lunedì 24 ottobre 2022

Vivere e Morire a Los Angeles

 Altra incursione nei titoli "off topic," stavolta per parlare di un film che è stato tra i miei preferiti, e lo è ancora. Vivere e Morire a Los Angeles (per una volta il titolo è tradotto bene in italiano) è un thriller poliziesco del 1985 con tratti piuttosto noir, tratto da un libro di Gerald Petievich su un argomento particolare, ovvero la produzione e spaccio di banconote falsificate. Film famoso per essere estremamente violento, e con una certa ragione. Ovviamente ci sono pellicole in cui si è visto più sangue, ma qui vi sono molte occasioni in cui le dispute e i frangenti decisivi vengono risolti a botte e sparatorie anche quando sarebbe stata disponibile un'altra opzione.

È anche un film in cui non ci sono buoni e cattivi: il poliziotto che deve dare la caccia al falsario Eric Masters (interpretato da Willem Dafoe) è una testa calda che usa metodi assai dubbi fin da prima di questa storia, e che con la morte del suo "gemello," ucciso dal falsario e dal suo braccio destro, perde ogni controllo e decide di fare qualsiasi cosa pur di incastrare Masters. Coinvolgerà nella sua crociata il nuovo collega che gli viene assegnato, nonostante questi sia almeno inizialmente uno che non vuole guai e violazioni dei regolamenti.

La Los Angeles di questo film è un paesaggio urbano fatto di periferie, fabbriche, magazzini, strade e autostrade; non mancano scene in bar, locali di spogliarello, uffici e locali di vario tipo. Tutto sommato è una città senza volto ma che dà l'impressione di essere enorme (lo è) e anonima. È un palcoscenico estraneo e minaccioso, dove si muovono personaggi che risolvono le loro sfide con la forza e la sopraffazione, nell'indifferenza generale e quasi sempre con impunità.

Il regista [da qui in poi ci saranno serie anticipazioni della trama] è William Friedkin, noto per diverse pellicole: Il Braccio Violento della Legge, L'Esorcista, tanti altri film e un sacco di TV. Qui Friedkin si è cimentato con un budget relativamente basso, girando con attori non molto conosciuti (alcuni sarebbero diventati famosi in seguito), riprese sbrigative, a volte con dialoghi lasciati alla spontaneità degli attori. Tuttavia s'è messo d'impegno per realizzare una scena di inseguimento fra auto fra le più celebri. Se per caso è un dettaglio che vi interessa, non potete perdervi questo film.

Chi è il protagonista? Forse è il cattivo, perché è carismatico, e perché sopravvive al buono - anche se non arriva alla fine del film. E il cattivo è Masters, ovvero un Willem Dafoe non ancora famosissimo. Criminale di successo ma dall'animo tormentato, falsificatore di denaro con amicizie nel ghetto e un avvocato in gamba, anima tormentata che dipinge bei quadri (almeno, nel film ci dicono che sono belli) e poi li brucia. Amante della bella vita, tra donne e auto di lusso, Masters, come del resto il suo principale antagonista, è uno che risolve le situazioni di persona e a suon di pallottole.

L'altro protagonista è Richard Chance, interpretato da William Petersen, che avrete probabilmente visto nella serie CSI. Come abbiamo visto deve vendicare il suo collega ucciso mentre cercava di incastrare Masters. Personaggio adrenalinico che fa bridge jumping, e non molto corretto nella professione: la sua informatrice preferita, nonché fidanzata involontaria, è tenuta legata a lui dal ricatto di potenziali accuse che potrebbero farla finire in carcere. La ragazza si lamenta perché dando soffiate a Chance rischia la vita e lui, ovviamente, se ne frega. E da quando inizia la sua crociata per eliminare Masters, per Chance ogni regola va a farsi benedire. Ho letto delle critiche secondo le quali questo impedisce al pubblico di coinvolgersi nel film, perché non ci sono personaggi positivi. Io a dire il vero ho trovato interessanti entrambi gli antagonisti, ma c'è un altro dettaglio insolito: Chance morirà prima della fine del film, e non vedrà compiuta la sua vendetta. Che sarà portata a termine da Vukovich, il nuovo socio. La produzione aveva tenuto aperta un'opzione: rivelare che Chance non fosse morto facendolo ricomparire in una scena finale. Ma poi questa idea è stata scartata.

Vukovich, il socio, è interpretato da John Pankov (che ha preso parte nel secondo Rambo). All'inizio si arrabbia perché Chance ignora le regole e lo tira in mezzo a cose che non vorrebbe fare. Studierà anche (vedi oltre) una via d'uscita per evitare di affondare nei guai che Chance sta combinando. Alla fine però sarà lui a uccidere Masters: completerà la vendetta del "gemello," e ne prenderà l'eredità imitando anche la disinvoltura verso le regole, confermando che questo è un mondo in cui i "buoni" non esistono.

Debra Feuer interpreta Bianca Torres, fascinosa ballerina che aiuta materialmente Eric Masters in molte occasioni, anche quando c'è da incastrare e far fuori un altro malvivente che lo stava fregando. Una complice di lusso. Bianca sopravvive ai vari ammazzamenti: se ne andrà alla fine con un'altra ballerina e con la macchina di lusso di Masters. Di sicuro è una che sa badare ai propri interessi. L'attrice, che è stata moglie di Mickey Rourke, ha lavorato anche nella serie Starsky & Hucth, e, tra i tanti, in un film italiano... con Celentano.

L'altro personaggio femminile di rilievo è Ruth Lanier, interpretata da Darlanne Fluegel (vista in C'era una volta in America; la Fluegel è morta qualche anno fa per il morbo di Alzheimer). Ruth, che fa la barista, è costretta a fare l'informatrice di Chance (e anche la sua amante, come già menzionato) perché incastrata con qualche prova che potrebbe mandarla in carcere. Vorrebbe liberarsi di certi debiti e scappare; le sue informazioni sono a volte utili e a volte pericolose, forse è una doppiogiochista. Con la morte di Chance, Vukovich prende il posto del socio in tutto e per tutto, imponendosi anche come (indesiderato) amante.

Michael Green (morto nel 2020) interpreta Jimmy Hart, il primo "gemello" di Chance, che viene ucciso proprio mentre cerca di incastrare Masters, a pochi giorni dalla pensione. Nella parte di un complice di Masters abbiamo nientemeno che John Turturro (noto per un'enormità di ruoli, tra cui una parte da cattivo nell'ultimo Batman).

Dean Stockwell (morto nel 2021; tra i tanti ruoli, un androide in Battlestar Glactica) interpreta Bob Grimes, cinico avvocato al servizio di Masters. Contattato da Vukovich, gli dà consigli per liberarsi dei seri guai in cui Chance ha cacciato entrambi, impadronendosi di denaro dello stato per offrire un'esca a Masters. Secondo l'avvocato Vukovich dovrebbe denunciare il "gemello" e confessare, chiedendo uno sconto di pena. Inoltre aiuta l'agente a contattare Masters per un falso acquisto di banconote false, occasione per lo scontro finale. Vukovich non apprezza i sistemi di Chance ma non se la sentirà di fargli la carognata di rovinarlo, e non seguirà i consigli di Grimes.

Quanto a questo dettaglio dell'avvocato, scopriremo che Masters sapeva tutto, e lo rivelerà nello scontro finale con Vukovich (scontro in cui sta per vincere ma... rimane arrostito vivo). Non mi pare mossa delle più intelligenti, da parte di Masters, andare a vendere banconote false a persone che ha capito essere delle forze dell'ordine. Anche Vukovich, che ha saputo individuare il magazzino in cui erano prodotte le banconote false, avrebbe avuto, presumo, la possibilità di sorvegliare il posto e acchiappare il falsario senza bisogno dell'ennesimo scontro mortale.

Uno dei difetti notati riguardo a Vivere e Morire a Los Angeles è, in effetti, proprio il muoversi dei protagonisti, gente che dovrebbe essere astuta e sofisticata e che invece risolve le cose sparando. Fa però parte dello spirito di questa storia, che mi è comunque piaciuta ai tempi, e m'è rimasta impressa, e che ho apprezzato anche rivedendola ora. Senza negarne i difetti, comunque, noto che Vivere e Morire a Los Angeles è stato un notevole successo.

Consiglio di vederlo: è reperibile gratuitamente su YouTube, sia in italiano che in inglese.


2 commenti:

  1. è una cosa strana: ricordo di aver visto questo film, ma mi ricordo solo pochissime scene.

    RispondiElimina

  2. Be', anche io quando l'ho recentemente rivisto ho avuto quasi l'impressione di vederlo per la prima volta. Ovviamente sapevo come andava a finire, ma un sacco di dettagli non è che mi tornassero alla memoria mentre guardavo il film, non me li ricordavo proprio.

    D'altra parte è passato un sacco di tempo e in mezzo ci sono stati Quei bravi ragazzi, i film di Tarantino e via dicendo, l'asticella della violenza e della spettacolarità s'è alzata moltissimo.

    RispondiElimina

Per contrastare in qualche modo gli spammer, ho dovuto introdurre la moderazione dei commenti su post più vecchi di due settimane. Peccato: mi ci hanno proprio obbligato. Inoltre non si può postare anonimamente.