Senza Limiti, titolo originale francese Sous Emprise, è un film del 2022 distribuito da Netflix che mi ha inevitabilmente attratto, stuzzicando il mio orrore per gli abissi marini. Narra la storia di una coppia di campioni d'immersione in apnea (freediving), che gareggiano in una specialità molto pericolosa, e della loro relazione distorta e malata.
Storia sinistra, tanto più che è esplicitamente dedicata a un fatto realmente accaduto. Pertanto ogni pretesa di mantenere riservatezza sulla trama si perde fin dall'inizio. I due personaggi principali (Pascal e Roxana) sono interpretati da Sofiane Zermani (un rapper franco-algerino) e da Camille Rowe (modella e attrice francese di madre statunitense).
Ma in realtà la vicenda è quella di Audrey Mestre, che è morta nel 2002 nel tentativo di stabilire un nuovo record mondiale di immersione "No Limits," superando quello appartenente alla britannica Tanya Streeter. Ai tempi lessi della sua morte su un giornale (di carta) e mi sono successivamente informato (su internet). Questo non è il primo film che esce sulla vicenda, ce n'è stato uno in cui recita anche Tanya Streeter (non so se nei panni di se stessa o in quelli di Audrey), ma non sono riuscito ancora a vederlo. Perfino il regista James Cameron voleva trattare questa storia, se n'è parlato negli anni pre-Covid, ma non se n'è ancora fatto niente.
La Mestre era stata introdotta a quello sport da Francisco (detto Pipin) Ferreras, esule cubano (invece è un francese nel film) detentore di vari record. Una differenza col film è nella durata della relazione fra i due. Mentre sullo schermo vedi un il talentuoso campione che si invaghisce della donzella e, con la bacchetta magica, la trasforma subito in campionessa spingendola a sforzi sempre più pericolosi, la Mestre in realtà era una specialista di immersioni prima di conoscerlo, e la sua relazione con Pipin si è sviluppata nel giro di alcuni anni, così come i suoi progressi nel mondo dell'apnea.
Ma lo schermo ha bisogno di situazioni più nette, e dipinge quindi Roxana come una donna fragile e facilmente influenzabile, spinta improvvisamente a prendersi dei rischi enormi, incapace di dire di no. Pascal è un duro, un uomo carismatico che ama prendere le decisioni per gli altri, un tipo apparentemente amichevole ma in realtà decisamente bullo, e vendicativo. C'è una discreta somiglianza di carattere con l'egocentrico Pipin Ferreras.
L'uomo dei record Pascal, che per motivi di salute non riesce più a ottenere grandi risultati, investe tutte le speranze su Roxana e la spinge a nuovi record, sebbene allo stesso tempo la tradisca con un'altra donna. Nella realtà Pipin e Audrey erano sposati ma, pare, il rapporto era incrinato.
La tensione (nel film) tra Pascal e i membri della sua squadra, causata dalle decisioni pericolose e dalla personalità aggressiva di lui, rispecchia abbastanza i contrasti che realmente vi furono, e che portarono uno dei subacquei associati a Pipin a lasciarlo, e a scrivere un libro di accuse contro di lui dopo la morte di Audrey.
Ma cos'è una immersione No Limits? Ci sono varie categorie di record di apnea: con i pesi, con le pinne, senza pinne e via dicendo. Nella categoria No Limits l'atleta è praticamente passeggero di una pesante "slitta" che corre su un cavo e va a fermarsi a una certa quota. Lì viene azionata una bombola di risalita che, riempiendo un palloncino, permette di tornare rapidamente alla superficie. Quindi l'apneista è passeggero di un mezzo meccanico: non si tratta di nuotare, ma di resistere a diversi minuti senza respirare e di sopportare la forte pressione. Si pensava che certe quote fossero mortali, ma si è scoperto che il corpo umano riesce ad adeguarsi.
Per assistere questi tentativi di record vengono piazzati dei subacquei a diverse profondità. Quelli sul fondo non hanno nemmeno aria nelle bombole, devono affidarsi a una particolare miscela chiamata Trimix. Per via della decompressione da fare per risalire, di fatto i subacquei di sicurezza tornano a galla ore dopo che il tentativo di record ha avuto luogo.
Audrey Mestre, il giorno del tentativo fatale, effettuò la discesa, ma sul fondo si scoprì che la bombola di gas da usare per gonfiare il pallone di risalita era vuota. Il subacqueo che stava sul fondo lo vide e usò gas dalle proprie bombole per permettere il gonfiaggio del pallone, e Audrey cominciò a salire, ma lentamente, e a un certo punto perse la presa, lasciò la slitta e annegò.
Il subacqueo che l'aveva assistita sul fondo la riportò a una maggiore quota, ma si dovette fermare al livello che, per via dei gas che respirava, non doveva superare. Lì avrebbe dovuto esserci un altro uomo per prendere con sé l'atleta e portarla verso la superficie, ma per qualche motivo i due non si incontrarono e si perse altro tempo. Fu Pipin a scendere con una bombola e a riportare a galla Audrey senza fare soste di decompressione (quindi rischiando la vita). Ma ormai, dopo 9 minuti, la donna era morta.
Peggio ancora sulle imbarcazioni che seguivano l'evento non c'era alcun medico specializzato, se mi ricordo bene i primi veri soccorsi vennero somministrati da un ospedale a terra (troppo tardi).
Nel film, con modalità abbastanza simili, anche Roxana muore, e le sue ceneri verranno disperse in mare.
Come nella realtà, nella pellicola si discute la responsabilità di quella bombola vuota. Pipin afferma che credeva fosse stata riempita da qualcuno, e che non ci fosse un ruolo prestabilito per quel compito. Ma altri hanno dato la colpa a lui, accusandolo (non troppo velatamente) di aver voluto eliminare Audrey. Più o meno è quello che si sospetta anche dal film. Però resta il fatto che Pipin (contrariamente al protagonista del film) ha rischiato la propria vita per riportare Audrey alla superficie. Inoltre vi erano stati anche problemi con il cavo, che aveva un'inclinazione e una tensione inadeguate, forse per via del maltempo prima della prova. Per la somma di questi motivi l'ascesa di Audrey durò troppo tempo.
Oltre al fatto che l'apparecchiatura per il tentativo non era a posto, bisogna considerare che non c'era alcuna preparazione per l'emergenza. Niente medico specializzato e niente attrezzatura, pochi subacquei di sicurezza (e questo ha pesato sull'esito finale). L'organizzazione era certamente responsabilità di Pipin. Tanya Streeter effettuava i suoi tentativi con una quindicina di subacquei di sicurezza a varie profondità, Audrey Mestre ne aveva molti di meno. A quanto ho letto, solo due. Un terzo era morto per un incidente tempo prima e non era stato sostituito. Forse Pipin aveva troppo pochi soldi per organizzare le cose come si deve.
C'è un torbido mistero dietro la morte di Roxana (Audrey)? Come non lo sappiamo per certo nella realtà, non lo sappiamo nemmeno nella narrazione cinematografica, che si premura comunque di ricordarci che ogni collegamento a fatti realmente accaduti è puramente casuale. Comunque sia, mi è piaciuto questo film sia per come ha raccontato la storia che per le belle immagini del mare.
Dei protagonisti dell'apnea No Limits di quei tempi Pipin, Tanya Streeter e l'italiano Umberto Pelizzari si sono ormai ritirati. Un altro francese, Loic Leferme, per via di un problema al cavo di risalita, è morto nel 2007 in maniera non molto diversa da Audrey Mestre. Il record maschile è ora oltre i 200 metri, quello femminile resta ancora in mano a Tanya Streeter a -160. Val la pena di provare a portarli ancora più giù?
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