sabato 30 novembre 2019
Le Mans '66 La Grande Sfida
Il titolo originale di questo film (non usato in Italia, ovviamente) è Ford v Ferrari, ovvero Ford contro Ferrari. Una sfida "tra due uomini," prima ancora che fra le macchine, per motivi che, come il film spiega, derivano da un brusco diniego al tentativo di Ford di acquisire la Ferrari per farne, in pratica, la propria squadra corse. L'anziano Enzo Ferrari divenne così uomo da battere per Henry Ford (secondo), che investì grandi somme allo scopo di vincere la gara più prestigiosa dei tempi, la 24 Ore di Le Mans.
Da qui il titolo italiano Le Mans '66 La Grande Sfida, e qui entrano in gioco i due protagonisti, lo statunitense Carroll Shelby e il britannico Ken Miles, interpretati da Matt Damon e Christian Bale.
martedì 26 novembre 2019
The Wages of Destruction
Adam Tooze, storico britannico, si è sobbarcato l'impresa di analizzare il funzionamento della macchina economica tedesca per il periodo che parte dalla fine della Prima Guerra Mondiale (ormai oltre cento anni fa) fino al termine del successivo conflitto. Come capita quasi sempre quando viene fatta un'analisi seria, quello che viene a galla è ben diverso dalle "verità" che sono state per anni distribuite nei libri scolastici e sullo schermo (la "realtà a cartoni animati" che ci viene somministrata quotidianamente).
Nel libro che ho letto, The Wages of Destruction, che si può tradurre, credo, con Il Prezzo della Devastazione, Tooze analizza la politica economica del Terzo Reich, con un breve preambolo sulla Germania di Weimar. Si tratta di un libro denso, circa 700 pagine scritte fitte, difficilmente leggibili per chi non sia appassionato di storia e dotato di qualche cognizione di economia. Servono entrambe le cose.
Il libro permette di sfatare alcuni miti sulla Seconda Guerra Mondiale, creando un quadro che mette in luce le grandi difficoltà della Germania nel primo dopoguerra e nella ricerca della rivincita, l'inevitabilità della nuova sconfitta, l'impossibilità di mitigare le terribili sofferenze della fame se non con la decisione di far morire tutta una serie di categorie di persone prima che il cittadino tedesco soffrisse (come disse Hitler), la dura realtà di certe materie prime indispensabili che mancavano, e sarebbero continuate a mancare pur con tutti i tentativi di produrle artificialmente.
Nel libro che ho letto, The Wages of Destruction, che si può tradurre, credo, con Il Prezzo della Devastazione, Tooze analizza la politica economica del Terzo Reich, con un breve preambolo sulla Germania di Weimar. Si tratta di un libro denso, circa 700 pagine scritte fitte, difficilmente leggibili per chi non sia appassionato di storia e dotato di qualche cognizione di economia. Servono entrambe le cose.
Il libro permette di sfatare alcuni miti sulla Seconda Guerra Mondiale, creando un quadro che mette in luce le grandi difficoltà della Germania nel primo dopoguerra e nella ricerca della rivincita, l'inevitabilità della nuova sconfitta, l'impossibilità di mitigare le terribili sofferenze della fame se non con la decisione di far morire tutta una serie di categorie di persone prima che il cittadino tedesco soffrisse (come disse Hitler), la dura realtà di certe materie prime indispensabili che mancavano, e sarebbero continuate a mancare pur con tutti i tentativi di produrle artificialmente.
mercoledì 13 novembre 2019
Non solo inquiniamo, ma siamo anche troppi
E il riscaldamento climatico? Da una parte si nega, dall'altra se ne fa una specie di palcoscenico per fini politici, quando non uno spettacolo da baraccone. È davvero tutto effetto della CO2? Che quella sia "solo una ipotesi" molti lo hanno ripetuto, negando l'effetto umano. (Fa comodo a chi non vuole fare nulla, tra l'altro). E del resto è vero che variazioni anche estreme si sono avute quando l'uomo non vi poteva influire. Comunque adesso non dobbiamo pensare alla causa, dobbiamo vedere se è possibile fare qualcosa. E certamente l'inquinamento è opera nostra
L'articolo di Bloomberg che cito oggi parla del problema climatico in generale, e di quello che negli scorsi decenni si è fatto (e non fatto). Gli esperti consultati però, oltre alla necessità di una diminuzione delle emissioni di CO2, si sono spinti oltre, inoltrandosi nel "politicamente difficile" territorio del controllo delle nascite.
L'articolo di Bloomberg che cito oggi parla del problema climatico in generale, e di quello che negli scorsi decenni si è fatto (e non fatto). Gli esperti consultati però, oltre alla necessità di una diminuzione delle emissioni di CO2, si sono spinti oltre, inoltrandosi nel "politicamente difficile" territorio del controllo delle nascite.
La popolazione andrebbe stabilizzata e, idealmente, ridotta, in uno schema che garantisca l'integrità sociale.Una testata italiana cita la medesima fonte con un titolo molto più estremo... "la soluzione finale contro il riscaldamento globale."
martedì 12 novembre 2019
Serie sì e no...
Qualche altro consiglio non richiesto sulle serie TV disponibili...
Mi è capitato di vedere 8 Giorni alla fine, su Sky, con grandi speranze di godermi una grande storia apocalittica. La trama è un po' sul genere di Melancholia, l'incredibile porcata diretta da Lars Von Trier: un asteroide si sta dirigendo verso la terra. Non manca moltissimo all'impatto (gli otto giorni del titolo della serie), gli USA hanno provato a lanciare dei missili ma non sono riusciti a deviarlo. Cosa succederà? La zona che verrà colpita è proprio il centro dell'Europa (la produzione è tedesca, quindi...) e in questo epicentro della catastrofe le speranze di salvarsi sono praticamente nulle.
8 Giorni alla fine ci propone storie di gente comune, famiglie, ecc... C'è chi si prepara a rifugiarsi in un bunker, chi cerca di fuggire in Europa orientale (affrontando alla rovescia le peripezie del traffico di esseri umani), e c'è chi, semplicemente, beve. Di sicuro c'è una cosa: dei tanti milioni che sono in cerca di scampo, molti non potranno trovare una soluzione.
Mi è capitato di vedere 8 Giorni alla fine, su Sky, con grandi speranze di godermi una grande storia apocalittica. La trama è un po' sul genere di Melancholia, l'incredibile porcata diretta da Lars Von Trier: un asteroide si sta dirigendo verso la terra. Non manca moltissimo all'impatto (gli otto giorni del titolo della serie), gli USA hanno provato a lanciare dei missili ma non sono riusciti a deviarlo. Cosa succederà? La zona che verrà colpita è proprio il centro dell'Europa (la produzione è tedesca, quindi...) e in questo epicentro della catastrofe le speranze di salvarsi sono praticamente nulle.
8 Giorni alla fine ci propone storie di gente comune, famiglie, ecc... C'è chi si prepara a rifugiarsi in un bunker, chi cerca di fuggire in Europa orientale (affrontando alla rovescia le peripezie del traffico di esseri umani), e c'è chi, semplicemente, beve. Di sicuro c'è una cosa: dei tanti milioni che sono in cerca di scampo, molti non potranno trovare una soluzione.
mercoledì 6 novembre 2019
Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io)
Sapevo che questo libro avrei dovuto leggerlo ma, quando uscì in inglese, rimandai l'acquisto e persi l'occasione. Poi Jack Vance, l'autore di questa autobiografia, morì, e il libro balzò a prezzi impossibili, disponibile solo nel mercato dell'usato.
Ora, tuttavia, è uscito in italiano con il titolo Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io), ad opera della Delos Books. Quindi, per farla breve, ho letto la versione digitale dell'autobiografia di quello che è, forse, il mio autore preferito.
A dire il vero della sterminata produzione di Vance ho letto una minima parte, qualcosa mi è piaciuto e qualcosa mi ha lasciato indifferente... tuttavia ci sono due opere almeno, La Terra Morente (ciclo di racconti) e Lyonesse (trilogia) che a mio parere sono tra le migliori del fantasy.
Vance, come gli appassionati sanno già, si dedicò a diversi mestieri, e fu incostante negli studi, pur avendo una passione per la scienza. Passò alcuni anni navigando lungo le rotte commerciali, e questo girovagare fu una caratteristica della sua vita anche quando, in compagnia della moglie, abbandonava tutto e tutti e andava a visitare qualche lontano paese.
Ora, tuttavia, è uscito in italiano con il titolo Ciao, sono Jack Vance! (e questa storia sono io), ad opera della Delos Books. Quindi, per farla breve, ho letto la versione digitale dell'autobiografia di quello che è, forse, il mio autore preferito.
A dire il vero della sterminata produzione di Vance ho letto una minima parte, qualcosa mi è piaciuto e qualcosa mi ha lasciato indifferente... tuttavia ci sono due opere almeno, La Terra Morente (ciclo di racconti) e Lyonesse (trilogia) che a mio parere sono tra le migliori del fantasy.
Vance, come gli appassionati sanno già, si dedicò a diversi mestieri, e fu incostante negli studi, pur avendo una passione per la scienza. Passò alcuni anni navigando lungo le rotte commerciali, e questo girovagare fu una caratteristica della sua vita anche quando, in compagnia della moglie, abbandonava tutto e tutti e andava a visitare qualche lontano paese.