Un film fantasy più che un horror. Belle atmosfere, comunque, e una bella fotografia. Byzantium è un film inglese-irlandese del 2013 che ci dona una storia di vampiri differente, sensibile, ben raccontata e con qualche tocco che sa suonare realistico, del tutto diversa dallo sfruttamento più commerciale del genere. Su queste premesse ho deciso di vederlo e non sono rimasto deluso anche se forse non è quello che avrei pensato. Senza necessariamente cantare al miracolo, ritengo che questo film sia decisamente interessante. Diretto da Neil Jordan (di cui io ricordo La Moglie del Soldato, un film di parecchio tempo fa, ma anche Intervista col Vampiro), il film si concentra su una coppia, madre e figlia, in fuga da tantissimo tempo: si tratta di Clara (Gemma Arterton, già una celebrità) ed Eleanor (Saoirse Ronan, giovane attrice irlandese). All'inizio assistiamo a un episodio che fa perdere a Clara la propria "copertura," e le due giovani donne devono fuggire in un'altra città. Comprendiamo a poco a poco il rapporto fra di loro (la differenza di età non è evidente), comprendiamo la necessità del sangue, e l'esistenza di qualcuno che le sta cercando. Il film procede con due storie separate, distanti circa duecento anni, una in epoca ottocentesca e una attuale. Avverto che anticiperò alcuni dettagli della trama.
Il nome Byzantium è quello di un vecchio albergo dalle atmosfere cupe, che si trova in una spettrale città di mare dove Clara, con disinvoltura, intende vendere il proprio corpo per risollevare le sorti e raggranellare dei quattrini: conosce il padrone di questo albergo in declino, vi si installa e lo trasforma in un bordello. Tuttavia l'albergo, nonostante dia il nome alla pellicola e nonostante che la parte centrale del film si svolga in buona parte lì, non ha un particolare ruolo nel film. Il nome è stato influenzato dalla sceneggiatura teatrale a opera di Moira Buffini, poi modificata per il film: la storia aveva dei rimandi alle crociate, all'Asia Minore, e quindi alla città di Bisanzio.
Eleanor, sedicenne (in eterno) non ha lo stesso temperamento della madre, riflette sul passato e scrive in un diario pagine che poi butta via. Poiché conoscerà un ragazzo, avrà la tentazione di svelargli il proprio, suscitando le ire della madre che mette la segretezza al primo posto.
È con una serie di flashback che apprendiamo il passato di Clara, condannata a una vita di prostituta per colpa di un crudele ufficiale, vittima di sopraffazioni e ingiustizie da parte delle altre prostitute e dei militari, ma anche pronta ad approfittare della scoperta di uno di essi, Darvell (interpretato da Sam Riley), che ha seguito la traccia di una leggenda, si è recato in una specie di misterioso santuario nascosto su un'isola ed è diventato un vampiro. Per la verità le caratteristiche non sono le stesse e non è esattamente un vampiro ma un "soucriant," perché il regista ha deciso di non utilizzare la parola che inizia per V, ma gli effetti sono simili. Niente denti sporgenti o paura della luce, comunque.
Clara si impadronisce senza chiedere il permesso dei medesimi poteri di Darvell, permette anche alla figlia di goderne, ma in questo modo le due donne bloccano la propria età in eterno e sono costrette alla fuga, perché la "fratellanza" dei vampiri (o come li volete chiamare) non hanno preso bene questa iniziativa di Clara.
Così la vampira-madre uccide con indifferenza, incorporando anche una certa vendetta verso il genere maschile, che sfrutta anche vendendo il proprio corpo, e sta attenta alla sicurezza perché sa che, anche a distanza di secoli, ci sono dei vampiri che le vogliono male. La vampira-figlia, Eleanor, uccide solo anziani che sentono la morte vicina e ha questo impulso di confessare la propria storia a qualcuno. Lì per lì genera qualche simpatia, ma posso ben comprendere che la madre s'arrabbi di brutto. Mi viene però anche da pensare che, avendo convissuto per 200 anni, ci si aspetterebbe che le due avrebbero dovuto trovare una maniera condivisa per gestire questi problemi. Forse è una famiglia di vampire disfunzionale...
Lascio al lettore il compito di immaginare la resa dei conti finale e l'evoluzione di questi personaggi.
Byzantium tutto sommato mi è piaciuto. È un film che offre una storia di vampiri "low fantasy," inclusa una buona dose di violenza, e con le due protagoniste fuggitive e sbandate, tutt'altro che ben piazzate a godersi la bella vita. Sa rendere le atmosfere trucide e maledette che non troverete mai in un Twilight. Ha qualche spunto artistico qua e là. Senza urlare al capolavoro, e magari rimpiangendo qualche stortura della trama (Clara quando non fa la meretrice sembra un'eroina femminista alla vendetta, e insomma...), ve lo consiglio.
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