Lord Dunsany (1878 - 1957) è stato un importante scrittore anglo-irlandese, vissuto a cavallo tra l'ottocento e il novecento. Nato quindi un po' prima della generazione di scrittori che ha dato vita alla prima ondata del fantastico moderno: parlo di H.P. Lovecraft, Clark Ashton Smith, Robert Howard. Dunsany, notoriamente, ha avuto una influenza su di loro; è inoltre tra gli ispiratori di J.R.R. Tolkien. Quindi l'importanza di Dunsany nel fantastico, e in particolare nel fantasy, è notevole.
Poiché questo per me è l'anno dell'Irlanda (che ho visitato a luglio) ho colto l'occasione per prendermi la raccolta edita da Mondadori: il titolo è Il Libro delle Meraviglie e altre Fantasmagorie.
Io ho preso l'ebook, ma vi invito fortemente a procurarvi il cartaceo perché ci sono dei bellissimi disegni che, sullo schermo piccolo e grigiastro del Kindle, vengono proprio una schifezza.
Il libro contiene due romanzi (La figlia del Re degli Elfi e La Maledizione della Veggente) e due raccolte di racconti (Il Libro delle Meraviglie e Demoni, Uomini e Dei).
Dico la verità: ho affrontato questo libro per un interesse, diciamo, storico. Visto che in vita mia mi sono dato la pena di leggere molto fantasy (e un po' di fantascienza, e fantastico in generale), mi sembrava indispensabile conoscere qualcosa di questo autore per completare la mia formazione culturale, ma non mi aspettavo che incontrasse il mio gusto. Perciò sono andato a pescare in mezzo all'ebook La Figlia del Re degli Elfi, pensando che fosse il titolo più "fantasy" e più accessibile per me. Mi riservavo di decidere in un secondo tempo se leggere il resto, temendo il mattone illeggibile e colossale.
La figlia del Re degli Elfi in realtà è, a mio parere, la parte meno interessante della collezione, ma per fortuna l'ho finito, e poi ho letto anche il resto.
Si tratta della storia di Alveric, signore della terra di Erl, che per volere del padre penetra nella terra degli Elfi e porta via la principessa Lirazel (la figlia del re della terra degli Elfi, appunto) allo scopo di farne sua moglie. Nonostante i due abbiano un bambino, le cose non girano... Lirazel non si trova bene fuori dalla sua terra, e tra l'altro è condannata a invecchiare, mentre il tempo nella terra degli Elfi non scorre. Inoltre, il re degli Elfi non è contento di quella unione, e vuol proteggere la propria terra da ulteriori contatti con gli uomini, e la nasconde con un potente incantesimo. Quando Lirazel se ne andrà per tornare a casa, Alveric sarà ossessionato dal desiderio di ritrovare Elflandia e vagherà con dei fedelissimi accompagnatori esplorando i confini del mondo; il figlio, crescendo, a sua volta si interesserà alla caccia agli Unicorni che dalla terra degli Elfi sconfinano in Erl, e... senza stare a raccontar tutta la storia, il contatto che fu ottenuto la prima volta non potrà restare senza conseguenze.
Molto più interessanti a mio parere i numerosi racconti contenuti nelle due raccolte. Classiche storie fantasy, agili, e che non sfigurano affatto rispetto a quelle dei più conosciuti autori che ho citato sopra. Sono rimasto piacevolmente sorpreso da queste avventure, che sono un po' di ogni tipo. Si va da terre remote a mondi sconosciuti, seguendo le tracce di avventurieri che cercano di appropriarsi di tesori fantastici o magari raggiungono l'orlo del mondo e cadono di sotto, precipitando in eterno. Bestie e mostri e demoni di ogni tipo, e divinità. Gente che si perde nel mondo delle proprie fantasticherie. Un regno che una volta dominava il mondo con le proprie armate, ma ora si è ridotto a una sola città, che sarà difesa da un eroe armato di una spada leggendaria che canta; questa mi ricorda tanto le storie di Elric scritte da Moorcock (così come Elflandia e il suo strano incantesimo un po' richiama alla mente Tolkien, ma Tolkien ha preso miti da ovunque, e poi li ha sempre trasformati in qualcosa di proprio). Non manca un racconto in cui un eroe sfida... il tempo. E ne è sconfitto. Qui ovviamente mi è venuto in mente il mio racconto lungo sullo stesso tema. E vi giuro, non avevo letto Dunsany prima di scriverlo.
Ma il libro che mi ha veramente incantato è La Maledizione della Veggente, sebbene l'elemento fantastico resti in bilico: è una storia che segue un binario strettamente realistico quasi fino alla fine. Il narratore, anziano benestante, ci parla dei ricordi di una Irlanda ormai scomparsa. L'amore per la caccia, gli umili uomini al suo servizio, lo scarso interesse per lo studio. E un padre misterioso che è costretto a fuggire da misteriosi nemici che lo vogliono eliminare, ma che poi rispettano lui che è rimasto a casa. Al punto che, quando il padre viene finalmente assassinato all'estero, gli fanno sapere "non siamo stati noi."
Un'Irlanda cattolica ma dove il paganesimo in sottofondo resiste. E chi spera di trovare la terra fatata di Tir-na-nOg, dove si resta giovani in eterno, deve trovare il modo di raggiungerla prima di morire, perché quel desiderio lo mette in peccato mortale, e quando muore è destinato all'inferno. E infine, il progresso che viene a distruggere la palude di proprietà del narratore, tra la sorda opposizione dei popolani irlandesi. Avendo visitato il paese proprio mentre leggevo questa storia, mi è parso di intravedere qualcosa di ciò che questo mondo è stato.
La raccolta Mondadori contiene tematiche diverse, racconti brevi e romanzi impegnativi, per cui spero che tutti gli amanti del fantastico troveranno qualcosa che li potrà affascinare.
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