Un film che ha avuto una circolazione piuttosto limitata (alcuni festival e una apparizione non proprio eclatante sugli schermi USA, forse ora esce il DVD) e che presumibilmente sarà faticoso trovare in lingua italiana almeno per il momento. Tratto dall'omonimo romanzo di Jason Pargin (con lo pseudonimo di David Wong, che poi è il nome del protagonista), Johnny Dies at the End mescola situazioni stravaganti e paradossali a battute e gag esilaranti, il tutto per la regia di Don Coscarelli (a me perfettamente ignoto).
Gli eroi della storia sono David Wong (interpretato da Chase Williamson) e John Cheese (Rob Mayes): per inciso, i due attori non hanno carriere stratosferiche alle spalle ma mi sembrano abbastanza azzeccati nei ruoli. Interpretano due personaggi stravaganti che si improvvisano esorcisti, e sono coinvolti in una serie di avventure fin da quando capita loro di imbattersi, a una festa, in un tizio che distribuisce una droga strana e potentissima, chiamata in gergo "salsa di soya." Questa sostanza è in grado di provocare allucinazioni di ogni tipo, di alterare la percezione e perfino lo scorrere del tempo. Oltre a permettere le scappatelle transdimensionali dei due protagonisti, la droga dà modo al regista di creare situazioni limite come morti che inviano messaggi telepatici o ritornano in vita, o il fatto che si venga chiamati al telefono da una persona che ti sta parlando di fronte nello stesso istante.
Questa storia piena di controsensi parte da un'intervista che David concede a un reporter, mostrandogli gli effetti paradossali della "salsa di soya" e raccontandogli le proprie peripezie (vissute con l'amico John) tra paranormale e horror; ma anche il reporter (che è interpretato da Paul Giamatti, attore comparso in un un sacco di film che ho visto, tipo Salvate il Soldato Ryan o The Truman Show, solo che non mi ricordo che parti ricopriva...) non è quello che sembra e lo scopriremo alla fine.
Quanto alla trama principale basti dire che David e John sventeranno i sinistri piani degli invasori che provengono da un'altra dimensione.
Mi chiedo come mai ci siano così pochi film come questo. Forse è difficile farsi venire in mente tante trovate, o forse il grande pubblico non li capisce e non li vuole? Ho paura che siano vere tutte e due le ipotesi. Tra le critiche trovo rilievi sul fatto che la trama sia contorta e incomprensibile e che vi sia una voce fuori campo che cerca invano di sostenerla, ma a mio parere non ha nemmeno senso fare osservazioni simili su un film demenziale come questo.
Incrocio tra storia fantascientifica paradossale e comica alla Douglas Adams e splatter demenziale, Johnny Dies at the End ha dei momenti che ti lasciano completamente stupefatto e trovate assolutamente geniali, perdendo colpi solo quando prova a creare un minimo di trama e di cornice logica alla storia, o quando il ritmo rallenta. Tra alti e bassi lo considero comunque un piccolo capolavoro.
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