Sebbene sia uno scrittore britannico, Alistair Reynolds è riuscito a cogliere l'atmosfera della Russia profonda, sovietica, rassegnata e fatalista. L'Ultimo Cosmonauta, pubblicato da Delos Books, parte dall'evasione di un uomo che sa troppo. Non fugge però dall'impero carcerario di Stalin, quello descrito nel famoso Arcipelago Gulag. Siamo in un'altra epoca: qualche decennio nel futuro. La Russia è dominata dal Secondo Soviet, è tornato il comunismo. Il mondo è in una fase di contrazione, di declino: non c'è più abbastanza energia e tante cose non sono più possibili, tante opportunità sono state abbandonate. Tra esse, l'esplorazione spaziale. L'uomo in fuga è Dimitri Ivanov ed è stato a bordo di una delle ultime navi spaziali, la Tereskova.
Ha compiuto una missione di straordinaria importanza, ma non tutto è andato come doveva, e adesso Dimitri è un uomo in fuga. Indossa soltanto un soprabito e un pigiama, è fuggito da un ospedale psichiatrico, si trova in Siberia e rischia di morire congelato. Ma c'è una persona che vuole andare a trovare.
Con queste premesse non c'è da stupirci, se L'Ultimo Cosmonauta (titolo originale: Troika) ci terrà avvinti nella lettura fino all'ultima pagina. Nel mondo immaginato (con una certa verosimiglianza scientifica) da Alistair Reynolds, i Russi sono gli ultimi a poter disporre di una nave spaziale quando presenta un'occasione incredibile: una misteriosa, gigantesca macchina compare improvvisamente nel sistema solare, emergendo da quello che sembra essere un wormhole, un'anomalia spaziotemporale che ha permesso di giungere da chissà dove.
La strana astronave compie orbite che impiegano per completarsi diversi anni, fornendo ai terrestri la possibilità di tentare un'esplorazione a ogni passaggio. I mezzi sono quelli che sono, si riesce solo a capire che il manufatto è composto di deversi strati. Alla terza possibilità, i Russi sono pronti a inviare la Tereskova con tre cosmonauti: Dimitri, Galenka, Jakov. Sulla terra una scienziata, Neša, con la forza della sua mente matematica riesce a intuire cosa sta per succedere. Nel viaggio parecchie cose vanno storte, ma non anticipiamo.
Anni dopo, Neša vive in un piccolo appartamento e Dimitri, fuggiasco, va a trovarla per spiegarle cosa ha visto e confermarle che aveva ragione. Che messaggio, che verità portava la misteriosa macchina spaziale esplorata dall'ultimo cosmonauta? Perché non bisogna parlarne? Cosa è successo a Jakov e Galenka? Cosa è successo al fuggitivo, veramente?
Lascio tutto il mistero nascosto, da esplorare. Il libro, breve e intenso, è eccellente per le atmosfere di aspettativa e allo stesso tempo di delusione e tristezza, di ricordi del tempo che fu, di nostalgia per il mondo che va in declino. Non manca la paranoia per la presenza di un nuovo imperialismo sovietico, spietato verso i propri stessi cittadini. E uno sguardo all'esplorazione spaziale, per lanciarla con la fantasia verso incredibili obiettivi da conquistare. C'è anche un colpo di scena, molto grosso, proprio alla fine.
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