Ebook di Mirco Tondi, questo L'Inizio della Caduta è una storia fantastica che inizia nel modo più prosaico possibile. Ci porta in una nazione non ben definita (i nomi dei protagonisti non sono in italiano, ma piuttosto anglofoni) dove per gli industriali esistono profitti in salita illimitata, manipolazioni delle leggi e dei diritti sindacali, il tutto sempre e solo a proprio favore, oltre a trastulli a base di droghe e sesso facile, mentre per i poveri lavoratori esistono turni massacranti, paghe da fame, diritti sempre più compressi, incidenti mortali sul lavoro, e per non farsi mancare niente anche un sindacato che è sempre più timido nel fare la propria parte.
Storia di oggi per tanti, per molti storia di ieri, perché se una volta c'era un lavoro da svolgere in pessime condizioni, adesso, spesso, non c'è più nemmeno quello.
giovedì 29 agosto 2019
giovedì 22 agosto 2019
Elric 3 - Il Lupo Bianco
È al terzo volume (io questo tomo l'ho letto in francese ma è disponibile nella nostra lingua) la saga di Elric di Melniboné a fumetti, curata da Julien Blondel con vari collaboratori, e si conferma come decisamente discordante dalle trame del ciclo di romanzi scritto a suo tempo da Michael Moorcock, di cui vedete una foto qui a destra.
Ma come forse ricorderete (ehm, ne è passato di tempo, ammetto che con questa serie me la sto prendendo proprio comoda) a suo tempo avevamo visto col primo volume che l'autore inglese approvava le scelte della nuova sceneggiatura.
Per cui, non c'è problema, almeno per lui.
Ma come forse ricorderete (ehm, ne è passato di tempo, ammetto che con questa serie me la sto prendendo proprio comoda) a suo tempo avevamo visto col primo volume che l'autore inglese approvava le scelte della nuova sceneggiatura.
Per cui, non c'è problema, almeno per lui.
giovedì 15 agosto 2019
Arthdal Chronicles
Un Trono di Spade in versione coreana? Arthdal Chronicles è una serie TV fantasy sud coreana, distribuita (manco a dirlo) da Netflix, ma senza audio in italiano. La serie è fatta con mezzi abbastanza abbondanti, per quanto a volte gli effetti speciali della computer grafica lascino a desiderare. Certamente ha una trama abbastanza intricata, ma a tratti sa esere avvincente, almeno nelle puntate (non moltissime) che ho seguito.
Senza dubbio vengono messi in mostra ricchi costumi e vistose scenografie. Il mondo di Arthdal sembra essere piuttosto primitivo, un'epoca assai antica, il che a volte contrasta con armi, armature e attrezzature che vengono mostrate. Quanto all'aspetto fantastico, cioè magico, propriamente detto, certamente esiste, ma potrebbe essercene di più, a mio parere.
Senza dubbio vengono messi in mostra ricchi costumi e vistose scenografie. Il mondo di Arthdal sembra essere piuttosto primitivo, un'epoca assai antica, il che a volte contrasta con armi, armature e attrezzature che vengono mostrate. Quanto all'aspetto fantastico, cioè magico, propriamente detto, certamente esiste, ma potrebbe essercene di più, a mio parere.
giovedì 8 agosto 2019
Capolavori che invecchiano male?
Dal momento che il mio principale interesse, quando scrivo, è il fantastico, molte delle mie letture sono di fantascienza o fantasy, oltre a una certa quantità di saggistica sui più svariati argomenti. Ma, anche per migliorare il mio stile, leggo molta narrativa "classica," sia quella decisamente datata (romanzoni francesi e russi dell'ottocento, per esempio), sia quella vecchia solo di qualche decennio, sebbene già passata in qualche modo alla storia della letteratura (scrittori anglosassoni principalmente, ma ci sono anche autori italiani interessanti che magari non sono più sulla bocca di tutti, come Calvino, Pavese, Pratolini, Bassani ecc...).
Chi legge i classici deve per prima sapere della necessità di contestualizzare, ovvero di comprendere le differenze rispetto allo stile di oggi, e ai gusti dei lettori contemporanei, alla società attuale, e via dicendo; se non vi si riesce è meglio limitarsi a quello che è più recente e più comprensibile. A volte però anche la volontà di comprendere un testo nel proprio contesto può non bastare ad apprezzarlo, il che è legittimo (e del resto i gusti sono gusti). A me questo è successo con Il Giovane Holden di J.D. Salinger (il titolo originale del libro, The Catcher in the Rye, è più o meno intraducibile in italiano).
domenica 4 agosto 2019
I libri muoiono di editing?
Trovo oggi un'intervista a Ginevra Bombiani sul Corriere della Sera online, e il titolo mi sorprende. Oggi i libri muoiono di troppo editing, sarà vero? Ovviamente non lo so cosa succede a livello delle grandi case editrici perché sono un autoprodotto che ha avuto a che fare solo con realtà piccolissime. Nell'intervista il concetto è che gli scrittori lavorino sempre più pensando che tanto poi c'è l'editor che mette a posto tutto. E questo rende meno consistenti (e immagino meno significativi, ma l'intervistata non ha usato questo concetto) i libri.
Brevissimo inciso sulla figura dell'editor: senza entrare nelle categorie in maniera troppo pesante, è un lavoro che può esser svolto a diversi livelli. L'editor può verificare che il testo sia ben comprensibile e corretto dal punto di vista formale, e in questo caso lo si può considerare un aiuto irrinunciabile, perché c'è sempre il bisogno di un occhio esperto che ti dica cosa si comprende male - tu non puoi accorgertene, visto che lo hai scritto: tu per forza il testo lo comprendi.
Poi l'editing può arrivare anche ad altri livelli. Un editor può valutare lo stile nei suoi aspetti più generali, i personaggi, i contenuti, la trama. E qui inizia il problema... A quale punto può essere legittimo chiedersi di chi sia veramente la paternità del libro?