Il libro è il primo di una classica e lunga serie della fantascienza. Dal momento che io sono scettico sui romanzi storici (in questo caso siamo nell'ucronia, ma sempre con una forte componente storica) è andata a finire che per un sacco di tempo non l'ho letto, sebbene fossi anche un po' curioso. La Seconda Guerra Mondiale è un argomento che conosco abbastanza bene e mal sopporterei vederla trattare male. D'altra parte l'autore, Harry Turtledove, è uno notoriamente molto preparato: la sua storia se l'è studiata.
Perciò alla fine mi sono letto Invasione: Anno Zero, e ho trovato una discreta soddisfazione, tanto che ho divorato in pochi giorni un tomo di dimensione abbastanza ragguardevole.
La Storia. Con qualche anticipazione. Come (quasi) tutti sapranno, Turtledove immagina nella sua ucronia che degli alieni invadano la terra nel bel mezzo della Seconda Guerra Mondiale, per essere più precisi nei primi mesi del 1942, sbarcando dallo spazio in vari luoghi, e prendendo il potere molto rapidamente in alcune zone (diciamo all'incirca il sud del mondo o buona parte di esso, ma anche l'Italia che anziché combattere accetta un compromesso), ma senza riuscire a farla finita con la resistenza dei terrestri.
Negli Stati Uniti e in Polonia, nonché in Russia e Cina, gli alieni hanno grandi successi ma non definitivi, pur assestando duri colpi alle armate Giapponesi, Sovietiche, USA e Tedesche. Giappone e Gran Bretagna non vengono invasi. Comincia una dura guerra, di cui vedremo nel libro più o meno un anno. Per sfuggire allo sterminio per mano tedesca, gli Ebrei di Varsavia si schierano (inizialmente) con gli invasori.
Gli alieni sono una razza affine ai nostri rettili, ma parecchio evoluta: una civiltà antica e decisamente tradizionalista. Virtualmente asessuati se fuori dal contatto con le femmine (che non si sono portati dietro), combattono con ottimi aerei, elicotteri, carri armati e armi individuali, tanto che i terrestri devono faticare molto per eliminare anche uno solo dei loro soldati o mezzi militari, almeno all'inizio.
Il presupposto del libro è che l'evoluzione degli alieni, i "Rettili," sia molto molto lenta. Hanno conquistato altri pianeti e popoli ma anche lì c'è una evoluzione lenta, non hanno idea che possa esistere una razza che nel giro di qualche secolo passi dalle armi bianche e all'uso di energia animale all'industrializzazione. Pertanto partono impreparati seguendo il rapporto ottenuto da una sonda che ha sorvolato una Terra medievale: sono dotati di mezzi più che sufficienti per spazzare via una eventuale resistenza di gente dotata solo di mezzi rudimentali, ma non sono così superiori una volta che si svegliano dall'ibernazione e sbarcano, affrontando popoli che sono già mobilitati per la guerra moderna.
La storia è corale, fatta delle vicende personali di molti personaggi sparsi per il globo, non solo i terrestri ma anche i Rettili, a cominciare dal loro leader, che guarda alla lotta in corso con un certo malcelato pessimismo. Ci sono le vite della gente comune, dei prigionieri di ambo gli schieramenti, dei soldati, degli scienziati e dei leader. Così Turtledove ci permette di spaziare su tutto il mondo dove la battaglia prosegue. Ovviamente le potenze mondiali hanno interrotto la guerra e sono tutte coalizzate per distruggere gli alieni, ma questo non sembra sufficiente a fermare l'assalto.
Da parte mia apprezzo questo libro perché le singole vicende sono scritte bene e avvincenti, e perché l'autore, contrariamente a quello che temevo, si è preparato minuziosamente su quello che deve descrivere, anzi mi pare che sia stato veramente un lavoro colossale perché si tratta non solo di crearsi una conoscenza delle armi e dei fatti militari, ma spesso anche di usi, costumi e linguaggio dell'epoca in molte parti del mondo. Turtledove ha dovuto anche ovviamente costruire il popolo dei Rettili, con usi e costumi. In parole povere, una bella sfida. E l'autore la passa alla grande, a volte regalando drammatiche scene di combattimenti di carri armati e fanterie.
Alcune domande spinose ricevono ragionevoli risposte da parte di Turtledove, ad esempio, come abbiamo già visto, perché gli alieni sono capaci di viaggiare nello spazio ma arrivano impreparati al contatto con gli umani; perché non si limitano a distruggere tutto con le bombe atomiche, e via dicendo. Non sto dicendo che sia tutto credibilissimo, in fondo dobbiamo concedere qualche libertà all'autore per raccontarci una storia così poco comune, ma il risultato finale è decisamente realistico e godibile.
Questo libro, che è il primo di una serie di quattro, l'ho rimediato in italiano (ma non penso che ci sia una edizione recente in circolazione). A patto di trovarlo, è decisamente consigliato.
Questo libro l'ho preso qualche anno fa in una libreria che vende usato: un acquisto molto buono. Peccato non sia riuscito a trovare gli altri...(nessuna nuova edizione)
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RispondiEliminaEsiste l'edizione economica TEA, stesso traduttore (Zuddas). Certo i libri fanno meno bella figura... invece versioni in italiano per e-reader, nisba.