Robert Holdstock (1948 - 2009), appassionato di leggende nordiche e scrittore di storie fantastiche, nonché vincitore di un World Fantasy Award, ci ha dato negli anni 80 La foresta dei Mitago, una storia che suona quasi completamente fantasy anche se, forse, è interpretabile "anche" come un romanzo di fantascienza. In realtà si tratta del primo libro di una serie, in parte pubblicata anche nella nostra lingua. Io ho letto soltanto il primo, comunque una buona introduzione al mondo mitico (nel vero senso del termine) della foresta di Ryhope, antichissima e indisturbata.
Il protagonista del romanzo, Steven, si riavvicina al fratello dopo essersi congedato dall'esercito al termine della Seconda Guerra Mondiale. La sua è una famiglia che ha sofferto molto per gli interessi misteriosi del padre, George, sempre intento a esplorare la vicina foresta. Quando Steven ritorna alla casa di famiglia George è ormai morto, dopo essere completamente impazzito; l'altro figlio, Christian, anziché accogliere calorosamente il fratello che torna dalla guerra, è a disagio, freddo e quasi ostile. In qualche modo le scoperte del padre hanno coinvolto anche lui, è stato contagiato dagli stessi interessi.
Capire cosa si nasconde nella foresta (e, a volte, cosa esce dalla foresta) è molto difficile, richiede intuizione e studio. Cercare di penetrare nel bosco, sebbene si tratti alla fine solo di qualche chilometro, è stranamente impossibile, per via di una natura impervia che respinge, perfino attivamente, ogni intruso. E vivere vicino al bosco di Ryhope è causa di incontri meravigliosi, a volte, ma anche incredibilmente pericolosi. Steven all'inizio è testimone dei tentativi di Christian, che si assenta per settimane addentrandosi nel mondo misterioso, ma non legge gli appunti del padre, non cerca ancora di capire.
Inevitabilmente verrà comunque coinvolto, e scoprirà che la sua casa si trova ai margini di tutto un mondo incredibile. La foresta dei Mitago è un "luogo di potere," che si trova all'incrocio tra linee di forza della psiche umana, linee che partono da luoghi sacri, monumenti significativi legati al mito e alla religione, ritrovi dei culti. La psiche in quei luoghi ha capacità creative oltre ogni immaginazione: nei momenti di crisi, e principalmente quando una civiltà viene sopraffatta da un'altra, in questi luoghi di potere si creano degli eroi, degli esseri che incarnano le leggende, l'inconscio collettivo di una razza o popolo. Questo spiega i vari Budicca, Robin Hood eccetera.
La parte in cui il padre di Steven, assieme a un compagno di avventure, costruisce dei marchingegni elettrici per amplificare le onde psichiche che intervengono in questi fenomeni, mi è parsa intrisa di un rozzo scientismo teso a dare una "spiegazione logica" a tutto quanto, e sarebbe stato meglio, a mio modesto parere, se l'autore ne avesse fatto a meno.
Comunque il risultato finale è tutto un mondo, strano ma quasi credibile, con percorsi d'ingresso misteriosi guardati da forme di vita ostili, dove il mito di diversi secoli e millenni diventa realtà. E questi mondi contengono tali promesse e tesori, sebbene pericolosi da cercare, da coinvolgere anche Steven in una ricerca disperata (dovrete leggere per comprendere perché), dove il lettore viene trascinato pagina dopo pagina. Qui mi fermo, il libro è bellissimo e vale decisamente la pena di dargli una possibilità.
Ho in coda di lettura (tra i tanti) gli altri libri della serie, che attendono da un pochino...Comunque il primo volume ha una gran idea alla base, lo stile ha risentito del passare degli anni (ma forse dipende dalla traduzione italiana).
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RispondiEliminaNon so se valga la pena di continuare con i seguiti (spesso non vale la pena) ma questo libro sa costruire atmosfere in maniera fenomenale... Ovviamente ci sono certi dettagli, come l'aereo che viene scacciato quando cerca di scoprire il segreto della foresta dall'alto, che fanno un po' sorridere oggi, in un'epoca di immagini satellitari disponibili a tutti...