Un altro esperimento di scrittura su web che ho letto in questo periodo, questo Il Treno di Moebius di Alessandro Girola è in effetti abbastanza breve: più un racconto lungo che un vero e proprio romanzo. La storia è semplice e va rapidamente al punto, portandoci in un viaggio inquietante assieme a una troupe televisiva impegnata, piuttosto stancamente, a indagare uno dei tanti misteri irrisolti della nostra Italia. Insomma, uno di quei programmi un po' sensazionalistici che hanno moderato successo in TV e generalmente fanno venire il latte alle ginocchia a chi vorrebbe una trattazione seria degli argomenti. Ma nel caso dei nostri protagonisti, in buona parte frustrati da precedenti carriere andate male o esperienze negative, c'è anche l'ambizione di fare tutto sommato un lavoro decente, un po' di giornalismo vero.
Qui non abbiamo una storia sciocca di allucinazioni o ciarlatanerie, però: ci troviamo di fronte a un fatto di una certa gravità (la scomparsa di un piccolo treno, tre persone incluse) in un passato recente ma già ingiallito dal tempo, con fonti non proprio autorevoli (un giornale scandalistico) che già avevano sollevato il problema in passato, ma senza seguito.
Il nostro gruppetto di protagonisti va a indagare sul posto con tanta buona volontà, scoprendo una storia sempre più bizzarra: la linea è stata abbandonata, addirittura un paese è rimasto deserto dopo lo spostamento della tratta ferroviaria, gli abitanti del posto sono piuttosto ostili. Tutto "quasi" tranquillo ma qualche segnale decisamente inquietante, e una sensazione piuttosto lovecraftiana instillata nel lettore.
Trama in parte ispirata a un film, in parte, mi par di capire, a un "vero" mistero di casa nostra, questo libro/racconto è disponibile gratuitamente (potete scaricarlo qui). Posso garantire che si fa leggere in un fiato, quindi consiglio di assaggiarlo se avete un attrezzo in grado di leggere il formato epub (io ce l'ho, anche se con qualche problema, perché come i miei affezionati lettori già sanno il mio ebook reader è una chiavica).
Detto questo, e volendo anticipare un bel po' di trama per gli improvvidi che non smettessero subito di leggere questo articolo per passare al racconto, mi è piaciuta la storia di questo gruppetto di persone, e tutto l'antefatto. Caratterizzazione quel tanto che ci vuole in un racconto di questo tipo, e fatta bene, per quanto abbia trovato ripetitivi i pensieri del capo, Maurizio, verso Martina, avvenente e volonterosa componente della squadra (squadra che si completa con un attore fallito che fa il Piero Angela della situazione, ovvero si fa riprendere dalla telecamera e spiega quello che c'è da spiegare non senza sfoggiare una certa buona volontà, e con un cameraman che vanta una passata esperienza militare).
Dalla storia mi aspettavo qualcosa di più, diciamo che viene costruita una buona suspense e poi viene un po' sprecata. I mostri, che a occhio direi tratti da qualche fonte medievale o rinascimentale, fanno la loro comparsa senza la dovuta presentazione.
Le scene in cui muoiono i membri del gruppo sono asciutte, nel senso che la morte arriva all'improvviso con un effetto che dovrebbe essere sconvolgente o straniante, ma che forse funzionerebbe meglio con il mezzo televisivo piuttosto che su carta. Anche qui ci sarebbe voluta qualche descrizione in più. Sul mondo misterioso scoperto e poi subito abbandonato, mi manca qualche appiglio, qualche approfondimento, che non è dato per scelta consapevole dell'autore (condivisibile o meno) nemmeno nel finale quando il protagonista chiede di sapere almeno cosa c'è dietro il mistero per cui è venuto a morire, e non viene accontentato.
Anche la scena in cui due uomini corrono in un tunnel di fronte a un avversario orrendo (avete presente una scolopendra? gigante, dico) sapendo che uno farà una fine atroce, con la logica che l'altro deve passare per "far sapere al mondo" cosa è successo, sarebbe stata da approfondire. Probabilmente non c'è alternativa, non c'è nemmeno un gran che di tempo per pensarci sopra... Ma anche se uno dei due è un ex militare si tratta comunque di correre incontro alla morte, non so se mi spiego.
Insomma abbiamo una storia dove poteva starci molto di più, raccontata con uno stile asciutto che funziona bene all'inizio, ma che avrebbe richiesto forse maggiore dettaglio andando avanti.
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