Film strano, tratto da un'opera del mitico Philip Dick, girato con attori in carne e ossa ma trasformato in una specie di cartone animato con la tecnica del rotoscopio (una specie di disegno eseguito fotogramma per fotogramma che copre le sagome reali di attori e oggetti... enormemente laborioso, se non lo facesse il computer, ma con l'automatizzazione non è lavoro da poco).
A Scanner Darkly, ovvero Un Oscuro Scrutare, tratta di droga, di sorveglianza, di abusi polizieschi.
Il cast, che non vediamo per davvero, è di tutto rispetto: Keanu Reeves, Winona Rider, Robert Downey Jr.
martedì 29 ottobre 2013
domenica 27 ottobre 2013
Segnalazione
Su Goodreads, per gli anglofoni, Patrick Rothfuss (Il Nome del Vento) parla di Red Seas under Red Skies (Scott Lynch)
mercoledì 23 ottobre 2013
Guido Crepax
La mostra dedicata a Guido Crepax nel centro di
Milano si è chiusa a metà settembre, e per pigrizia non ne ho parlato
fino ad adesso, e ormai è troppo tardi per invitarvi a visitarla. Peccato. Si è
trattato di un percorso
molto interessante, non fatto unicamente di fumetto ma anche di design, moda, fotografia, giochi, curiosità varie: un’iniziativa abbastanza snella che si percorreva rapidamente ma che sapeva cogliere i punti d'interesse nel percorso di questo autore, sui generis, del fumetto italiano. Guido Crepax è vissuto in un periodo di cambiamenti (anni ’60) e nel cuore della “rivoluzione” sessantottina, ma allo stesso tempo nel cuore della Milano industriale e del design, e il suo lavoro ricalca la partecipazione alle attività di una città (ricca e borghese) che allo stesso tempo in cui lavorava e produceva opulenza creava anche cultura, progresso e cambiamento. Bei tempi, in questo senso. Le prime creazioni di Guido Crepax infatti sono copertine di dischi (l'epoca del vinile) e di libri, o immagini pubblicitarie.
molto interessante, non fatto unicamente di fumetto ma anche di design, moda, fotografia, giochi, curiosità varie: un’iniziativa abbastanza snella che si percorreva rapidamente ma che sapeva cogliere i punti d'interesse nel percorso di questo autore, sui generis, del fumetto italiano. Guido Crepax è vissuto in un periodo di cambiamenti (anni ’60) e nel cuore della “rivoluzione” sessantottina, ma allo stesso tempo nel cuore della Milano industriale e del design, e il suo lavoro ricalca la partecipazione alle attività di una città (ricca e borghese) che allo stesso tempo in cui lavorava e produceva opulenza creava anche cultura, progresso e cambiamento. Bei tempi, in questo senso. Le prime creazioni di Guido Crepax infatti sono copertine di dischi (l'epoca del vinile) e di libri, o immagini pubblicitarie.
giovedì 17 ottobre 2013
Mirror Mirror
Ho sempre apprezzato le capacità artistiche di Tarsem Singh e anche se fra i due film dedicati a Biancaneve del 2012 ho preferito vedermi Biancaneve e il Cacciatore (con una grande Charlize Theron e non moltissimo altro), sapevo che prima o poi avrei dato una possibilità anche a Mirror Mirror, dove alla perfida regina interpretata da Julia Roberts (foto in fondo all'articolo), ancora bellissima sebbene non più giovane, si contrappone la vivace biancaneve (foto qua sotto, con mezzo cigno in testa) ovvero Lily Collins, perfetta nella miscela di innocenza, bellezza e grazia.
Tarsem Singh, a dire la verità, ha preso un po' in giro il materiale con cui ha lavorato senza però trasformarlo in qualche cosa di originale o propriamente suo. Il principe della favola, interpretato da Armie Hammer (star di The Lone Ranger, film che finora ho evitato di vedere), è piazzato come una specie di allocco che non sa cosa fare di se stesso. Concupito dalla regina, ripetutamente sconfitto dai misteriosi banditi della foresta, manovrato contro la stessa Biancaneve (che ad un certo punto svolge una vera guerriglia contro la sovrana) ma da lei preso prigioniero, ci metterà un bel po' a riscattarsi.
Un altro personaggio, Brighton (Nathan Lane), è il factotum della regina, un lacché leccapiedi che ha momenti di buon cuore perché in fondo è un bravo ragazzo (salverà la stessa Biancaneve), e fa da macchietta comica per rendere più lieve la situazione.
Grande interprestazione di entrambe le protagoniste: naturalmente graziosa la Collins, bravissima la Roberts con quel suo egoismo cinico che sa essere quasi simpatico nella noncuranza con cui calpesta gli altri e insegue il proprio interesse o il proprio piacere. D'altra parte c'è lo specchio magico, che garantisce dei poteri alla regina ma che la avverte di un prezzo che dovrà pagare (lo sapremo dopo, ma lo si può immaginare). Quanto ai nani, avranno anche loro la loro parte di avventure e di ricompense.
Come in tutti i film di Tarsem Singh che si rispettino ci sono scenografie incredibili e sontuose, costumi meravigliosi e imprevedibili, bellissime stoffe, copricapi pazzeschi e via discorrendo. L'effetto visivo non va mai perso con questo regista.
In definitiva Mirror Mirror non è un grandissimo film e non ha molto di sorprendente, è proprio una favola su pellicola, ma fra i due Biancaneve in fondo penso che questo sia il migliore: leggero, ironico ed elegante, fatto senza credere di fare chissà che cosa, non esce veramente dal solco della tradizione ma riesce a stravolgerla per farci fare qualche risata senza bisogno di volgarità. Credo che seguirò il buon Tarsem più assiduamente.
venerdì 11 ottobre 2013
Gravity 3D
Di solito i film che aspetto con ansia li vado a vedere il prima possibile e ne parlo quindi al primo giorno di programmazione o giù di lì. Ho aspettato con Gravity (per gli amici anche Gravity 3D) per motivi di impegni ma anche per un altro motivo. Mi avevno un po' trattenuto le recensioni che ne parlavano di un film estremamente irrealistico, e che facevano un po' a pugni con la simulazione apparentemente valida del trailer, dove la povera Sandra Bullock se ne vola via agganciata a un rottamone che ruota vorticosamente.
Poi sono andato a vederlo lo stesso e mi sono reso conto che sì, avvengono cose non realistiche, ma questo non toglie nulla dall'intensità, dall'emozione e dallo spettacolo.
Poi sono andato a vederlo lo stesso e mi sono reso conto che sì, avvengono cose non realistiche, ma questo non toglie nulla dall'intensità, dall'emozione e dallo spettacolo.
lunedì 7 ottobre 2013
Miti e Leggende Nordiche
Una cosa l'ho già detta riguardo alla mitologia nordica: chi si aspetta chissà che cosa dai testi originali può rimanere ferocemente deluso. Le storie di Re Artù o del guerriero Cù Chulainn, per citare due esempi celtici, sono a volte poco comprensibili, a volte raccontate in uno stile piuttosto scarno che poco può piacere ai moderni, e talvolta sono aridi elenchi di imprese, roba davvero grandiosa per carità, ma che dopo un po' ti può fare sbadigliare. Poiché tutto è stato raccolto da monaci, da scrittori più tardi e via dicendo, spesso i testi "originali" non esistono e c'è comunque il filtro di un mondo già meno antico, già più civilizzato, più cristiano e via dicendo. Questo si sente molto ad esempio nel Kalevala di cui ho già parlato in passato, e che contiene anche la venuta di Gesù, che scaccia via dal trono della Carelia il fiero eroe pagano Väinämöinen il quale se ne va arrabbiato, protestando "un giorno avrete ancora bisogno di me," una storia che ho trovato bellissima ma che denuncia una commistione di temi piuttosto tarda.
Tutte queste cose le ho già scritte e valgono anche per i miti e le leggende germaniche. Alle quali vanno comunque riconosciute la fantasia e la bizzarria di certe creazioni. Il mitico gigante Ymir dal cui corpo sono create le creature divine e sovrannaturali del mondo, l'albero Yggrdasil, immenso portento che regge l'universo, i nani che reggono la volta celeste...
Tutto questo l'ho (ri)letto in Miti e Leggende Nordiche di Salvatore Tufano, testo degli anni '80, fin troppo schematico, però utile a dare un'idea.
Della mitologia nordica bisogna dire che spesso è cupa, intrisa di pessimismo, di storie di tradimenti e di destini segnati, molto più di quanto si trovi nei miti mediterranei. Del resto avere nella famiglia divina un personaggio come Loki, meschino e traditore, e destinato a schierarsi con le forze dell'oscurità nella battaglia finale, è proprio triste.
La storia di Sigfrido e Brunilde ha dato ispirazione a due personaggi molto diversi, tanti secoli dopo: J.R.R. Tolkien e... Richard Wagner.
Tutte queste cose le ho già scritte e valgono anche per i miti e le leggende germaniche. Alle quali vanno comunque riconosciute la fantasia e la bizzarria di certe creazioni. Il mitico gigante Ymir dal cui corpo sono create le creature divine e sovrannaturali del mondo, l'albero Yggrdasil, immenso portento che regge l'universo, i nani che reggono la volta celeste...
Tutto questo l'ho (ri)letto in Miti e Leggende Nordiche di Salvatore Tufano, testo degli anni '80, fin troppo schematico, però utile a dare un'idea.
Della mitologia nordica bisogna dire che spesso è cupa, intrisa di pessimismo, di storie di tradimenti e di destini segnati, molto più di quanto si trovi nei miti mediterranei. Del resto avere nella famiglia divina un personaggio come Loki, meschino e traditore, e destinato a schierarsi con le forze dell'oscurità nella battaglia finale, è proprio triste.
La storia di Sigfrido e Brunilde ha dato ispirazione a due personaggi molto diversi, tanti secoli dopo: J.R.R. Tolkien e... Richard Wagner.
venerdì 4 ottobre 2013
The Big Breakout
Questo è un libro che (nella sua versione italiana intitolata Un Ponte per Patton) mi era stato regalato ma che ho distrutto perché me ne vergognavo. Proprio così, ero un timorato tredicenne (circa) molto cattolico e mi imbarazzava la quantità di parolacce, bestemmie e scene violente (più una di sesso) di questa "fiction militare" scritta da Charles Whiting (1926-2007), storico e scrittore estremamente prolifico, entrato nell'esercito britannico a 16 anni perché non vedeva l'ora di partecipare alla Seconda Guerra Mondiale. Oltre ad aver scritto qualche non memorabile libro di storia militare (ho letto quello sulla battaglia di Kasserine e quello sullo sbarco in Sicilia) Whiting ha sfornato libri di action, come si direbbe oggi, a centinaia, tutti incentrati in un modo o nell'altro sul conflito di cui è stato testimone. E credo che dia ancora dei punti a molto di quello che si legge oggi in quel settore, anche se le armi di cui parla non sono le ultimissime trovate ultramoderne e le descrizioni dei combattimenti non possano dirsi realistiche (per quello che posso giudicare io).