martedì 18 giugno 2019

Alcuni film...

In questo post rivolgo l'attenzione ad alcuni degli ultimi film che ho visto. Non tutti pertinenti al fantastico, ma tutti interessanti.

Quella Casa nel Bosco (The Cabin in the Woods) è un horror del 2012 con un'idea esilarante alla base. È una satira sul genere, e sui luoghi comuni che il pubblico è abituato a vedere nei film dell'orrore. Consiglio di recuperare senz'altro il film se non l'avete visto, e vi consiglio di saltare il prossimo paragrafo se non volete anticipazioni.
[attenzione inizio spoiler!]
Dal momento che vanno in parallelo due storie, la casa maledetta e uno strano esperimento ad alta tecnologia, lo spettatore comprende rapidamente che ci sarà qualcosa di insolito e in effetti ci sarà. La vicenda horror (cliché e stantia) in realtà non è che un complesso rituale che deve tenere a bada qualcosa di terribilmente mostruoso nell'interesse di tutta l'umanità, e i comportamenti inverosimili dei personaggi del film vengono indotti e incoraggiati in tutti i modi dall'esterno, perché fanno parte di questo rituale. Ma il rito stavolta non riesce, con conseguenze terribili.
[fine spoiler]


Alla regia abbiamo Drew Goddard (che ha lavorato in World War Z, Alias, Lost e un sacco di altre produzioni) e tra gli attori Chris Hemsworth (che interpreta Thor nei film Marvel, ma anche James Hunt in Rush). Gli effetti speciali sono godibili, il film è una vera sorpresa, non posso che consigliarlo.


Passiamo a tutt'altro genere. Johnny To è un inventivo e originale regista cinese, o per la precisione di Hong Kong. In Vendicami (Vengeance, 2009) ha intrapreso una produzione più internazionale proponendo al pubblico una co-produzione con occidentali,e  scegliendosi come protagonista Johnny Hallyday, cantante francese famoso in patria e altrove. La trama ci propone una delle classiche storie di gangster e di amicizie virili che piacciono a To. In Vendicami, Hallyday interpreta Costello, un cuoco francese la cui figlia vive a Macao, e viene gravemente ferita in un vero e proprio massacro che coinvolge tutta la famiglia, marito e due bambini. Arrivando dalla Francia senza alcuna informazione, Costello deve cercare alleanze nel mondo della malavita per arrivare agli assassini.


Il cuoco francese sembra fortunato, in effetti ha fiuto e gli alleati li trova: anche perché è stato un gangster, o un assassino, anche lui, in gioventù. Dimostrando perizia con le armi, si guadagna il rispetto dei tre "specialisti" cinesi che assolda per scovare quelli che hanno ucciso genero e nipoti. Ma, anche se l'indagine sembra avere successo, stanno per saltare fuori guai molto più grossi, tra cui una vecchia ferita alla testa di Costello, che rischia di fargli perdere la memoria. Ha senso cercare una vendetta se non ricordi niente? E i tre cinesi gli saranno fedeli, e riusciranno a vincere contro i numerosi nemici? Una scena che lascia il segno in questo film è l'incontro con gli uomini che hanno ferito la figlia di Costello e massacrato la sua famiglia. Specialisti con specialisti ci s'intende, ma lo scontro è inevitabile, però non si può fare nulla di fronte a mogli e bambini, che sono presenti... quindi tocca rimandare a un po' più tardi.

Giudizio finale: film sorprendentemente accattivante, bravo protagonista (eppure Johnny To aveva sperato di ingaggiare Alain Delon!). Forse qualche idea rubacchiata a Memento di Christopher Nolan.

Abbiamo poi il recente The First Man, che ho avuto il piacere di vedere in blu ray qualche mese fa. Un film che ad alcuni è sembrato lento, poco spettacolare. Io l'ho apprezzato, invece, proprio per l'angolo insolito con cui la vicenda dell'esplorazione spaziale viene inquadrata. Neil Armstrong, interpretato da Ryan Gosling, adattissimo alla parte, non è qui un uomo eccezionale o un supereroe, ma un professionista dedicato e paziente, che lavora su un lunghissimo percorso di prove e missioni per arrivare alla fine ad essere il primo uomo a mettere piede sulla Luna. Obiettivo che, peraltro, tocca a lui cogliere solo perché altri, che probabilmente avrebbero avuto la precedenza, muoiono in un incidente a terra, ricostruito in tutta la sua drammaticità e nei minimi dettagli.

Il protagonista di questo film è quindi un uomo normale con una famiglia, che vede purtroppo una figlia piccola morire di malattia. Affronta numerose prove difficili e rischia la vita spesso, insistendo, riprovando, trovando le scappatoie per salvare le missioni che rischiano di fallire e per impedire che i fallimenti lo uccidano. Non c'è nulla della fantascienza lucida e brillante di tanti film, nei veri veicoli spaziali con cui Armostrong e compagni hanno volato.
Mezzi in realtà minuscoli, capsule grandi come una cabina del telefono o poco più, con diversi uomini infilati all'interno, montate su razzi enormi pieni di carburante. Vibrazioni terribili, una sensazione di precarietà, traiettorie che a volte è difficile controllare. Un lavoro che è insieme fisico e intellettuale, tra le sollecitazioni delle accelerazioni sul corpo, il disorientamento spaziale, e la necessità di fare dei calcoli all'istante. E alla fine il premio, una camminata di qualche ora su un suolo polveroso e sterile, a coronamento di un'impresa costosa che ha aperto prospettive prima impensabili, per quanto si tratti di un'esplorazione i cui frutti, nel concreto, arriveranno forse fra moltissimi anni.

Per chi ha pazienza e sa capire, questo film è immenso.

Per ultimo menziono Piercing, del 2018, un film thriller-horror, diretto da Nicolas Pesce, regista dal nome non celebre, ma che tra un annetto uscirà con il reboot di The Grudge, a quanto pare. Il film, che riesce inizialmente a calamitare l'attenzione, parte con un bravo padre di famiglia (attore: tale Christopher Abbot) che ha insane intenzioni, tipo far male al proprio figliolo e poi uccidere una prostituta. È proprio messo male, sente le voci, si prepara, recita quello che dovrà fare per uccidere la sua vittima. Quando incontra la tizia da uccidere (che poi non è la vittima designata ma una sostituta mandata all'ultimo momento dall'agenzia) comincerà a impappinarsi. Però cose pazzesche comincia a combinarle la prostituta masochista, interpretata nientemeno che da Mia Wasikowska, che impersonava Alice nel film di Tim Burton di qualche anno fa, Alice in Wonderland). Tra i due personaggi comincia un gioco al massacro. Film stiloso, ironico, da non prendere troppo sul serio, però non posso dire che mi abbia coinvolto. È tratto da un romanzo del medesimo autore da cui Takashi Miike ha preso ispirazione per Audition, ma stavolta la ciambella non sembra riuscita col buco.




4 commenti:

  1. Quella casa nel bosco è uno di quei film geniali che non mi stancherei mai di vedere. Il compendio ideale per ogni amante di film horror con un minimo di senso critico!
    The First Man è "imperfetto". Nel senso, la regia è davvero splendida e le scene ambientate nello spazio belle da mozzare il fiato ma la sceneggiatura non è farina del sacco di Chazelle e si vede. Troppo superficiale, banalotta.

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  2. Certo, la sceneggiatura di The First Man è piatta, è semplicemente il susseguirsi degli eventi nella vita di Armstrong. In un certo senso è, alla fine, una storia lineare e semplice, come dovrebbe essere. Ma, viste le lamentele che ho sentito in giro sulla pesantezza del film, può darsi che si potesse fare di più, in effetti. Come? non so, a dire il vero. Io ho apprezzato più il film per certe singole scene, eppure il ritratto del protagonista alla fine ne esce fuori comunque.

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  3. Quando vidi Quella casa nel bosco, nella prima parte ho ritenuto che fosse la solita cosa vista e rivista, ma continuando la visione l'ho trovato non solo intelligente, ma anche una bella critica al sistema e all'umanità in generale.

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  4. Non ho fatto particolari ragionamenti filosofici guardando il film, ammetto di aver comunque preso la cosa dal lato dell'intrattenimento, però l'idea è geniale.

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