mercoledì 15 maggio 2019

Hellboy (2004)

Di Hellboy, film del 2004 diretto da Guillermo del Toro, è appena uscito un remake. Io sono rimasto un po' indietro e mi sono limitato a vedere il primo (su due) film diretti dal regista messicano sul cornuto diavoletto dei fumetti. Ne parlerò con qualche anticipazione, che spero non dia fastidio visto che il film ormai è in giro da 15 anni.

Guillermo del Toro è uno dei miei registi preferiti ma Hellboy uscì prima della pellicola che gli diede la maggior notorietà (Il Labirinto del Fauno) e pertanto, digiuno dell'argomento trattato (ovvero il fumetto della Dark Horse che diede vita al personaggio) non ho recuperato all'epoca questo film, né ovviamente il seguito. Scopro che la carne al fuoco non manca, parlando di questo protagonista. Hellboy è un personaggio complicato: un demone, ma votato al bene per scelta, e grazie alla guida di un tutore che lo ha allevato, Bruttenholm. Potrebbe essere un personaggio tragico ma la sua indole spaccona e baldanzosa, nel film, rovina un po' questo aspetto, non ce lo vedo molto a fare l'eroe tormentato, piuttosto ama fumare sigari, tenere le corna della lunghezza giusta limandole con la fresatrice, e scatenarsi in una buona scazzottata quando c'è la possibilità.

Però qualche motivo di tensione c'è, perché Hellboy fa parte di una squadra (coordinata dall'FBI) e nella squadra, oltre a un umanoide anfibio, c'è anche Liz, fanciulla dai poteri pirocinetici che combinano un sacco di danni. Hellboy fa un po' la figura della bestia che vorrebbe amare la bella, ma c'è un agente FBI, Myers, che sembra raccogliere più interesse.


A parte questo ovviamente ci sono anche i nemici, una simpatica squadra di nazisti diretta nientemeno  che da Rasputin, e che comprende un mostruoso personaggio piuttosto ben realizzato a livello visivo, un morto vivente azionato da ingranaggi, di nome Kroenen. Una nazista bionda cattivona. E tanti bei mostri.

L'aspetto che non discuto è quello visivo e spettacolare. In Hellboy ci sono discreti effeti speciali, tra ingranaggi e marchingegni strani, sotterranei cupi, fiamme e portali infernali, mostri tentacoluti (lovecraftiani) e variamente schifosi. E ci sono bravi attori. Ron Perlman nella parte di Hellboy, John Hurt nei panni del suo "padre" Trevor Bruttenholm, Rupert Evans (The Man in the High Castle) nel ruolo di John Myers, un agente FBI che riuscirà a vincere la diffidenza di Hellboy. Poco sfruttato il personaggio di Liz.

Quello che è un po' carente, in due ore di film con un sacco di combattimenti, botte da orbi, magie e mostri, è la vitalità della storia. Mi spiace dirlo ma, per quanto siano presenti elementi drammatici in quantità e dei cattivi realizzati (visivamente) decisamente bene il film non decolla ed è a tratti un po' noioso. Troppe botte, forse, e troppo poca storia? Un hellboy molto bravo quando deve essere esuberante ma inesistente nei momenti che dovrebbero essere duri per lui? È irrimediabilmente un diverso, e sospeso tra bene e male, ma non sembra il tipo che vedi a perdersi in paranoie. Deciso, molto "fisico" nel suo agire. Invece i cattivi sono interessanti a vedersi quanto penosamente prevedibili nel loro agire. Altro punto di debolezza? Secondo me sì. C'era spazio per molte emozioni, e invece il film è, a mio parere, un po' freddo. Del Toro ha fatto di meglio.


3 commenti:

  1. Conosco ma non ho letto il fumetto, ma sinceramente questo film non mi è dispiaciuto; non un capolavoro, ma valido: il suo dovere d'intrattenimento lo fa.

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  2. Sì. Ma certo, con qualche momento di stanca lo fa. Mi aspettavo qualcosa di più da questo regista, diciamo...

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  3. Dopo aver visto Il labirinto del fauno, ci si aspetta sempre quel qualcosa in più.

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