Mondi Immaginari ha sempre ignorato una regola fondamentale del blogging. Ovvero: fare polemica, sempre. Prendendosela alla grande con qualcuno, che sia uno scrittore, un altro blogger, un brutto sito internet (dello stesso tuo ambiente) dove secondo te si dicono fesserie, un film brutto eccetera. Gli accessi da parte dei lettori salgono alle stelle.
Chiaramente anche su queste pagine avete trovato opinioni che vanno decisamente controcorrente e possono aver causato qualche dissidio (che di solito gestisco cercando di non farlo esplodere) ma non vado mai a cercarmi la rissa o a prendermela selvaggiamente con qualcuno, e certo questo non porta alle migliaia di accessi giornalieri che altri possono vantare.
Ma una volta ogni tanto ho voglia di arrabbiarmi anche io. Chiedendo scusa se (di nuovo) scrivo qualcosa su società e politica, tradendo i buoni propositi per il 2016, ho trovato un ottimo bersaglio per una critica serrata. Avete presente quelle notizie che capitano ogni tanto, sulle buone azioni della fondazione di Bill Gates, o su Zuckerberg (quello di Facebook) che regala la maggior parte della sua fortuna? Ecco, queste sono notizie che fanno riflettere. Partiamo dal fatto che metà delle ricchezze del mondo sono nelle mani di qualche decina di persone. Alcuni sono dei perfetti sconosciuti, altri dei personaggi noti a tutti, comunque è così, la disparità di potenziale economico è tale che va sommata la ricchezza di miliardi di persone per raggiungere quella di qualche decina dei maggiori ricconi.
Delle disuguaglianze in quanto tali, che ovviamente ci sono sempre state e sempre ci saranno, me ne sono sempre occupato poco. Definirle per principio ingiuste, del resto, è una stupidaggine.
Tuttavia siamo finiti in un periodo in cui si è superato ogni buon gusto, e si è ormai creata una classe (o chiamiamola casta, che in Italia va di moda) di ricchi che diventano sempre più ricchi perché le regole del gioco sono tutte sbilanciate a loro favore, mentre gli altri sopravvivono quando possono, o scivolano nella miseria assoluta quando le difficoltà li sommergono: e questo ormai anche nei paesi "avanzati."
Adesso capita sempre più spesso che i miliardari filantropi si mettano in prima persona, bontà loro, a risolvere i problemi del mondo. Fanno donazioni! Vogliono solo riduzioni delle tasse (di cui hanno diritto negli USA)? Se qualcuno prova a dirlo subito viene tacciato di essere un cattivone. No, in effetti si cercano delle buone cause e le portano avanti. È vero. La cosa ridicola di tutto questo però è che per prima cosa questi personagi sono quelli che hanno costruito la propria ricchezza impoverendo il prossimo, con pratiche di gestione della forza lavoro scorrette, con la costruzione di monopoli, sgomitando con comportamenti da pescecani negli affari. I signori che fanno uscire milioni di persone dalla miseria in Cina (ma con uno stipendio da fame, spesso!) spostando là la produzione delle loro fabbriche, allo stesso tempo impoveriscono milioni di cittadini europei o statunitensi.
Quando questi signori si cimentano in imprese filantropiche spesso le trattano come giocattoli usa e getta e comunque risolvono i problemi che LORO ritengono importanti. La comunità, da cui hanno tratto con ogni mezzo corretto e scorretto le grasse risorse che amministrano per opere di bene, non può dire niente in merito. È giusto che qualcuno si salvi da una malattia o dalla fame perché a un nababbo dall'altra parte del mondo è venuto in mente di elargire a suo favore, mentre un altro ammalato o affamato continua a schiattare come prima?
È giusto che un miliardario si atteggi a filantropo quando piuttosto che pagare le giuste tasse regala i soldi? Certo nel caso citato i soldi vanno ai suoi dipendenti, non ad altri miliardari, ma cosa c'è dietro questa voglia di negare le regole della comunità e imporre sempre le proprie? E perché un dipendente della filiale britannica di Facebook dovrebbe diventare milionario come se avesse vinto al lotto? quel denaro non sarebbe più utile se usato per un ospedale o per costruire case popolari (che in UK mancano)?
Siamo sicuri che i miliardari filantropi siano una soluzione per i problemi del mondo e non il sintomo di un problema più grande?
Che vadano a farsi fottere.
Questi gli articoli cui si riferiscono i link nel testo. Purtroppo soltanto qualcuno è in italiano.
http://www.huffingtonpost.com/bill-george/america-is-in-the-midst-o_b_9018558.html
http://www.nytimes.com/2015/10/04/opinion/sunday/the-hypocrisy-of-helping-the-poor.html
http://www.nytimes.com/2016/01/12/business/dealbook/billionaires-who-trip-on-their-toys.html?_r=0
http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/24/filantropi-miliardari-possiamo-accettare-il-loro-enorme-potere-discrezionale/2489074/
http://www.repubblica.it/economia/finanza/2016/03/07/news/facebook_regala_un_milione_a_ogni_dipendente_per_sfuggire_al_fisco-134959568/?ref=HRER2-3
Mi associo alla tua riflessione. Quando certe persone fanno certe iniziative, non lo fanno per spirito umanitario, ma perché hanno un tornaconto. Che magari non si vede e non si sa, ma c'è. Come si dice, non è tutto oro quello che luccica.
RispondiEliminail tornaconto può anche essere soltanto quello di sentirsi la coscienza a posto, ma no, con questo sistema non ci possono riuscire.
RispondiEliminaL'ho sempre pensata così anch'io. Se fossero veri filantropi lavorerebbero a far sì che più persone possibile si avvicinino ai loro standard di vita.
RispondiEliminapiù che alla coscienza a posto, pensavo al ritorno d'immagine.
RispondiEliminaProbabilmente pensano di agire come i mecenati del rinascimento italiano: la famiglia De Medici finanziò di tasca propria opere artistiche per arricchire Firenze (ma non solo).
RispondiEliminaPeccato che questi a confronto siano molto più poveri (nonostante i loro conti in banca).
Saluti
e
Mi accodo all'ultima asserzione nell'articolo.
@ Ivano Landi: ...e giocherebbero meno a fare i padreterni.
RispondiElimina@ M.T. sì, il ritorno di immagine, ma se continua così sarà negativo. Alla gente questi signori cominciano a stare parecchio antipatici...
@ Silvana F. è sicuramente una ricerca di immagine e di autorevolezza, ma anche un soppiantare il potere centrale. E in effetti il confronto col mecenatismo per certi aspetti calza anche se stiamo parlando di opere filantropiche e non di opere d'arte. Quando costruiscono un grandioso palazzo o anche la sede della propria azienda (che immancabilmente viene descritta dalla stampa un luogo 'da sogno' per lavorarci), anche in quel caso si tratta di un'ostentazione.
Vero, a certa gente una certa tipologia di persone sta antipatica, comincia ad aprire gli occhi. Ma purtroppo c'è sempre altra gente che li segue e li ammira: vuoi perché hanno un loro tornaconto, vuoi perché proprio non ci arrivano. Questa è una cosa triste (oltre che dannosa, dato che dando appoggio a tali signori gli si dà il consenso di perpetrare il loro modo si fare).
RispondiEliminaQuelli che non ci arrivano proprio sono un grande male del nostro mondo ;)
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