Scrivo questo articolo per segnalare un ottimo pezzo di Angelo Sommobuta sulla mancanza di commenti e quindi in generale di successo dei blog. E ne approfitto per una riflessione.
Mondi Immaginari, come probabilmente saprete, è un blog scalcagnato, per quanto di lungo corso. Più o meno in questi giorni compie sei anni (il primo post è del maggio 2007) ed è poco più anziano della mia collaborazione con Fantasy Magazine. Da allora tante cose sono cambiate e molte sono rimaste... le stesse. Mi occupo molto meno del fantasy italiano, anche se comunque lo seguo e talvolta lo recensisco, ho maggiore curiosità per la fantascienza, vorrei scrivere più articoli (ma non ho tempo), vorrei occuparmi più spesso di fumetto e giochi (ma non ho tempo), vorrei scrivere qualche articolo anche in inglese (ma non ho tempo e il mio inglese non è così valido). Alla fine va bene lo stesso. La cosa che mi ero prefissato fin dall'inizio era di fregarmene se tanta gente mi segue o no, nel senso che poche persone che con una certa regolarità diano un'occhiata sono già una piccola soddisfazione, e me la devo far bastare.
Per la cronaca, dagli inizi i miei accessi sono pian piano saliti con il tempo a duemila, poi 3mila e qualcosa mensili. Recentemente capita che superi i cinquemila. Grande crescita? Ci sono blog che li fanno in un giorno.
Per chi non lo sapesse, comunque, gli "accessi" dei blog sono in buona parte persone che ti trovano coi motori di ricerca, cliccano, guardano la pagina per pochi secondi e poi chiudono il collegamento essendo giunte presumibilmente alla conclusione che non si tratta di quello che cercavano. Non voglio spulciare i singoli nomi o indirizzi IP ma penso (come in passato) di essere seguito con una certa frequenza da qualche decina di persone.
Se vedo lo sbattimento a cui bisogna sottoporsi (quanto a frequenza di aggiornamenti, che i miei non sono certo sufficienti a diventare un blogger molto seguito), gli argomenti da trattare, i trucchi per crearsi un gruppo di assidui lettori, non mi pento di non aver fatto alcun tentativo per mettere in piedi qualcosa di più grosso e più frequentato. Tra l'altro il migliore espediente per farti ascoltare in Italia è buttarla in caciara contro qualcuno, e questa via ho deciso di non seguirla fin dall'inizio. Mi piacerebbe comunque aver più dialogo con quei pochi che mi seguono, quindi vediamo un po' le indicazioni dell'articolo che ho linkato.
Il primo peccato da non compiere è quello di aspettarsi chissà cosa subito dopo aver aperto un blog. Per quanto mi riguarda ho già oltrepassato la "vita media" dei blog (che se ricordo bene è di una manciatina di anni, quattro o cinque o giù di lì) e ci sono stati momenti in cui ero più commentato, quindi questo argomento non vale per me.
Altro errore da non commettere sarebbe quello di disperdersi su troppi argomenti, meglio una cosa sola e farla bene. Qui ammetto di peccare, i miei interessi nel fantastico sono molteplici e non c'è nulla da fare, mi piace parlare un po' di tutto. Se è un errore, così sia.
Un altro problema è che ci sono troppi stimoli, troppi siti e blog, troppa comunicazione disponibile. Chi è interessato legge anche parecchio, ma se non c'è nulla in particolare da dire si astiene dal commentare. Forse è inevitabile in una rete sempre più affollata, ed è quello che faccio anche io.
E infine se segnali il tuo post su facebook e simili tanti vanno a commentarti su facebook, più veloce e interattivo, meno invaso dallo spam.
Incredibilmente, in effetti, gli spammer continuano a invadere il mio blog e vista la loro presenza assidua (anche se poi blogspot o il sottoscritto li cancellano) il mio blog viene segnalato come un sito poco sicuro! Vorrei che capissero che non ci guadagneranno molto.
Visto il tutto, non credo di poter aumentare i pochi commentatori che ho in questo periodo (quanto ai vecchi... che fine avete fatto, ragazzi?).
Ad ogni modo non è un gran momento per questo metodo di comunicazione, che tra l'altro pare sia stato di recente snobbato dagli algoritmi di un famoso motore di ricerca. Ma di spostare Mondi Immaginari su facebook o twitter non se ne parla, per adesso.
Il blog è in declino a causa di Facebook e altri modi più veloci per comunicare online.
RispondiEliminaIo sinceramente sono anche un po' stanco, lo porto avanti perché vorrei finire questo "percorso" universitario raccontato online ma il calo di commenti e visite colpisce tutti e c'è poco da fare.
D'altro canto nemmeno mi piace postare le mie cose su facebook, perché non mi va che chi mi conosce magari si riconosca o mi venga a giudicare... e insomma niente, andiamo avanti così :)
Simone
Be' può essere un problema, la privacy. C'è chi suddivide le proprie conoscenze in compartimenti stagni e chi ha paura che il datore di lavoro lo giudichi (negli USA a quanto pare succede). Per quanto riguarda me personalmente, sono in rete (qui e sulla rivista a cui collaboro) con il mio nome e cognome, quindi poco posso fare su questo aspetto.
RispondiEliminaIl fatto che la comunicazione si sposti su mezzi sempre più veloci, di pochi caratteri (twitter), che tutto si faccia schiacciando due tastini striminziti sugli smartphone... non aiuta una vera partecipazione, ma forse mi sbaglio o sono prevenuto.
Ehh.. Prima volta che passo di qua :) Buondì! Meglio tardi che mai può andar bene come scusa? :D
RispondiEliminaIo credo che la gente sia fondamentalmente pigra. Vedo che anche quando un buon articolo viene letto da molti, sono sempre in pochi a commentare o a manifestare il proprio apprezzamento mediante gli appositi pulsanti di condivisione sui social network. E' un peccato, perché la discussione costruttiva anima un post e permette di ampliarlo, oltre che di sondare i diversi punti di vista dei lettori, mentre la condivisione dà modo di diffonderne i contenuti.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, sono una di quelli all'antica: se trovo un post che mi coinvolge, lo commento; se penso che un articolo o un servizio siano di qualità, li recensisco; se ritengo che il blog di qualcuno mi abbia fornito un valido spunto/aiuto, cerco di ricambiare per quanto possibile.
Ma io sono all'antica, e mi rendo conto che il mondo non gira più in questo modo. La crescente pigrizia intellettuale unita all'enorme quantità di informazioni disponibili sul web in meno di un clic ha contribuito a svalutarle, a renderle meno visibili e a produrre una sorta di "zapping virtuale" che impedisce all'utente di soffermarsi qualche minuto in più, per lasciare un piccolo, ma importantissimo, contributo.
Giuliana
@ Cevello: sicuramente!
RispondiElimina@ Giuliana: è vero che se non salta in mente qualcosa da dire subito, uno magari non è nemmeno invoglaito a commentare. Quanto ai pulsanti per i vari "mi piace" blogspot li prevede ma poi qui... non funzionano.
Sai che ho fatto io? Ho reso ancora più difficile lasciare un commento, perché ora, sul mio blog, per lasciare un commento, è necessario essere utenti google (G+, Gmail etc etc). Con il vantaggio che il commento è incluso sulla mia bacheca di G+. Insomma... non mi preoccupo troppo. ^_^
RispondiElimina@ Glauco: in effetti anche quello è un sistema per affrontare il problema. Purché non ci si senta... troppo soli.
RispondiEliminaPer avere un sito seguito, come dici tu, occorre metterla in rissa, spalare fango e alzare i toni. No, grazie: il modello insegnato dalla politica è pessimo.
RispondiEliminaScrivo quello che mi piace e mi va: se poi qualcuno lo segue e commenta e condivide gli interessi, tanto meglio, ma ciò che conta è essere soddisfatti di quanto si scrive.
@ M.T. sono d'accordo purché non si arrivi... all'estremo di non essere letti da NESSUNO !! :)
RispondiEliminaGià, meglio non andare da un estremo all'altro ;)
RispondiEliminaComunque, se si fa un blog tematico, si ha sempre, grande o piccolo, un proprio seguito; certo Facebook e Twitter hanno tolto molto spazio ai blog, ma i social network non mi attirano, troppo dispersivi.
I social network non hanno l'aria di posti dove uno possa parlare tranquillamente se ha qualcosa da dire che supera le tre righe.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, la scarsa presenza sul tuo blog (so che non è un esempio tale da avere significato statistico ma la metto lo stesso) è soprattutto legata al fatto che di fantasy e fantascienza mi interesso poco o punto in questi ultimi periodi, avendo concentrato il poco tempo libero su altre cose. Sul rapporto blog-social network ritengo che questi ultimi non incidano molto sui lettori/commentatori "di qualità" quanto piuttosto su quell'utenza "casuale" che per un blog non commerciale non è che significhi poi molto.
RispondiElimina@ berhaven: può darsi che il commento stile facebook non debba contare e io sono il primo a dire che i commenti occasionali o di una riga sola (tipo "sono d'accordo con te") non conribuiscono molto a un dibattito. Però anche quelli se non altro fanno sentire chi scrive un po' meno solo. Comunque se non arrivano se ne fa a meno, per carità.
RispondiEliminaBe', io ho lo stesso problema, anche se i miei due blog sono più recenti (l'ultimo ha addirittura solo qualche mese di vita) e i temi non sono forse tra i più apprezzati. Inoltre, il fatto di non poterli aggiornare frequentemente di certo mi taglia un po' le gambe...
RispondiEliminaOgni tanto mi cruccio della situazione, ma il più delle volte penso che se non li avessi aperti non mi sforzerei nemmeno di scrivere qualche articolo o di mettere per iscritto una riflessione o un racconto o una semplice recensione e quindi, in definitiva, tutto torna comunque a mio favore!
Certo, sarebbe bello poter intavolare appassionanti discussioni con i lettori ma chissà che prima o poi non succeda. Non mettiamo limiti alla provvidenza.
Per concludere, neanche a me piacciono molto facebook e twitter per certe cose: troppo superficiali e dispersivi.
In ogni modo, colgo anche l'occasione per fare i complimenti all'autore di questo blog: da oggi avrai una nuova follower, ti sembra poco?
A presto,
Claudia
Sono lieto che tu mi legga,Claudia, ma di che parlano i tuoi blog e perché fai fatica ad aggiornarli?
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