giovedì 3 febbraio 2022

Monaco - Sull'Orlo della Guerra

 Buon momento per Netflix che, sebbene vada malaccio in Borsa, ci propone un altro film interessante. Si tratta di Monaco - Sull'Orlo della Guerra, imperniato sulla conferenza internazionale che nel 1938 evitò che l'Europa sprofondasse in un conflitto. Non per molto tempo, visto che l'anno seguente scoppiò la Seconda Guerra Mondiale.

Cosa era successo? La Germania di Hitler stava per attaccare la Cecoslovacchia (che, lo spiego per la gioventù, era un paese formato da Slovacchia + Repubblica Ceca). Le mire espansioniste erano sorrette in questo caso da un motivo ragionevole, ovvero la presenza di una forte minoranza tedesca su parte del territorio, nella regione di confine dei Sudeti. Questo a causa di una delle molte decisioni miopi del trattato di pace di Versailles, che aveva imposto (alla fine della Prima Guerra Mondiale) una pace estremamente punitiva agli Imperi Centrali, ovvero Austria-Ungheria e Germania. Ora la Germania era alla riscossa, e non intendeva attenersi al trattato. Le democrazie occidentali, ovvero Francia e Gran Bretagna, dovevano decidere se fare la guerra o no, contro una Germania forte (moralmente) del fatto che chiedeva solo un territorio abitato da Tedeschi, e forte (militarmente) di un esercito in pieno riarmo.

Questa la situazione che portò il premier britannico Neville Chamberlain a cercare la trattativa fino all'ultimo. Alla fine, con l'intercessione italiana, si riuscì a intavolare una conferenza per risolvere la questione a Monaco, tra quattro leader europei: Benito Mussolini (che ne ricavò l'errata impressione di essere l'ago della bilancia della politica internazionale), Adolf Hitler, Neville Chamberlain ed Edouard Daladier, il premier francese.

In questo contesto si insinua la resistenza tedesca, che ha pronto un piano per rovesciare Hitler, il quale è protetto da poche decine di uomini quando risiede nella Cancelleria di Berlino. Basterebbe un modesto reparto militare per eliminarlo, e si dà il caso che i congiurati fossero ufficiali tedeschi, con truppe al proprio comando. Però c'è bisogno di un pretesto per far scattare il piano: ovvero l'attacco alla Cecoslovacchia, che i militari ritenevano troppo pericoloso, perché pensano di essere impreparati a una guerra contro Francia e Gran Bretagna. Doveva servire da giustificazione per eliminare Hitler e fare subito la pace. Insomma, per poter rovesciare Hitler senza sembrare dei traditori, ci voleva un assaggio di guerra.

E sarebbe anche vero! Questa cospirazione è esistita veramente. Ma non è vero che questo piano abbia a che fare con la conferenza di Monaco. Il romanzo di Robert Harris da cui è tratto il film, Munich, presenta un tentativo (fantastorico) della resistenza di consegnare a Chamberlain un documento che dovrebbe convincerlo a non cercare la pace alla conferenza di Monaco. Un giovane traduttore tedesco, Paul Hartmann, dovrebbe consegnare il documento critico all'amico inglese Hugh Legat, conosciuto a Oxford ai tempi dell'università, mentre entrambi sono al seguito delle rispettive rappresentanze diplomatiche. Questo è l'oggetto del film, ed è una storia piuttosto interessante: la storia di due amici che si sono divisi quando Paul ha aderito al nazionalsocialismo, per poi ritrovarsi ora, a Monaco, quando Paul ne è stato deluso.

Il tedesco rischia il tutto per tutto, anche perché è molto difficile sfuggire alla sorveglianza delle SS, e girare con documenti segreti in quel momento a Monaco non era uno scherzo. Legat farà l'impossibile per far sì che Paul possa parlare con Chamberlain e cercare di convincerlo ad assecondare il piano della resistenza, e a non firmare l'accordo di cessione dei Sudeti alla Germania.

Bel film, emozionante, e non voglio fare troppe anticipazioni, ma, se avete preso qualche volta la sufficienza in storia, sapete già che il tentativo fallisce. L'accordo fu firmato, e senza che la Cecoslovacchia potesse partecipare alle trattative che la riguardavano. Ma facciamo un passo indietro: qual è questo famoso documento segreto? Si tratta dei colloqui tenuti da un ristretto gruppo di militari con Hitler il 5 novembre 1937. Questo incontro si è tenuto veramente ed esiste un riassunto di quello che venne annunciato da Hitler, ovvero i piani per la conquista di vasti territori in Europa. Insomma la prova che la Cecoslovacchia sarebbe stata solo l'inizio.

Neville Chamberlain

Così questo film, seguendo la trama di un libro piuttosto ingegnoso, mette insieme tre eventi autentici (Monaco, il piano per rovesciare Hitler, l'incontro del 5 novembre 1937) per creare un thriller di spionaggio riguardante un momento fatidico della storia. E il film funziona: un po' come Operazione Valchiria di una quindicina di anni fa, Monaco - Sull'Orlo della Guerra crea una tensione fortissima, anche se lo spettatore sa già come sono andate a finire le cose.

Quanto agli attori più in vista, abbiamo Jeremy Irons nei panni di Chamberlain, mentre George MacKay, già visto in 1917, interpreta Legat. Gli attori che interpretano Daladier e Mussolini sono più o meno somiglianti, e hanno comunque poco spazio sullo schermo, mentre Ulrich Matthes, che interpreta Hitler, fisicamente non gli somiglia per niente. L'attore era stato Goebbels (ministro della propaganda) nel film La Caduta.

Riguardo alle prese di posizione di questo film, posso dire che dà credito a Chamberlain di aver dato alla Gran Bretagna un altro anno di tempo prezioso per prepararsi alla guerra. Non so se questo sia vero: anche la Germania nel 1938 era più debole di quanto sarebbe stata solo un anno dopo. Diciamo che la figura di questo sfortunato premier britannico è vista con simpatia, nel film, per lo sforzo di buona volontà in direzione della pace, sebbene, è opportuno dirlo, Chamberlain era accomodante per l'ultima volta: dopo poco tempo creò i presupposti "automatici" perché il conflitto scoppiasse, dando la garanzia diplomatica alla Polonia (prossima preda di Hitler).

Se vogliamo, però, possiamo pensare che la Gran Bretagna, forte della protezione del mare, si comportò in maniera scorretta verso i Francesi, che temevano la Germania ed erano ferrei sui trattati di pace. I "cattivi" Francesi del resto confinavano con la Germania e ne temevano il riarmo, quindi non avevano tutti i torti. Ma ogni volta che chiedevano un'azione decisa, i Britannici scantonavano.

In effetti Chamberlain, e i leader britannici prima di lui, non volevano impegnarsi in un'alleanza con la Francia, che si trovava particolarmente povera quanto ad amicizie (i Russi, vecchi alleati, ora erano sotto governo comunista e quindi isolati da tutti). Divergendo dall'intransigenza francese, i Britannici mantennero un atteggiamento attendista in nome dell'appeasement, termine con cui si indicano le concessioni che avrebbero dovuto placare la fame tedesca, almeno in teoria. Come conseguenza, i Francesi dovettero ingoiare il rospo in diverse occasioni.

E invece, nei primi anni del potere di Hitler, Francia e Gran Bretagna, agendo assieme, avrebbero potuto facilmente stroncare il dittatore tedesco. Le prime prese di posizione di quest'ultimo, ad esempio la rimilitarizzazione della Renania, non erano infatti appoggiate da reale potenza militare. Ma è facile giudicare i fatti dopo oltre 80 anni.

Parlando dei leader... Chamberlain toccò il vertice della popolarità tornando da Monaco con l'accordo di pace firmato... salvo finire in disgrazia quando la guerra scoppiò. Lasciò la poltrona a Churchill, e morì di tumore dopo un altro anno circa. Daladier, tornando a Parigi, credeva invece che la gente lo avrebbe linciato, ma vide che tutti lo applaudivano, e pensò: "Che imbecilli." Non si aspettava che da Monaco sarebbe nata una pace durevole. Poco prima della trionfante offensiva tedesca del 1940 Daladier fu sostituito da un altro premier (Reynaud). Finì prigioniero del governo di Vichy, ma sopravvisse alla guerra e tornò perfino in parlamento. Quanto a Mussolini, credo sappiate tutti come andò a finire.


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