Cory Doctorow è una specie di opinion maker (blogger, scrittore, giornalista e via dicendo) che si è distinto per le lotte a favore della libertà dell'informazione, ovvero a favore di filsharing e contro il copyright. O forse così la metto troppo dura, diciamo che ha discusso le molte alternative possibili per la gestione dei diritti digitali, da un punto di vista libertario che io personalmente non condivido; anche se è doveroso ammettere che non sono privo di peccato su questo aspetto.
Il suo romanzo breve Infoguerra (After the Siege) edito da Delos Books parla di libertà digitale, di una città dove si vive meravigliosamente con la produzione di tutti i beni possibili (qui si "stampano" vestiti, si produce ottimo cibo con macchine ecc...) in virtù della libertà di informazione.
Passiamo alla trama, che sto per spoilerare a morte (se non vi va, saltate al prossimo paragrafo, grazie). Valentina, la protagonista, vive con la madre, il padre e un fratellino in un appartamento, e gode di questa abbondanza (la vediamo assieme a un'amica approfittare di questo bengodi dei consumi). Però ci sono i cattivi, quelli che vogliono le royalties, e dichiarano guerra alla città della libera informazione. In breve tempo tutta l'abbondanza sparisce e la vita diventa grama. Ci sono bombardamenti, combattimenti, un autentico assedio e trincee da scavare. Nelle trincee il padre di Valentina muore, lei non ha più la bella vita di prima e deve fare dei lavori stancanti per la comunità: finisce per vedere raramente la madre (che è andata a combattere) e il fratello, perde le amicizie. Poi ci sono i razionamenti sempre più severi, i virus mandati dal nemico per trasformare la gente in zombi, e altri orrori. Valentina fa una vita durissima, ormai, la sua infanzia è finita in un incubo. La aiuta il Mago, personaggio ambiguo e ipocrita che le dà cibo e vestiti: Valentina sospetta che sia una spia ma in realtà rappresenta il mondo dell'informazione (documentaristi e reporter). Questo personaggio sembra al di sopra delle parti ma in realtà è piuttosto losco, e forse non neutrale come vorrebbe far sembrare, e la sua è una generosità pelosa. La madre di Valentina fraintende i doni ricevuti dalla ragazzina, pensa che si sia prostituita. Ma alla fine la ragazza farà in modo che la comunità prenda al Mago un segreto (una specie di "antivirus") che permetterà di sconfiggere le armi e le insidie del nemico e di far terminare la guerra con una vittoria.
Testo scorrevole e a volte suggestivo, ma finale irrealistico e melenso, anche illogico (se la metafora della storia deve rispettare i rapporti di forza e i ruoli esistenti). Morale: Infoguerra è una favoletta fortunatamente breve ma purtroppo sciocca, che banalizza un tema difficile, tema che sarebbe invece meritevole di approfondimento. Certamente le soluzioni non arriveranno da questo raccontino, e nemmeno una maggior consapevolezza sul problema. Se poi Doctorow abbia detto qualcosa di importante in altri contesti, non lo so, certamente dopo questa lettura le mie aspettative si sono abbassate di diversi gradini.
Sulla Biblioteca Galattica un'altra recensione più generosa ma che esprime più o meno le mie stesse perplessità.
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