto nei sotterranei del teatro, dove scorre un fiume, c'è una specie di lago e un milione di topi; insomma un intero ecosistema. Questo misterioso personaggio sarebbe stato un orfanello cresciuto dai ratti, il che è un po' strano perché è ben vestito e ha un eloquio forbito, sebbene gli resti una strana familiarità con le orride creature. Sopra di lui la giovane Christine (Asia Argento) canta al teatro dell'opera, amata dal barone Raoul (Andrea di Stefano). Christine verrà contesa tra i due, amerà entrambi, forse inizialmente il fantasma con più passione. Ma verrà spaventata dai suoi tratti oscuri.

Nel cast abbiamo Julian Sands, nella parte del fantasma, attore noto per le parti in Camera con Vista, Urla del Silenzio, Via da Las Vegas; proprio quest'anno è venuto a mancare per causa sconosciute durante un'escursione in montagna. La sarta di Christine è interpretata da Coralina Cataldi-Tassoni (statunitense malgrado il nome italico), che ha ricoperto ruolo più o meno identico in Opera, e lavorerà ancora con Dario Argento in La Terza Madre. La primadonna dell'opera, un personaggio piuttosto ridicolo (diciamo una macchietta), è interpretata da Nadia Rinaldi, vista (ma non da me) in un certo numero di commedie all'italiana.

Il Fantasma dell'Opera ci propone una trama piuttosto assurda, condita con la consueta messe di morti ammazzati. I film in costume generalmente non mi dispiacciono ma in effetti questo è proprio venuto maluccio: dialoghi talvolta ridicoli, storia illogica. Rispetto ad altre produzioni di Dario Argento non mi sembra più disastroso, ma va notato che i critici internazionali massacrarono questo film, mentre La Sindrome di Stendhal dell'anno prima aveva incontrato un certo favore. Pertanto Il Fantasma dell'Opera sembra che possa essere considerato come un punto di svolta nella carriera del regista, ovvero il momento in cui la sua residua credibilità internazionale è dissipata.



4 commenti:

  1. Si infatti, ricordo che questi sono stati letteralmente gli ultimi colpi godibili di Dario. Poi una specie di nulla che non voglio ricordare, tranne gli episodi della serie Masters of Horror.

    Ricordo bene Asia in "Non ho sonno"! Ahaha!

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  2. Sì, dopo c'è di peggio, e non mi sono risparmiato (quasi) niente. Questa serie prevede ancora qualche post...

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  3. Con Il fantasma dell'opera, visto il soggetto, pensavo che Dario si risollevasse. E invece...

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  4. Purtroppo no, penso che sia una netta svolta per il peggio... Dario Argento nel declino passa sempre più dal "ripetersi, ma sempre con la sua mano inconfondibile" al "ripetersi, senza neanche più mostrare le sue particolari abilità, se non a sprazzi."

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