lunedì 16 febbraio 2015

Tigana

Guy Gavriel Kay è uno da non sottovalutare: è l'uomo che ha aiutato Christopher Tolkien a prendere in mano le carte del padre e mettere insieme in forma pubblicabile il Silmarillion. Il suo fantasy si muove di pari passo con la passione per la storia vera e propria, per cui il collegamento tra i suoi libri e un certo evento o periodo storico è facile da individuare. Anche io sono appassionato di storia, ma sono anche estremamente sospettoso verso il "romanzo storico" anche nella forma estremamente camuffata di questo scrittore, che sposta le vicende in mondi completamente diversi. A me interessa la storia reale del mondo vero, in  poche parole. Forse è per questo che solo quest'anno mi sono deciso a leggere questo autore.


Ovviamente la scelta non poteva che finire su Tigana, un libro che narra una terra e una vicenda che ricordano strettamente il nostro paese, che qui diventa la Penisola del Palmo (sto traducendo dall'Inglese, non so se le parole che scelgo coincideranno con la traduzione italiana del libro). In un mondo con due lune (che però non avranno una particolare importanza nella narrazione, salvo venire menzionate ogni tanto) questa terra presenta un panorama abbastanza simile a quello dell'Italia, tra ottimi vini, musici girovaghi, monasteri e sereni paesaggi agresti; vi è una triade di divinità cui il popolo è fedele. Non manca una setta di "guerrieri del sogno," i Carlozzini, che combattono spiritualmente il male durante certe particolari notti (sono ispirati alla setta magica dei Benandanti italiani).

La penisola è divisa in principati e feudi che combattono tra loro o sono divisi da rivalità, un po' come durante il rinascimento: due forze esterne (prima delle vicende narrate nel libro) ne approfittano per invadere e spartirsi quasi tutto il territorio. Alberico, condottiero dell'impero di Barbadior, è un uomo assetato di potere; Brandin, re di Ygrath, nella conquista perde una battaglia e in quella battaglia muore il suo unico figlio, dopo di che egli vive nel rimpianto e nel desiderio di vendetta. Facendo uso di un potentissimo incantesimo Brandin fa sì che il nome di una intera regione (la Tigana che dà il nome al libro) venga cancellato dalla memoria. Se verrà menzionato, lo ricorderanno soltanto gli abitanti di quella regione. Quando essi saranno morti, verrà cancellato per sempre. I due tiranni, che hanno, tra l'altro, il monopolio della magia in tutta la penisola, si guardano in cagnesco ma non arriva nessun evento che precipiti la guerra fra loro. E la memoria di Tigana muore lentamente.

Per molti anni non succede niente ma in verità un certo numero di personaggi, tra cui il principe di Tigana Alessan e il Duca Sandre, si tengono in contatto e cercano di arruolare aiuti per organizzare una rivincita, una riconquista dell'identità perduta, una sconfitta degli stranieri che sia anche l'inizio dell'unità nazionale per il Palmo. Una ragazza, Dianora, decide di intraprendere una via molto difficile, quella di organizzare la propria consegna all'harem di Brandin, per poterlo uccidere: ma poi esiterà. Devin, giovane musico che non sa nemmeno di essere della regione di Tigana, scopre la sua reale identità e si inserisce nell'organizzazione clandestina... Il romanzo è corale, direi, manca purtroppo un protagonista che prenda su di sé l'attenzione del lettore in maniera preminente perché il focus cambia molto spesso dalle azioni di uno a quelle dell'altro. Alessan è l'uomo che tira le fila ma non ha catturato la mia fantasia; il giovane Devin sembra dover diventare un personaggio di primo piano ma rimane invece tra i comprimari (e la bellissima ragazza che sembra essergli destinata non lo sposerà).
 

Alla fine gli eventi precipiteranno e l'occasione, in maniera inaspettata, si presenterà. Qui mi fermo per quanto riguarda la trama. Sono un po' in difficioltà nel giudicare questo libro, nel senso che da una parte mi fa piacere che un libro di non scarsa notorietà nel fantasy mondiale sia stato dedicato, con una certa attenzione, al nostro paese, dall'altra non sempre la lettura mi ha gratificato. Diciamola tutta, ci sono dei momenti di noia, dei passaggi un po' da latte alle ginocchia (il recalcitrante mago Erlein!), dei personaggi non molto sviluppati, e forse di vicende parallele ne seguiamo perfino troppe. La grande storia corale non mi sembra del tutto riuscita. Ci sono però anche i momenti degni di nota. Dianora, le sue incertezze, il suo destino. L'addio di un padre al figlio che sta per essere ucciso. Tante descrizioni del paesaggio, qua e là. I momenti di nostalgia. Conclusione? Un mezzo applauso per Guy Gavriel Kay.




4 commenti:

  1. Confermo che nella versione italiana la traduzione è il Palmo.
    In Tigana i protagonisti sono la storia, la memoria e il ritrovare l'unità di un paese contro gli invasori, cosa che ricorda molto il passato della nostro nazione e a cui Kay si è ispirato.
    Un buon romanzo, che ha dei picchi molto intensi, anche se di questo autore è la trilogia di Fionavar l'opera che preferisco: storia più epica e fantastica, che affonda nei miti e negli archetipi, con personaggi notevoli: belli anche quelli di Tigana (alcuni molto belli), ma quelli di Fionavar li ho sentiti più vicini, più conivolgenti.
    In definitiva, Tigana è un'opera meritevole, di quelle storie che nel presente non si scrivono più, che invece si limita a un livello più basso.

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  2. Guy Gavriel Kay è decisamente uno di quegli autori da tenere d'occhio, è un piacere vedere che sta venendo tradotto anche da noi.

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  3. Purtroppo tradotto poco.
    Tigana (da noi Il paese delle due lune) è stato pubblicato nel 1992 (uscito in America nel 1990).
    La trilogia di Fionavar tra il 1993 e il 1994 (la serie è del 1984-86).
    Poi più nulla fino a Hunder Heaven del 2010, edito in Italia nel 2012 come La rinascita di Shen Tay.
    Nessuna traccia degli altri romanzi e non credo ci sia l'intenzione di eventuali pubblicazioni.

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  4. Io non posso valutare un autore da un solo libro, però, limitatamente a questo libro, faccio il bastian contrario: mi aspettavo qualcosa di più godibile.

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