Emphyrio è un libro di fantascienza scritto da Jack Vance nel 1969; è stato tradotto col nome di Crociata Spaziale, il che non è molto adatto alla storia e inoltre crea confusione in quanto Poul Anderson ha scritto un romanzo che s'intitola allo stesso identico modo.
Emphyrio è un planetary romance più che un libro di fantascienza in senso stretto, e come molti titoli della sua epoca ci presenta un universo ampiamente colonizzato, in cui i tanti pianeti abitati sono raggiungibili con comodi viaggi sulle astronavi (in questo caso, comunque, sono costosi). In parte si tratta di un romanzo di formazione, in quanto la vita di Ghyl Tarvoke, il protagonista, è descritta nel suo sviluppo e nelle sue esperienze, in una prima parte del libro fin troppo prolissa e rilassata, anche se importante perché ci introduce nella società di Halma, il pianeta in cui Ghyl si trova a vivere. La seconda parte è più veloce, anzi al confronto della prima fin troppo sbrigativa, se vogliamo (e si tratta senz'altro di un punto debole di questo libro).
Ad ogni modo Ghyl ha occasione di scoprire chi sia l'eroe della propria infanzia, ovvero il personaggio leggendario che dà il nome al romanzo, e a comprendere come funzioni la società di Halma. Emergeranno anche alcuni fatti inattesi. La vicenda ha una risoluzione rapida e inaspettata: colpo magistrale di Vance, che ci offre un grande colpo di scena.
Come ho premesso, nella prima parte Vance ci descrive la vita di Ghyl e di suo padre Amiante, entrambi intagliatori di legno. Come la maggior parte della gente di Halma, sono artigiani, lavorano per una specie di gilda, che compra la loro produzione e la giudica, che manda ispettori a verificare il lavoro, ogni tanto, e che svolge anche funzioni di controllo sociale. Andare al tempio è un requisito essenziale (anche se inizialmente i rimproveri sono blandi). Vendere la propria produzione ai consorzi che la esportano una consuetudine senza reali alternative. E per giunta c'è l'assoluto divieto di "duplicazione," ovvero stampa, riproduzione in serie, ecc... e per giunta è vietato possedere oggetti "duplicati."
Un ministero del Welfare emette l'unico mezzo di pagamento circolante, i voucher (che sembra non siano nemmeno denaro vero e proprio). Nella città in cui Ghyl e Amiante vivono, vasti quartieri sono stati devastati in una antichissima guerra, ma solo in parte sono stati ricostruiti. In compenso è arrivata una società di Signori (Lords e Ladies nell'originale) che vivono in alte torri, e sfruttano il pianeta prendendo una percentuale su tutta la produzione, in cambio del merito (passato) di aver dato soccorso alle popolazioni danneggiate dalla guerra.
Ghyl è abbastanza pigro e indulgente, passa una gran quantità di tempo in giro con un suo amico d'infanzia, Florial, condivide con lui i suoi sogni e le fantasie, al centro delle quali c'è già la speranza di andare via da Halma, un luogo oppressivo dove tocca lavorare duro in cambio di ben scarse soddisfazioni. Quando Ghyl cresce i suoi svaghi cambiano un poco, serate trascorse a bere, la frequentazione di posti insoliti, musica dal vivo, il bere... aspetti che probabilmente Vance descrive riversandovi qualcuna delle esperienze vissute nei lunghi viaggi della sua vita pittoresca.
Questa parte del libro è una lunga introduzione a quello che verrà in seguito. Vance ne approfitta per lanciare i suoi ironici strali verso la limitazione delle libertà, i totalitarismi, i sindacati, il welfare state (che negli anni '60 era visto da alcuni come una forma di oppressione, figurarsi un po'), e anche la religione, che nel libro è ridicolizzata.
Poi la trama sterzerà verso il drammatico e avverranno fatti decisivi, che non anticipo. L'eroe d'infanzia di Ghyl, Emphyrio, sarà l'ispirazione di una battaglia per liberare innanzitutto se stesso, e poi per lottare contro gli oppressori, su cui scopriremo cose sorprendenti.
Un classico Vance, insomma, con uno sviluppo lento e alcune rivelazioni inattese. Bella storia, purtroppo con un passo ineguale, visto che la seconda parte è molto affrettata.
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