mercoledì 28 febbraio 2018

Elezioni!

L'ultima volta è stato nel 2013, sembra una vita fa, e nel frattempo ci sono stati una quantità di valzer, giravolte, sorprese di ogni tipo. Sorprese? Fino a un certo punto.

Nel 2013 scrivevo che le elezioni non erano così importanti perché tanto le decisioni che si sarebbero prese sarebbero state al di là del controllo dei nostri politicanti. Penso che, all'epoca, avessi ragione, e credo che sia così anche adesso. Le elezioni italiane ci mostrano un teatrino che è, per usare un termine mediatico, più che altro "arma di distrazione di massa," perché le decisioni in massima parte devono armonizzarsi a diktat provenienti da fuori o, nel migliore dei casi, a situazioni in cui il nostro paese è coinvolto e non se ne può facilmente liberare (ad esempio appartenere all'Euro...). Per prendere decisioni vere ci vorrebbero persone autorevoli nella politica, dei grandi statisti disposti a imprese molto difficili, ma che branco di buffoni abbiamo adesso?



Così anche nelle forze più anti-sistema c'è chi va a dire che non è più tanto sicuro che si debba uscire dall'Euro o dall'Unione Europea, o a fare dichiarazioni anti-immigrazione che potrebbero trasformarsi in atto solo tramite grandissimi strappi con l'UE, e così via.



In realtà non vedo forze che vogliano cambiare qualcosa per davvero, anche se c'è chi piange al ritorno del fascismo (ridicolo, una dittatura fascista oggi sarebbe isolata come la Corea del Nord, non può succedere in Italia) o all'avvento degli incompetenti al potere (riferito a un partito che ne è farcito, ma da che pulpito viene la predica?).

Una precisazione, nel caso fossi stato frainteso: non sempre votare qualcuno che sia "capace di prendere veramente delle decisioni" è una buona scelta. Dipende da chi è, come è preparato e cosa vuole fare, e anche quanto sia sincero con gli elettori. Nel Regno Unito, dove qualche tempo fa è stata presa una decisione che non mi dispiace (la Brexit) all'elettorato è stata comunque presentata in maniera disonesta: hanno detto, pensate a quanto potremmo risparmiare se non pagassimo l'Europa! Be', sarebbe stato corretto invece dire che motivi per desiderare di uscire c'erano ed erano ben fondati, ma l'uscita non sarebbe stata indolore. Ma forse questo richiedeva all'elettore qualche ragionamento, e quindi non si poteva fare.

Nel post che ho linkato sopra spiegavo come la vedevo (e tuttora la vedo) sul voto. Non sei obbligato a votare se non sei convinto del programma presentato e non ti fidi in chi te lo presenta, a meno che tu dia un consapevole voto di protesta a una formazione minore. Certo dobbiamo essere consapevoli che il partito perfetto (dal proprio punto di vista) non sempre esiste, ma per quanto mi riguarda non esiste più neanche il "meno peggio."
Non abbiamo tutti la possibilità di fondarci il nostro partito su misura, quindi la soluzione naturale per chi non si senta rappresentato è non votare.

Mi hanno detto che così decidono gli altri e se ne fregano del tuo farti da parte. Innanzitutto è sempre meglio non votare che aver perfino dato delega a dei farabutti votandoli, ed essere sistematicamente tradito. E comunque la perdita di legittimazione data dal non voto è circostanza che viene notata. Lasciamoli col voto dei soli addetti ai lavori, vediamo cosa succede.

Infine: una delle pessime caratteristiche di questo periodo è la radicalizzazione dello scontro politico. Da quello che si vede nella cronaca c'è da sospettare che un ritorno agli anni '70 sia vicino, e con questo intendo grossi scontri di piazza, agguati ai militanti o ai dirigenti della parte avversa con possibile omicidio politico, poliziotti uccisi e proiettili "vaganti" che stendono qualche manifestante ogni tanto. Spero di avere torto, ma temo di aver ragione. E oggi come allora, non ne vale la pena.



11 commenti:

  1. Tutto vero, io non so ancora per chi votare, anche perché pensano solo più a insultarsi l'un l'altro e non sai neanche alla fine quali sono i loro obbiettivi e programmi. Questa storia del meno peggio è andata davvero oltre.
    Io sono di quelli che pensano che se non vado a votare, poi non posso lamentarmi di chi mi ritrovo al governo. Ma stavolta sono davvero tentato.
    Il Moro

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  2. be' un governante non è comunque legittimato a fare il ladro se c'è gente che non è andata alle urne, vedila così ....

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  3. Rispetto e comprendo le tue ragioni.
    Però io voto e consiglio a tutti di farlo.

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  4. Non votare, de facto, è rinunciare a un diritto. Equivale a voltare le spalle alla vita pubblica e a cedere il proprio libero arbitrio agli altri.
    Meglio, se proprio non si vuole dare il proprio consenso a nessuno, andare al seggio e annullare la scheda.

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  5. Anche questo è un modo di vederla, per carità. Ma un 40% di non votanti fa più effetto di un 2% di schede nulle.

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  6. Comunque vada le cose non cambieranno (in peggio è possibile), perché qualsiasi parte vada al governo non è capace di governare per davvero. La cosa che preoccupa è che c'è una parte che spinge al ritorno del fascismo e che proprio questa parte dice che il fascismo non esiste più, è morto e sepolto; ma finché ci sarà una sola persona che inneggia al Duce, il fascismo esisterà e sarà un pericolo.
    Questa però è una delle tante prese in giro che ci è toccato di sentire e mi chiedo come sia possibile che tanti ancora non le sappiano riconoscere; eppure ce ne sono di quelle che sono davvero eclatanti.
    Spererei anch'io che tu abbia torto e non ci sia un ritorno al periodo degli anni '70, ma sono pessimista.

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  7. @ M.T. la cronaca di questi giorni assomiglia a quella di 45 anni fa....

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  8. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  9. Quindi la tornata di questa scorsa domenica lascia il nostro paese in uno stato di grosse difficoltà.
    A me va anche bene l'euroscetticismo e il rifiuto a essere sommersi da una immigrazione incontrollata, espressi dai partiti che hanno "vinto." Ma intanto bisogna fare un governo (come?) e poi trasformare le intenzioni in politiche praticabili. Qualcosa mi dice che i vincitori di questa tornata non abbiano grosse capacità per affrontare un compito così titanico senza nel frattempo mandare a schianto l'economia, che il PD, sia pure a costo di misure odiose, stava risanando.

    Quanto alla sinistra, la vedo in crisi (crisi contingente, oltre alla crisi epocale che sta avendo un po' in tutta Europa), ma forse fra qualche anno tornerà alla ribalta, se i vincitori di questi giorni si saranno dimostrati incapaci come molti (ad es. Renzi) sperano.

    Berlusconi mi sembra destinato a un ruolo di secondo piano (io dico per fortuna), si sarà preso comunque una bella soddisfazione dopo le sconfitte degli anni passati.

    E fra tutta questa bagarre, poveri noi.


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