Un padre del fumetto moderno, Will Eisner. Eppure ormai di moderno c'è poco, nelle sensazioni che ti dà The Spirit. I tempi erano diversi (anni '40, i fumetti in pieno boom!) e le storie da raccontare erano quelle di allora: storie da film in bianco e nero, con eroi tutti d'un pezzo, vamp carismatiche, femmine dannate e peccaminose. I toni leggeri li portava quasi sempre il protagonista, The Spirit, il vendicatore uscito dalla tomba. Non un vendicatore maledetto, però: The Spirit agiva in collaborazione con il capo della polizia. Non era insomma uno degli eroi dei tempi moderni, quelli che devono nascondersi pure alle forze dell'ordine, anche se, al pari di molti colleghi moderni, qualche vendetta da compiere non gli mancava.
Oggi The Spirit suona classico, fin troppo. Le storie suonano spesso assai cliché, e magari lo erano anche all'epoca, anche se non si limitano al poliziesco e al noir ma toccano diversi generi, con qualche puntata perfino nell'horror e diverse storie d'amore condannate fin dall'inizio. A me piace lui, il protagonista, Denny Colt. In un'epoca di personaggi comici insulsi o volgari, o di eroi tragici che di più non si può, The Spirit sembrerebbe quasi una novità con la sua leggerezza che non manca di serietà dove occorre.
Non sarebbe stato male se il cinema o la TV gli avessero dato una seconda giovinezza. Invece, sappiamo tutti com'è finita. Frank Miller voleva provare a vedere se era capace di mettersi alla regia, e ora spero abbia capito che deve lasciare perdere. Il film, nonostante la presenza di parecchi volti celebri, è stato un vero disastro. Chissà se The Spirit tornerà fuori dalla tomba ancora una volta?
Recensioni del film, da Rottentomatoes
Pagina web dedicata a The Spirit
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