domenica 29 ottobre 2017

Grosso guaio in Catalogna

Sembra quasi una valanga, che parte molto piccola ma che può andare a finire male. Perché questa Europa unita è (non senza delle ragioni) pronta a finire in mille pezzi, estremamente fragile. Se dovesse esserci qualcosa come una violenta lotta di secessione in mezzo all'Europa di oggi, le conseguenze potrebbero essere inimmaginabili.

E sembra che non gliene freghi niente a nessuno. A dire il vero in un certo senso è giusto così, sono affari interni di un paese, non è che da Bruxelles o da altre capitali possano dire cosa dovrebbe succedere per risolvere questo problema del referendum e della dichiarata volontà di separarsi espressa a Barcellona. A me sembra una faccenda anacronistica, anche se un sacco di gente in Catalogna vuole la secessione, così come ho sempre pensato ai "moti" secessionisti di casa nostra come cose poco concrete. Eppure avviene. Mi sembra che la questione stia finendo su un piano inclinato, inarrestabile, e verso un baratro molto pericoloso.


Quanti hanno votato per la secessione? Il 90 per cento e oltre. In effetti, due milioni e qualcosa voti su 2.200.00 schede all'incirca. Però le persone con il diritto di voto sono 5,3 milioni, in Catalogna, pertanto i "sì" in realtà sarebbero sotto il 40%. Evidentemente chi considerava illegale questa consultazione, o era contrario alla secessione, s'è per lo più astenuto dall'andare a votare.
Però le forze inviate dal governo centrale hanno cercato di impedire il voto in quanto convocato unilateralmente dal governo locale, quindi col referendum non abbiamo una conta realistica di quanti desiderassero la secessione. Gli indipendentisti sanno fare sentire la propria voce molto forte... ma anche quelli che vogliono restare con la Spagna hanno fatto le loro manifestazioni e hanno riempito la piazza.



Ora, anche se il governo ha ragione a dire che la costituzione non prevede la possibilità di una secessione per esito di consultazione popolare, e lo ha ribadito il Re pronunciando parole piuttosto pesanti nei confronti di chi ha messo in piedi questa consultazione (il sovrano è stato criticato perché "avrebbe dovuto mediare," ma forse in verità doveva fare proprio quello che ha fatto), a mio parere se esiste davvero una simile volontà è giusto mettere i bastoni fra le ruote fino a un certo punto. Intendo dire, mettiamo che il 70%, l'80% delle persone fossero favorevoli (considerando tutti gli aventi diritto al voto, ovviamente). Avrebbe senso dire che la Catalogna deve rimanere dentro solo perché non c'è scritto nella costituzione che si può ottenere una secessione?

Mi chiedo però se vi sia davvero una base popolare così prorompente dietro la voglia di secessione. Il referendum è stato ostacolato dalla polizia, e quindi gli indipendentisti sono forse più di due milioni, ma comunque non hanno la maggioranza assoluta dei votanti per il parlamento catalano. Però da Barcellona il leader Puigdemont ha dichiarato l'indipendenza della Catalogna, lamentandosi poi perché il governo centrale ha reagito in maniera brusca. Io ho qualche dubbio sul fatto che Puigdemont avesse un chiaro mandato democratico per fare questo, e mi sembra che il suo comportamento sia stato improntato a buttarla in caciara per ottenere quello che vuole, in altri termini non posso nascondere il sospetto che il prepotente sia lui. E anche demagogo, mi sembra conti molto sul fatto che le cause indipendentiste suscitano immediata simpatia dappertutto. Vedasi gli appelli per difendere la Catalogna contro un "regime oppressivo e intimidatorio," mentre la regione in realtà gode di ampissima autonomia (o forse a questo punto bisognerà dire "godeva?").

Io non mi sono interessato in passato sulle ragioni di questo indipendentismo, non ho alcun motivo di antipatia verso i Catalani, ma mi pare una questione di "noi siamo più ricchi e non ci va di spartire la torta" che può benissimo essere gestita con l'autonomia, in Italia mi sembra che oggi se ne rendano conto anche i Leghisti. Magari i motivi sono anche più serie e reali. Però se questa pasticciata vicenda dovesse finire in un conflitto le conseguenze andrebbero probabilmente molto lontano, e questo è un motivo in più per non farmi apprezzare la maniera in cui i secessionisti hanno gestito le loro pretese.

Questo link vi porta a una versione italiana (probabilmente abbreviata) di un articolo del quotidiano El Paìs, molto critico verso l'indipendentismo catalano. Su alcuni punti non sono d'accordo, altri mi sembrano validi spunti di riflessione.

5 commenti:

  1. Condivido le tue preoccupazioni. A me sembra che invece di andare avanti e migliorare, si voglia tornare indietro e peggiorare, un ritornare al tempo dei Comuni: invece di una nazione unica e coesa, si avevano tanti staterelli a sé stanti che divenivano poi terra di conquista di paesi più grandi e forti. Questa è una grossa e superficiale semplificazione di cosa è stata la storia, ma il concetto penso sia chiaro. Chi vuole questa cosa non si rende conto di quanto indebolimento si crea e di come le cose non sarebbero affatto rosee?

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  2. Personalmente credo che si dovrebbe guardare alle cose che uniscono un popolo, e non solo a quelle che lo dividono, o a faccende di soldi. È chiaro che un toscano non assomiglia molto a un calabrese, ma ancor di più nessuno dei due somiglia a un tedesco o a un turco...

    Questa faccenda poi è sconcertante perché sembra abbastanza chiaro che anche dal punto di vista economico la Catalogna non ci guadagnerebbe nulla, perché sarebbe fuori dall'Unione Europea e con poche possibilità di entrarci (tutti i paesi che temono l'esplosione delle rivendicazioni locali, in primis la Spagna, ne farebbero un "esempio" mettendo il veto). Quindi una situazione di isolamento commerciale e politico non invidiabile.

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  3. Appunto. Proprio per questo non capisco dove vogliono andare a parare. O sono dei ciechi guide di ciechi oppure c'è qualcosa di più oscuro sotto (un complotto?). Entrambe le soluzioni mi paiono assurde. Ma forse è come diceva Einstein: la deficienza umana è infinita.

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  4. Il sentimento indipendentista c’è e non da ieri, così come sono state presenti altre componenti simili nella società spagnola. Quello che è successo negli ultimi 2/3 anni ha però dell’incredibile; sulla spinta di componenti oltranziste (sia di estrema sx che di estrema dx) i partiti catalani hanno finito con il dover schierarsi pro o contro un confronto sull’indipendenza, sapendo benissimo come sarebbe andata a finire. Non posso credere che non conoscessero la Costituzione spagnola, né che fossero così fessi da credere che l’Unione Europea avrebbe fatto da garante a un processo di secessione.
    Che la Catalogna abbia una propria identità (culturale, linguistica, storica) differente dal resto della Spagna è evidente. Che questa differenza sia tale da giustificare, nel 2017, la costituzione di un nuovo stato sovrano mi sembra anacronistico. L’intera vicenda di questo referendum mi è sembrata allucinante, con un governo centrale debole e mal guidato messo nelle condizioni di ritrovare unità d’intenti di fronte a una “minaccia” ridicola. I fatti però rimangono. Due milioni di elettori su cinque vogliono la secessione. Non è cosa da poco. Le prossime elezioni, probabilmente, vedranno vincere un leader pro spagnolo ma non credo che le componenti secessioniste scenderanno sotto il 40%.

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  5. Puigdemont che scappa a Bruxelles come se avesse alle calcagna la Gestapo, le nuove dichiarazioni alla tanto peggio tanto meglio... tutto mi fa pensare che, se la politica è l'arte del possibile, l'obiettivo di Puigdemont (e di eventuali mandanti, ma non voglio fare dietrologia a tutti i costi) fosse quello che sapeva di poter ottenere e che ha ottenuto, ovvero una destabilizzazione della Spagna.

    Con la speranza che alle prossime elezioni gli unionisti restino sopra il 50% e seppelliscano sotto una pernacchia questo demagogo.

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